Roa Bianca- Picòla
Dolomiti > Dolomiti Feltrine > Pizzocco-Erera
Salita ai ruderi di casera Carpenada alta
dai pressi del ponte di Gena
Si tratta di un percorso da effettuarsi nella primavera a causa della vegetazione che può impedire la panoramicità della escursione.
Questo itinerario, sempre su mulattiera ben battuta e larga, offre un buon panorama sulla Morsecca versante sud e sul percorso dello Spigol Sec che si lascia anmmirare totalmente sino alla quota di m.1100 circa.
Anche i Monti del Sole si lasciano osservare attraverso la vegetazione ancora secca e dal bel prato antistante i ruderi della casera si può intravedere con il binocolo la costruzione gialla del Biv.Valdo.
Carpenada Alta e Cesurai erano i più frequentati pascoli ‘alti’ sovrastanti l’attuale bacino del Lago del Mis sulla destra orografica, essi sono collegati da un sentiero la cui descrizione viene fatta a parte.
Dislivello mt.370.
Acqua poco prima di giungere alla casera Carpenada.
Ore 1.45
Il sentiero inizia dal lato ovest della rotabile circa trecento metri prima del ponte di Gena, proprio frontalmente al ristoro sito sulla sx orografica del lago. (largo parcheggio presso la strada) mt.433.
Si sale l’evidente mulattiera che si snoda dapprima verso sud per poi compiere dopo duecento metri un tornante destrorso in direzione n.ovest. La carreggiata del sentiero è molto ampia e si lascia a sinistra alla quota di mt.540 un rudere di casera con una pozza di acqua a mò di abbeveratoio per gli animali.
Sulla sinistra a cinquanta metri un bel roccione con edera.
Si prosegue diritti sempre verso n.ovest e si aggira la costa boscosa di faggi e di pini sino a giungere con qualche tornante ad un prato dove era sita una piccola costruzione con tetto in coppi crollata interamente su se stessa. (mt.700 circa – panorama sullo Spigol Sec e Morsecca)
Il sentiero qui è poco evidente a causa della vegetazione, comunque la mulattiera riprende infilandosi ancora nel bosco circa dieci metri ad est della caserina , mantenendosi ben larga e con media pendenza sul versante est del costone. (tracce di animali hanno formato un sentierino verso sud-ovest rispetto alla costruzione diruta, ma vanno ignorate.
Si prosegue con qualche tornante sino ad un ulteriore pianoro ove vi è un bel masso al centro che invita alla sosta.(mt.800) Si sale ancora per circa una decina di metri e poi ad un bivio si prosegue per circa dieci minuti verso sud in piano pervenendo ad un altro bivio.
NB: entrambi i bivi presentano il sentiero verso monte che porta alle casere dirute site circa centocinquanta metri sopra ad una fascia di rocce, presso il pian di Colaz.
Si prosegue diritti oltrepassando una fontana ricavata sotto ad un roccione con un muretto di arginamento e dopo un centinaio di metri si perviene al piano dove vi sono i ruderi delle due caserette di Carpenada Alta.
(mt.800 circa) Buon panorama verso i Monti del Sole , Gena alta e la casera di Piscalor.
NB:Tra i ruderi un sentiero si diparte dapprima in piano poi con buona pendenza verso un rudere a quota mt.950 circa. Lo stesso sentiero poi verso nord si riporta verso il Pian di Colaz ove vi è un altro rudere.
GIRO AD ANELLO PER LE CENGIE SUD DELLA ROA BIANCA
L'itinerario si svolge partendo dal Pian della Falcina a 435 mt.,
(Ristoro-campeggio) esso si svolge salendo inizialmente sulla sx
orografica della val Falcina poi sulla sx orograf. della val dei
Burt e quindi, attraversata completamente la Roa Bianca a Sud per
le Cengie, cala per la costa di Cesurai fino al Col della Feda e
quindi al Pian della Falcina.
La Roa Bianca ed a sx La Porta Bassa e tra i due il Forzelìn dell'Egua (dal M.Fornèl)
Dalle cengie sud di Picòla vesro l'alta Val dei Burt e Gusela Marini
L'itinerario non e' segnato sulle carte topografiche ne' su
terreno, tuttavia si svolge su buon sentiero, quasi sempre molto
largo e ben battuto. Anche le cengie sono ben pulite dalle
mughe e solo qui' bisogna fare attenzione a non perdere la
traccia, soprattutto quando la cengia si allarga.
Vi e' un solo punto su cengia dove bisogna fare un po' di
attenzione, ma si tratta di un passaggio di qualche metro con
arbusti dove potersi tenere.
La descrizione viene fatta cosi' come e' stata percorsa dallo
scrivente. Anche il percorso inverso e' fattibile senza grossi
problemi di orientamento.
Dal Pian della Falcina (mt.435) si imbocca la mulattiera proprio
dietro al campo di calcio-tennis del campeggio e si sale con
qualche tornante al Col della Feda (mt.580 - Bellissimo prato con
un rudere di una stalla, sul margine nord-ovest del prato, sulla
sua parte piu' alta, si diparte verso nord il sentiero per
Cesurai, proprio dove vi e' un pino marittimo con un segno di
vernice gialla, questo e' il sentiero da imboccare per chi
volesse compiere il tragitto inverso rispetto a questa
descrizione).
