Catinaccio
Dolomiti > Catinaccio-Latemar
(in lavorazione)
Gruppo del Rosengarden e Catinaccio d'Antermoia
Da sx: Roda de Vael, Coronelle, Catinaccio , Torri Vajolet, Rosengarden
GRUPPO del CATINACCIO D’ANTERMOIA (mt.3002)
Percorso ad anello dal Rif. Gardeccia, vetta e discesa per Sentiero delle Scalette
(dalla Roda de Vaèl) Gruppo del Catinaccio d'Antermoia e Larsech
La zona labirintica del Larsech e Gran Cront dove scende il sentiero delle Scalette per omonimo Passo
Sfondo il Sasso Piatto e Sassolungo
Si tratta di una escursione classica per alpinisti esperti di vie ferrate in genere, ma il percorso si lascia anche semplificare evitando la salita su roccia della cima del Catinaccio. Dai boschi di Gardeccia si sale in mezzo ad un anfiteatro di crode per la Val Dal Vajolet sino al Rif. Principe e da qui si sale il Catinaccio per una facile ferrata e lo si discende giu’ per il versante di Antermoia per altra facile ferrata.
Si raggiunge il rifugio D’Antermoia in terreno pianeggiante e per il passo di Lausa si scende per il sentiero delle scalette al Rif. Gardeccia.
L’itinerario e’ lungo, richiede allenamento ma lo si può fare anche in due giorni pernottando al rifugio D’Antermoia. La copertura telefonica è buona solo sulla parte alta del percorso, ottima dalla vetta del Catinaccio.
La Val Vajolet salendo il Catinaccio
AVVICINAMENTO
La strada rotabile per il Rif. Gardeccia e’ interdetta al traffico in località Muncion a mt.1500 e quindi è consigliabile utilizzare il pullmino navetta che da Pozza di Fassa parte ogni mezz’ora dalle 7.30 del mattino per Gardeccia. (al 1999 costa circa 5 Euro andata-ritorno, lo stesso pullmino e’ utilizzabile per il ritorno con corsa ultima alle 19 da Gardeccia). La zona è molto frequentata.
Il Catinaccio d'Antermoia ed il Passo Principe visti da nord (dal passo del Molignòn)
DESCRIZIONE
Dal Rif. Gardeccia (mt.1950) si segue la pista rotabile non asfaltata che sale la Val dal Vajolet.
NB: Vajolet significa violetto in inglese, il nome delle famose torri del Vajolet e’ stato dato dagli alpinisti inglesi che per primi hanno scoperto alpinisticamente queste zone, affascinati dal colore violetto dei monti all’alba ed al tramonto. Vi sono numerosi alberghi e vi e’ anche un emporio che vende un poco di tutto.
La strada rotabile si snoda con moderata pendenza per la valle e raggiunge con qualche tornante (proprio sotto alle maestose pareti del Catinaccio di Rosengarden) il piccolo altopiano dove vi sono i rifugi Preuss e Vajolet a mt. 2243.
A sinistra (ovest) sale il canalone che porta alle Torri del Vajolet ed ai rifugi Re Alberto I° e Santner.
Ore 0.45-1 circa dal rif.Gardeccia.
Si prosegue diritti per la valle verso il Catinaccio che si vede sulla destra in fondo, e la sua parete ovest che andrà salita per la ferrata al mattino è sempre in ombra.
La salita per la mulattiera tra ghiaioni e morene porta al Passo Principe, dove e’ sito anche il Rif.Principe alla quota di mt. 2600. Il rifugio sorge sulla sinistra della forcella, addossato alle crode.
Ore 0.45-1 circa dai rif. Preuss e Vajolet.
NB: Dal Rif. Principe, non volendo salire il Catinaccio per la ferrata e’ possibile aggirarlo e congiungersi al percorso dove inizia l’altra ferrata sul versante Est per sentiero.
