Rif.Biv.Feltre
Dolomiti > Dolomiti Feltrine > Cimonega
DAL PASSO CEREDA AL BIV.FELTRE PER L'INTAIADA
Si tratta di un percorso su sentiero che presenta due tratti
attrezzati con catene; e' molto frequentato quindi il sentiero e'
molto battuto. E' un tratto dell'alta via nr.2. (M.Brovelli S.Lechner).
Il gruppo roccioso del Piz di Sagron visto dai pressi di Forcella Franche
Sent.801
Dal passo Cereda (mt.1360) si imbocca la strada forestale che
porta a malga Fossetta. Dopo qualche minuto si oltrepassa,
lasciandolo a destra, il bivio del sentiero per malga Fossetta
(729) e si perviene ad un bivio: la strada di destra in salita e'
la rotabile che porta a malga Fossetta. La strada forestale che
prosegue in piano e' quella che ci interessa e la seguiremo fino
a dove termina, in corrispondenza di un costone (sul prato a dx
due casere) con bel poanorama su Sagron, Campotorondo e val delle
Moneghe. (mt.1400). 30 min. dal passo Cereda.
Si scende il costone per buon sentiero verso sud-est(in direzione
Campotorondo) per una centinaio di metri, pervenendo ad un
grande prato dove sorgono due costruzioni in muratura, un fienile
ed una fontana.(1293 mt.) Qui' si incrocia una strada forestale
che perviene da localita' Matiuz (Sagron).
Si segue la strada forestale verso destra ed essa oltrepassa
diverse vallette mantenendosi grossomodo in quota fino ad
incrociare il sentiero 801 dell'Alta Via che si segue verso
destra in salita. Il sentiero perviene ad una sorgente con presa
d'acqua a mt.1385 e da qui' esso risale, sempre ben segnato, un
canale sassoso che proviene dalla forcella di Sagron.
Non si puo' piu' parlare ora di sentiero, ma di traccia tra le
grosse pietre. Si oltrepassa il canalino verso sinistra (sulla dx
una frana di terriccio rosso) con bella visione del canalone
che scende dalla forcella di Sagron.
Qui si raccorda la traccia che scende da suddetta forcella.
Si possono notare a dx della forc. le pareti e gli spigoli gialli
del Piz del Palughet.
Ora, si punta in direzione di una cima fatta a corno ed il
sentiero passa rasente alla parete del Piz di Sagron .
Oltrepassato un ghiaione, si incrocia un sentiero che proviene da
Sagron (indicazioni sui massi) e che sale su per il ghiaione.
Si passa sotto ad una valletta molto pusterna (acqua che cola) e
si SALE DIRETTAMENTE la forcellina che avevamo visto
precedentemente sotto la cima fatta a corno .
NB: il vecchio sentiero aggirava sulla sinistra la forcellina con
minore pendenza, ed e' ancora ben segnato. Sull'altro versante
esso e' franato ed e' faticoso e rischioso risalire gli sfasciumi molto pendenti.
Dalla forcellina si gode un bellissimo panorama dell'Intaiada, la
val delle Moneghe, Campotorondo, gruppo dell'Agner.( mt.1680)
NB: Su tutte le carte topografiche finora in commercio (1990) e'
errato il percorso del sentiero sulla sua parte rocciosa. Esso e'
stato segnato circa un cm. ad ovest di dove passa realmente (1:25000)
FRANCESCHINI GABRIELE 'Vita breve di roccia - in montagna con Dino Buzzati, Leopoldo di Brabante - pastori e boscaioli - 1986 - Ed. Nuovi Sentieri Belluno - Stampa Grafiche Antiga Crocetta del Montello - TV
L'intaiada e' definita da due strati di roccia che tagliano
obliquamente la montagna e laddove si congiungono lasciano ben
visibile una cengia detritica che e' percorribile.
Dalla forcellina inizia il tratto 'alpinistico' del sentiero: si
prosegue inizialmente in piano, poi tutta una serie di catene
aiutano le persone che non si sentono sicure passando laddove una
frana ha corroso parte del sentiero. Si supera un altro tratto
ferrato e poi si sale la parte finale dell'intaiada NON
all'interno del canalino ma sul suo labbro sinistro, dove la
ghiaia e' ben assestata. Purtroppo qui' i segni invitano ad una
risalita diretta. Il canalino e' molto ripido.
Risalito il canalino, in breve si giunge al Passo del Comedon
(mt.2067) Dal passo Cereda ore 3.30-
L'intaiada sul tratto attrezzato- sfondo Gosaldo
Il M.Comedon visto dalle creste delle Agnelezze di Erera
Si possono notare gli strati rocciosi della Punta del Comedon che
sul versante della Val delle Moneghe sono arricciati su se stessi
e sembrano le pagine di un libro arrotolato.