Dal Col della Feda si prosegue per sentiero quasi pianeggiante
verso ovest, paralleli alla Val Falcina; il sentiero cala poi una
decina di metri verso due vallette dove vi sono due ruscelli che
offrono sempre acqua. Superati i ruscelli si sale verso una
costa dove vi e' una teleferica:(mt.610) proseguendo diritti si
cala in bassa val dei Burt, si sale invece direttamente la costa
verso ovest, seguendo il cavo della teleferica.
(Poco sopra a mt. 670 vi e' un bivio verso sx,(ovest) esso porta
in qualche minuto ai ruderi di casera Scalada a mt.682) Si
prosegue sempre per il filo della costa fino a che essa finisce a
mt. 725 circa dove il sentiero presenta un bivio e si prende a
sinistra salendo, verso ovest; (mentre verso nord il sentiero
principale sale verso Cesurai).
Si sale diagonalmente in mezzo al bosco con qualche pino, ci si
raccorda con un sentiero piu' grosso (proveniente da Cesurai, una
diramazione di quello appena lasciato) e si sale per la costa
della val dei Burt.
Dal Sass dei Gnèi da sx la Gusèla Marini, Porta Alta e Cima di Picòla, Porta Bassa e Forzelìn dell'Egua
(A mt. 790 si diparte verso est un sentiero verso Cesurai.)
Si perviene a mt.875, sempre per buona mulattiera, al covolo piu'
basso della Val delle Piave. Si sale a tornanti la valle suddetta
lasciando a destra i bei covoli di mt. 1000, quindi il sentiero,
costeggiate delle rocce, a quota 1075 circa prosegue in piano
alto e parallelo alla val dei Burt.
Ora si tratta di raccordarsi con un sentiero che scorre parallelo
a quello che stiamo percorrendo, sopra a noi, grossomodo a quota
1100 mt e vi sono due possibilita:
-appena superate le rocce dei covoli, dove il sentiero diviene
pianeggiante,(mt. 1075) salire su (diritti verso nord) per una
costa con tracce di passaggio di animali, fino a raccordarsi al
sentiero delle cengie in vicinanza di un covolo sotto a rocce
strapiombanti (per una lunghezza di circa un centinaio di mt ed
un dislivello di 25- e' un po' ripido, ma mai pericoloso).
-superate le rocce dei covoli, dove il sentiero diviene piano e
poi comincia a scendere parallelo alla val dei Burt, salire dove
e' piu' facile per tracce tra i prati un po' ripidi fino a
raccordarsi con il sentiero superiore. (circa una settantina di
metri con un dislivello di circa 25).
Una volta raggiunto il sentiero delle cengie,(*)lo si segue verso
est, tagliando completamente tutto il versante sud della Roa
Bianca. Le cengie scorrono ad una quota dapprima di circa 1100 mt
e poi 1075. Vi e' qualche minimo saliscendi. Vi e' un solo punto
dove bisogna fare attenzione, oltre il quale il sentiero cala di
quota ed a mt. 1035, dove gia' sembra di essere arrivati alla
costa di Cesurai, in discesa,(attenzione a non continuare in
salita per traccia che sale verso nord per altre cengie) bisogna
scendere per una costa verso sud-est per circa una quarantina di
metri per poi attraversare verso est il canalino a circa
990mt. pervenendo in leggera salita alla parte piu' alta del
costone boscoso di Cesurai a mt. 1000, bel pascolo panoramico.
(non seguire la traccia di sentiero verso nord-sottocroda)
Il sentiero si infila ad est nel bosco, in leggera discesa
tenendosi un po' sul versante della Val del Mis, poi esattamente
sulla costa, seguendo il vecchio sentiero molto incavato nel
terreno, che purtroppo va inizialmente costeggiato, poiche' e'
completamente invaso dalla vegetazione.
Il grande sentiero incavato nel terreno ci porta in breve a quota
mt. 910 in localita' Cesurai, dove vi erano ben quattro piccole
casere ed una stalla, di cui ora rimangono solo i ruderi.
Il sentiero prosegue in discesa proprio dinnanzi ai ruderi della
casera piu' bassa, dapprima verso est (versante della val del
Mis) poi si riporta sulla costa, superando altre casere a quota
870 mt. e seguendo poi sempre largo e ben battuto, esattamente il
filo della costa che e' molto marcata. Il lago del Mis e' bene in
vista ed appare talvolta in basso anche il Pian della Falcina con
il Campeggio ed il ristoro.
A mt. 860 ad un bivio, tralasciare il sentiero che volge a
sinistra (est) e che si dirige verso casera Bellaval, si prosegue
invece ancora sulla costa giu' fino al Col della Feda, uscendo
sul sentiero percorso precedentemente in corrispondenza di un
Pino con segno giallo a mt. 580. In breve si ritorna al Pian
della Falcina.
Ore 4-5
Acqua solamente dopo il Col della Feda a mt.600, sui ruscelli.
