Lagorai orientali
Lagorai C.Asta
LAGORAI ORIENTALI
percorsi e curiosità storiche
La Catena orientale dei Lagorai vista da Cima Bocche
Alta Val Vanoi in una carta di Bachler d'Albe del 1797 (Uff. cartografo di Napoleone Bonaparte)
Archivio storico Catasto TN
NB: questi appunti di cammino sono stati redatti alla buona dagli anni '70, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Alcune foto sono d'epoca ('70-'80) digitalizzate e possono essere interessanti per stimare la diversità di vegetazione.
Tutte le foto panoramiche furono fatte da Cima Paradisi
DA REFAVAIE (MT.1116) AL PASSO SADOLE (MT.2058)
Sent.320
La zona da Refavaie (in Basso) verso il circo di monti dal Cauriol alla Cima di cece
Rifugio Refavaie anni '80
Dal rifugio Refavaie si sale la strada di destra della Val
Cia (sin. orografica) verso ovest per un centinaio di metri
fino ad un bivio.
La pista forestale piu' a valle con la sbarra prosegue in
piano a fondovalle. La pista che sale a destra e' quella che
ci interessa e che dobbiamo seguire.
Subito dopo un tornante, a sinistra, si diparte il sentiero
che sale alla malga Laghetti, tagliando i boschi con
pendenza costante e sbucando poi nuovamente sulla pista
forestale che verra' seguita verso sinistra (ovest).
Volendo giungere a malga Laghetti per la pista forestale, si
entra nell'abitato di Capriolo, si oltrepassa la val di
Coldose' e la si risale per un breve tratto ritornando poi
sul versante del Cauriol. Dopo aver oltrepassato la valle a
sinistra , la si abbandona, imboccando la strada che sale a
sinistra, in direzione della val Cia.
La catena dei Lagorai dal M.Cauriol a sx al Canzenagol a dx
Si superano due tornanti e si prosegue poi sempre diritti
fino a malga Laghetti. Vi e' una fontana.
La malga Laghetti mt.1582 e' in ottime condizioni e offre
nel periodo estivo servizio di ristoro. E' dotata di cucina,
larin, quattro posti letto. In inverno funge da bivacco.
Dalla malga si prosegue poer la pista forestale che si
addentra nell Vallone dei Laghetti. Quando la pista prosegue
quasi in piano, prima di terminare nella testata del
vallone, vi e' un bivio con un cartello in condizioni
precarie con il sentiero che prosegue verso il bosco, a
destra , in salita.(mt.1700)
La segnaletica di questo bivio e' scarsa al 1990 e bisogna
fare attenzione per non oltrepassarlo.
Si sale per la mulattiera che subito diviene molto ampia e
battuta e si oltrepassa un grande macigno che puo' offrire
riparo in caso di temporale.
Si sale l'ampia conca per prati e boschetti fino a superare
la spalla erbosa che porta in localita' -i rivoni- sotto il
passo Sadole (si vede il capitello con il Cristo) . Qui' vi
e' un trivio segnato su di un grande macigno. (mt.1900)
Il sentiero che scende a sinistra per il prato tra grandi
macigni e' il nr.301 e porta a malga Val Cion e Passo 5 croci.
Si prosegue diritti ed in breve al passo Sadole con due
tornanti. Il passo e' sovrastato ad est dal Piccolo Cauriol
(mt.2396), ad ovest dal Castel d'Aie (mt.2486) il
M.Formenton ancora piu' ad ovest.
(La dizione 'sadole' sembra derivi da 'sedole', ossia quell'erba dura e pungente delle alte quote)
Il passo era fortificato dagli Austriaci, si possono notare
i numerosi resti di trincee, muretti, grotte, fili spinati.
Dal passo, il sentiero nr.321 traversa le pendici del
M.Formenton verso forcella Litegosa, ad ovest.
Verso sudest si diparte in leggera salita il sentiero che
sale il M.Cauriol per la via Italiana.
Attraversando il passo il sentiero cala in val Sadole verso
il rifugio M.Cauriol. (45 min.)
Ore 3.30-4 da Refavaie.
in discesa circa 2 ore.
Dislivello mt.900 circa
Acqua: malga Laghetti mt.1582
Dal Rif. Refavaie a Caoria (Per il Bivacco Forestale R.Sordo)
Si tratta di un percorso alternativo alla strada asfaltata per giungere a Caoria. Si svolge in mezzo ai boschi per sentieri della guerra e recenti piste forestali. Il percorso è per tutti, bisogna fare attenzione allo sviluppo che è di circa dieci chilometri con un tempo di percorrenza di ore 3:00 e dislivello in salita di circa 300 metri.
Il bivacco forestale Renato Sordo al Pront (m.1420)
Dal ponte di Refavaie si segue per una ventina di metri la strada forestale del Vanoi in direzione del Passo 5 Croci ed a sinistra (masso rotondeggiante) un largo sentiero militare sale diagonalmente nella stessa direzione della strada. L’inizio del sentiero è visibile anche dall’ingresso del Rif. Refavaie. Non vi è segnaletica all’estate 2022. La pendenza costante della mulattiera militare lascia superare con facilità in mezzo ad un magnifico bosco di pini circa trecento metri di quota. Si perviene a m. 1400 circa alla strada forestale del Pront. (questo importante sentiero non è rappresentato in alcune carte digitali) Salendo ad ovest per circa quaranta metri vi è il Biv. R.Sordo al Pront, una costruzione forestale che permette ad una parte della costruzione l’uso come bivacco di emergenza.
Il bivacco, quotato m.1420 è dotato di una fontana, tavolo e panca, un ceppo per tagliare la legna, all’interno una stanza con focolare, tavolo e panche, nel sottotetto un tavolato ad uso materassino e sacco-letto. (non ci sono né materassi né coperte. Ore 1 circa da Refavaie.
Si scende per la strada forestale sino ad un bivio a m. 1315 circa ove la pista in salita sale per il Col del Vento e Cima d’Asta (m.2847), mentre questo percorso ora scende a sx verso Ponte Regana.
Il bivacco forestale 'Renato Sordo' al Pront (m. 1420)
NB: la mulattiera militare del Col del Vento è una mirabile opera costruita durante il primo conflitto mondiale: essa supera dal fondovalle un dislivello di circa 1800 metri, era stata provvista di scalini e scavata anche nella roccia. Essa è ora attrezzata in più punti con funi d’acciaio e porta in più punti strategici: La forc. dei Morti in cresta, il Col del Vento e quindi sulla Cima d’Asta ove vi è il biv. Cavinato ed un osservatorio militare. Questo percorso è molto lungo, raccomandato in discesa dal rif. Ottone Brentari.
Ad un primo bivio a circa 1300 mt. (segnaletica) si abbandona la strada che a tornanti scende verso Nord alla chiesetta del Pront a fondovalle. Si prosegue diritti (Est) fino al Ponte della Regana m.1300 circa, un importante snodo di sentieri che, pervenendo da Caoria, salgono verso Campo Regana di Sopra e Forc. Regana. (segnaletica).
A sx Il bivio pe la chiesetta del Pront - a dx il Ponte Regana
Per sent. 338-SAT, attraversato il ponte in legno si prosegue per la strada forestale ‘Regana-Valiselle’ che, in quota, si abbandona dopo circa trecento metri, (15 minuti dal Ponte Regana - m. 1290 circa - segnaletica)
Il bivio sulla strada Regana-Valiselle e le case di Svaizera a m. 1010
seguendo una mulattiera militare. Il vecchio percorso compie alcuni tornanti (ultimo a m. 1200 circa) con una lunga diagonale dissestata, si raccorda con la strada forestale che si segue in discesa. (m.1190 circa - Campo Regana di Sotto). Ore 0:40 dal Biv.Forestale G.Sordo.
La strada forestale scende con pendenza costante pressochè rettilinea (Est) per un chilometro e mezzo sino alla quota di m. 1050 ove da sx perviene la strada forestale ‘Reganèl’. Avanti ancora con una leggera salita sino ad un bivio dove diritti si sale verso la Val Reganèl, mentre questo percorso compie una curva a sx e scende verso Nord, sino alle case di Svaizera. (ore 1:00 da Ponte Regana - m.1010 circa)
Il sentiero 338-SAT , per stradina, attraversato il paesino, scende con pendenza più accentuata lasciando a dx l’acquedotto comunale di Caoria ed i tralicci di telecomunicazioni, poi per largo sentiero sino a m. 850 circa presso la piana del ponte Belfe. Ore 0:40 da Svaizera.
NB: i toponimi Campo Regana, Campo Pront, Campo Bus ecc. ecc. sono stati coniati durante la grande guerra ed indicavano il luogo degli attendamenti e baraccamenti militari delle truppe, generalmente posti in zone defilate sia dalla vista, sia dal tiro delle artiglierie nemiche. Erano luoghi dove i miliari si riprendevano e riorganizzavano tra una azione militare e l'altra.
SALITA AL M.CAURIOL (MT.2494) DALLA VAL SADOLE
SENT.320
L'accesso e' Da Ziano di Fiemme (mt.954), quattro km a valle
di Predazzo. La strada taglia a sud dalla piazza dove vi e'
la Chiesa ed il Municipio, attraversa il torrente Avisio e
subito dopo il ponte, di fronte all'Hotel Pont piega a
sinistra salendo per strada asfaltata. Ad un bivio si gira a
destra (segnaletica per val Sadole-Maso Comune) e la strada
con pendenza anche del 20% sale la val Sadole fino alle
malghe ed al Rif.M.Cauriol.
Rifugio Baita Monte Cauriol
Malga Sadole (foto anni '70)
La malga ed il Rif.Baita M.Cauriol dalla strada per Passo Sadole (foto anni '70)
La salita al M.Cauriol dalla Val Sadole dove e' sito il
rif.M.Cauriol e' una escursione classica, frequentatissima
da italiani e stranieri.
Il M.Cauriol fu teatro di combattimenti sanguinosissimi che
costarono perdite umane sia ad Austriaci che ad Italiani.
Vi sono due possibilita' di salire il M.Cauriol: per il
versante cosiddetto 'italiano' e per il versante 'austriaco'.
E' consigliabile, data la pendenza del terreno, la salita
per il versante austriaco e la discesa per il versante 'italiano'
Il percorso praticamente gira attorno al M.Cauriol Piccolo.
Bisogna salire fino al bivio poco sotto forcella Sadole.
Si sale la destra della valle per la pista forestale ,
superando due capanne che possono offrire riparo in caso di
pioggia. (baita Sadole e Baito dello Marino) mt.1796.
Il Baito 'de lo Marino'
La pista forestale finisce sul bel piano dove calano i
ghiaioni e dove e' sita una delle casere sopra menzionate.
Si sale per la mulattiera a destra e con quattro ampi
tornanti la strada (un tempo rotabile) porta al bivio
(segnavia) mt.2050 sito sul Pian del Maseron.
Si prosegue verso sinistra per strada militare pianeggiante
che aggira la valle passando sotto il M.Cauriol Piccolo
(mt.2396) fino alla base dei ghiaioni che scendono dal
M.Cauriol e dal M.Cardinal. Essi formano come un circo
detritico. Qui' vi e' un bivio (segnavia) dove una strada
militare molto ampia sale verso la forcella tra le due cime.
Si sale per la mulattiera a destra della valle: essa compie
diversi tornanti e sale alla selletta che divide il
M.Cauriol Piccolo dal M.Cauriol (mt. 2400). (Sella Cartieri - Segnavia)
La via 'Austriaca' al m.Cauriol
La 'Sella Cartieri' denominata cosi' per ricordare l'ufficiale Italiano ed i soldati che conquistarono il M.Cauriol.
Dalla selletta e' possibile salire per roccette e costoni al
M.Cauriol Piccolo verso ovest.
Al di la' della selletta un sentiero per ripido prato scende
al circo detritico sottosttante (Via Italiana).
Verso sinistra per sentiero segnato e molto evidente si sale
ripidamente la cima del M.Cauriol.(mt.2494) aggirando roccette per sfasciumi.
Sulla vetta del M.Cauriol vi e' una croce, il libro di vetta
ed alcune lapidi in memoria dei caduti in guerra.
La cima era fortificata ed era tenuta dagli austriaci. Vi e'
ancora, ma in parte franata, la galleria con finestre che
guardavano a sud ove erano poste mitragliatrici.
Sotto alla cima, verso sud, c'erano le trincee ora in parte
crollate, tenute dagli austriaci: fronteggiavano gli
alpini che dovevano salire il rapidissimo costone sotto il tiro nemico.
Il panorama dalla vetta e' stupendo e paragonabile a quello
che si gode dalla cima d'Asta, possente , si vede a sud
oltre la val Cia. A sud est la forcella Magna ed il passo 5
Croci. Ad est la catena dei Lagorai prosegue con il
M.Cardinal, cima di Coltorondo, Cima di Cece, ecc.
La via di discesa alternativa e' la via italiana.
Bisogna scendere nuovamente alla selletta e poi calare giu'
per il sentiero ripidissimo (ma sempre molto largo) che con
innumerevoli tornanti stretti porta nel circo detritico
sottostante, verso sud.