A sud, in basso si nota la val di Canzoi con il lago e casera
Cimonega con il sentiero che a sinistra sale raccordandosi con il
sentiero del Caserin mentre prosegue diritto per il Biv.Feltre.
Ad ovest il Sass de Mura, anch'esso con stratificazioni rocciose
molto arcuate. Caratteristica la finestra di roccia ,sulla banca, a sinistra.
Finestra della Banca Soliva del Sass de Mura - Telefoto scendendo
dopo l'intaiada verso n. ovest per Biv. Feltre
Il sentiero scende a destra tagliando a Sud il pendio e poi,
superata una forcellina scende per una ripida valletta di
sfasciumi e zigzagando in discesa , attraversato il piano,
perviene al biv.Feltre-Bodo. (mt.1930) Fontana con acqua.
Ore 4-4.30 dal Passo Cereda.
percorso inverso circa 3 ore
acqua: quota 1293 (costruzioni con fontana)
quota 1385 (presa d'acqua nei pressi del sentiero)
quota 1700 valletta pusterna dove cola acqua abbondante.
biv.Feltre-Bodo
Panorama sulla conca di Cimonega pervenendo dall'intaiada
Dal Biv.Feltre-Bodo si diparte il sentiero che scende a sud la
val del Caorame.(ore 2) Esso presenta subito un bivio: a destra
si aggira il Sass de Mura e per il troi del Caserin si perviene
al Pass de Mura e rif.Boz. (alta via nr.2).(ore 2 circa)
Altro sentiero (attualmente non segnato) risale ad Ovest fino al
la forc.Cimonega (mt.2145) attraverso la forcelletta del Leone.
(ore 1 circa)
a sx: forc.Cimonega, Piz de Mez, Piz de Sagròn
SALITA AL BIV.FELTRE-BODO DA CASERA CIMONEGA
Sentiero nr.806.
Dalla casera Cimonega bisogna proseguire in direzione nord
-ovest, scendendo ed oltrepassando il greto del torrentello.
Si sale la costa mugosa per sentiero molto ben battuto in
direzione del Col del Mul e si traversa lungamente verso nord
oltrepassando diversi rivi d'acqua. Il sentiero compie un
tornante ed attraversa diagonalmente salendo verso sud-ovest fino
al bivio, posto sottocroda, con l'alta via delle Dolomiti nr.2.
Si prende a destra verso nord e superata una valletta rocciosa,
si perviene in dieci minuti dal bivio al bivavcco Feltre-Bodo.
Panoramica dalla Casera Cimonega da sx Sass de Mura Piz de Mez, Piz de Sagron
Il bivacco e' incostudito e lasciato alla discrezione dei
viandanti. Esso e' costituito da due costruzioni prefabbricate a
forma di casetta. Acqua di fianco al bivacco e sopra allo stesso
a dieci min. di cammino sulle pignatte d'acqua soprastanti.
Dal bivacco un sentiero si diparte verso est e porta verso Sagron
e passo Cereda per il passo del Comedon e l'Intaiada (attrezzata con corde metalliche. sent. nr.801)
Altro sentiero non segnato risale la forcelletta del Leone sino a
forc. Cimonega, inizialmente comune a quello dell'acquedotto.
Acqua abbondante sul percorso.
tempo: 45 min.
dislivello circa 300 mt.
SALITA ALLA FORCELLA CIMONEGA PER IL PIAN DEL RE
Il sentiero e' segnato sulle carte, ma sul terreno non e' per
niente visibile, lasciando la scelta del cammino al buon senso
del viandante. Da non fare assolutamente in caso di nebbia.
La foto della forc. del Leone è scattata dal bordo superiore del 'Pian del Re'
A quota mt.1850, il Troi del Caserin, proveniendo dal Biv.
Feltre, supera una cresta mugosa , (il passaggio della cresta
mugosa e' a mo' di forcella) , prima del passaggio su roccia.
Da questa selletta, verso NORD-OVEST si taglia un ghiaione
piuttosto ripido e si risale un canalone pietroso sulla sin. e
quindi si passa sul lato est dello stesso. Si rimonta il Pian
del Re pervenendoci alla suo margine sudovest, in diagonale da
sin. verso destra, in direzione nord .
Il piano e' cosparso di grossi massi, tra l'erba verde.(ometto)
Ad est vi sono le rocce del Col del Mul (mt.2114)
Si punta sulla parte piu' ad ovest di una fascia di rocce che
sbarra a sud il PIAN del RE e che presenta una bellissima
cascatella che scende in una pignatta d'acqua limpidissima, la
cui quota e' grossomodo sui 1950 mt.