In questo caso si deve seguire il sentiero Nr.584 che si stacca dalla forcella e taglia i ghiaioni sotto al Catinaccio in direzione sud-est, salendo al Passo d’Antermoia (mt.2770) e poi calando verso il piano della Val d’Antermoia sino a ricongiungersi con il tracciato del percorso attrezzato. (ore 1 circa)
La salita per via ferrata del Catinaccio d’Antermoia e’ molto meno difficile di quello che sembra guardando le persone salire dal rif. Principe. Infatti si tratta di seguire tutta una serie di cengie e canalini ampi e non difficili, bene attrezzati e molto articolati. La traversata tra antecima e cima va fatta con attenzione, in quanto molto aerea, sottile e priva di corda d’acciaio. Non e’ comunque per niente difficile.
L’attacco della ferrata e’ sullo spigolo di roccia antistante il Rifugio Principe, in cima al piccolo ghiaione dove sale il sentiero a tornanti. (lapide, infissi metallici tolti)
Il rifugio Principe (prima della ristrutturazione) a m.2600 dall'attacco della Via Ferrata
Il percorso della via ferrata: i circoletti indicano il tratto in cresta, a sx una targa ed a dx la Croce di Vetta. Il ritorno avviene per il versante Nord-est. Lo scatto è dalla vetta della Roda de Vaèl
Catinaccio d'Antermoia da N-est, la via di discesa si sviluppa per la cengia diagonale, alla fine il panettone in basso può essere disceso sia a dx che a sx
Indossata l’imbragatura si attraversa a sinistra dello spigolo sul versante che guarda il rifugio ed aggirato lo spigolo si entra in un canalino facile che porta ad una cengia soprastante. Si cala per due scale metalliche e poi si segue una larga cengia simile ad un trincerone (corde fisse continue) che porta poi ad un canalino ed alla larga cengia soprastante. Questo tratto e’ visibile dal rifugio ed e’ la chiave di tutta la salita, in quanto la difficolta’ della salita è tutta qui.
Si segue la larga cengia che obliqua da destra verso sinistra (corde fisse) per una serie di divertenti canalini e crestine e si perviene ad una serie di corde fisse che portano sino alla cresta sommitale. Qui le corde finiscono e la cresta aguzza va seguita sino alla croce della cima, mantenendosi o in equilibrio sulla cresta oppure leggermente sottocresta verso est sfruttando la cresta come appiglio per le mani. La croce e’ metallica, riempita di pietre per conferire maggiore solidità. (mt.3002)
Ore 1 circa dal Rif. Principe
La cresta si sviluppa dalla lapide in basso a sx sino alla Croce di vetta
Dalla vetta: Superbo panorama sul Catinaccio del Rosengarden
La copertura telefonica dalla vetta e’ buona. Il panorama da quassù è veramente appagante in quanto lo sguardo spazia a trecentosessanta gradi per tutte le vette dolomitiche e sulle cime d’Ortles , Cevedale, Gran Pilastro. E’ ben visibile ad est il rifugio d’Antermoia presso il laghetto glaciale, in fondo al gran piano della Val d’Antermoia.
Dalla vetta si prosegue per qualche metro in cresta in direzione sud e quindi si cala per un canalino (corda fissa) giù ad est scendendo facili roccette e quindi per una larga cengia dove sono fissate corde metalliche.
Si gira la costa rocciosa e si scende a lungo con la sicurezza delle corde piazzate nei posti giusti sino a risalire qualche metro per giungere sul colle roccioso prospiciente alla parete est del Catinaccio.
Ora si cala per sentierino che si destreggia tra le roccette in direzione del Passo d’Antermoia, ancora una corda metallica e quindi si perviene all’attacco delle roccie, dove vi e’ un canalino con ghiaccio perenne.
Vi sono poi due sentierini che portano giù al grande piano d’Antermoia, uno e’ quello che cala dalla forcella d’Antermoia, l’altro si mantiene più sotto le crode del Catinaccio, ma entrambi poi si congiungono in fondo al ghiaione.
Ora si segue il tracciato n. 584 che taglia il piano, in vista del laghetto d’Antermoia vi e’ il bivio per la ferrata Laurenzi che sale verso nord a sinistra.