Da qui' il sentiero costeggia il M.Cauriol piccolo tagliando
i ripidi prati in leggera discesa verso ovest fino al passo
Sadole. Dal passo si ritorna a nord giu' per la val Sadole
fino al rif.M.Cauriol.
Il giro completo richiede circa 4.30-5 ore dal rifugio M.Cauriol.
Dislivello mt.900 in salita ed altrettanti in discesa.
Acqua: Baita Sadole sul rivo Sadole a mt. 1796.
NB: per conoscere le vicessitudini subite durante la prima guerra mondiale da parte di militari e civili italiani, consiglio la lettura del libro -Monte Cauriol 1916 - di Aldo Zorzi - 1996 acquistabile presso il rif. Monte Cauriol o presso il museo della grande guerra di Caoria.
Forcella di Coldose' per sentiero 339-bis da Refavaie
Da Malga Fossernica gli sviluppi dei sentieri 339 e 339Bis
Il Lago delle Trote salendo il M.Cadinòn
Verso Cima Paradisi e Malga Fossernica da forc. Coldosè
Da Refavaie (alberghetto) si imbocca la pista forestale che sale
verso la localita' Capriolo e cento metri dopo aver superato il
ponte sul rio di Coldose' si imbocca in direzione opposta alla
strada e sulla sinistra (segni) la mulattiera che sale lastricata a tornanti.
Si abbandona la mulattiera in corrispondenza di un capitello
laddove, nei pressi di alcune case, essa incontra nuovamente la
pista che avevamo abbandonato.
Si prosegue a sinistra per la pista forestale, superando un ponte
sul rivo di Coldose' fino ad un bivio: a destra una passerella
porta ai masi di Fossernica, a sinistra la strada porta alla
malga Laghetti, noi proseguiamo diritti, a nord.
Dopo circa venti minuti da questo bivio, se ne incontra un'altro,
si segue la pista a sinistra, pervenendo in 150 mt. ad un punto
in cui (attenzione, non c'e' segnaletica) la pista compie un
tornante (sbarra di ferro aperta) a sinistra, mentre una pista
secondaria NON segnata sulla carta Tabacco al 25.000 (Val di
Fiemme-Lagorai-Latemar) prosegue diritta per il percorso nr.335.
Nei pressi di questo bivio vi e' anche una casera della forestale.
Entrambi i percorsi 339 e 339bis seguono la pista forestale
compiendo il tornante sinistrorso. Dal bivio vi e' una bellissima
vista del M.Cauriol, finora sempre rimasto coperto alla vista dal fitto bosco.
Girato il tornante la pista prosegue verso nord, (mentre una
diramazione secondaria segue la direzione sud-ovest in direzione M.Cauriol).
Si supoera a q.1525, in curva, un ponte in legno sul rivo di
Coldose', si puo' notare venti metri prima di esso, a destra su
di un masso, l'indicazione del bivio per sent. nr. 339, descritto in altra relazione.
La pista prosegue in salita effettuando 4 tornanti, poi, proprio
quando la pista diviene piana ed alla vista ci appare nuovamente
il M.Cardinal, (a destra fosso con acqua) a q. 1650 segni
bianco-rossi a destra ci invitano ad abbandonare la pista ed
entrare nel bosco per piu' tracce non proprio evidenti.
(fino al bivio ore 1.40 circa)
Appena dentro nel bosco la traccia si fa piu' marcata e subito si
tralascia una diramazione del sentiero che punta in leggera
discesa a dx , mentre si prende il ramo di sinistra in salita su
mulattiera ben larga.
Si sale a stretti tornanti fino a sbucare a q. 1680 su un pascolo
con casera diroccata (Ex malga di Coldose' di sopra).
Qui' il sentiero costeggia a destra il bosco, ma senza entrarvi,
(segnalazione assente) cosicche', salendo su dritti sul margine
destro della radura, quando essa finisce, ci si infila nel bosco,
ritrovando subito il sentiero che la sovrasta e salendo in
diagonale da sin. verso destra.
Girata la costa il sentiero diviene orrizzontale e si perviene al
bivio per la Busa Alta (mt.1720) dove la traccia che sale a
sinistra (segni su alberi) porta alla cima Busa Alta dove altro
sentiero segnato cala giu' al Rif. M.Cauriol
Dalla Malga di Coltorondo verso la Busa Alta
Il percorso 339bis prosegue in quota (visibile perfettamente
sotto di noi il bel pascolo dove sale il percorso 339 prima di
infilarsi nel bosco) e con un percorso diagonale, superando anche
un tratto con molta acqua e fogliame a latifoglie ed ortiche si
arriva a superare un canalino roccioso ove e' segnato in giallo
un bivio.( q.1915.) Effettivamente qui' sale a tornanti un
sentiero la cui posizione sembra risalire il m.Canzenagol.
Superato questo bivio, si supera un canalino roccioso con
qualche tornante stretto e ci si immette nella grande pietraia
morenica che a guisa di vallone poco inclinato ci porta ad una
forcellina visibile in fondo, a nord, dietro alla quale vi sono
dei grandi massi e vi e' il ricovero di pastori (gia' descritto
anche nel precedente itinerario n.339).
Questa localita' e' anche il punto di congiungimento
dell'itinerario 339 con il 339bis, offre riparo per circa
tre-quattro persone sotto alla tettoia della caseretta, mentre vi
e' la possibilita' di ripararsi anche sotto ad un grande masso
(il piu' vicino alla casera) che offre riparo sia verso est che
verso ovest per circa 4-6 persone.
Dai pressi di Forc.Coldosè: Il punto di incontro dei due itinerari
Da questa caseretta, verso nord e' raggiungibile dapprima il Bivacco ANA e quindi
la forc. di Coldose' in circa 20 min.ed il sentiero vi perviene dopo aver
oltrepassato verso est il fondovalle ed aver tagliato verso nord
il bellissimo pascolo . Anche la forcella ad ovest del M.Cadinon
e' raggiungibile in un tempo leggermente superiore.
tempo: ore 2.45
acqua: abbondante fino a giugno-luglio
dislivello mt.1060.
Bivacco di Coldosè: fontanello trenta metri a sud. A dx il logo Alpino.
La Forcella Coldosè vista da Nord tra il lago delle Trote ed il Lago di Moregna
ALTERNATIVA (sent.339) PER FORCELLA DI COL DOSE' DA REFAVAIE
Sentiero segnavia nr.339.
Dislivello mt.1100 circa.
acqua: abbondante lungo tutto il percorso
tempo: ore 3-4
Laghetti delle Trote oltre Forcella Coldosè
Da Refavaie (alberghetto) mt.1116 si segue la pista forestale
(con divieto di transito) che sale con un tornante all'abitato di
Capriolo, superando di un centinaio di metri il ponte sul Rio di Coldose'.
(sulla parete in muratura di una casa di Capriolo vi e' un
affresco in nicchia che risale al'700)
NB: E' possibile raggiungere il ponte suddetto per mulattiera che
funge da scorciatoia che si diparte tra il Rif. Refavaie ed il
laghetto delle trote e subito si inerpica in direzione di Capriolo.
Oltre al ponte sul torrente, dopo 100 mt. di pista forestale, a
sinistra (segnato), sale per un intaglio piuttosto stretto la
mulattiera che e' comune per i tragitti dei sentieri
(335-339-339bis). Essa e' ampia e lastricata, sale piuttosto
ripidamente fino a ricongiungersi con la pista forestale in
corrispondenza di un capitello e di alcune casere appena
ristrutturate. Dall'altra parte della strada la mulattiera sale
verso le malghe di Fossernica, mentre noi seguiamo la pista
forestale verso sinistra (nord).
La pista sale fiancheggiando il torrente (molte opere di
contenimento in cemento-cascate) dapprima sulla destra, poi
attraverso un ponte in legno sulla sinistra della valle (dx
orografica) fino ad un bivio (mt.1319) dove la diramazione di
sinistra porta a malga Laghetti.
Si prosegue in mezzo al bosco sulla sx del rio di Coldose' fino
ad un bivio. (mt.1450 circa)
Proseguendo dritti a sx in leggera salita si cammina in direzione
del sentiero 335-339-339bis.
NB:Prendendo a destra si incontra un ulteriore bivio che porta a
sx verso la malga di Coltorondo (mt.1685), diritti si oltrepassa
il Rivo di Coltorondo dirigendosi con ampio giro verso le malghe di Fossernica.
Verso la Busa Alta
Dopo circa cinque minuti dal bivio sopramenzionato di q.1450, la
pista effettua un tornante verso sinistra, e qui' vi e' un
ulteriore bivio: diritti (segnavia su pino) si prosegue per pista
forestale (cento mt.avanti, a sx casera forestale) per il
sentiero 335 verso malga di Coltorondo di sotto a mt.1685.
Noi invece seguiamo il tornante, seguendo il percorso
339-339bis che inizialmente e' comune alla pista. (attenzione
perche' questo bivio all'anno 1992 non e' indicato da segnaletica)
Si supera subito una sbarra normalmente aperta, si lascia a
sinistra una pista che porta a malga Coldose' di sotto,
proseguendo in direzione nord fino ad un ponticello in legno sul rivo di Coldose'.
Prima del ponticello, (20 mt) a destra su di un sasso vi e' la
segnaletica del bivio, ma e' poco visibile. Qui' girando a destra
in salita su per il bosco si segue il percorso 339 che sto descrivendo. (bivio a mt.1525)
(proseguendo per la pista oltre il ponticello si segue il
percorso 339bis che porta anch'esso alla forcella di Coldose')
Salendo alla focella verso Cima Paradisi
Ora si prosegue per bella mulattiera nel fitto bosco che entra
nella valle di Coldose' sempre in direzione nord; si sale facendo
attenzione a non smarrire il sentiero, visto che in estate la
vegetazione e' piuttosto abbondante ed i segni bianco-rossi sono scarsi.
A quota 1640 mt. la traccia (ormai sara' sempre una traccia)
oltrepassa il torrente da dx girando decisamente a sinistra per
una cinquantina di metri entrando in un bel pascolo con radi pini ed abeti.
Questa bellissima radura con grandi massi posti qua e la va
risalita tenendo presente che il sentiero sale a destra della
radura sempre rasente al margine del bosco, fino ad infilarsi
dentro (sempre sul margine destro della radura), a circa una
cinquantina di metri dal torrente.
Nel bosco il sentiero diviene visibile chiaramente ed e' ben
segnato. Si prosegue fino ad una atra radura a quota 1750 mt.
dove bisogna stare attenti alla traccia (si nota che un tempo la
mulattiera era molto grande ed incassata nel terreno, ma la
traccia attuale ha abbandonato il vecchio percorso infestato da
mughe ed alberi.) Il sentiero ora deve rimontare il fronte della
valle che e' chiusa da una fascia di roccette e si presenta molto ripido.
Ora si sale dapprima per il bosco molto ripidamente, poi per
roccette e sfasciumi (segnaletica a volte rosso-gialla) fino a
rimontare questo sbarramento naturale.
A quota 1970 mt. il sentiero oltrepassa il fondovalle da sx verso
dx (acqua) giungendo in un bellissimo circo erboso con grandi
massi posti qua e la. (mt.2000 circa)
Dalle Creste del Cotorondo verso Cadinon C=forc.Canzenagol F=forc.Cadinon
R=per refavaie CD= per bivacco e forc.Coldosè
NB: Ora e' visibile la forcella fortificata tra Cadinon e
Canzenagol a mt.2250, e si puo' notare, a sinistra del prato, in
diagonale, una traccia di mulattiera militare.
Il sentiero sale per la valletta morenica tenendosi alla sua
sinistra e rimonta poi a sinistra in direzione del Canzenagol
fino ad una forcelletta ove vi e' il bivio tra sentiero nr. 339 e
339bis. (mt.2072) Qui' vi sono i ruderi di una capanna di pastori
che comunque in caso di temporale puo' dare riparo, vi e' anche
un grande masso inclinato che puo' offrire riparo.
Il sentiero 339bis prosegue in direzione sud dapprima per il
pascolo tra i grandi massi e poi giu' per una valletta.
NB: Le creste sulla forcella tra Busa Alta e Canzenagol a quota
2400 mt. circa sono raggiungibili da qui ed agibili. Sulle creste
suddette scorre il sentiero militare 349 segnato che porta al
rif.M.Cauriol.
La forcella ad ovest del M.Cadinon (mt.2250) e' raggiungibile da
qui' per traccia che risale il vallone. Suddetta forcella e'
anch'essa attraversata dal sent.349. Giu' per il versante opposto
un sentiero segnato porta a malga Canzenagol (mt.1733)
La Guglia a sud-est della forcella Coldosè con grotta dalla qualle si diparte il trincerone
Il sentiero 339 che stiamo percorrendo, invece, taglia un
ghiaione in direzione della ampia forcella di Coldose' che ormai
e' in vista, (direzione nord-est) e seguendo piu' gli ometti che
i segni, dopo aver oltrepassato il fondovalle (acqua) punta alla
forcella pervenendovi tagliando il costone di destra che scende
dal m.Coltorondo. Si puo' notare in alto il grande trinceramento
che parte dal limite est della forcella e taglia il M.Coltorodo
ad una quota di 2200mt. circa.