Si tagliano i ghiaioni salendo sulla sinistra (dx orografica
della valle) e puntando verso il centro della valletta che scende
dalla forc.Cimonega, che si presenta con facili roccette.
Sulla nostra sinistra (ad ovest) incombono le pareti del Sass de
Mura, con la spettacolare finestra della banca soliva; a nordest
si apre larga la forcelletta del Leone, oltre la quale vi e' il Biv.Feltre.
Superate le facili roccette al centro della valle (acqua) si
risale il ghiaione dove esso e' piu' erboso, pervenendo alla
Forc.Cimonega a mt.2145.
Non e' difficile trovare neve al centro della valle anche a fine giugno.+
Acqua: sulla cascatella del Pian del RE a mt.1950
al centro della valle a mt. 2050 circa
Dislivello mt. 300 circa ore 1
DAL BIV.FELTRE-BODO AL PASSO CEREDA PER F.CIMONEGA
E PASSO DEL PALUGHET
E' il percorso complementare a quello dell'Intaiada per
effettuare l'anello.
E' un percorso che, a differenza di quello per l'Intaiada, non
presenta alcuna difficolta' alpinistica. Un recente taglio di
mughi ha reso questo percorso molto ben agibile e chiaro come
tracciato. Si raccomanda particolare attenzione a questa
relazione per non incorrere negli errori e perdite di tempo in
cui e' incorso a suo tempo lo scrivente.
Il tracciato di questo percorso e' segnato sul terreno (1990)
solamente da val Giasinozza alta al Passo Cereda.
Dal Biv.Feltre-Bodo (mt.1930) si segue dapprima il sentierino
dell'aquedotto che subito si lascia sulla sinistra e si prosegue
verso la base delle pareti del Piz de Mez superando alcuni boioni
(calgeroni o pignatte) di acqua limpidissima, qui' il sentierino
taglia in diagonale verso sinistra. Si supera un ghiaione e si
perviene ad una traccia che passa sotto ad un landro (porta alla
forcelletta erbosa e larga a nord del Col del Mus).
(landro= covolo, cioe' riparo pianeggiante sotto ad una roccia
sporgente ed incavata)
Non si procede verso la comoda forcella ma si sale il canale di
sfasciumi a destra del landro, senza un tracciato ben definito,
salendo il quale in breve si perviene (ometti) alla Forcelletta
del Leone. (mt.2100).
Dalla forcella del Leone versoforc. Cimonega
Detta forcelletta dista dalle pareti del Piz de Mez una
cinquantina di metri e presenta ad ovest un bel prato
pianeggiante con grandi massi.
Questo prato, in agosto e' stupendamente fiorito di stelle alpine.
Dalla forcelletta del Leone e' ben visibile il sottostante Pian
del Re ed e' visibile la forc.Cimonega con il sentiero che vi
sale proprio sotto alle crode rossastre del Piz de Mez.
Si puo' ammirare anche quel fenomeno naturale che e' la finestra
di roccia sulla banca a sx del Sass de Mura.
Si scende qualche metro la valletta franosa e si risale per
evidente sentiero che, passando sotto le crode rossastre, porta
in breve alla forc.Cimonega. mt. 2145 -(ometti, strisce di
plastica colorata). Ore 1 dal biv.Feltre.
Dalla forcella una traccia sale il versante del Sass de Mura per
poi seguire le banche (Soliva e Pusterna). Altra traccia proviene
dal Piz de Mez ed e' presumibile sia traccia di animali e ritorno
normale da vie di roccia.
Il canalone pietroso che scende la val Cimonega e' davvero poco
invitante, cala per circa trecento metri ripidamente, giu' in
fondo la pendenza diminuisce e, nonostante la brutta impressione
che esso puo' dare, e' sempre percorribile senza brutti passaggi.
A meta' canalone vi e' una sorgente muschiosa con un rigagnolo
d'acqua che fuoriesce da sotto un sasso.
Bisogna fare attenzione nella discesa a non smuovere sassi,
poiche' questi sicuramente arriverebbero fino in fondo.
E' consigliabile scenderlo ai bordi, assieme, zigzagando senza
una via obbligata laddove il pendio e' meno ripido.
Di fronte a noi, scendendo , sbarrano lo sguardo le Pale alte del
Palughet e dietro a loro le Pale di S.Martino.
(vi e' un altro canalone che sale dal basso su verso sinistra, ma
esso e' molto stretto e ben presto diviene ripidissimo)
Si esce dal canalone scendendo mantenendosi a sinistra ed
aggirando a sinistra la spalla rocciosa che limita il canalone
(ometti) per una traccia di sentiero. Portarsi sulla spalla
erbosa (tipo morena) molto panoramica ed ottimo punto di sosta (ometti)
NB: Va subito detto che, avendo perso la traccia causa nebbia , la
val Cimonega e' percorribile senza salti e tra i massi fino al
fondovalle ove si congiunge con la val Giasinozza. (strada forestale).