Superato il lago si perviene al Rif. D’Antermoia alla quota di mt.2497.
Il rifugio e’ sito in una posizione panoramica, tra il lago, la Croda del Lago ed a Sud il Polentòn, una classica cima rotondeggiante. Vi perviene una teleferica di servizio.
Ore 1.30 dalla vetta del Catinaccio, 4-5 ore circa dal Rif.Gardeccia escluse le soste.
Dal rifugio si sale per traccia con segni ma scarsamente visibile sul terreno verso il panettone roccioso a sud-est e lo si risale facendo attenzione ai segni non sempre ben visibili su quel tipo di terreno. Molti ometti facilitano l’orientamento, poi il sentiero ben largo e battuto sale con leggera pendenza verso il passo di Lausa (mt.2700) che si raggiunge su terreno quasi pianeggiante. E’ curioso vedere in questo luogo sassi di colore scuro in mezzo ai detriti dolomitici.
Ore 1 dal rifugio d’Antermoia.
Segnaletica lungo il percorso
Si scende per ottima mulattiera superando un grande pianoro e quindi pervenendo alla quota di mt. 2500 circa ad una forcelletta (forc. delle Scalette) a sud di una conca (laghetto) dove vi e’ un bivio ed il sentiero che volge ad ovest verso destra porta al rif.Preuss e rif. Vajolet. Ora si scende molto ripidamente per la rocciosa Val Lausa.
Punta di Larsech ed Il laghetto delle Scalette
Si risale la costa per qualche decina di metri e quindi (passo delle scalette) si cala giù per il canalone verso sud per un sentierino che si destreggia tra le roccette.
Questo sentiero si chiama LarsechWeg o sentiero delle scalette. La discesa è piuttosto ripida ma il sentierino e la segnaletica sono buone.
Si giunge a superare due corde fisse e qualche greppia che permettono di superare un salto di roccia di una cinquantina di metri.
Si scende ancora sino in fondo al canalone dove (acqua) si risale per qualche metro per terreno di rocce scure sino ad una forcellina, quindi il sentiero prosegue tra la vegetazione calando diagonalmente e superando una costa di mughe.
Ad un bivio si tralascia il sentiero che cala giù verso la valle e si segue la diramazione di destra che con qualche saliscendi e poi in leggera salita porta al rifugio Gardeccia attraversando dei ghiaioni e poi calando giù tra le mughe.
Ore 1.30-2 dal passo Lausa. Ore 3 circa dal Rif. D’Antermoia.
Dislivello complessivo mt. 1300 circa.
Acqua presso i rifugi ed in Val Lausa.
Ore 8/9 escluse le soste.
Anello per Val del Vajolet - Antermoia e Val Duron (Udai)
Per rif. Principe e rif. Antermoia
Le Torri del Vajolet così come appaiono salendo la Val Vajolet
Il rif. Principe m. 2600 - in ristrutturazione al 2007
Itinerario su sentieri ben battuti dalla Val di Fassa in un ambiente di rocce dolomitiche da favola. Il percorso inizia da Gardeccia raggiungibile con navetta da Pera di Fassa (ore sette in poi costo 10 euro per andata-ritorno)
Da Gardeccia in basso in giallo sent. CAI-546
La prima parte di sentiero (CAI-546) da Gardeccia sino al rifugio Vajolet si mantiene sulla sinistra orografica per avere un grande panorama sul Catinaccio Rosengarden. E' anche possibile (e più facile) seguire gli ampi sentieri della destra orografica fino al rifugio Vajolet dove ci si ricongiunge alla traccia GPS. Dalla sinistra orografica però è possibile godere appieno del panorama verso Rosengarden e Vajolet. Si supera un piccolo laghetto e si risalgono i tornanti che conducono al passo Principe ove è sito, sotto ad un roccione l'omonimo rifugio.