Panorama Verso Val Travignolo dalla Forcella Coldosè tra Boccioni a sx ed a dx Corona dellePozze
La forcella di Coldose' (mt.2182) era interamente fortificata e
trincerata. Dietro ad essa, a nord, il laghetto delle trote a mt.2103.
Dalla forcella, verso nord-est, il sentiero 339 prosegue per le
malghe di Moregna oppure (bivio segnato) per forc. Moregna (lago Brutto).
Verso ovest il sentiero 349 rimonta il Cadinon e prosegue per il rif. M.Cauriol.
DAL RIF.M.CAURIOL AL BIV.PAOLO E NICOLA
Sent.349
Percorso Rif. M.Cauriol - Biv.Coldosè
Anni '80 Rifugio M.Cauriol
Il Museo della guerra del Rifugio Cauriol negli anni '80
E' un percorso in ambiente alpino granitico dei Lagorai, esso
segue in parte vecchie mulattiere militari della grante guerra,
costruite dagli austriaci, numerosissime opere di fortificazione
militare lasciano capire quanti soldati ci dovessero essere su
queste montagne e in quali condizioni essi dovessero sopravvivere
piu' contro le intemperie che contro l'avversario. Sent. nr. 349.
La partenza e' dal rif. M.Cauriol (mt.1600, piccolo museo di
guerra, nr. 8 posti letto, ristorante).
Vicino al rifugio una vecchia malga adibita a ristoro per i
convegni degli Alpini, e la malga Sadole attiva al 1991.
Vi si arriva dalla val di Fiemme, piu' precisamente da Ziano di
Fiemme, dalla Chiesa, seguendo le indicazioni per Bosin e rif.M.Cauriol.
La strada che sale e' sterrata ed ha una pendenza in certi punti
del 20 percento, tuttavia e' tenuta sempre in ottime condizioni.
Dal rifugio, sulla parete a nord vi e' l'indicazione per il biv.
Paolo e Nicola (4.30 ore) e per la Busa Alta (ore 2.45).
SI scende dietro al rifugio e si supera il torrentello sopra ad
un asse, poi si sale il prato di erba puntando verso sud-est dove
in alto, in corrispondenza del torrentello che scende dalla valletta
della busa alta inizia la segnaletica (cartello su albero, segni su massi ecc.).
Si sale per boscaglia a tornanti il vallone che scende tra la
cima Busa Alta a dx ed il M.Canzenagol a sx (Kaiserspitze).
A quota 1870 mt. si incontra un bivio (segnaletica su palo e su
parete di roccia) che presenta due possibilita': salendo su a
destra si risale la Cima Busa Alta (mt.2513) in circa due ore
mentre proseguendo diritti verso est si continua il sentiero nr.349.
NB--- Bisogna dire che questo bivio sulla carta Tabacco al 25.000
e' indicato alla quota 2060 mt., puo' pero' esistere altra
mulattiera parallela ad una quota superiore come indicato dalla carta.
Si prosegue diritti traversando il costone erboso verso est e con
qualche tornante si sfiora sulla destra un profondo e ripido
vallone che si riguadagna piu' in alto ove diviene piu' dolce, e
lo si traversa (acqua sul torrentello) a mt.1945.
Si risale questo vallone che cala dal M.Canzenagol in direzione
sud, a tornanti talvolta stretti, mantenendosi dapprima sulla
sinistra, poi zigzagando al centro per vallette e colletti, in
ambiente sempre piu' brullo fino a quota 2110 mt. dove vi e' una
tabella segnaletica che invita a procedere a destra. (infatti da
una forcellina, a sinistra, proviene un sentierino per prato,
probabilmente da malga Canzenagol.)
Salendo ancora e stando molto attenti alla segnaletica, poiche'
l'ambiente pietroso si addice a perdere facilmente la traccia, si
oltrepassano due piccolissimi laghetti, sopra ai quali,
(mt.2205) si sbocca in una mulattiera lastricata militare che
taglia il vallone con moderata pendenza e che seguiremo verso sinistra (est).
La mulattiera con un tornante supera una spalla e si infila in un
vallone pietroso (nevaio) che oltrepassa a sinistra. Sulla sin.
del vallone vi e' un sentiero che ,in corrispondenza di
costruzione militare, sale verso la forc. centrale dello stesso,
tenendosi sottocroda. E' da evitare, perche' il sentiero da
seguire, segnato, effettua un brusco tornante verso sinistra,(a
mt.2240) obliquando sottocresta verso il M.Cadinon.
Salendo da Nord-ovest : Il traverso verso le creste poco prima di forc. Canzenagol
Si taglia la costa in salita e si sfiora una forcellina a mt.
2270 ,agibile in entrambi i lati, che offre un bel panorama sulla valle di Coldose'.
In discesa tagliando il ghiaione e con qualche tornante si
aggira la quota 2310 mt e si cala sulla forcellina (2220 mt)
senza nome tra il Cadinon e la quota 2310.
La sella poco sotto al Cadinon versante nord-ovest: sx per Malga Cauriol, a tornanti su per il M.Cadinon
ed a dx per Coldosè
NB---La forcellina (mt.2220) e' agibile sia giu' a sud per il
versante della valle di Coldose' fino a malga Coldose' a 1495 mt)
sia giu' a nord verso la malga Canzenagol (mt.1733).
Essa e' molto fortificata con un trinceramento anche in grotta
che la taglia completamente. (Le numerose grotte militari possono offrire riparo.)
Si sale verso nordest tagliando la costa del M.Cadinon a tornanti
fino a pervenire ad una forcella molto aperta senza nome (q.2280)
dalla quale si puo' godere il bel panorama sui laghi delle Trote
e Brutto, su forc. di Coldose', sulla cima Moregna e M.Coltorondo.
Dal Cadinon verso il Lago delle Trote e le crode di Cima Moregna
Dalla forcella verso ovest cala giu' il sentiero che porta
alla malga Canzenagol (1733 mt) mentre verso est cala in
diagonale la mulattiera verso forc. di Coldose' (mt.2182)
che pero' non tocca, rimanendo trenta metri al di sotto.
NB---La forc. di Coldose' e' molto ampia, grandemente
fortificata con un trinceramento che la taglia tutta e poi
prosegue tagliando in obliquo a sud il M.Coltorondo (questo
trinceramento corrisponde con il sentiero che aggira
completamente il Coltorondo a Sud). Al di sotto della
forcella, versante Nord, vi erano perlomeno una dozzina di
costruzioni militari, piu' sotto, il lago delle Trote
(mt.2103), un ottimo bacino d'acqua in mezzo ai pascoli verdi.
Dalla Forcella di Coldose' verso sud cala il sentiero nr. 339 che
oltrepassando un laghetto a mt. 2080 , porta a mt. 1495 alla
malga di Coldose' e da qui' per rotabile a Refavaie (Albergo).
Verso Nord, il sentiero 439 e' comune al 339, 349b, e 334 ed
aggira il lago sulla destra.
Sul versante Sud della Forcella è sito, una quarantina di metri
sotto la forcella, il Bivacco di Coldosè (ANA - Caoria)
Percorso da Biv. Coldosè al Doss Caligher m.2190
Si scende ad est aggirando il lago sulla destra, ed a quota 2125 mt.
prima di salire una spalla, vi e' il bivio con il sentiero 334
che scende a sinistra verso il lago delle trote e poi cala a
valle seguendo il rio delle Pozze fino a raccordarsi a q.1495 con
una pista forestale che porta al rif. Miola a 1120 mt.
Si rimonta la spalla erbosa e la mulattiera taglia in diagonale
il pendio verso nord-est in direzione della spalla erbosa di q.
2172 mt, ma poco prima vi e' un bivio : proseguendo diritti si
segue il sent. 349b che aggira la Cima Moregna in senso orario
passando sopra alla Malga ed il lago di Moregna.
Al bivio si inverte la marcia con un
tornante a destra si segue il sent. 349 che ci portera' a
superare la spalla erbosa ed a raggiungere il
lago Brutto a 2207 mt. con un piccolo passo in discesa.
NB:--- bisogna subito dire che il percorso 349b fa evitare i 300
mt. di dislivello della forcella Moregna (mt.2397).
Il lago Brutto ed in fondo a sx la forcella Moregna
Il lago Brutto a mt. 2207 e' di un colore plumbeo a causa delle
rocce che lo attorniano, esso ha dimensioni maggiori del lago
delle Trote ed a sud-est di esso calano nevai presenti anche ad
agosto inoltrato.
Il sentiero supera il lago sulla sinistra, salendo in diagonale
per il pendio pratoso che cala da nord dalla Cima Moregna e
guadagnando quota in modo graduale, cosicche' si raggiunge il
ghiaione che scende dalla forc. Moregna gia' a quota mt.2235.
Alla nostra destra salendo, vi sono le rocce del M.Coltorondo (mt.2530)
dove le creste sono fortemente trincerate e collegate con lastricato.
Si risalgono i centocinquanta metri di vallone ghiaioso per
tracce ben battute zigzagando per i massi su terreno ben segnato
fino ad arrivare in forcella. (mt. 2397).
NB: Dalla forcella una ardita ed aerea scalinata porta a tornanti in cima
al Coltorondo.
NB: dalla forcella Moregna si gode ad est di un bel panorama
sulla forc.(mt.2290) e Cima di Valbona(mt.2413) con grandi
trinceramenti ed opere di fortificazione. Molto legname di
vecchie baracche e' presente a nord della Cima di Valbona.
Proprio alla forcella di Moregna, proveniente dal Coltorondo a
Sud, cala un sentiero militare con fondo erboso. Esso permette di
aggirare a sud completamente il M.Coltorondo, ed arriva ad est
della forc. di Coldose', calando per trinceramenti gia' accennati.
Si scende dalla forcella Moregna tenendosi a sinistra per
sentiero con molti piccoli tornanti e piuttosto ripido fino al
grande ripiano della forcella nord del M.Valbona, agibile verso i
pascoli delle malghe di Coltorondo a sud. (grandi opere di
trinceramento e fortificazione) mt. 2290.
Qui la mulattiera gira a sinistra calando con un tornante e
tagliando la costa erbosa fino ad incontrare il bivio (circa
duecento metri a nord della forcella) di q.2260 mt.
Qui si fa un tornante verso destra (abbandonando il sentiero
349b che aggira in senso antiorario il M.Moregna e porta a
forc.di Coldose'), puntando giu' verso la sottostante mulattiera
(mt.2230) ove vi e' un altro bivio ben segnalato su terreno
pratoso. Si prosegue a destra verso est, tagliando tutto il
vallone della alta Valbona ove la frana ha distrutto in parte la
mulattiera. Sulla dx del sentiero si lascia un sassone scavato con finestra
(probabilmente un posto di guardia) che può offrire riparo.
Si tagliano anche i ghiaioni che calano a nord
dalla Cima di Valmaggiore (mt.2479) giungendo alla ampia forcella
di quota 2180 mt. (Doss Caligher) che separa la Valbona dalla alta Valmaggiore.
Sopra e sotto la forcella di quota 2190 Doss Caligher, il nostro percorso la raggiunge in quota
Il gruppo di Cima Cece fotografato dal Doss Caligher.
Per un effetto di vicinanza la zona del Dente di Cece appare più alta.
Percorso dal Doss Caligher alla forc. Valmaggiore
NB--- Alla forcella Doss Caligher di q. 2190 giunge dal fondovalle
della Valbona (Malga Valmaggiore e rio di Valbona) un sentiero
che sale a tornanti non come indicato nelle carte del Tabacco al
25000, ma sulla dx orografica del vallone da q. 1998 mt verso la
quota 2190 mt.
NB---La forcella che separa il M.Valbona e M.Valmaggiore che e'
lo sbocco naturale della Valbona, e' fortificata
e da essa si diparte un sentiero militare che aggira per creste
il M.Valmaggiore con sbocco sui ghiaioni ad est del monte stesso
e con una variante che scende dalla cima per cresta sud.
Si scende il ghiaione est del M.Valmaggiore con molti tornanti
(notare in basso il sentiero nr. 335 che da malga di Valmaggiore
per il fondovalle sale al Biv.Paolo e N.) ed alfine ci si
raccorda con il sentiero nr. 335 che sale dalla Malga di
Valmaggiore (mt.1620) alla quota 2155 mt. presso un rudere
militare, e quindi si superano i trenta metri di dislivello che
ci portano fino in forcella dove e' sito il biv. Paolo e Nicola a
mt. 2180 presso la Forc. di Valmaggiore.
NB---Subito dopo il bivio con sent. 335 sulla sinistra sale il
sent. 349 che prosegue per biv. Aldo Moro e per M.Cece.
NB---Dalla forc. di Valmaggiore il sent. nr. 335 cala a sud e poi
ad ovest verso malga Coltorondo di Sopra (mt.1859) e di sotto
(mt.1682) per poi raccordarsi con la pista forestale (mt. 1600)
che porta al' Alberghetto di Refavaie.(mt. 1116)
Oltre la forcella il grande costone dell'alpe di Fossernica (2115
mt) a sud-est con i laghetti di q. 2050. A q. 1860, oltre il
versante dei laghi, giunge da Refavaie una pista forestale.
ore 5-6 dal rif.M.Cauriol
dislivello circa 1000 mt. in salita e 400 in discesa, riducibili
a 800 in salita e 200 in discesa prendendo il 349b.