Si scorge, a destra, un sentierino che , partendo dal ghiaione
sotto le crode, corre per una cengia di mughi e si mantiene in
quota. Esso e' opera di animali e ben presto diviene talmente
pericoloso che induce senza dubbio al ritorno.
In basso sul versante sinistro della val Cimonega, si scorge una
altra traccia che si perde, scendendo, tra i mughi.
Si scende per una buona traccia il costone erboso che ben presto
diviene mugoso e ci si tiene poi sulla crestina, a destra,
notando che i mughi sono stati tagliati per evidenziare il passaggio.
Si attraversa il canalino sassoso (dove la traccia si perde)
sotto ad una roccia (ometto) oltre la quale si sale sul prato
erboso per un sentierino molto evidente anche dall'alto.(mt.1720)
Si taglia in leggera discesa il prato fino ad immettersi in una
valletta (in alto su di un pulpito, troneggia un albero colpito
da un fulmine senza neanche un ramo) con un grande masso al
centro. Ora si scende la valletta sulla sinistra, tra i mughi
talvolta tagliati e poi, in corrispondenza di due alberi verdi
che sono cresciuti orrizzontalmente e che tagliano il sentiero,
ci si immette in un bellissimo bosco di faggi secolari e pini. (mt. 1650).
Da questo bosco scende un sentiero che porta direttamente in
fondo alla val Cimonega, esso pero' e' in disuso e la traccia e'
talvolta difficile da seguire ed in mezzo ai mughi: e' ben piu'
agibile il sentiero pulito di recente che passa sotto alle crode
del quale segue la descrizione.
Il sentiero prosegue pianeggiante sotto le crode e, sfruttando
una bellissima cengia prosegue superando un avvallamento e due
grotte : siamo ormai sulla sinistra orografica della val Giasinozza alta.
Giunti ad un costone e superatolo, il
sentiero cala verso la valle attraversandone il canalino a 1600
mt ed uscendo in un bel prato pianeggiante con grandi massi.
Si incrocia qui' il sentiero nr.729 che proviene dalla rotabile
della val Giasinozza e sale al Passo del Palughet. (segni
rosso-blu) Dovendo scendere a valle, si perviene in discesa alla
rotabile in 10 minuti.
Fondovalle della Val Giasinozza al bivio per Forc.Palughèt - Forc.Cimonega (a sud)
Come riferimento, per chi proviene dal passo del Palughet, questo
prato e' segnato con una indicazione ad Y su di un masso, ed e'
l'unico punto in cui il sentiero ,scendendo, ha qualche passo in salita laddove entra nel bosco.
Ometto al margine del prato dove si attraversa il fondovalle. Mughi tagliati.
dalla forc. Cimonega ore 1.45 circa.
Ora il sentiero sale la costa delle Pale Alte del Palughet, e'
ben segnato e molto battuto. Si salgono 250 mt. fino a pervenire
ad un bivio senza indicazioni nei pressi di un caratteristico
campanile di roccia alto una ventina di metri (siamo ormai in cresta).
Entrambi i sentieri portano giu' alla malga Fossetta:
Il sentiero di destra sale ancora circa cinquanta metri e porta
al Passo del Palughet (bivio per forc. di Sagron sent.737).
Si scende giu' per la forcellina verso nord e si perviene sul
prato ad est della malga Fossetta per sentiero segnato (nr.729)
e ben battuto. (30 min. dal bivio delle creste.)
Il sentiero di sinistra non e' segnato ma e' molto piu' diretto
del precedente: si procede verso ovest in leggera discesa per le
creste fino ad un masso (bivio) che forma come una porta sul
versante nord. Da qui' si vede la malga Fossetta. Si scende la
valletta per sentiero ben battuto e piuttosto ripido pervenendo
in breve in fondo al vallone dove si apre il pascolo della malga.
Non e' possibile sbagliare anche in caso di nebbia. ( 20 minuti dal bivio.)
Malga Fossetta mt.1570 - Bar e Ristoro estivo.
Vi giunge dal Passo Cereda una rotabile
Altra rotabile ad uso forestale perviene dalla Baita del Vecio in
localita' Domadoi (Fiera di Primiero)
Dalla malga si prosegue per la rotabile verso est duecento metri
e sul margine del bosco (segni indicatori su pino) dove la
rotabile inizia a scendere , inizia la scorciatoia molto battuta
che porta, in mezzo al bosco ed evitando tutti i tornanti, fino
al passo Cereda.(mt.1360) 20 min dalla malga.