Il Passo e Rifugio Principe salendo al Passo Antermoia
Curiosa scultura naturale sul costone sopra al Rif. Principe
Presso il passo Principe ove sorge il rifugio (ristrutturato al 2007), il tracciato CAI-584 punta verso il passo d'Antermoia (m.2770) che viene raggiunto con molti tornanti su terreno ghiaioso. (potete ammirare il Monolite sulle creste ad ovest del P.Principe) il sentiero poi scende per un canalone, lasciando a sx il tracciato (CAI-585) della ferrata per il Catinaccio d'Antermoia.
In piano poi si dirige in ambiente desertico verso est (si lascia a sx il tracciato su ghiaione per la ferrata del Molignòn) verso il piccolo lago azzurro che è veramente come una perla, quindi con breve salita al rifugio Antermoia. m.2496
Il piano della Val Antermoia, il lago di Antermoia e sullo sfondo Gran Vernèl e Marmolada
Ghiaione con sentiero che porta all'attacco della Via ferrata del Molignòn
Il Rif. Antermoia con sfondo il Catinaccio
Val Dona: Scendendo verso le Ciaregole (forc. a sx in basso), sfondo Sassolungo e Sassopiatto
Dal rifugio Antermoia si scende (sent. CAI-580) dapprima al Passo di Dona m.2516 (teleferica del rifugio).Si scende nelle verde vallata sottostante dove a m. 2300 c. si abbandona il sentiero per seguire il CAI-578 che , superata la vicina forcella delle Ciaregole (m.2282) cala sino alla Valle del torrente Duròn percorsa da una strada bianca rotabile. La stradina è contrassegnata come CAI-532.
In Val Dona, bivio a m. 2300 c. per Passo Ciaregole
Il sentiero ed il Passo delle Ciarègole dalla Val Duròn
Segnaletica a Camerloi in Val Duron presso la rotabile
Per la stradina si scende per la Val Duron superando La Baita L.Brach a m.1856 (ristoro) Si lascia a dx il vicino rif. Malga Micheluzzi a m.1850 e si continua per la Val di Udai sino a valle. Il tracciato GPS riporta al Park.
Dislivello complessivo 1075 mt. -sviluppo 16.7 km. - tempo di percorrenza ore 6/7 circa
Cartografia TABACCO GPS-UTM nr. 5 - Val Gardena-Alpe di Siusi 1:25000
Particolare del sentiero di ritorno nei pressi di Mazzin -Pera di Fassa
Anello per la Roda de Vael
Dal Rif. Fronza (RosengardenHutte) Per il passo delle Zigolade
La Roda de Vaèl da sud-est m. 2806, a dx le Coronelle
E' un percorso ad anello molto panoramico su larghi sentieri ben segnalati e battuti. Il sentiero si inoltra tra le rocce del Rosengarden traversando alto sopra Gardeccia e compiendo un giro completo attorno alla Roda de Vael. Molto panoramico anche sul Latemar, che è ammirabile dal monumento a Christomannos (Pioniere ottocentesco di queste montagne).Il superamento di facili roccette iniziali, attrezzate appena dietro il rif. Fronza , richiedono attenzione (ed un cordino con moschettone per le persone meno esperte).
Ore 6 circa escluse le soste
Dislivello m.700 circa compresi i saliscendi
Non vi è acqua sul tragitto di ritorno.
Buona copertura telefonica su tutto il percorso
Ritaglio da: Cartografia Tabacco n.06 - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 1:25000 GPS-WGS84
AVVICINAMENTO
Da Vigo di Fassa si sale per la strada del passo di Costalunga, e superatolo dopo circa un chilometro si segue a destra la strada per il Passo Nigra. Raggiunti gli impianti di Frommer Alm si parcheggia l'auto.
(la seggiovia apre con orario mattutino alla 8.15). Euro 7 a persona solo salita.
La salita in seggiovia richiede circa 25 minuti e supera un dislivello di circa seicento metri, facendo risparmiare circa due ore di cammino. Salendo con la seggiovia si può già vedere verso sud la stradina che verrà percorsa al ritorno, essa taglia pressochè in piano i ghiaioni sottostanti la Cima Sforcella e la Roda de Vaèl.