Acqua presente a q. 1945 q.2110 (l.d.Trote) q.2207 (l.Brutto)
Biv.P.e N. giù per sentiero a sud.
IL BIVACCO PAOLO E NICOLA (prima e dopo la ristrutturazione)
E' una costruzione in legno con tetto in lamiera verniciati in
marrone scuro, una porta doppia e due finestre.
Il bivacco e' dedicato agli alpinisti Paolo e Nicola caduti
giovanissimi sulle torri del Sella. Vi e' anche una dedica a Don
Battistini, frequentatore della zona ed alpinista.
E' stato costruito da gruppo C.T.G. (Centro Turistico Giovanile)
Cattolico ed e' aperto tutto l'anno.
Esso e' dotato di sei posti letto (12-14 in caso di emergenza
considerando di dormire sulla tavola, sulla panca, per terra
ecc.), coperte, di cucina economica funzionante egregiamente,
tavolo con posti a sedere per una decina di persone, vivande di
emergenza, pentolame e posate, si puo' dire tutto quello che puo'
servire per passare in modo confortevole una giornata.
La legna e' presente sulla legnaia davanti al bivacco e gli
attrezzi sono presenti nel Bivacco (sega e mannaia)
A circa due-trecento metri a sud, sul sentiero nr. 335 che porta
a Refavaie vi sono due fontanelli di acqua (cinque minuti).
IL bivacco e' dotato di regolamento per cui chi ha pernottato
gia' una notte deve lasciare il posto-branda ad altri, va
lasciato un obolo per la presenza nel piccolo salvadanaio a muro
ed invita a lasciare in ottime condizioni il manufatto.
Esso e' molto frequentato ed all'agosto 1991 e' in ottime condizioni.
Al Bivacco Paolo e Nicola a mt. 2180 si può anche arrivare in aereo.....
Ad una cinquantina di metri a Nest del Bivacco, versante Valmaggiore
Da notare quanto è vicino il Bivacco Paolo e Nicola (a sx) dal luogo di impatto
Il 30 dicembre 2022 alle ore 16 circa un aereo da turismo (vedi foto) proveniente da Trento ha dovuto effettuare un atterraggio di fortuna causa una avaria al motore: la incredibile lucidità, conoscenza della meteorologla in quota ed abilità di volo in condizioni di massimo stress hanno permesso alla pilota di porsi controvento in una stretta forcella e di effettuare non un atterraggio clessico con strisciata sul campo, bensì uno stallo a qualche metro dal terreno. Quattro persone salve ed aereo con danni limitati ! Non parliamo di miracoli come certa stampa scrive, questa è una manovra da manuale! Complimenti Silvia!
PS: Nota storica: nel 1916 la forcella di Valmaggiore divenne teatro di sanguinosi combattimenti.
Il comando Italiano organizzò due offensive locali il cui obbiettivo era la conquista di Cima Cece che era strategicamente l'elevazione che controllava sia il bacino del Vanoi che quello di Travignolo-Ceremana.
Tutto ciò collegato con le azioni del Colbricon-Busa Ferrari da sud-est.
Questa era l'offensiva principale mentre quella diversiva fu comandata al Cap. Nasci del Battaglione Feltre per la conquista del M.Cauriol . I soldati partirono da Caoria per Cima Paradisi e da Forcella Magna, per Socede, 5 Croci, Col del Latte .
Ma le cose non andarono come i generali pensavano.
Venne preso il M.Cauriol, Busa Alta e parte del M.Cardinàl ma da Valmaggiore gli italiani vennero ributtati indietro.
Poco sotto il fontanello di Valmaggiore vi sono delle lapidi che ricordano il sacrificio di soldati del battaglione Calabria e di soldati russi mandati cinicamente in più riprese al massacro. Basta girare un poco per le vicinanze della forcella per capire il formidabile sistema difensivo che proteggeva il valico. Giungere nei pressi dei bunker di Valmaggiore (a sud-est del Bivacco) significava mettersi in un irrecuperabile 'cul de sac' poichè sia da est che da ovest gli attaccanti venivano presi a mitragliate dai fianchi ove si possono ancora vedere le trincee e le casematte e di questo i Generali italiani venivano informati dagli osservatori di M.Tabio, Cima d'Asta e Col del Vento.
Inoltre è storicamente provato che gli austriaci si aspettassero l'attacco.
TRAVERSATA DAL BIV.PAOLO E NICOLA AL BIV A.MORO
e Passo ROLLE (SAT-349)
PS: Il percorso è stato segnato ed attrezzato una trentina di anni dopo i miei appunti, il lavoro è stato dedicato ad Attilio Gadler, alpinista e scrittore di montagna trentino scomparso nel 2008.
Percorso da Biv. Paolo e Nicola alla forc. di Cece
SENT.349- I tempi sono quelli per una camminata lenta ma lunga.
Il percorso è stato recentemente risegnato su terreno, attrezzato nei punti difficili e dedicato
al grande scrittore di montagna ACHILLE GADLER
Si tratta di una lunga traversata su ambiente alpino granitico
che non si abbassa mai al di sotto dei 2000 metri di quota.
La presenza delle fortificazioni militari della grande guerra e'
costante, essendo il percorso tutto su mulattiere di rifornimento
alle prime linee austriache dei Lagorai. Questo puo' essere un
vantaggio in caso di maltempo, poiche' ad ogni forcellina vi sono
grotte artificiali talvolta con legni che possono ancora ardere.
Nota costante del percorso e' l'attraversamento di grandi
ghiaioni granitici, e l'assenza pressoche' totale di acqua se si
escludono nevai perenni o piccolissimi laghetti l'acqua dei quali
andrebbe bollita o sterilizzata con pastigliette di cloro.
Dal biv.Paolo e Nicola si percorre per un centinaio di metri il
sentiero che porta alla malga di Valmaggiore e giunti sulla
forcellina, a ridosso delle roccette del M.Cece si trova a
sinistra ed in salita, il bivio che separa il sent. 335 dal sent 349.
NB---Al sett.1991 vi e' una scritta su sasso che avverte che la
nuova segnaletica per il biv.A.Moro non e' ultimata (ed e' vero,
nonostante vi siano i vecchi segni che permettono di seguire
decentemente il percorso con le eccezioni che descrivero'.)
Si sale a tornanti la spalla rocciosa a nord del bivacco ed
aggiratala, si incontrano a q.2255 numerose costruzioni diroccate
ed opere in grotta, in corrispondenza del bivio con il sentiero
nr.336b dedicato a Don Battistin. (lapide metallica su di un sasso sul luogo)
NB--- Il sentiero 336b dedicato a Don Battistin, scende il
vallone a nord e lo risale, poi , passando sotto alla Cima di
Sella (mt.2492) e scavalcando la costa Valmaggiore (mt.2265) si
congiunge con il sent.nr.336 a nord del laghetto Caserina (mt.2087).
Il sentiero 349 prosegue in salita lasciando a sinistra in basso
la lapide dedicata a Don Battistin, e punta verso una forcellina
a q.2335 a sud-ovest del Dente di Cece, (una sporgenza granitica
di circa centocinquanta metri che precipita a picco sui ghiaioni
del vallone ovest della Cima di Cece.)
Il Palòn con il Dente di Cece da nord
Campanile di Cece con Il Palòn e la Cima di Cece da Ovest
NB---Codesta forcellina e' agibile anche per il versante sud ed
e' totalmente attraversata da una trincea, mentre ripiani con
casermette dirute sorgono attorno, ai lati.
Il Dente di Cece con la forcellina sud-ovest fortificata
La quota 2375 mt. un appicco roccioso ad ovest della forcellina
che domina il valico e' anch'essa fortificata, sulla sua sommita'
vi e' una opera in muratura. Probabilmente era servita da
teleferica, infatti un grosso gancio di ferro su di un terrapieno lo fa pensare.
Dalla forcella, a sud, si domina la cresta dell'alpe Miesnotta
con i laghetti (mt.2050) dell'alpe Fossernica di dentro.
La mulattiera risale il vallone che presenta una conformazione
morenica-glaciale, mantenendosi al di sotto delle rocce del
Dente, dove ogni piccola forcellina era fortificata.
Alla quota 2355 mt. la segnaletica si sdoppia in due percorsi, ma
essi si ricongiungono poco sopra, in corrispondenza di numerosi
muretti a secco a ridosso di pietroni che fungevano da abitazione
per i soldati che presidiavano le creste.( lungo il vallone sono
innumerevoli queste rudimentali costruzioni che fanno molto
pensare sulle condizioni di vita di allora)
Croce di Cima Cece: Roberto riprende la zona
Il crestone che porta alla Cima di Cece
Da Cima Cece verso il Biv. Aldo Moro sfondo Cimon della Pala
Da Cima Cece: panorama verso Valmaggiore e Moregna, nuvole sulla Busa Alta, Cardinal e Cauriol
Gia' si vede la cima di Cece (2754) con la croce in cima, ma il
sentiero, sempre ben lastricato, ora punta a sinistra
(nord-ovest), dove rimonta una spalla e poi risale un ripido
canalino che porta ad una forcellina quotata 2600 mt.
(Dal biv.Paolo e Nicola circa 2 ore.)
NB---Qui' vi e' un bivio: a destra (sud-est) si diparte la
mulattiera (e' sempre lastricata) che, percorrendo sottocresta
(a sud-ovest) la cresta, porta in Vetta alla Cima di Cece (2754 mt) in
circa 30 min, superando numerose costruzioni diroccate.
Sulla vetta del monte vi sono perlomeno dieci costruzioni dirute
con piazzole probabilmente per pezzi di artiglieria. Vi e' una
croce alta circa 2 mt. e libro di vetta in scatola metallica.
IL panorama che si gode dalla vetta spazia a sud dalla cima
d'Asta (2847mt), a sud-ovest la catena dei Lagorai prosegue
lunghissima, a nord-ovest il Latemar ed a nord-est Il gruppo
delle Pale di S.Martino.
La discesa fino alla quota 2600 si fa per la stesso percorso in circa 15 min.
PS: Cresta Nord-Est della Cima di Cece - Esisteva un percorso segnato su alcune carte (da non confondere con il confine comunale),
che calava dalla vetta (mt.2754) fino alla forcella di Cece (mt.2393), ma esso non e' ben
individuabile ed è sicuramente difficile (era attrezzato con chiodi , scale e funi
durante il primo conflitto ed era la via più veloce per transitare verso la Forc. di Cece.
Dovrebbe svilupparsi dai ruderi di vetta proseguendo verso nord-est
sottocresta (per muretti) per una sessantina di metri . Poi scenderebbe
con salti frequenti ma anche con scalini e massicate in pietra affacciandosi ai
canalini pietrosi provenienti da sud e sfiorando a nord la guglia chiamata
'Pilastro est di Cece' che si trova sulla dx orografica della omonima forcella.
(fonte :1992 - colloquio a Refavaie con 'Cecco'- cacciatore- di Caoria)
Foto satellitare e traccia GPS del percorso della cresta Nord-Est scaricabile da Wikiloc.com
l'autore della traccia comunica passaggi di II e III grado e si evince un tempo di circa ore 1:20
Traccia GPS del percorso SAT-349 segnato su terreno al 2008
Esiste una abbondante rete di lastricati militari della prima guerra che possono ingannare l'escursionista.
Dalla spalla di Cece m.2600 verso il 'Castèl', la zona di Caserina e la Val Travignolo - a dx la dorsale nord diel M.Valbona da dove arrivavano i rifornimenti per le prime linee durante il conflitto mondiale.
Dalla forcella sulla spalla ovest della Cima di Cece a mt.(2600)
si prosegue in leggera discesa verso nord e poi si risale una
forcellina senza nome ridiscendendo il versante opposto molto
ripido ma con sentiero terroso che lo scende a zig-zag stretti,
per poi aggirare la spalla nord-ovest veso est e tagliare con
qualche saliscendi le roccette ed il ghiaione che scendono dalla
spalla stessa. Bisogna stare attenti a non essere invitati da
tracce a scendere il ghiaione direttamente, poiche' bisogna
sempre tagliarlo in diagonale puntando verso la forc. di Cece che
non si vede ma e' intuibile dove possa trovarsi.
Sopra: aggirando la Cima di Cece verso la Forc. di Cece (due foto sotto)
Percorso da Forc. Cece al Biv. Aldo Moro
Sul versante opposto, ad est, gia' si vede la cima Valbona, con
la forcellina rocciosa che verra' poi percorsa.
Si scende seguendo i segni fino a tagliare completamente il
costone che cala dalla cima di Cece ed arrivando per sentiero
sotto le crode, alla omonima forcella (mt.2393).
NB: La forc. Di Cece era fortificata con opere anche in grotta.
Essa e' agibile in entrambi i versanti nonostante il versante sud
sia molto ripido. Essi sono percorsi dal sent. nr. 336. A sud il
sentiero cala fino a malga Miesnotta di Sopra mt. 1879 e da qui'
una pista forestale cala in Valzanca.