Ore 4 circa dal biv.Feltre-Bodo
percorso inverso circa ore 5.30
Dislivello mt.500 in salita, mt.1100 in discesa.
acqua: Biv.Feltre
Sorgente a meta' canalone terminale forc.Cimonega
Malga Fossetta.
DAL PASSO CEREDA ALLA FORCELLA DI SAGRON
Sent.729-737-
E' un percorso molto frequentato, ma per molti fine a se
stesso in quanto da forc.Piz de Sagron la maggior parte dei
turisti che vorrebbe fare un percorso ad anello ritorna sui
suoi passi: affacciatisi sul versante di Sagron, rimangono
spaventati dal brutto passo in discesa su roccia per giungere sui
ghiaioni sottostanti. (dieci metri sotto alla forcella versante
est) Chiunque abbia dimestichezza almeno con le vie ferrate non avra'
difficolta' a superare questo passo.
Dalla Forc. del Palughèt verso Val Giainozza
NB: il toponimo Palughet deriva da palude. In effetti sui prati
siti al Passo del Palughet vi e' dell'acqua risorgiva, anche
se in modesta quantita', il che' e' un fenomeno raro consi-
derando la posizione del prato che e' in cresta.
Non ci sono opere di sfruttamento di queste sorgenti, come
canali ,pozze o scandole, sicche' la poca acqua che affiora
subito si disperde.
Sull'origine del toponimo e' della stessa opinione Franz
Hauleitner (Alpi Ven.1974-2 pag.118 in una sua stupenda mono
grafia del Gruppo del Cimonega)
- Da passo Cereda mt. 1360 mt. una rotabile sale il versante
delle Pale Alte di Palughet con una decina di tornanti fino
alla malga Fossetta (Ristoro-bar estivo). mt.1570.
Dalle Malghe si ritorna indietro sulla selletta (200 mt) e
si sale il colle sulla sua crestina, imboccando il sentiero 729.
Si sale dapprima ad est per il bosco immettendosi poi in un
canalino roccioso, lo si abbandona ben presto salendo sulla
sinistra per una pala erbosa e riattraversandolo poi a destra
in corrispondenza della forcella mugosa (passo del Palughet).
mt. 1910.Il passo e' limitato ad est della Punta Cereda.
Ore 1 circa dalle malghe.
in discesa ore 0.30
Dal passo del Palughet, a sudest possiamo ammirare le pareti
nord con le torri del Piz de Sagron (vie con 300-600 mt. di
sviluppo ) e forc.di Sagron che lo separa dal Piz Palughet e
P.Cereda. Questi ultimi calano in val Giasinozza alta anche per
duecento metri verso sud. Il Piz Palughet (nome dato dai
valligiani) fu salito nel 1935 da B.Detassis e S.Stauderi e fu
denominato Punta Wally. Questo nome, pero', non riusci' ad
entrare come denominazione comune.
A Sud si nota il Sass de Mura che e' identico come forma alla
vista dalla Val Belluna , possente e tagliato dalla banca nord.
Esso e' separato dal Piz de Mez dalla Val Cimonega di cui
si scorge l'omonima forcella posta a quota 2145 mt.
A Sud ovest val Giasinozza che finisce con il lago artificiale
di Noana mt.1000. Vale la pena di perdere dei minuti per godere il
panorama, se il tempo lo permette.
Verso ovest, in discesa per le creste, scorre il sentiero 729
che ad un bivio cala in Val Giasinozza alta fino al bivio per val
Cimonega mt 1600 ( ore 0.30 dalla forcella) ;
Altro sentiero in quota sulle creste: al bivio si prosegue
in quota ed il sentiero continua ben battuto e molto panoramico,
poi , dalle creste, ritorna sul versante nord in corrispondenza di
un masso (bivio) e scende giu' per una valletta a malga Fossetta.
(ore 1 dalla forcella).
Dal passo del Palughèt verso la forcella di Sagròn
Il gruppo del Piz di Sagron da nord - a sx la forc. di Sagron ed in primo piano il Campanile di Val Giasinozza
Il Campanile di Val Giasinozza
- Per giungere alla forcella del Piz di Sagron si segue il sentiero
737 che segue le creste erbose e mugose verso est salendo in cresta
fino a 1960 mt circa sopra il passo del Palughet (mt.1910) verso
la Punta Cereda.
Qui' il sentiero , che e' ben battuto e presenta qualche
segno rosso, si porta a sud, e si immette in un canalino che
scende in corrispondenza di un masso di colore assai
ferruginoso e lo scende per circa venti metri per poi salire una
roccetta facile sulla sx e scendere nuovamente sempre a sinistra.
Si scende per buona traccia piuttosto pendente tenendosi dapprima
sulla sx della valletta, poi, in corrispondenza di alcuni mughi
tagliati al centro della valle, ci si porta a destra e si segue
la traccia che sotto ad una roccia riattraversa il vallone
uscendone sulla sinistra per un buon sentierino verso i ghiaioni
della val Giasinozza alta. Questa calata ci fa perdere circa 150 mt.