DESCRIZIONE
Si raggiunge il rifugio A.Fronza per stradina (m.2339) e lo si aggira verso ovest salendo poi verso nord per sentiero su roccia n.550 che si inerpica a nord del rifugio per divertenti roccette. Si sale il pulpito sovrastante il rifugio con l'ausilio di corde metalliche sino ad un bivio.
(Il sentiero n.542 prosegue verso nord tagliando diagonalmente la costa rocciosa e poi sale per la Ferrata al rif. Santner.) Si traversa per larghe cengie e ghiaie sino sotto al canalone delle Coronelle e poi vi si infila, risalendolo tutto a stretti tornanti sino al suo stretto termine.
In questo tratto occorre fare attenzione alle pietre, in quanto pur essendo il sentiero molto largo, i sassi che cadono rotolano sino in fondo. Passo delle Coronelle (m.2630) La salita comporta un dislivello di m.300 circa ed un'ora di cammino.
Il sentiero ben costruito sale con stretti zig-zag per lo stretto canalone del Passo Coronelle e scende al bivio per il Passo delle Zigolade
Da sx: Passo delle Zigolòde (forma quadrata), I Mugoni, a dx il ghiaione del Passo delle Coronelle
La foto è scattata dai pressi di Gardeccia
Dal passo delle Coronelle si gode di un ottimo panorama sul Catinaccio di Rosengarden, le cime a nord-ovest più vicine, e sul Catinaccio di Antermoia, il più alto a Nord. Sotto di noi gli alberghi di Gardeccia.
Si scende mantenendosi sulla sinistra del canalone, ove vi è spesso un passo su neve o ghiaccio. Si segue la mulattiera che cala mantenendosi sulla sinistra (nord) dell'anfiteatro ghiaioso.
Vi è una possibilità anche di tagliare i ghiaioni verso est con un anello sfiorando una forcellina non agibile per poi ricongiungersi al sentiero proprio in fondo al catino ghiaioso. I percorsi sono in vista.
Superato il bordo del catino ghiaioso si prosegue con leggera pendenza verso nord, sino all'incrocio con il sentiero n.541 che proviene dei rifugi Preuss e Vajolet.(m.2416) ore 0.20 dal Passo.
Si inverte il cammino, proseguendo per il sentiero verso sud, superando un rivo d'acqua ove conviene fare rifornimento.
Si oltrepassa il franoso e giallo canalone ove cala il percorso (n.558) che proviene dal passo dei Mugoni e si prosegue con piccoli saliscendi sino ad un giallo gengarme rocccioso (circa 2300 m.) dove dal basso per i ghiaioni proviene un sentiero da Gardeccia ed altro sentiero prosegue in leggera discesa verso una caratteristica costa (che cala proprio dalle Zigolade.)
A questo punto il sentiero sale per il canale ghiaioso, superando anche una fascia di rocce che in precedenza sembravano molto ripide per un gioco di prospettiva. Superate queste ultime il sentiero si fa più largo e molto panoramico (finestre di roccia) e raggiunge con un paio di tornanti il Passo delle Zigolade a mt.2550. Dal bivio di m.2416 ore 1.15.
Dal Passo delle Zigolade: il Catinaccio del Rosengarden ed al centro ighiaioni per il passo delle Coronelle
Dal Rif. Roda de Vael: Il sentiero, I Mugogn ed il Passo delle Zigolade (canale ghiaioso)
Dal passo delle Zigolade possiamo osservare sia il rif. Roda de Vael e frontalmente la Roda di Vael, mentre alla nostra destra la gialla cima dei Mugoni. Il sentiero cala molto ampio con qualche tornante e poi sotto ai Mugoni attraversa sotto le rocce con un bel sottopassaggio naturale (bivio con sent. che sale per la Ferrata a destra).
Si scende verso il bel prato con grandi massi ove vi è il bivio per rif. Nigritella, Ferrata e Passo dei Mugoni (m.2343). Per larga mulattiera sino al rifugio. Dal Passo delle Zigolade al rifugio circa 40 minuti.