A nord il sentiero va giu' diritto per i ghiaioni e poi prosegue
per la stretta valle per il laghetto Caserina (mt.2087) poi lago
di Cece a mt. 1879 da dove vi sono varie possibilita' di scendere
a valle nei pressi di Bellamonte.
Guardando giù a sud dalla forcella di Cece: pascoli di Miesnotta a dx Cima Paradisi
Dalla cresta della forcella, si scende di un passo verso nord e
poi si risale per sentiero verso est ma subito i segni rossi
(freccia) ci fa inerpicare su dritti per roccette a destra,
lasciando la mulattiera che stavamo seguendo e che porta a dei
baraccamenti diruti.
PS: Il sentiero che collega Il Biv. Paolo e Nicola sino a Forc. Ceremana è stato attrezzato in più punti - compreso questo - posteriormente a queste note e dedicato ad Achille Gadler (frequentatore e descrittore dei Lagorai nelle sue molteplici pubblicazioni) mancato nel 2008.
Si sale ancora fino ad una forcelletta
fortificata con opere in grotta e trinceramenti a semicerchio a
mt. 2440 e qui' bisogna aggirare i trinceramenti per poi scendere
un passo verso un ripiano (ex casermetta diruta). Si riprende
cosi' la mulattiera che diagonalmente con massicciate e con
qualche stretto tornante su roccette ci porta alla forcella di
Cima Valbona a q.2480.
Verso zona Slavaci dalla forcella di Valbona: forcella di m.2550
Dalla forcella sotto a noi verso nord-est vi e' un laghetto
ghiacciato con nevaietto (mt.2306). Si nota molto bene il
sentiero che dovremo fare: lo si vede sul costone opposto che
taglia sotto alla cima Valon, verso est.
Si scende per terreno ghiaioso giu' diritti (ometti, segni non ce
ne sono) puntando verso la mulattiera con massicciata che
oltrepassa in basso a dx la valletta pietrosa. Raggiuntala, la si
segue oltrepassando la spalla (ometti) e calando a tornanti
prima, poi oltrepassando il vallone (in fondo al quale c'e' il
lago) e risalendo in salita ed a tornanti la costa nord del
m.Valon che verra' aggirata con molti tornanti verso sud-est.
Ora la mulattiera talvolta e' completamente sommersa da frane e
la traccia si segue con gli ometti di roccia che ci fanno
tagliare in diagonale ed in salita tutta la costa franosa a
nord-est del M.Valon fino alla omonima forcelletta fortificata finale che
si trova a q.2480 mt.
NB--- Questa forcellina (Forc. del Valòn-mt.2480), sita tra Cima Valon (mt.2678)
e il Coston di Slavaci (2683 mt) e' fortificata con opere in
grotta e casermette dirute di cui rimangono solo moltissimi resti
in legno e scatolame arrugginito con lamiere metalliche. Il
versante sud presenta un ghiaione ripidissimo.
Sotto alla forcella, a nord, vi e' un nevaio, si sente scorrere
sotto l'acqua, pur non vedendola.
Sulle rocce di sinistra, (versante del Coston di Slavaci) il
sentiero massicciato e' franato cosicche' rimane un passaggio su
roccia di 3 mt.con traversatina di 4 mt. che e' da
considerare di 3^ grado.
(laddove il salto per raggiungere la massicciata e' piu' breve.)
Salendo piu' sotto, dove termina il nevaio, la difficolta' e'
minore, ma la roccia e' friabile ed il passaggio e' di 20 mt. di
2o grado per raggiungere la massicciata.
E' auspicabile l'apposizione di un cordino di acciaio di 4mt per
superare agevolmente il passaggio. (segni CAI-SAT su roccia prima
e dopo il passaggio)
(PS: Il percorso è stato attrezzato con fittoni e corda fissa orrizzontale nel corso di una messa in sicurezza della Translagorai in memoria di Achille Gadler , 1988)
Superato il passaggio si prosegue tagliando la costa rocciosa del
Coston di Slavaci per mulattiera scavata nella roccia, poi la
mulattiera aggira la costa a destra con qualche tornante e punta
verso una forcellina con sottostante nevaio.(mt.2560)
Vi si arriva tagliando in diagonale il ghiaione privo di sentiero
e molto dissedtato.(ometti)
Dal punto piu' basso del nevaio cola acqua in abbondanza.
I segni e gli ometti puntano al centro del piccolo circo
glaciale sottostante alla forcellina (anch'essa fortificata-resti
di guerra) ed a questo punto vi sono due possibilita':
a) Aggirare la costa rocciosa verso nord nel punto piu' basso che
e' piu' agibile e puntare verso nord scendendo di 60 mt. di
dislivello tagliando in diagonale fino ad arrivare alla crestina
molto evidente di q.2502 mt (che prosegue imponente fino al lago
di Paneveggio) ed ivi il sentiero e' ben segnato.
b) Raggiungere la massicciata del sentiero che sale ancora sopra
al nevaio il Coston di Slavaci e proseguire fino a raggiungere
una postazione militare sulla cresta nord (ci si alza di circa 50
mt) e percorrere poi in discesa detta cresta verso nord fino
alla quota 2502 come da punto -a- incrociando i segni del tracciato.
NB---Si ritiene che il percorso -a- sia il piu' logico ed il meno
faticoso, e' auspicabile che la segnalazione su terreno venga
ripristinata quanto prima.
B= Il luogo ove è sito il Biv. Aldo Moro a sx la forcella Colbricòn
Sia dalla forcellina a q.2502 che dalla postazione in cresta
sopra menzionata e' visibile ad est il biv.A.Moro, di colore
rosso, tipo 'Berti', al di la' di un vallone a q. 2565.
Dalla forcellina a q.2502 senza nome si prosegue pressoche' in
quota verso est (ometti e segni su terreno), superando un piccolo
lago q.2500 mt. (8m di diametro) e, sempre grossomodo in quota,
si supera una valletta che cala dalla Cima di Slavaci e qui' il
sentiero si inerpica una ventina di metri su per roccette
facili (1o-2o grado) e poi, incrociata una mulattiera che scende
dal Coston di Slavaci, la segue in discesa fino alla forcella
senza nome di q. 2535 mt. dove un sentiero cala in Valzanca
(indicazione su roccia).
Dalla forcellina ad ovest del Bivacco verso Buse di Malacarne e la Valzanca
NB--- Questa forcellina a q. 2535 era presidiata ed attorno ad
essa sorgono numerose opere di guerra. Da notare che la Carta
Tabacco ed altre edizioni riportano una errata indicazione
topografica del tracciato del sentiero 349 che non fanno nemmeno
passare per la forcellina che neppure e' quotata.
Si risale l'altro versante (est ) della forcellina per mulattiera
che giunge ad una casermetta diroccata mt. 2550.
Qui' vi e' un bivio: proseguendo verso nord-est in leggera
discesa si segue il sentiero nr.376 che cala al Pian di Ceremana
ove a 1550 mt. vi e' una pista forestale che conduce al lago di Paneveggio.
A destra in leggera salita verso est (con segni bianchi) si
perviene in breve (5 min.) al Biv.A.Moro a quota mt.2565.
Dal biv.Paolo e Nicola circa 5 ore escluse le soste, compresa la
salita al M.Cece.
IL BIV.A.MORO
mt. 2565
Segnavia dei sentieri SAT 349 e 376 siti qualche decina di metri a valle del bivacco
Percorso dal Biv.A.Moro al lago Colbricon
Il Bivacco Aldo Moro: Esternamente si presenta come una costruzione metallica
rotondeggiante dipinta in rosso ed ancorata con funi metalliche al terreno.
E' stato apposta in loco dalla Fiamme Gialle della Guardia di Finanza.
E' una costruzione di alta montagna tipo 'A.Berti' con nr. 8
posti letto e tavolo con panca. E' dotata di coperte, candele,
fiammiferi ed all'interno vi e' il libro delle firme.
Unico inconveniente e' la mancanza di acqua nelle immediate vicinanze, il
laghetto sotto al Coston di Slavaci (q.2500 mt) senbra il posto
piu' ricco per raccorglierla, oltre alla quota 2302 a nord-ovest
sotto al bivacco giu' per il vallone. (15 min.)
Dai pressi del Biv.Aldo Moro verso forcella Colbricòn e Colbricon Piccolo: sfondo Mulaz e Cimon della Pala
Una finestra verso il Cimòn della Pala
NB---Dal biv. ad est il sent. 349 prosegue per forc.Ceremana epasso Rolle.
Verso nord il sent. 376 cala giu' verso pian di Ceremana (1550
mt.) e quindi al lago di Paneveggio per pista forestale.
Verso nord-ovest, dapprima giu per il costone e poi attraversando
il vallone a q. 2302 e seguendolo sulla sin. orogr. un sentiero
non segnato porta a valle verso il Rio di Ceremana a q. 1515 (pista forestale)
Verso sud scendendo alla forcellina si scende il ripido vallone
che porta per i laghetti della Busa Malacarne (sorgenti a mt.2200
mt.) alla Malga Zanchetta (mt. 1867) e di qui' per sent.368 fino
alla pista forestale di (mt. 1500) Valzanca.
Dal biv.A.Moro ci si abbassa verso est di qualche metro e poi si
prende il sentiero 349 che ad est oltrepassa la costa sotto alle
Cime di Bragagnolo. Esso e' molto ben segnato e cala in leggera
discesa per terreno roccioso e poi, dopo aver traversato a lungo
in quota, risale le roccette della costa che scende dalle Cime di
Ceremana a q.2500 ed oltrepassata la forcellina, si dirige in
discesa verso la forc. Ceremana a q.2428. (si oltrepassa un
vallone ghiaioso dove l'acqua si sente scorrere sotto. Basta
scendere di una quarantina di metri giu' per il vallone e
l'acqua affiora in corrispondenza di roccette.)
NB--- La forc. diCeremana a q.2428 e' molto fortificata con opere
in caverne e ruderi di casermette militari.
Essa e' agibile in entrambi i lati ed e' percorsa da nord a sud
dal sent. nr.337. Esso porta a nord giu' per la val Ceremana fino
al Lago di Paneveggio, mentre a sud cala alla seggiovia del rif.
Punta Ces (mt.2227) oppure alla seggiovia di malga Valcigolera a
mt.1880. Entrambe portano alla rotabile che sale da S.Martino di Castrozza.
La scala di pioli metallici a Nord di Cima Ceremana
Si seguono le caverne e la corda metallica apposta sul sentiero a
mo' di ferrata (non serve) verso nord, e poi si sale con qualche
tornante fino ad un passo in discesa che e' stato attrezzato con
scala metallica di 6 mt. circa e cala in una stretta valletta con
nevaio. Si risale poi ad est attraversando le pendici del
Colbricon che sono forate da caverne (mt.2455). Si attraversa
sotto il Colbricon in discesa puntando a nord verso i bei prati
del passo ononimo (mt.2420-laghetti, ma non ci si passa, poiche
restano piu' a nord del sentiero).
NB---A mt.2430, quindi a dx (est) e piu' bassi del passo del
Colbricon si incrocia un bivio:
Il sentiero da cui siamo arrivati e' indicato come forc.Ceremana e p.ta Ces.
salendo a dx si sale il M.Colbricon (mt.2602) -lapidi su roccia-
Scendendo a sx l'indicazione su roccia e' per i laghi e
S.Martino: si segue questa indicazione.
Si cala tra Il M.Colbricon piccolo ed il M.Colbricon per il largo
vallone che viene disceso verso nord-est per sentiero con molti
tornanti dapprima scendendo a sinistra del vallone, e poi al
centro, superando anche un piccolo laghetto con un recinto per le
pecore. Arrivati ad un piccolo piano (mt.2050) il sentiero gira
decisamente a destra in leggera salita arrivando ad una
postazione militare molto panoramica: sotto di noi i laghi del
Colbricon con il rif.Colbricon e piu' in la il passo Rolle con le
Pale di S.Martino.
Si cala rapidamente per un canalino piuttosto ripido fino ai
ghiaioni sottostanti che si scendono con qualche tornante fino ad
un bivio (mt. 1908) ad una quota inferiore a quella dei laghi.
NB---Il bivio ha indicazioni su tabelle in legno: a nord si
scende verso la malga di Colbricon per mulattiera(mt.1838).
A a Sud-est il sentiero nr. 348 cala in Valbonetta verso il
rif.Malga Ces a 1670 mt.(versante di S.Martino di Castrozza)
Salendo verso nord-est si raggiungono i laghi del Colbricon per sent. 348.
Si risale verso sud-est per sentiero nr. 348 superando un
cimitero di guerra fino ai laghi (mt.1922). Si aggira il lago
verso est (bivio con sent.14 che cala in valbonetta e sent.che
sale il M.Cavallazza-2324 mt) pervenendo al rif.Colbricon (mt.1927).
Il Rifugio Colbricòn: in alto il M.Colbricon Ovest a dx Colbricòn Piccolo, tra i due la via di discesa.