Si sbocca in corrispondenza di un campanile di roccia
(q.2012) che si erge sul versante opposto della valle ed alto 180 mt.
(Campan.di Val Giasinozza - via di roccia di De Bortoli e S.Claut)
- Si salgono i ghiaioni della valle tenendosi, salendo, a sx sulle
ghiaie piu' assestate con mughi sotto alle rocce della Punta Cereda
e Piz Palughet per evidenti tracce di sentiero (ometti) fino alla
forcella del Piz di Sagron (mt.1961)
Panorama della alta val Giasinozza vista dalla Forc. di Sagron
A destra della forcella, acqua che scende dalle crode.
A destra della forcella si innalza lo spigolo della Torre Lucia;
proprio dalla forcella inizia la via su roccia di G.Franceschini e
L.Bonato che lo sale su ottima roccia.
Ore 2.30 dalla malga Fossetta.
Percorso inverso ore 1.30
Acqua:forc. di Sagron sulla destra salendo (goccia-goccia)
NB: Superato il passo su roccia per scendere nel canale est della
forc.di Sagron si aggirano diversi grossi massi e si scende
tenendosi sulla immediata sinistra del canale sassoso. Si incro-
cia l'alta via nr.2 in corrispondenza di una frana rossastra circa
all'altezza della base delle pareti del Piz de Sagron. (mt.1470)
Questo tragitto non e' frequentato e quindi la traccia e' molto esile.
PER LA VAL GIAZINOZZA DAL RIFUGIO CALTENE DI PRIMIERO.
L'itinerario, su terreno segnato come sent.729, porta in alta
val Giasinozza, ed e' il percorso migliore per salire la
forc. del Piz di Sagron, forc. Cimonega e passo del Palughet.
Questa valle e' citata anche nella piu' antica guida di
montagna dei nostri monti, cioe' quella dello scrittore di
montagna Ottone Brentari della fine ottocento. Egli scrive:
"....Dalla valle di Sagron s'erge come un torrione la vetta
anteriore del Piz (NB. Di Sagron), congiunta da un lungo
bastione colla cima posteriore, che e' piu' alta; e da questa
si distende una immensa parete verso il massiccio del Sasso di
Mur (NB.Sass de Mura). Questo forma un bastione completamente
chiuso, le cui alte pareti scendono con lieve pendio verso Val
Neva e Val Asinozza: e dal mezzo del bastione si elevano le
due tronche cime, la occidentale sopra Val Asinozza, la
orientale sopra Val Neva. (NB.le torri di Neva)...."
Questa stupenda descrizione sara' esattamente il panorama che
godremo durante l'escursione.
La carta topografica del Regno Lombardo Veneto del 1833 riporta
questa valle come Val Asinozza, mentre il M.Asinozza veniva posto
ove sono le Pale Alte - PalughŠt, sulla dx orografica della valle.
E' curioso come il toponimo sia mutato da Asinozza in
Giasinozza, la guida delle Alpi Feltrine la riporta come Val Giasenozza.
Si perviene al Rif. Caltena (stagionale) per rotabile
asfaltata da Transaqua di Fiera di Primiero, seguendo la
segnaletica turistica in giallo. La strada e' piuttosto ripida
con dislivello da mt.700 (F.d.Prim.) a mt. 1265 (Rif.Calt.)
Cento metri prima del Rif. sulla destra verso sud, dopo aver
superato un capitello (S.Antonio) si diparte in discesa una
rotabile non asfaltata che cala fino ad un gruppo di case, le
supera e scende ancora mezzo chilometro fino a superare una
larga curva con spiazzo per parcheggio. Qui vi e' il divieto
di transito per automezzi non autorizzati e conviene
parcheggiare. (mt.1200)
Si segue la pista forestale in leggera discesa, passando in
mezzo a bei prati con casere e superando localita'
Giasinozza a mt.1185, dove e' riadattata una bellissima casa
di montagna in mezzo ad un grande prato.
Poco prima di una fontana si stacca sulla sinistra una pista
forestale che porta a mt.1189 ad una casera.
Superata la fontana, a mt. 1180 sulla destra in discesa e con
divieto si stacca la pista forestale che risale da nord la Val
dei Mat e la Val Sbrendole (verso la cima Spizoti e Col
S.Piero, fortificati durante la prima guerra mondiale)
Continuando diritti, superiammo a destra il costone boscoso
della Costa di Cogn al di la' del torrente Noana, a quota
mt.1200 si lascia sulla sinistra la pista che sale al rifugio
della Forestale in direzione inversa a quella di marcia.