Dislivello complessivo circa 700 mt.
NB: Il sentiero delle cengie, verso ovest, prosegue per la
forcella dell'Egua (Acqua) e per la forcella Porta Bassa.
Il sentiero piu basso (quello descritto che si abbandona a mt.
1075) prosegue con qualche piccolo saliscendi per i pascoli piu'
interni della Val dei Burt.
Si puo' notare salendo, la bella e lunga cengia che percorre a
nord le cime di Picola fino alla alta Val dei Burt, nel canalone
che sale alla forcella della Gusela.
Sopra alla Forcella dell'Egua verso la larga cengia per la Porta Bassa e Val dell'Egua al suo inizio
Alcuni dei rari frequentatori di queste zone che si incontrano di Lunedì...
DAL LAGO DEL MIS (mt.435) ALLE CASERE (dirute) DELLA BASSA
VAL DEI BURT (mt.540)
Dove la val dei Burt si congiunge alla val Falcina, ai piedi
della costa che cala dai prati di Picola, (sulla dx orografica
della val dei Burt) vi e' un piccolo pianoro dove vi sono i
ruderi di tre casere ed i ruderi di una quarta casera, un po' a
monte, a ridosso di un roccione.
Questa posizione anticamente era molto frequentata sia dai
boscaioli che dai pastori i cui greggi pascolavano sui bei prati
della costa di Picola. Lo si deduce dal numero dei sentieri che
vi giungono e dalla loro ampiezza.
Nelle carte del 1948 vengono segnate due mulattiere che,
dipartendosi dal Pian di Falcina, transitando sotto a Casera
Scalada, calano in val dei Burt grossomodo parallele per poi
proseguire su per la costa di Picola.
Altra mulattiera (pero' sulla dx orografica del torrente
Falcina), si addentra in val Falcina e poi, calata sul greto del
torrente, lo attraversa continuando in direzione opposta e
risalendo sul piano della val dei Burt.
Le tre cime di Picòla viste dal Col del Douf
La Cima ovest di Picòla (m.1772.5 CTR) a sx l'estremo nord del Pian de Cimia, al centro 'I Frare' e tra di essi la 'Gusela Marini'
Kriegskarte di Anton Von Zach 1798-1805 - rilievo della zona de 'I Frare' ove è segnato il sentiero per le Cime di Picòla dalla Val Falcina
La Val Falcina vista dal fondovalle
Per la destra orografica:
Si imbocca la mulattiera della destra orografica della val
Falcina, proprio allo sbocco della galleria dove vi e' l'arrivo
di una teleferica da legna. (mt.435)
Si attraversa il greto del torrente Pezzericola e, superati due
punti rocciosi (ponticelli in legno diruti) si perviene ad un
bivio dove una mulattiera sale decisa su a sinistra mentre si
deve continure diritti e ci si addentra in un bosco di pini,
casera diruta sulla destra. (mt.475).
La mulattiera prosegue in leggera salita e, superate due vallette
a quota mt.585 vi e' un bivio, entrambi i sentieri sono molto
larghi: si prende il sentiero a destra che continua in
falsopiano.
Poco dopo a mt.615 circa ad un altro bivio si prende il sentiero
che cala a destra ed in breve, con un tornante, si scende sul
greto del torrente Falcina (vi e' sempre acqua).
Su tutte le carte topografiche sembra che il sentiero finisca sul
greto del torrente, invece lo si guada in direzione della val dei
Burt (appena superata sull'altro versante) ed il sentiero
prosegue ben largo e visibile in direzione nord-est.
Aggirata la bella costa erbosa che cala dai pascoli di Picola il
sentiero (mulattiera) scorre circa cento metri pianeggiante fino
alla radura ed al piano dove vi sono i ruderi delle casere.
Esse sono dirute, di piccole dimensioni, ma non e' escluso che vi
fossero anche capanne in legno di cui il legname e' marcito nel
tempo. La casera piu' a nord, appoggiata sulla destra ad un
roccione, sara' un valido riferimento per imboccare la larga
mulattiera che sale le coste di Picola. (mt.540)
Acqua sempre presente sul torrente dei Burt e sul torrente
Falcina. Un ruscello cala anche 200 mt piu' a nord dalle vallette
che scendono da ovest.
Lungo il percorso sugli attraversamenti ed ai bivi al 1992 vi
sono delle strisce di plastica rosso-bianche come segnavia.
ore 0.50 dal Pian della Falcina
dislivello circa mt.220
Per la sinistra orografica (percorso piu' diretto e preferibile)
Dal Pian della Falcina (mt.435) si entra nel parco giochi del
Ristoro-campeggio e si rasenta sulla sinistra il campo di
tennis-calcio: qui' ha inizio una larga mulattiera che porta con
qualche tornante sulla parte destra del Col della Feda mt.580
dove vi sono i ruderi di una malga e dei bellissimi pascoli
erbosi.
Il sentiero si addentra in leggera salita nella valle, superando
un rivo d'acqua che cala dalla Roa Bianca e quindi sale sulla
costa dove e' presente una teleferica per legna (la stessa che
arriva presso la galleria del Pian della Falcina). mt.520.