Il rifugio e' un ristorante senza posti letto. Da esso si
prosegue per mulattiera verso nord (sent.14-348) che porta in
circa mezz'ora nei pressi del passo Rolle, in corrispondenza
della Malga Rolle (mt.1900)-agriturismo-ristoro bar con telefono.
Salendo verso il passo Rolle, sulla statale ben visibile vi e'
l'Hotel Venezia (mt. 1955), buon albergo-ristorante che da ottima
ospitalita'. E' pure il recapito dei maestri di sci del Passo Rolle.
Poco sopra, il passo Rolle (mt. 1985) con la frazione omonima.
Dal biv.A.Moro circa 3 ore escluse le soste.
Dal biv. Paolo e Nicola circa 8 ore escluse le soste.
Dislivello mt.950 in salita e 1200 in discesa.
Acqua: solo di fusione sui frequenti nevai oppure pozze d'acqua o
piccoli laghetti. Consigliata la disinfezione e filtraggio.
Traversata dei Lagorai orientali per le Buse di Malacarne
(da Punta Ces a Caoria per Val Miesnotta)
Si tratta di un percorso su terreno facile nel Parco Naturale di Paneveggio -Pale di San Martino, su sentieri segnati e piste forestali interdette al traffico motorizzato. E’ prevista la percorrenza in due giorni, con pernottamento al bivacco forestale di Malga Miesnotta di Sopra (m.1890 c.). La descrizione ed il verso della escursione prevedono la partenza dalla quota più alta, Punta Ces, per raggiungere la Val Miesnotta e quindi il lungo ritorno a Caoria per Val Zanca e Val Sorda su piste forestali per una lunghezza di circa 11 km. Lo sviluppo complessivo è di circa 21 km con un dislivello (con saliscendi) di circa m.870 partendo dal Pian delle Cartucce (Funivia Colbricon express) e di m.470 partendo dalla funivia di Punta Ces.(sempre che quest’ultima sia attiva): Nell’incertezza è meglio telefonare all’APT di San Martino di Castrozza per info.
Cima Colbricon salendo la pista
Il Bivacco forestale di Malga Miesnotta di Sopra è stato ristrutturato recentemente (2021) ed offre un locale notte con tavolato in legno molto pulito e ben isolato per materassino per circa otto-dieci persone.
La traversata, visto il terreno che non presenta alto rischio di valanghe, è un classico di sci-alpinismo fattibile in un giorno per alpinisti ben allenati.
Il tragitto attraversa il biotopo delle Buse di Malacarne dove è obbligatorio seguire il sentiero, non raccogliere o spezzare niente, lasciare intatto il territorio evitando l’uso di tenda se non per emergenza.
NB: In ecologia per biotopo si intende un'area limitata in dimensioni (ad esempio uno stagno, una torbiera, un altopiano) di un ambiente dove vivono organismi vegetali ed animali di una stessa specie o di specie diverse, che nel loro insieme formano una biocenosi.(per vivere hanno bisogno l’uno dell’altro). Il biotopo si localizza talvolta in luoghi completamente diversi dall’immediato circondario. (es. terreno verde e lacustre in ambiente roccioso di alta quota). Questo è il caso delle Buse di Malacarne racchiuse nella culla limitata dalle pareti dei Lagorai a nord e dalle cresre di Valcigolera a sud.
San Martino di Castrozza ed il gruppo del Cimòn della Pala
Dal Pian delle Cartucce a m. 1830 dalla cabinovia Colbricon Express si punta alla pista di servizio che scende dalle ghiaie del Colbricon (indicazioni per Punta Ces al visibile bivio per i laghetti del Colbricon). Si sale su per la pista da sci con tornanti immaginari perché la stradina è molto ripida. La pista non è segnata ma il percorso è più che evidente. A m.2130 si rasenta un inaspettato rivo di acqua e lo si lascia a sinistra giungendo con un tornante finale all’arrivo dell’impianto di risalita di Punta Ces. Rifugio aperto solo se funziona l’impianto. Indicazioni in cresta a m.2227. Ore 1,20 circa- 400 mt di dislivello.
NB: dal tornante finale prima degli impianti (m.2170) una traccia di sentiero sale direttamente la forcella Ces con un dislivello di 45 metri evitando il saliscendi di cresta. Dieci minuti.
Segnaletica presso gli impianti di Punta Ces
La cima e la forcella di Valcigolera da Punta Ces
Forc. Ces , il bivio per Ceremana-Valcigolera
Da Punta Ces verso la Tognola
Si segue la crestina rocciosa verso ovest, sfiorando un ex bunker della prima guerra (pozzo nella roccia verticale, era probabilmente coperta con cupola metallica). Giungendo alla quota massima di Punta Ces (m.2228) si prosegue per dorsale in leggera discesa sino alle indicazioni su palo del sent.337 per Malga Valcigolera e Forc. Ceremana. M.2215. Si scende diagonalmente ad ovest verso il fondo della valletta per sentiero segnato. Ometto m. 2175. Lasciando a sud il tragitto SAT-337 , si passa aldilà della valletta lasciando a dx un ricovero sotto ad un macigno (lamiera ondulata) e si prosegue seguendo i segni bianco-rossi ed ometti in direzione sud-ovest pervenendo ad una zona (m.2250) con piccole piazzole inerbate (che sembrerebbero fatte ad uso tenda). Oltre ad un colle erboso il sentiero, poco visibile, scende alla destra di un laghetto alimentato da un rivo che scorre da nord. Appena sopra al laghetto, a m.2250, ruderi (muretto) di una minuscola caserina che può offrire riparo con Tarp.
Laghetto a m.2250 - la caserina ed il tragitto segnato con segni bianco-rossi
Si risale il rivo ripidamente sulla destra e poi più dolcemente si giunge in vista della larga forcella di Valcigolèra che si raggiunge non direttamente (possibile) ma aggirandola da sinistra (sud) su ben percorribile sentiero per una spaccatura sulla crestina del versante sud. m.2420. Obelisco di roccia. Ore 1 circa . Dislivello m. 280.
NB: La forcella di Val Cigolèra coincide con il confine comunale, da qui verso sud-ovest scende il sentiero che è addirittura delimitato da pietre (per indicare di non uscire da esso nel biotopo), qui cessa la copertura telefonica.
La Cima di Valcigolera era fortemente trincerata e presidiata dalle truppe italiane che pervenivano da una mulattiera (oggi scomparsa) dalla Malga di Valcigolera ed una rete di audaci sentieri a sud della cima. Vi sono anche opere in grotta.
Il paesaggio offre la vista d’infilata delle rocciose Cime di Lagorai orientali, in netto contrasto con il dolce e verdeggiante terreno sul quale si scende, in fondo, rotondeggiante, la Cima Paradisi mentre a sud, oltre le creste di Valcigolera, il complesso di cime della Cima Lasta (d’Asta).
Sentiero delimitato con sassi ed intaglio alla forc. Valcigolera
Presso la forcella di Valcigolera a m.2420
Buse di Malacarne scendendo da Forc. Valcigolera
Biotopo delle Buse di Malacarne, notare il terreno paludoso con la rigogliosa vegetazione, in alto a destra la Cima di Valcigolèra
Il becco della Cima di Valcigolèra dalle Buse e laghetti pensili sul biotopo a m.2270 c.
La forcella di Bragarolo (a sx con una lunga fascia di erba) e le Cime di Bragarolo dalle buse di Malacarne
Panorama verso Tognola e Laresè di Valzanchetta dalle Buse di Malacarne
NB: La cima adiacente alla forc. Valcigolèra è la Cima di Ceremana (m.2699- grandi trinceramenti austriaci) cui seguono ad ovest le cime di Bragarolo (la più alta a m.2690) e le Cime del Costòn di Slavaci. In mezzo a queste due catene di cime vi è il Biv. Aldo Moro m.2575, cento metri ad ovest del quale una adiacente forcella, forc. di Bragarolo, cala dapprima per ripido ghiaione e quindi per ripida fascia erbosa alle Buse di Malacarne sino alla quota di 2250 m. sul sentiero segnto.
Il sentiero, quasi sempre delimitato da pietre, scende per terreno talvolta paludoso e ricco di piccole risorgive sino alla quota di m.2245 (piccolo piano - segnaletica in legno su paletto divelta) dove vi è un bivio per il percorso non segnato e da individuare sul luogo, che risale per ripidi prati il ripido ghiaione per forc. di Bragarolo a m.2575. Un passo in discesa porta ad un punto molto panoramico sui Laresè di Valzanchetta e Tognola. Due laghetti si sfiorano salendo il sentiero a nord-ovest, lasciandoli a dx (mt.2220).
Il sentiero che sale tra massi riprende in direzione sud-ovest e supera a m. 2235 un masso sporgente ( l’unico in zona che può offrire riparo per un paio di persone), tra questo masso ed un pulpito erboso (pulpito a m.2270-ometto) si stacca (m.2245) in buona discesa il tragitto per la ex malga di Valzanchetta (m.1870) Dal pulpito erboso il sentiero volge a nord-ovest pervenendo tra i massi ad una larga sella a m.2300. Piccola croce di confine incisa su di un masso. Prosegue quindi ben largo e marcato anche in leggera discesa tagliando in quota il ripido pendio erboso (sentiero ben intagliato e largo) sino al maseròn (pietraia) adiacente alla forcella Miesnotta (sotto vi è a busa del Tiròn). Il macereto si sviluppa in larghezza per circa trecento metri, ma permette di giungere alla forcella senza sbalzi eccessivi ed è stato lavorato recentemente con l'apposizione di lastre piane che facilitano il transito.
A sx il masso con croce di confine, a dx il 'maseròn' con l'ometto di forc. Miesnotta
Si segue tra i massi a m.2290 il percorso lastricato e segnato dove si passa solo dove è stato approntato con lastre piane, qui bisogna stare attenti alle caviglie… Si ritorna sul sentiero delimitato da pietre, sul prato, una decina di metri sotto alla forcella Miesnotta. Grande ometto – m.2294. Dislivello m.180. Km.4.8 - Ore 2 circa.
Da forc. Miesnotta: il lastricato percorribile si snoda a circa quindici metri a sx del grande masso
Scendendo da forc. Miesnotta: Forc. Cece tra le nuvole, le pecore di Luca al pascolo sin sotto le crode della Cima Valbona
Verso il Lasteòn e Cima Miesnotta da quota 2100 sotto la forc. di Cece
Alta Val Miesnotta e la ex Mlga di Miesnotta di Sopra
La discesa da forc. Miesnotta avviene sempre per sentiero delimitato da pietre, verso ovest. Alla quota di m.2240 si stacca versa sud-ovest il vecchio tracciato che scende più ripido per la valletta a nord del Lasteòn, mentre il sentiero che si segue scende per dorsale erbosa mantenendosi in quota con pendenza minore. Si tratta di un vecchio sentiero militare che era stato dismesso e che recentemente è stato riadattato dal Parco di Paneveggio e Pale di San Martino. Esso si collega al sentiero SAT-336 alla quota di 2100 mt. circa presso le ghiaie che calano dalla soprastante Forc. di Cece.
Si scendono trenta tornanti (li ho contati…) sino ad incrociare il vecchio tragitto (segni- ometto) che si stacca ad est ad un tornante a m.1990 in mezzo al verde. Giù per la verde vallata sino a m.1877 dove la segnaletica indica il Biv. Malga Miesnotta di Sopra raggiungibile con un brevissimo tratto in salita. Discesa da forc. Miesnotta ore 1.20 circa. Tragitto complessivo dal Pian delle Cartucce ore 6 c. - rifornimenti acqua abbondanti lungo tutto il percorso
Da Malga Miesnotta di Sopra a Caoria
La discesa a Caoria avviene per piste forestali (perché il sentiero Etnografico del Parco è interrotto a causa degli schianti dovuti alla tempesta ‘vaia’ del 2019) si snodano per la Val Miesnotta dove a quota m. 1603 un bivio presenta una stradina lastricata (sent-SAT-336) che scende alle case di Campo Bus a m.1465.
Malga Miesnotta di mezzo a m.1765
NOTA STORICA: negli anni '40 a 'campo Bus' vi era un cantiere ove lavoravano moltissimi minatori per lo scavo delle gallerie ad uso idrelettrico che collegavano il collettore di Val Sorda con la galleria idraulica che dal lago di Paneveggio doveva alimentare la centrale idroelettrica di Caoria. Da questo cantiere, il gruppo partigiano del Btg. G.Mameli, insediato a malga Miesnazza di sopra si riforniva, emettendo buoni di credito, di viveri ed anche di esplosivi che venivano usati poi nei sabotaggi delle strutture usate a scopi militari dalle truppe naziste. Malga Miesnotta di sotto venne incendiata dai nazisti nel 1944 perchè presunta base partigiana a seguito di un rastrellamento dovuto all'assalto con recupero di armi ed uniformi dalla caserma della Guardia di Finanza di Caoria dove il maresciallo capo andò in serie grane perchè non venne sparato neanche un colpo.
Fonte: Giorgio Vicchi - Diario Partigiano (31 marzo - 24 giugno 1944) a cura di Luca Alessandrini e Roberto Mezzacasa - 2015 - ed.Pendragon pagg. 147 e seguenti.