Trascuriamo una diramazione di destra della pista forestale che
cala verso il torrente e poi, dopo aver superato due tornanti,
a quota mt. 1321 perveniamo al bivacco Baita Cogolate,
comunale. (fontana con acqua) ore 1.40 da Caltena.
La baita Cogolate e' stata riadattata dal Comune, e' provvista
di una fontana e di panca esterna. All'interno vi e' un
"larin" ed un tavolo con panche, il locale notte offre tre
reti con sei materassi. Vi e' legna in abbondanza sul retro
del bivacco. Puo' offrire riparo ad una ventina di persone.
Al 1993 e' in ottime condizioni e molto pulita.
Si continua per circa cinquecento metri fino ad un bivio.
Si prosegue per la pista forestale a sin. e si trascura la
diramazione di destra ( che attraversa il Noana con un ponte di
legno)(*). Duecento metri piu' avanti del bivio si incontra una
diramazione a sinistra, piu' pendente della pista che stiamo
percorrendo. Si abbandona la pista e si sale la diramazione di
sinistra. (NB.non c'e' segnaletica, e' facile sbagliare.)
Subito la pista diviene comoda mulattiera che sale per
tornanti fino ad un piano erboso cosparso di grossi massi e
molto vicino al greto del torrente generalmente secco.
(si supera l'ultima acqua che scorre sul torrentello a destra
del sentiero a tornanti a mt. 1500 circa)
Questa localita' a mt. 1600 e' il bivio che permette di salire
verso la forcella di Sagron, mantenendosi sulla destra
orografica del torrente e molto vicini ad esso. (ore 1.15)
Superando (ometti-sud) il greto del torrente si segue un
sentiero che attraverso una bellissima cengia, poi purtroppo
solo traccia, sale la forcella Cimonega (ore 2 circa).
Il sentiero segnato invece, sale il prato verso il bosco e con
lunghi tornanti dapprima, poi strette serpentine, porta sino
al sentiero che percorre le creste delle Pale Alte del Palughet.
La parte alta del sentiero e' in mezzo alle mughe e ripida.
Arrivati al bivio che e' a quota 1900 mt. si prende il
sentiero a destra, che in direzione nord-est porta in breve
sino al Passo del Palughet a mt. 1910.
Dislivello mt.800 circa.
Acqua abbondante sino a quota 1500.
Ore 4 circa.
(*) Dopo il ponte di legno, un sentiero non molto evidente
sale la costa boscosa verso forcella Cimonega.
DA SAGRON ALLA FORCELLA DELL'OMO
Si tratta di un itinerario abbastanza ripido, ma la fatica
viene ampiamente ricompensata dall'ambiente selvaggio e dalla
conoscenza di luoghi poco frequentati.
Il percorso per meta' si snoda su mulattiera molto ampia, poi
su traccia e su canali pietrosi.
Il sentiero e' segnato con segni rossi, ma egualmente va
tenuta d'occhio molto bene la traccia in quanto nella parte
intermedia del tragitto (1500-1700 mt) la segnaletica e' un
po' carente e sbiadita.
Si parcheggia l'auto in localita' Marcoi di Sagron, dove la
pista forestale che entra in Val delle Moneghe e' sbarrata
da un divieto di transito. mt.988.
Si segue in leggera salita la pista forestale fino a quota
mt.1025 dove in corrispondenza di una ampia curva destrorsa
un sentiero (segno rosso) cala diagonalmente verso sud
pervenendo alla casera dei "Ronchet" a mt.972. (segni)
Si esce dalla radura traversando verso sud-ovest per altra
radura e poi calando diagonalmente sul greto del torrente
Pezzea a mt.950 circa. (segni rossi sino al greto)
si attraversa il torrente e si risale il greto che scende
frontalmente (Val Mandrisset) per una lunghezza di circa
trecento metri. (qualche segno rosso sbiadito).
Dove in alto a sx della scarpata si scorge un segno rosso
ad "X" (strisce bianco-rosse) si risale la stessa pervenendo
sulla costa boscosa che delimita la dx orografica della valle. mt. 1050 circa.
NB: Il sentiero qui presenta un bivio; infatti e' possibile
scendere diagonalmente verso est per giungere a Pattine
per sentiero non segnato ma evidente.
Da questo punto la carta segna anche un sentiero che sale
in direzione della ex malga Ladesi, ma seguirlo e' cosa
ardua a causa della vegetazione.(1994)
Si risale la costa boscosa non ripida mantenendosi sempre ad
una trentina di metri dal bordo della scarpata, superando una
piccola caserina diruta (schianti) addossata ad un masso.
Bisogna fare attenzione ai segni rossi, in quanto il tragitto
si snoda in mezzo al fogliame.