Qui' vi e' un bivio ( un sentiero sale dritto per la costa ed in
breve raggiunge casera Scalada -ruderi- a mt.682).
Si prosegue diritti per la mulattiera che si inoltra pianeggiante
per il costone della Roa Bianca ed a mt.650 circa vi e' un bivio
dove il sentiero principale sale a destra (in direzione della val
delle Piave). Bisogna proseguire diritti per il sentiero di
sinistra, esso scende piu' esile ma sempre ben battuto.
Si taglia il costone in discesa con dei passi piuttosto esposti
sul pendio molto ripido e quindi si cala in val dei Burt proprio
di fronte al piano dove vi sono i ruderi delle casere.
Si attraversa il torrente senza una via obbligata e ci si
addentra nel bosco sempre senza via obbligata per una trentina di
metri sino al piano.
Acqua a mt. 500 poco prima della teleferica.
Dislivello mt.200.
ore 0.40
ALLE CASERE DI PICOLA mt.1120 (diruta) DALLA VAL DEI BURT mt.540
Riporto dei sentieri sulla dorsale di Picòla su CTR 1:10000
Ritaglio da Tav.XII-9 Kriegskarte di Anton Von Zach (1798-1805) si noti al centro il sentiero che risale la Roa Bianca ed a sx il sentiero che raggiunge i pascoli alti di Picòla. Il sentiero verso il basso risale il Douf.
Trattasi di una mulattiera anticamente molto frequentata e molto
ampia, ora completamente in disuso: scorre sulla costa est dei
pascoli di Picola, e' stata ripulita dalle mughe grossomodo nel
1980 e presenta come segnavia qualche striscia di plastica
rosso-bianca. Arriva molto evidente fino alle casere di Picola,
due piccole costruzioni in pietra (segnate sulla carta IGM levata
1966) ora dirute. Il sentiero descritto non e' segnato su alcuna
carta topografica, pur essendo molto ampio.
La zona e' ora riserva naturale della Val Falcina.
Dal piano a quota 540 mt. dove la val dei Burt si congiunge con
la val Falcina, si prosegue in direzione nord, (paralleli al
torrente Burt) lasciando a sinistra una casera addossata ad un
roccione e si continua per mulattiera molto larga in falsopiano
in mezzo ad un largo bosco di faggi verso la valletta che scende
da ovest (acqua) per circa 200 mt.
Il sentiero continua con ampi tornanti e rimonta la costa fino ad
un piccolo ripiano dove probabilmente vi era una capanna
(mt.680). Piccolo ruscello.
NB: (da qui', a destra, un largo sentiero invita infilandosi in
piano per cengia fino nella valletta dove una vasca naturale di
acqua serviva come abbeveratoio, esso non sembra avere sbocco,
il versante opposto della valletta sembra risalibile, ma non
presenta sentieri).
Dopo aver attraversato il ruscello a destra, si prosegue su
diritti per largo sentiero, poco piu' in alto vi sono dei
cartelli della forestale che indicano la riserva naturale.
Salendo ancora, a mt. 845 vi e' la sorgente muschiosa del
ruscelletto poco sotto alla mulattiera a destra ed appena sopra
ad un salto di roccia.
Rimontato il costone, dove si ha uno splendido panorama delle
pareti est del monte Pizzocco e della alta Val Falcina, vi e' un
bivio. mt.1000
Proseguendo diritti, la mulattiera prosegue in leggera salita e
poi la traccia si fa sempre piu' esile, tagliando i prati e
dirigendosi in salita verso una valletta rocciosa.
Bisogna prendere il sentiero che si inerpica tra le mughe,
diritto sul filo della costa, (grosse mughe tagliate) con un
tornante poi si aggira la costa a destra e si perviene
all'interno di un'avallamento dove vi sono i ruderi di una
piccola casera. Si risale l'avvallamento e si esce sulla sinistra
per bella mulattera fino sul filo di cresta che in breve, con
bella costa pratosa e pianeggiante ci porta a quota 1120 mt.
dove, ai margini di un bosco di pini e' sita la casera di Picola (ruderi).
NB: Dai ruderi della casera, un sentiero rimonta il costone
boscoso verso ovest e porta ai prati superiori dei pascoli di Picola.
Altro sentiero, visibile solamente nella stagione invernale, si
diparte immediatamente a destra della casera verso nord (in
direzione del M.Roa Bianca) puntando dapprima verso un grande
masso al di la della valletta pratosa (striscia rosso-bianca).
Esso sale diagonalmente con pendenza costante e media e, superata
una cengia con mughe porta sulla cresta nord dei pascoli di
Picola. mt.1180. (stupendo completo panorama del Col d'Oregne,
alta val dei Burt e M.Roa Bianca).
Questa cresta e' percorribile sia in salita che in discesa, dove
e' evidente una vecchia traccia di sentiero. Essa e' la chiave di
passaggio per percorrere le banche prative nord di Picola, che
sono percorribili con un sentiero che appare molto evidente dalla cresta.