Da 'Campo Bus' altro sentiero etnografico scende sulla sx orografica della Val Zanca sino ai Piani di Valzanca a m.1401 per poi ricongiungersi alla strada della valle (ma se la valle non è stata ripulita dagli schianti è meglio scendere per la strada bianca). Si perviene in discesa con un tornante al ponte del Pian del Zot (m.1292 segnaletica) e scendendo per i Masi di Tognola sino a Ponte Stel. (m.1121)
Indicazioni a Ponte Stel ed al Ponte del Pian delZot
Ristoro alla ‘Siega’, Museo etnografico , qui è possibile lasciare la seconda auto perché la circolazione è possibile. In alta stagione vi è pure un servizio navetta per il trasporto di persone e bike.
Si perviene a Caoria (m.840) sfruttando le mulattiere della grande guerra che permettono di evitare i tornanti oppure alla quota di m.1026 il Sentiero Italia scende ripidamente per la sx orografica del torrente Valsorda sino a Caoria. Discesa circa 12 km. Ore 3-4 . Acqua abbondante sul percorso.
Da Caoria un servizio Bus alle 13.45 porta a Fiera di Primiero e da qui a S.Martino di Castrozza. La fermata è adiacente l’albergo ‘Al Pin’ al lato nord-ovest di Caoria.
GRUPPO DEI LAGORAI-CIMA DEI PARADISI (MT.2206)
da Refavaie
La Cima Paradisi con i suoi pascoli verdi e sopra forc. Valmaggiore e la Cima di Cece (dal M.Spiadòn)
La boscosa Cima Paradisi vista dalla Forcella di Valmaggiore (sfondo forc. Regana e Cima d'Asta)
Lago di Coltorondo verso Cima Paradisi e Cima d'Asta
E' una cima a forma rotondeggiante sita a sud delle cime di
Valbona e Valmaggiore ma con quota piu' bassa.
Sotto di essa, a sud, le malghe di Fossernica di Dentro (mt.1777)
e di Fuori (mt.1804), entrambe collegate con pista forestale
proveniente da Refavaie (mt.1100).
Il percorso e' elementare prevalentemente su pista forestale.
Tempo da Refavaie per pista forestale: ore 3.30-4.00
per sentiero: ore 3
Acqua abbondante fino a malga Fossernica.
Dislivello mt. 1100 circa.
Panoramiche anni '80 fatte da Cima Paradisi
Dall'alberghetto di Refavaie si prosegue ad ovest per strada
forestale (divieto) prendendo la diramazione a destra, in salita.
Si supera un gruppo di case (capitello d'epoca decorato sul muro
di una di esse, a sinistra) e si supera il ponticello sul Rivo
di Coldose' (mt.1150). Dopo aver superato il torrente, circa un
centinaio di metri piu' avanti, sulla sinistra, sale la larga
mulattiera militare che conviene imboccare per accorciare la
salita, tagliando il largo tornante che compie la pista forestale.
La mulattiera e' lastricata e sale a ripidi tornanti, superando
alcuni tabia' e raggiungendo nuovamente la pista forestale in
corrispondenza di un capitello a mt.1250 circa.
Al di la' della strada, sale la mulattiera che conviene imboccare
per accorciare e tagliare ancora l'ampio giro che compie la
strada forestale sulla sinistra del rivo di Coldose'.
NB. La strada forestale sale e si dirama in tre direzioni:
dapprima si incontra un bivio (mt.1319) salendo a sinistra porta
a malga laghetti snodandosi in quota parallela al vallone dei
laghetti e terminando pressoche' sotto al passo Sadole ed al M.Cauriol.
Proseguendo diritti a quota mt.1459, dove la val di Coldose'
incontra la val Fossernica, prendendo la diramazione di sinistra
si sale verso la malga di Coldose' di sotto e la pista,
diramandosi ulteriormente, porta verso le pendici del M.Cauriol,
con due strade a quote differenti.
Dal bivio di queste valli, proseguendo verso n.est paralleli al
Rivo di Coltorondo la pista termina poco sotto alla malga di
Coltorondo a mt.1600 circa.
Dal bivio di queste valli, prendendo la diramazione di destra, si
inverte la direzione di marcia e si punta verso la malga
Fossernica di Dentro, e la pista termina molto piu' avanti, a
malga Fossernica di Fuori, gia' in Valzanca.
Altra diramazione lungo questa pista porta in fondo alla val
Fossernica, (mt.1860) in direzione e poco sotto ai laghetti di
Fossernica (mt. 2050).
Imboccata ancora la mulattiera che si diparte sulla dx della
pista forestale a mt.1250, si sale con qualche tornante superando
parecchi tabia' ed anche qualche rivo d'acqua su terreno
paludoso. A quota mt. 1530 si incontra la pista forestale che si
puo' seguire in salita verso destra (sud).
(il sentiero-scorciatoia prosegue diritto al di la della pista)
Seguendo verso sud la pista si compie un tornante e si prosegue
per un chilom. verso nord fino ad un bivio con sbarra. Si prende
la diramazione di destra (diritti si entra in val Fossernica) e
si perviene con un chilometro di pista alla malga Fossernica di
Dentro (mt.1777).
NB: La malga e' composta da due grandi fabbricati: uno e' adibito
a cucina, dormitorio e lavorazione del latte. L'altro e' adibito
a stalla che puo' contenere un centinaio di bestie.
Vi e' una vasca con acquedotto a sud della stalla e vi sono due
fontane attive di fronte alla malga.
Le costruzioni sono molto robuste, costruite in granito, putrelle
di acciaio e tetto metallico sostenuto da travi in legno.
Come bivacco invernale la malga puo' dare ospitalita' a circa una
decina di persone, essendoci tre materassi e circa cinque brande
metalliche. La cucina e' sempre ben fornita di legna e vi e' una
cucina economica, tavolo, panche ecc.
Esternamente alla malga, a sud, vi e' un ripetitore con pannelli solari.
Poco sotto alla malga, la pista forestale prosegue verso est,
tagliando la Cima dei Paradisi in quota, fino a malga Fossernica
di Fuori, in Valzanca.
Il sentiero che sale la Cima dei Paradisi si diparte dopo aver
oltrepassato il costone verso est centocinquanta metri in avanti
sulla sinistra.
Esso supera la quota delle malghe di una cinquantina di metri,
nel bosco, quindi mantenendosi sul costone, lo risale fino a
quota 2079 mt. dove si gode gia' di un bellissimo panorama sui
lagorai e cima di Cece.
Cima Paradisi: un museo della grande guerra all'aperto tra interminabili trincee
La forcella di Valmaggiore salendo la Cima Paradisi
Lo snodarsi di crestine tutte fortificate da Cima Paradisi verso Il gruppo di Cece
(dalle malghe e' possibile salire diritti entrando nel bosco
verso nord, sul filo della costa, incrociando in breve detto sentiero.)
Dalla quota 2079 si scorgono gia' le tricee e fortificazioni
della Cima dei Paradisi, che andranno risalite fino in vetta.
In vetta vi e' un punto trigonometrico (mt.2206) IGM. Vi sono
triceramenti della grande guerra. Il panorama e' stupendo.
Interessante e' lo snodarsi di crestine tutte fortificate e
trincerate che si sviluppano a nord in direzione del m.Fossernica
e Cima di Cece. (prima linea italiana in contrasto con le
posizioni austriache sui Lagorai).
NA: al 2021 Malga Fossernica di Dentro offre un servizio di ristorante-agriturismo ed è raggiungibile anche con un servizio 'navetta' da Refavaie di Caoria.
CRESTE DEL M.COLTORONDO DA FORCELLA DI COLDOSE'
per tracce di guerra e trincee da forc. Coldosè
Sopra e sotto le Creste del Coltorondo.
Dalla forcella di coldose' guardando il fondovalle verso sud, si
puo' notare che a sinistra, il fianco erboso del m.Coltorondo e'
tagliato orrizzontalmente dall'opera dell'uomo.
Infatti, dalla sinistra della ampia forcella, partendo da una
quota di m.2200 e' possibile imboccare un trinceramento militare
che prosegue per il fianco della montagna in direzione sud.
Si supera dapprima sulla sinistra una grotta che probabilmente
era adibita a posto di guardia, poi, piu' avanti, si lascia a
destra una posizione di mitragliatrice in grotta (grotta con
finestra-molto legname). Questa posizione aveva il compito senza
dubbio di proteggere dalla avanzata italiana parte del fianco
della montagna e tutto il vasto pascolo sud della forcella.
Camminando ancora piu' avanti per la trincea che ormai e' un
sentiero, si perviene ad una forcellina a q.2270(al lato dx
grosse schegge e spoletta di cal.305, impressionanti per lo
spessore) e discesi al di la di essa per un ghiaione non certo
naturale ma piu' facilmente creato dagli obici, si raggiunge un
piccolo torrione caratteristico, visibile anche dal basso, che e'
forato ed ospita una grotta di guerra. (questa posizione, a
giudicare dalle schegge tutto intorno e tal terreno, doveva
essere stato un bersaglio primario delle artiglierie italiane.
Da qui' si possono ammirare le cengie sud del m.Coltorondo,
strette, inclinate e senza alcuna traccia di passsaggio, nemmeno
sentierini da camosci, quindi viene da escludere che il sentiero
segnato sulle carte, che dovrebbe seguire dette cengie, vi
passi davvero. Esaminando le cengie dall'alto poi , codesta
affermazione diverra' ancora piu' convinta, se si esclude tutta
la serie di trinceramenti pensili sfondati e franati giù, dove si passa
solo alpinisticamente.
Il Lago Brutto ancora ghiacciato (luglio) dalle creste del Coltorondo
Puo' darsi che antecedentemente alla grande guerra esse fossero
praticate da pastori con capre, ma nessun militare mai si e'
sognato di attrezzarle o di massicciarle, poiche' esposte al tiro
italiano direttamente.
E' stato sia attrezzato che massicciato invece il canalino che
descrivero' e che e' l'unica ragionevole possibilita' di
raggiungere le creste senza doversi legare ad una corda.
Dalla guglia fortificata di q.2260 si ritorna sulla forcellina
con schegge che avevo prima menzionato. Essa e' sulla spalla
formata dal costone roccioso che scende dal m.Coltorondo ed e'
l'ultimo canalino non esposto a sud che da possibilita' di
risalita. Il suo orientamento e' est-ovest, a meta'giugno vi e'
ancora parecchia neve presente.
Si risale la spalla di sfasciumi molto panoramica fino a che le
roccette impediscono una ragionevole risalita senza tecniche
alpinistiche ed a sud un paio di cengie tagliano le roccie
granitiche, ma sono strette , molto esposte e senza traccia di
passaggio. A questo punto si traversa a sinistra immettendosi
nel canalino, cosa che si poteva gia' fare all'inizio, ma sul
bordo le roccette lasciano maggior comodita' al passo.
Subito si nota evidente la traccia che risale il canalino a
zig-zag, la si segue fino a che il canale diviene ripido e
stretto, (circa a tre quarti) ed a questo punto si risale una
rampa a destra su terreno roccioso portandosi sullo spigolo a
sud aereo e di estrema panoramicita'.
Sulla roccia vi sono chiodi con anello dove il percorso era
stato attrezzato, e si rientra verso il canale per cengia
artificiale abbastanza larga e su roccia sicura.
Si evita di uscire direttamente il canalino, (volendo si puo' ma
noi abbiamo trovato neve con cornice) puntando a sinistra ed
uscendo sulla trincea di cresta per sentiero che taglia prato
piuttosto ripido. q. mt. 2450.
A sx Forcella Moregna, la freccia indica la trincea sprofondata dove rimane solo il muretto
Questo canale e' di circa duecento metri, molto bello,
completamente visibile dalla caseretta del pastore a sud della
forcella di Coldose', dalla quale pero', ad effetto della
prospettiva, e non essendo visibili gli intagli artificiali,
sembra impossibile la possibilita' di risalita.
Tutto lungo la linea di cresta, sia in discesa verso nord-ovest
che verso il m.Coltorondo, vi e' un trincea ininterrotta, con
opere di guerra ad ogni passo, legname, scatolame arrugginito,
chiodi, baraccamenti in pietra, legname ed in grotta ormai
diruti, camminamenti perfettamente conservati ecc. tutto in
enorme contrasto con il sottostante lago Brutto gelato a meta'
giugno, gli appicchi spettacolari del m.Coltorondo che cala a
nord con forcella Moregna.
Si prosegue per i trinceramenti (spettacolare e' un camminamento
che, dapprima perfettamente conservato, punta dal basso salendo
con scalini verso il punto centrale della forcella agibile di
q.2413 ma, arrivato sul filo di cresta, si ritrova con il
pavimento sfondato giu' nel precipizio del vallone, mentre il
muretto del bordo e' ancora intatto, a mo' di ponte.)
Vi e' stata trovata anche una piccola lapide in cotto con inciso
il numero probabilmente della compagnia e del battaglione
austriaci che presenziavano le creste.
Sopra la quota m.2413 oltre un canalino una traccia esile di sentiero sembra
attraversare la parete nord del Coltorondo in direzione di forcella Moregna,
ma la sua esposizione ed il buonsenso inducono a non proseguire.