Quando il sentiero giunge in prossimita di una cascatella a
destra verso ovest, esso devia diagonalmente a sinistra verso
est, salendo molto piu' evidente con tutta una serie di
tornanti. (segni rossi)
Si superano molte "Ere" che testimoniano l'uso della
montagna per la produzione del carbone, il sentiero e' molto
ampio ma non corrisponde con quello segnato nelle carte.
Si giunge a mt.1400 circa dove alcune "Ere" determinano il
punto di arrivo della larga mulattiera che da ora diverra'
meno evidente.
(La larga mulattiera prosegue ancora per un centinaio di
metri e poi viene completamente coperta dalle mughe, conviene
purtroppo seguire i segni rossi che puntano diritti su per
la costa della montagna.)
Si sale ripidamente per una costa con radi alberi sino ad una
roccia (segni rossi) con un landro che si aggira verso destra (ovest).
Si risale un ripidissimo tratto di mughe (tagliate in parte)
e si perviene ad un pulpito molto panoramico dove vi e' un
sasso rotondeggiante che invita alla sosta. (mt.1504)
(Questo puo' essere considerato il punto chiave della salita)
Si prosegue su per la dorsale dove la traccia tra le mughe
risale dapprima un solco e poi un rivo ghiaioso, pervenendo
al piano di quota mt.1600 circa dove finalmente appare molto
vicina la forcella dell'Omo con il suo gendarme. Da questo sito
c'e' anche una buona visibilita' sul vallone che andra' in seguito risalito.
NB: giunti dove un pino e' cresciuto sopra ad un masso, ed
una striscia bianco-gialla e' avvolta sullo stesso, si
puo' traversare una cinquantina di metri ad est, in quota
sino alla radura dove erano site due caserine di pastori.
I muri sono ancora visibili.
La segnaletica in questo punto e' scarsa, comunque bisogna
risalire ancora il rivo secco verso sinistra per una
cinquantina di metri (striscia bianco-rossa) e poi puntare
in direzione della forcella. Superato un'avvallamento si
possono notare i segni rossi (ed ometti) risalire lungo
il canalone pietroso che dal centro della valle punta verso
ovest, in direzione del M.Comedon, diritto verso le crode.
Si risale il canalone (strisce bianco-rosse su alberi sul suo
bordo destro) sul suo bordo destro per una lunghezza di circa
duecento metri, poi il vecchio sentiero appare evidente sul
lato sinistro del canalone, dove risale diagonalmente, molto
largo, la costa mugosa e ghiaiosa.
(e' possibile risalire anche il canalone che compie una curva
salendo verso sinistra, ma e' molto faticoso e conviene la
descrizione sottostante. E' altresi' possibile risalire
direttamente tutta la costa mugosa a destra del canalone sino
alla cengia soprastante gli strapiombi e quindi traversare
verso il centro del canalone per sentierini su ghiaia fatti
dalle bestie, ma ancora la soluzione piu' tranquilla e'
quella che segue.)
Si risale tutta la spalla mugosa e ghiaiosa per traccia che
compie stretti tornanti, poi in alto si supera un tratto un
po' roccioso (segni rossi) con ghiaia che richiede attenzione
ma poi, superato questo passo, riprende il sentiero ben marcato.
Il sentiero ci riporta dalla sx. orografica al centro del
vallone, in prossimita' di grandi massi con segni rossi.
Ora si tratta di superare il ghiaione finale che cala dalla
forcella ed esso andra' evitato salendo sull'erba alla
sinistra del ghiaione (non c'e' piu' la traccia) e poi
pervenendo sotto alle rocce della forcella traversando le
ghiaie per sentierino diagonale.
Si costeggia sottocroda verso sinistra e si perviene in
forcella a quota 1990 mt. (tabelle segnaletiche)
Dalla forc. dell'Omo verso le banche del Comedon
Il passaggio attrezzato sulle banche del Comedòn - forcella dell'Omo
NB:Dalla forcella dell'Omo è possibile pervenire alla Casera Cimonega
in circa 1.30 ore traversando per la banca erbosa che corre in piano
sotto al M.Comedòn o Cimon del Piz per sentiero segnato n.851.
Un passo roccioso in salita fa superare la fascia di rocce (Infissi metallici-corda fissa)
che sbarra ulteriormente la banca. Aggirata la costa il sentiero cala
sino alla stretta valletta sottostante la Casera Cimonega.
Si risale sino alla costruzione dove un sentiero sale al Biv. Felre,
uno scende la valle ed il 'Troi del Casarin' sale ripidamente e porta al Pass de Mura.
Dislivello mt.1030
non c'e' acqua sul percorso ad esclusione di quella di
fusione dei piccoli nevai presenti sino ad estate inoltrata.
ore 3-4 circa