Dislivello mt.650 circa
Acqua a mt. 845 sorgente nel canalino.
tempo ore 1.30 circa.
DALLA CASERA DIRUTA DI PICOLA VERSO LE CENGIE NORD DI PICOLA
Sentiero non segnato sulle carte.
Questo itinerario, con largo sentiero, permette l'accesso alle
cengie nord delle cime di Picola e l'accesso alla parte alta
della val dei Burt. La parte alta della val dei Burt anticamente
era servita da sentiero sulla sx orografica, ma esso correva su
strette cengie e su prati ripidissimi ed ora e' franato in piu'
punti rendendo pericolosissimo il transito. In pratica sulla sx
orografica si arriva per buon sentiero solamente fino alla Val
dell'Acqua. Quindi per accedere alla alta val dei Burt questa
descrizione sulla dx orografica e' la piu' facile.
Si fa notare che il largo sentiero qui' descritto era
giustificato sia dai pascoli presenti sulle pale nord di Picola
sia dai boschi di faggi tuttora esistenti in alta val dei Burt ed
anticamente sfruttati per il legname; infatti a volte il sentiero
e' talmente largo da pensare che venisse transitato con le musse
cariche di legname.
Dalla casera diruta di Picola (mt.1120) si scende una ventina di
metri nella valletta verso nord e si segue un sentiero che in
leggera discesa taglia tutta la costa boscosa in direzione
nord-est. Esso supera un canale roccioso passando ben largo su
cengia ed arrivato sulla costa, la scende con stretti tornanti
fino al bosco di larici sulla costa in piano di q.1000 mt.
(Costa dei Talpòi)
NB: Si puo' egualmente arrivare a questo punto dalla casera
diruta di Picola salendo verso nord in direzione di un grande
masso e rimontando diagonalmente la costa fino a raggiungerla con
un passaggio su bella cengia mugosa (mughe tagliate bene al
1990). Sulla costa bellissimo panorama verso la Porta Bassa e Val
dell'Acqua. Poi si segue il filo di cresta in discesa verso est
calando di un centinaio di metri fino a raccordarsi con il
sentiero sopra descritto nei pressi del bosco di larici di q.1000 mt.
NB: Sulla sella della Costa dei Talpòi, dove inizia il bosco di larici, un sentiero si
addentra nel bosco verso est, probabilmente usato dai boscaioli che permette , senza salti di roccia, il collegamento al sentiero principale per Picola alla quota di m.680.
Giunti al bosco di larici, si supera la sella verso nord e poi si
aggira la costa verso ovest per sentiero molto largo in leggera salita.
Il sentiero, dopo aver superato un punto ghiaioso di frana,
aggira le rocce verso nord e perviene sottocroda ad un covolo che
puo' offrire riparo in caso di maltempo. (1100 mt.circa)
Con un passo in discesa un po' roccioso, si guadagna la costa
boscosa in prossimita' di un canalino sempre bagnato; il costone
va salito diagonalmente verso nord e qui' il sentiero si fa
decisamente meno marcato a causa dell'erba alta.
Giunti al limitare del fitto bosco di faggi, lo si risale
direttamente verso ovest, non si raggiunge la sommita' del colle,
(siamo arrivati alla parte alta della Costa dei Francolìn)
ma circa una ventina di metri sotto alle crode si esce verso
destra, per prato, ( quota mt. 1250). Usciti lateralmente a dx
dal bosco, sul costone, si presenta alla vista la parte alta
della Val dei Burt ed a sinistra il sistema di cengie che taglia
alto alla ns. quota le crode.
la 'Val dei Cantoni' dalla quota 1250 circa, in cima alla Costa del Francolìn.
Si cala qualche metro fino ad un grande larice, dove un
sentierino traversa sottocroda a sinistra verso le cengie, (altro
sentierino, diagonalmente, scende verso il fondovalle per prati e
boscaglia, attraversando qualche canalino.)
Per le cengie si traversa sottocroda per sentierino molto marcato
fatto dalle bestie e subito si supera un passo roccioso e
ghiaioso, senza difficolta'. Proseguendo con qualche piccolo
saliscendi per cengie con scarse mughe si arriva ad un canalone
roccioso dove cola dell'acqua e dove la traccia sembra finire.
Il superamento di questo canalone e' un po' difficoltoso data la
ghiaia ripida e l'esposizione del passaggio. Qui' sarebbe
consigliabile una assicurazione con corda per poter procedere in
sicurezza sino al versante opposto dove la cengia continua ben
larga. (circa trenta metri- 8 febb.1993-solo, senza attrezz.)
Dislivello mt.900
Acqua a quota 840 salendo verso Casera di Picola e sulla cengia.
ore 3 circa
NOTE SUI SENTIERI DELLA VAL FALCINA
La val Falcina si incunea nel gruppo del M.Pizzocco assieme
alla valle dei Burt, che e' la maggiore ed unica valle sua
affluente da nord. Segue un asse n.est-s.ovest. dal lago al M.Pizzocco.
La Val Falcina e' affluente del lago del Mis a 427 mt circa.