(Luglio 1992)
Anello per Bivacco Paolo e Nicola e Malga Moregna da Malga Valmaggiore
(traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)
La Valmaggiore vista dalla omonima Malga e dalla omonima forcella
Un percorso ad anello sui Lagorai, dalla Malga di Valmaggiore per i bivacchi di Forc. Valmaggiore ('Paolo e Nicola') e di Malga Moregna, per larghe mulattiere militari. L'itinerario si svolge lungo i sentieri adiacenti alle linee austriache della prima guerra mondiale.
L'inizio è presso il park gratuito di Malga Valmaggiore m.1605 (segnaletica) seguendo il sentiero n.335 che si inoltra nel bosco per la dx orografica della valle. La larga mulattiera porta dapprima al piano dei Laghetti e quindi perviene con tornanti dapprima al bivio con sent. n.349 e subito alla Forcella Valmaggiore dove è sito il bivacco 'Paolo e Nicola'. 0re1.45. (Bivio per Cima di Cece verso est, Scavalcando la forcella si cala all'abitato -camping e ristorante- di Refavaie in ore 1.30).
Il Bivacco Paolo e Nicola
Dalla forcella vale la pena di fare qualche passo in più per fotografare la Cima d'Asta verso sud-ovest. (acqua - 5 min. verso Refavaie per sent. 335)
Dal Bivacco si torna indietro 50 metri lineari sino al bivio del sent. n.349 che si segue per ghiaioni traversando a nord delle cime di Valmaggiore e di Valbona.
Doss Caligher a m.2190
La Cima Moregna vista dal Doss Caligher
Il sentiero costeggia a nord il M.Valmaggiore
Giunti al pianoro dove è sito il bivio dei sent. 349 e 349b ( 1 ora) si segue a nord in leggera discesa e con qualche piccolo saliscendi il sentiero 349b. Si aggira la dorsale della cima Moregna e si perviene pressochè in quota al bivio dei sent. n.349b e n.339 con bel panorama sul piano e lago di Moregna. (quì è quasi d'obbligo salire per cinque minuti il sentiero n.339 per forc. Coldosè sino ad un pulpito dove è possibile ammirare il Lago delle Trote, la Forc. Coldosè ed il M.Canzenagol ricchi di testimonianze del primo conflitto mondiale).
Il lago di Moregna con sfondo il gruppo di Cima di Cece
Si scende in breve con una deviazione di cento metri sino alla malga di Valmaggiore dove il fabbricato più piccolo è adibito a bivacco (4 persone) con stufa, tavolaccio e tavolo con panche. (ore 1 dal bivio dei sentieri 349-349b)
Si ritorna sul sentiero n.339 (acqua dieci m. a nord della segnaletica) e si scende per classica stradina militare selciata sino alla malga di Valmaggiore in circa 45 minuti.
Questo percorso cincide con quello del trofeo sportivo 'Paolo e Nicola'.
Ore 4.30-5 circa - dislivello complessivo m.700 - sviluppo km. 11.5
Cartografia Tabacco 1:25000 GPS-UTM n.014 Val di Fiemme-Lagorai-Latemar
Ulteriori informazioni:
http://predazzo.net
SALITA AL M.MULAT (2150 MT)
Dislivello mt.900 mt. Ore 3 circa
acqua: fondovalle fino a mt.1700
al baito delle vacche a mt. 2006
Si tratta di una cima sita sulla dx orografica della Val Travignolo. Di grande panoramicità sulla catena dei Lagorai oientali, essa lascia ammirare tutta la sequenza di cime della sx orografica della Val Travignolo.
Il percorso e' elementare caratterizzato da una panoramicita'
molto buona. E' fattibile anche in inverno senza problemi,
purche' le pale erbose a sud siano gia' sgombre di neve, in
quanto la loro ripidezza favorisce le slavine.
Punto di partenza puo' essere sia da Predazzo che da Bellamonte.
Questa descrizione e' relativa al secondo percorso.
Scendendo da Bellamonte (mt.1370) verso Predazzo, in
corrispondenza del secondo tornante al Km.112 (Poco sopra a 100
mt. vi e' il Bar Baita Alpina) a mt.1236 si diparte verso nord,
la pista forestale (sent.659) che sale la Valbona, ove scorre il Rio Viezzena.
Imboccata la valle, la si risale lasciando a sinistra due casere
(fontana) e, sempre nel fondovalle destro orografico (sin. per
chi sale) si supera una strettoia rocciosa e si prosegue sempre
lungo la valle fino a quota mt.1700 in vista di una malga. ( sulla
destra della valle - Bait delle Vedèle).
Qui' si lascia la stradina e si prende la mulattiera a sinistra
(segnavia su di un masso) che sale in diagonale verso ovest
proprio in direzione della cima del M.Mulat che e' visibile.
La mulattiera porta con un percorso diagonale fino al Baito delle
vacche (mt. 2006), mantenendosi sempre larga.
NB: Il Baito delle Vacche e' una costruzione in legno con letti e
materassi (due letti al max. 4 persone) cucina economica,
fornello a gas, tavolo, sedie, legna, acquedotto, stoviglie ecc.
E' tenuta molto bene ed internamente e' pulita.
Dal baito si prosegue verso ovest in quota e si aggira la costa
fino ad un ampio pascolo che separa il crinale del M.Mulat (verso
s.ovest ) con la costa di Viezzena (verso nordest).
Il sentiero ora punta in direzione del crinale del M.Mulat,
boscoso dapprima e poi sempre meno fino in vetta.
Sulla vetta vi e' una croce addobbata con specchi e parafulmini
ed inoltre vi e' un libro di vetta in contenitore metallico.
Bellissimo il panorama sulle Pale di S.Martino, Lagorai,
Rosengarden e Catinaccio, Latemar, e Sella.
Dalla vetta un altro sentiero cala ad ovest verso Predazzo.
Da sx Cima Moregna, forc.Coldosè, Canzenagol, Busa Alta, Cardinal, Cauriol, forc.Sadole
UN PERSONAGGIO DEI LAGORAI
Conobbi ‘Cecco’ alla fine degli anni ’70 quando ogni fine settimana ero dalle parti di Refavaie per le mie abituali escursioni anche ‘fuori sentiero’ meravigliandomi sempre nell’osservare i luoghi dove Alpini ed Austriaci avevano attrezzato in modo naturale forcelline, creste, massi, cenge, rendendo meno ostico il transito per trincee e cime. L’unica persona che con esattezza e conoscenza sapeva indirizzarmi era lui…un cacciatore della Val Vanoi sempre disposto a parlare delle ‘sue’ montagne di porfido e dei loro piccoli segreti.
Non dimostrava l’età che aveva Cecco, andava fiero di dare la sua data di nascita e ciò suscitava sempre stupore in quelli che lo ascoltavano. Il costo per ascoltarlo da vicino era quello di un ‘giro’ di bicchieri di vino che i presenti offrivano volentieri per sciogliere la lingua al ‘cacciatore’. Ma lui non ci cascava e prendeva in giro tutti: non l’ho mai visto dare segni di ebbrezza, al più, alzando il dito indice bonariamente minaccioso con voce stizzita ma con rispetto borbottava: falòpa ? ‘ndè a veder Voi, se mai rivè lassù ‘ncora vivo, incucà come siè...’. Cecco di pancia non ne aveva neanche un po', era atletico con due spalle da nuotatore e confidava che il maggior suo divertimento non era certo sparare alle bestie ma era quello di far fare ai guardiacaccia forestali delle scarpinate su sentieri, ghiaioni, forcelle, tali che il giorno dopo certo non lo avrebbero seguito…. lui l’indomani partiva per controllare se il ’91’ od il ‘mauser’ tiravano ancora diritto…ta pim!, ta pum!
‘Possedeva’ un ‘Mauser’ ed un ‘91’ che naturalmente non teneva a casa poiché si trattava di ritrovamenti bellici. Li teneva su in alto tra le crode, Busa dei Morti o Slavaci, ben puliti ed oliati, negli anfratti remoti invisibili da valle che solo lui conosceva e che solamente un buon arrampicatore poteva raggiungere. I colpi poi erano sotto ai lastroni di porfido in mezzo ai macereti, semplicemente alzava il sasso giusto e trovava il vaso ermetico (da marmellate) che serviva. L’hanno sempre trovato ‘pulito’ quando scendeva cantando per le mulattiere ‘canoniche’ del Vanoi.
‘Ta pim! Ta Pum! Cecco distingueva a distanza il colpo del Mauser piuttosto che quello del ‘91’ e riusciva a capire quale dei suoi amici fosse in zona. Alle volte si portava in un certo versante di montagna, sparava qualche colpo, buttava giù qualche masso e con grande tranquillità cambiava versante arrivando prima delle bestie che aveva spaventato, naturalmente per le tracce che conosceva lui. Era diventato una leggenda per l’ambiente di caccia ma non l’hanno mai preso con le mani nel sacco in luoghi proibiti con armi proibite. Spesso, a Refavaie, dopo essersi guardato attorno, si vantava di mantenere allenati ed attivi tutti i forestali della val Vanoi, Travignolo, Regana, Tolvà, Reganèl e Cia tra le risate divertite dei presenti…e via con un altro anneddoto incredibile ed un altro giro di rosso!
La zona preferita di Cecco era Cima Paradisi e Malga Fossernica dalla quale ‘scavalcava’ verso altri comuni dei Lagorai, non disdegnava peraltro Malga Socede Alta per salire verso Cima Corma ed il Lago del Bus.
Verso Forc.Coldosè: Ludovico si disseta al piccolo ricovero. Ancora non esisteva il Bivacco Coldosè, al ritorno abbiamo incontrato Cecco a Refavaie.
Una notte a Malga Fossernica mentre mangiavano, bevevano e cantavano arrivarono i Forestali, avvisati da una confidenza che Cecco aveva fatto alla moglie di uno di loro. Era già buio e pensavano di sorprenderli con fucili e selvaggina: dovettero unirsi a loro mangiando moltissima pastasciutta scotta che era stata preparata e bevendo una significativa quantità di vino annaquato. Quando i Forestali se ne scesero verso Refavaie Cecco diede il là ed ecco comparire altre bottiglie di ‘quel bon’ e le fette di selvaggina già frollata e pronta per la griglia che erano in uno zaino appeso ad un albero poco distante. Da quella notte cominciò la ‘riabilitazione’ sociale 'de quèla bona canàia' da parte stessa dei guardiacaccia che mai avevano mangiato così abbondantemente!
Moltissime ‘dritte’ per 'rumàr' tra i migliori siti ricchi di testimonianze di guerra le devo proprio a Cecco. Quando chiedevo informazioni sui percorsi più delicati, mi squadrava da capo a piedi poi mi diceva: ‘propri là atu da ‘ndar?’ ma poi, dopo un altro bicchiere, con l’indice alzato per rafforzare le raccomandazioni mi spiegava tutto: cresta, canalin, spigol, cengia, mai a sud, òcio al bagnà…. e mi salutava continuando con piccoli particolari e scuotendo la testa. Mi chiamava ‘quèl màt da Belùn’.
Cecco era anche un simpatico burlone: la dritta più istruttiva che mi diede quando capì che ‘andavo’ fu quella di passare la notte sfruttando il ‘Grand Hotel’ dei ‘todesch’ a nord del ‘Frate’ tra Cima Litegosa ed il ‘Formentòn’, mi diede le informazioni per giungere su diritti dal Lago Nero alla Forcella Litegosa, naturalmente non mi disse né la ripidità del percorso né che si trattava di una caverna di guerra dove pioveva dentro ed una finestra di roccia provvedeva a rinfrescare ulteriormente la notte…poco male perché avevo un telo-tenda con me…stranamente non si fece trovare al mio ritorno ma in fondo la burla mi piacque e quel luogo ora, dopo quarant’anni, è indicato sulle carte come ‘Bivacco Nada Teatin’, dedicato ad una alpinista caduta in montagna ed è provvisto di porta, finestra , tavolato, proprio come un Grand Hotel !
il grand' Hotel dei todesch, ora bivacco Nada Teatin : la caverna militare adattata a bivacco di emergenza (molto spartana - essenziale per il maltempo)
Anche la costruzione del Bivacco ANA-Caoria Coldosè presso l’omonima forcella era stata profetizzata all’osteria di Refavaie da Cecco negli anni ’80: con il dito alzato sosteneva che il miglior punto per passare la notte in tenda era quello: l’acqua c’è, sei sottocresta per i fulmini, sei a più di duemila metri in un fantastico crocevia di sentieri, cosa si vuole di più? Però lui amava trascorrere la notte in un piccolo ricovero di lamiere addossate ad un masso un poco più a valle con un buon fuoco acceso dove gli ultimi alberi secchi lasciavano anche raccogliere la legna senza troppa fatica.
Non mi ha mai voluto dire il suo nome e cognome: 'ciàmeme Cecco' diceva. Ho saputo due anni fa che era mancato. Ciao Cecco! ci hai lasciato con un bel ricordo e… come tutti, ci ritroveremo prima o poi! Adesso al 2020 potresti avere 80 anni...