Le Coronelle viste dal rif. Roda de Vaèl, i ghiaioni circondano la gran Busa de Vaèl
Sopra e sotto: Il Rif. Roda de Vaèl e la Baita M. Pederiva
Al rifugio Roda de Vael pervengono molti sentieri, esso è la base di partenza dell'anello per ferrate della Roda De Vael e vi pervengono sentieri anche dal Passo di Costalunga n.548 e da Vigo di Fassa n.545
Noi proseguiremo seguendo il sentiero n.549 che tra grandi massi prosegue in quota verso est. Il sentiero è denominato "sentiero del Masarè". Esso ci fa raggiungere il monumento a Christomannos (panchine) nel punto ove supera il costone della Montagna in un punto di grande panoramicità sui Monzoni e sul Latemar.
(ore 0.30 circa dal rif. Roda de Vaèl)
Sopra e sotto: a nord del sentiero la panchina con targa, a sud l'aquila per il ricordo di Christomannos, Lo sfondo roccioso è il gruppo del Latemar dove una torre porta il suo nome.
Si prosegue poi mantenendosi alti e lasciando a sinistra il bivio del sentiero che cala al rif. Paolina (impianti di risalita). Dopo circa un'ora di cammino si perviene ad un grande masso cubico (sopra di noi la parete ovest della Roda de Vael - sul sasso sale una scala metallica - eliporto del soccorso alpino).
Qualche decina di metri più avanti il bivio con il sentiero (n.551 m.2186) che sale su per il canalone verso il passo del Vajolon, ma noi proseguiamo diritti per i ghiaioni in leggera salita e poi nuovamente in leggera discesa oltrepassando il costone Ratscigler ed ormai in vista del Rif. Fronza da dove eravamo partiti.
Si giunge per buona mulattiera al bivio sottostante il rif. Fronza in circa due ore dal rif. Roda de Vael.
(mt.2255). Non vi è acqua su questo tratto di percorso.
Si scende per stradina rotabile (sent.n.2c) sino al grande prato del M. Coronella sito a 2000 mt. e da qui sempre per stradina si scende sino agli impianti di risalita, seguendo il tracciato delle piste da sci.
La discesa impegna per circa 40 minuti.
(in lavorazione)
Anello del Catinaccio per Val Duròn, Passo del Molignon e Passo Principe
Con pernottamento al rif. Bergamo
(in lavorazione)
Rosengarden : anello del Catinaccio per le Torri del Vajolet
Dal rif. A.Fronza per rif. Passo Santner e rif. Re Alberto I°
La funivia a sx perviene al rif. A.Fronza dalla strada Via Nigra (rist. Frommeralm)
Dal rif. A.Fronza si segue il sentiero comune CAI-542s e CAI-550 salendo per divertenti roccette circa per una cinquantina di metri, poi si abbandona il sentiero CAI-550 e si segue a sx (nord) il sentiero 542s. (andrà seguito sino al rif. Preuss)
Dall'attacco della ferrata Santner: il lungo traverso sui ghiaioni e le facili roccette per iniziare la ferrata
Superamento del canalino talvolta innevato (cavo d'acciaio per la traversata)
Il tracciato, ben segnato e battuto, traversa a lungo per facili roccette e ghiaie anche in leggera discesa, sino ad incontrare una crestina rocciosa a m.2400 c.
Qui conviene imbragarsi od indossare cordino casco e moschettone.
La si risale mantenendosi interni al canalino roccioso per facili roccette, quindi tutta una serie di funi metalliche fanno risalire i caminetti in sicurezza, (attenzione alle pietre).
L'ambiente è roccioso, ricco di pinnacoli ed articolato, talvolta nei caminetti permante neve anche a stagione avanzata, ma vi sone sempre corde metalliche d'aiuto.
Si perviene al Passo Santner m.2760 c. dove finiscono gli infissi metallici ed appare a nord-ovest il Rifugio Passo Santner che si raggiunge con una breve discesa in cinque minuti.