E' limitata frontalmente ad ovest dal M.Pizzocco (mt.2186)
dalle torri Valdobbiadene e S.Lorenzo, Il passo di Cimia a
mt.2070 e la cresta di Cimia la cui altezza si tiene sui 2000 mt.
E' limitata a sud-ovest dalla parete est del Pizzocco
(mt.2186), forc.Intrigos (mt.1757), Sass dei Gnei (mt.1875),
M.Fornel (mt.1773) con il suo bel crinale che discende verso il
Mis e termina con il M.Sperone (mt.1262) e la costa Peramula.
(Nel passato, il M.Sperone veniva chiamato Pietra Mula
-Alvisi,Bernardo Balbo,1526- ed un bastione difensivo per le
aggressioni da nord veniva di consueto approntato dai Feltrini su codesto monte.
Sul crinale suddetto vi e' la croce di Maras a mt.1542 e la
crocetta di Susin a mt.1482.
Valli affluenti da sud sono la Valle Spessina, e le tre
valli che si uniscono ad imbuto e sboccano subito all'inizio
della val Falcina nei pressi del lago del Mis: Val delle Pelade,
Val del Dof, Val Pezzericola.
La val Falcina e' limitata a Nord dalla cresta che scende
dal M.Cimia e che contiene la Gusela della Val del Burt (mt.1719)
denominata dai primi salitori Gusela Marini.
La cresta continua con le Cime di Picola (mt.1600) e poi la costa
scende giu' in val del Burt. La parte piu' a valle della Val
Falcina e' limitata a Nord dal M.Roa Bianca (mt.1681).
Le forcelle piu' importanti sono Forcella Intrigos che
guarda la valbelluna a sud, il passo Cimia verso ovest, la
forcella della Gusela della val dei Burt a nord. (Gusela Marini)
Altre forcelle si aprono dalle creste che scendono dal Sass
dei Gnei verso est e che guardano a sud la valbelluna: ricordiamo
la forcella della Crocetta di Susin, le forcelle est ed ovest del Col del Dof.
Sulla alta Val Falcina alla zona delle Crodere (I Crodèr) visono percorsi che percorrono
il versante nord del Sass dei Gnèi ma essi sono di carattere alpinistico.
La val Del Burt si incunea da nord-ovest tra le cime di
Picola e La Roa Bianca, frontalmente e' chiusa ad ovest dalle
creste di Cimia , a nord dal Col d'Oregne (mt.2110).
L'alta Val dei Burt anticamente era denominata Val di Cantoi
(cartografia 1898-1:100.000)
Si affacciano a nord verso la val Brenton la Forc.dell'Egua (acqua)
la Porta Bassa e la Porta Alta.
Verso sud la forcella della Gusela della val dei Burt guarda
la val Falcina e Cimia.
Val Falzina vista da Forc. Intrigòs
CASERE e RICOVERI IN VAL FALCINA
L'attivita' prevalente che veniva praticata in queste valli
era quella dei boscaioli, dei pastori, dei cacciatori.
Tutte le opere di riparo costruite in queste valli servivano
come punto di appoggio per dette attivita'.
Sulla sinistra orografica della bassa val Falcina, in mezzo
ad un bel faggeto e sita su di un colle a mt.682 vi era Casera
Scalada, ora rudere, dai pressi della quale ancora si diparte
una teleferica ad uso dei boscaioli che ancora praticano la zona.
Meritano di essere citate le caserette di Picola,(tre piccole
costruzioni ora ruderi) site sul versante sud-est della costa
pratosa di Picola, le quattro casere della bassa val dei Burt,
anch'esse ruderi.Alfine, le quattro caserette dirute di Cesurai, sulla
costa sud-est della Roa Bianca.
Sulla destra orografica della Val Falcina, a quota mt.950 vi
sono i ruderi di Casera Riva Erta. La destra orografica era una
miniera di legname, lo si deduce dalle 'zoche', dalla
vegetazione, dal tipo di strada che la sale ; codesta costruzione
serviva da appoggio ai boscaioli.
In alta val Falcina, sui piani di Cimia a mt.1600 vi era una
costruzione chiamata Capanna Cimia ora diruta. I suoi ruderi
sono ben visibili ed era sita in mezzo ad un bel pascolo piano.
L'accesso alle greggi di pecore avveniva dall'antico Pian
Nattern (ora Piani Eterni, dalla cartografia di Argenta,1790)
attraverso un sentiero che passava una cinquantina di metri
sotto al M.Cimia e che anticamente era molto frequentato,
ora usato solo da rari escursionisti e bracconieri.
Il 'Covol del Conte' ai primi anni '70
Tra Pian di Cimia e lo Scalon (passaggio attrezzato per
raggiungere il sentiero che sale forc.Intrigos) sotto ad un
landro nei pressi di un torrentello sempre rifornito d'acqua, vi
e' un ricovero per cacciatori,il Covol del Conte Miari. (mt.1550)
E' l'unico ricovero in condizioni di ospitare e riparare dal
maltempo il viandante. E' addossato alla croda e del fogliame
funge da letto. Molte casse con lucchetto testimoniano quante
persone ancora usino detto ricovero per la caccia. Vi sono anche
dei viveri lasciati per chi ne abbia bisogno. (scatolame) Vi e'
acqua portata al ricovero con un tubo in gomma di una trentina di metri.
(NB: il ricovero è stato demolito e totalmente rimosso dalla forestale
nei primi anni 2000 perchè malsano ed ecologicamente una discarica)
SENTIERI IN ALTA VAL FALCINA
L'alta Val Falcina e' attraversata da un percorso segnato
dal CAI di Feltre:(sent.851) da forc.Intrigos per lo Scalon al
Piano di Cimia fino al passo Cimia. Il percorso e' attrezzato con
corde invero malsicure (anno 1990) e scala a pioli in legno sulla
zona rocciosa dello scalon, anch'essa malsicura.
-Dal piano di Cimia si diparte una traccia non segnata su
terreno che risale le pendici del M.Cimia tagliandolo per cengie
verso nord fino a portarsi ed uscire in cresta sul margine piu' a
nord della val Falcina verso il terreno carsico dei Piani Eterni.
-Una traccia di sentiero si diparte da sotto la morena dello
Scalon (NB:l'erosione glaciale ha formato dove sbocca lo scalon
una singolare e curiosa morena detritica che sporge in val
Falcina per un centinaio di metri.)
Essa attraversa per cengie a destra verso nord sotto alla
fascia di crode strapiombanti che sbarrano il passo sotto ai
piani di Cimia. Questa traccia e' di animali e ben presto si
perde. Non e' escluso che anticamente vi fosse un sentierino che
portava ai pascoli di Picola. La guida delle Vette Feltrine cita
questa traccia come parte finale della risalita della val
Falcina, anche la guida del Parco delle Dolomiti Bellunesi di
Dal Mas-Tolot conduce il viandante nella parte finale
escusivamente sulla sx orogr. fino allo Scalon passando sotto
alle crode del Pian di Cimia.
-Un percorso di caccia scavalca la cresta di Picola presso la
forcella della Gusela della Val dei Burt, trattasi comunque di
percorso alpinisticamente impegnativo ed attrezzato parzialmente
con corde metalliche: lo scopo era quello di permettere un
collegamento con la laterale alta val dei Burt e cengie alte di Picola.
-Altro percorso di caccia sulla destra orografica della val
Falcina, taglia il Sass dei Gnei grossomodo da 1000 metri per le
Crodere fino a salire diagonalmente nei pressi dello Scalon; e' da
considerarsi una traversata alpinisticamente difficile in parte su roccia.
Il passaggio per Cimia dalla Val Falcina
Il camino che taglia la fascia di rocce sotto il piano di Cimia, a n.est
del 'Covol del Conte' è alpinisticamente percorribile (roccioso, era
attrezzato in traversata q.1500 c. con grosso fil di ferro).
Il camino che alpinisticamente porta a Cimia è subito a sx del bosco di faggi
Kriegskarte di Anton Von Zach 1798-1805 la serpentina gialla evidenzia il passaggio
“…Questa zona ha un pendio quasi verticale verso tutti e quattro i punti cardinali ;
quello verso il canal del Miss consiste in una parete rocciosa verticale che dà la possibilità di passare anche se con estrema difficoltà . Questo passaggio attraversa la cima di Cimia verso la valle Follina…”
Questo veniva scritto nel 1802 dall’Ufficiale cartografo Ludwig Geppert che aveva cartografato le Vette Feltrine - Erera e che riportava considerazioni militari sul territorio direttamente al Von Zach. Il refuso ‘Follina’ anziché Falcina risaliva dai ricordi dell’anno precedente in cui aveva cartografato (1801) la zona di Serravalle con Follina.
Il collega Catinelli cartografò nel 1803 la Val Falcina ed è molto importante che entrambi, separatamente, abbiano citato il passaggio difficile dalla Val Falcina per le creste di Cimia.
Il Catinelli lo aveva rappresentato graficamente, riportandolo come continuazione del sentiero della Val Falcina ( punteggiato). Una sola strisciata gialla serpeggiante attraverso Cimia sino alle creste dove vi è l’attuale passaggio di q.1986. (La sola strisciata di fondo indicava passaggio difficile senza sentiero).
La rappresentazione grafica delle cime di Cimia fuoriesce pure dal bordo del disegno, cosa rara ed eccezionale per gli standard ed i rigidi protocolli imposti dal Von Zach, ma il Catinelli ha voluto farlo.
La cosa più singolare è che il passaggio non sembrerebbe lo ‘Scalon di Cimia’ che siamo abituati a vedere sulle carte (sei metri attrezzati con pioli e corda fissa). Si tratta della stretta fessura biforcuta che taglia di netto la fascia di rocce sottostante ai ruderi di Cimia per una ottantina di metri sino ad un boschetto di faggi sulla banca sottostante. La spaccatura è veramente poco invitante. Chi ha dato queste preziose informazioni al Geppert ed al Catinelli se non i cacciatori locali?
VON ZACH -1798-1805 -Il ducato di Venezia nella carta di Anton Von Zach –Editore Fondazione
Benetton-Grafiche Bernardi Pieve di Soligo , Descrizioni militari Vol.I° pag.275, introduzione e
guida pag.30-31
Zona di Cimia: sovrapposizione della carta tecnica al 10000 con ortofoto satellitare.
Si noti il polpito di q. 1540 il cui canale n.ovest permette il passaggio.
SENTIERI NELLA BASSA E MEDIA VAL FALCINA
I sentieri che entrano in Val Falcina sono pochi, li elenco in breve:
DX OROGRAFICA VAL FALCINA
- entiero che entra in val Pezzericola dalla galleria al
lago del Mis, questo sentiero risale il M.Sperone per la Costa
dei Fagher e Col dei Dof.
-Sentiero (bella mulattiera) alto di val Falcina (dalla
galleria al lago del Mis.) per val Spessina. ( Da questo
sentiero si dirama la traccia attraverso le Crodere per lo
Scalon, ora e' in parte franata alle Crodere.)
Questo sentiero permette di accedere , per ripidi boschi, alla
Croce di Maras ed alla Crocetta di Susin.
-Sentiero medio per fondovalle di val Falcina .
(dalla galleria del lago del Mis) per Pascoli di Picola e Scalon.
-Sentiero basso per fondovalle per pascoli di Picola e
casere della bassa val dei Burt.
SX OROGRAFICA:
-Sentiero per Casera Scalada , per val dei Burt, pascoli di Picola.
-Sentiero per le cengie della Roa Bianca per casera Belaval
dalla rotabile della Val del Mis (parte un centinaio di metri
oltre alle due gallerie dopo il ristoro-camping del Mis verso monte)
-Sentiero per casera Scalada e per la val delle Piave, poi
traccia per la Porta Bassa e forc. dell'Acqua.
DAL LAGO DEL MIS ALLA VAL SPESSINA
Si tratta di bella mulattiera molto ampia. Era usata per
scopi forestali dai boscaioli. Si inoltra per 2/3 della valle.
Questa mulattiera rende ben visibili le opere di
contenimento dei sentieri che venivano fatte anticamente.
Il fatto che anche ai nostri giorni questa mulattiera sia
rimasta in cosi' buone condizioni dimostra quanto bene, un tempo,
venissero fatti questi lavori.
Prima del ponte della val Falcina vi e' uno spiazzo con
l'arrivo di una teleferica. (mt.435)
Si imbocca il sentiero che costeggia la montagna e scende
nel torrentello della val Pezzericola.
Si attraversa il torrente davanti ad una costruzione adibita
a centralina elettrica e si prosegue per il sentiero che presenta
due passaggi su malandati ponticelli in legno.
Si risale per circa una decina di metri il colle boscoso che
subito presenta un bivio: un sentiero sale decisamente a sinistra
piu' ripido mentre quello di destra procede quasi in piano
infilandosi in un boschetto fitto di pini.(diritti si va verso la costa di Picola)
Si sale a sinistra per buona mulattiera, effettuando due
tornanti su strada intagliata nella roccia.
Si prosegue poi con pendenza costante per la mulattiera che
e' alle volte di ampiezza quasi carreggiabile. La strada non
presenta piu' tornanti e costeggia la valle lasciando a quota 950
mt. sulla sinistra i ruderi di Casera Riva Erta (non si vedono dalla strada).
Si supera un tratto ove una frana di roccia e ghiaia ha
parzialmente distrutto il sentiero, e quindi bisogna
destreggiarsi per qualche metro tra ghiaie ed alberi divelti.
(Da questo punto si diparte un sentiero che sale verso
sinistra in direzione opposta a quella in cui siamo arrivati. Il
sentiero oltrepassa un canalino e sale ripidamente la costa
portandosi sopra alla casera Riva Erta.)
Il sentiero poi sale piu' ripido per una costa e si prosegue
fino al punto in cui si entra nella val Spessina a quota 1000 mt.
(dove il sentiero comincia a girare la costa per entrare in val
Spessina, si diparte la traccia di sentiero che punta verso le
Crodere e poi alpinisticamente verso lo Scalon), la mulattiera
per una decina di metri presenta un passaggio roccioso con
mughe tagliate facilmente superabile che porta al torrentello
con acqua. mt.1030. Sotto a dx una valletta rocciosa molto ripida.
Da questo punto la mulattiera continua salendo la valletta
sulla sua destra, ed era molto largo un tempo, infatti il
sentiero e' completamente sommerso dalla vegetazione e con
difficolta' lo si puo' seguire ancora per un centinaio di metri
su fino ad un boschetto di pini, ed oltre si perde e solo con
occhio esperto e molto tempo a disposizione lo si potra' seguire
ancora piu' in alto, verso la croce di Maras.
Talvolta vi sono degli spiazzi che servivano per intassare
il legname tagliato, in attesa di caricarlo sulle musse o sulle teleferiche.
Fino alla valletta con acqua dislivello mt. 600 circa
Ore 1.45 circa.
NB: in Val Falcina sono stati trovati reperti romani (ascie di Bronzo)
S.Casara - Le Dolomiti di Feltre - 1969
Si suppone che il metallo venisse estratto dalle miniere della Val Imperina.