Il rif. Passo Santner m.2734 con la Croda di Re Laurino m.2813
Le Torri del Vajolet con il rif. Re Alberto I° m.2621
Ora ci si trova nel meraviglioso anfiteatro di rocce delimitate a Nord dalle Torri del Vajolet ad est dal possente Catinaccio di Rosengarden. (il giardino delle rose di Re Laurino...)
Il sentiero ora, sempre CAI-542s) scorre per ghiaione a tornanti sotto la parete di rocce del Passo di Re Laurino. Con una discesa di circa cento metri con media pendenza ci porta al rif. Re Alberto I° (m.2621). Dal rifugio si scende giù per il canalone ad est del rifugio che è molto ripido, ma il sentiero si destreggia con tornanti stretti che talvolta richiedono attenzione e passo fermo. Giunti alla base del canalone si arriva al Rif. Preuss e Rif. Vajolet a m.2248, dopo una ripida discesa di circa quattrocento metri.
Per il ritorno al rif. A.Fronza si segue il tracciato CAI-550. Esso aggira alla base sud-est il Catinaccio di Rosengarden giungendo ad un bivio a m.2415 (il sentiero che prosegue a sud-est porta al passo delle Zigolade).
Il Passo delle Coronelle m. 2630ove scende a stretti tornanti un largo e battuto sentiero
Si sale con qualche tornante il ghiaione che porta al Passo delle Coronelle e lo si raggiunge tra le strette rocce a m.2630. Si scende a stretti tornanti il canalone e quindi, mantenendosi a dx per la costa della Cima del Diaol il sentiero supera un tratto facilitato ed attrezzato con funi pervenendo al rifugio A.Fronza.
Acqua solo presso i rifugi
Ore complessive 5:30 / 6:30 circa escluse le soste
Dislivello complessivo m.900 circa
Via Ferrata del Masarè (sottogruppo Roda de Vael)
Per rifugio Paolina e Roda de Vaèl
Panorama sulla Marmolada, Cima Ombretta e Sasso Vernale dalla via ferrata
l tour della Punta Masarè della Roda di Vaèl nel gruppo del Catinaccio offre una breve, splendida escursione arricchita dalla via ferrata del Masarè, una tra le più belle e ben attrezzate delle Dolomiti.
Dall'Alpenrose del Passo di Costalunga siamo saliti con la seggiovia 'Paolina' (7 euro al 2012 con sconto CAI di 1 euro) che in alta stagione parte dalle ore 8,00 mentre in bassa stagione parte alle ore 8,30.
Dall'Alpenrose del Passo di Costalunga siamo saliti con la seggiovia 'Paolina' (7 euro al 2012 con sconto CAI di 1 euro) che in alta stagione parte dalle ore 8,00 mentre in bassa stagione parte alle ore 8,30.
Ritaglio da: Cartografia Tabacco n.06 - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 1:25000 GPS-WGS84
Dal rifugio Paolina si segue il largo sentiero che, passando per la grande aquila in bronzo del monumento a Cristomannos, porta sino al rifugio Roda de Vaèl a m. 2280. (ore 1 compresa seggiovia)
NB: Cristomannos è stato il primo esploratore - valorizzatore di questi luoghi e di tutto il territorio montano dell'Alto Adige.
Il rifugio Roda de Vael e Baita M.Pederiva dall'attacco della ferrata
Scendendo la via Ferrata si vedono i grandi pascoli (Alpenrose) da dove sale l'impianto a fune 'Paolina'
Frontalmente al rifugio si seguono le indicazioni per la ferrata, risalendo il ripido sentiero che in seguito si biforca per l'attacco sud e l'attacco nord della ferrata del Masarè.(segnaletica - ore 0.10 dal rifugio)
NB: La ferrata del Masarè è complementare a quella della Roda de Vaèl nel senso che è possibile attaccare quest'ultima presso il passo del Vaiolòn, salire la Roda de Vaèl e scendere a sud incontrando presso la Torre bucata del Diavolo il tragitto della ferrata del Masarè a cinque minuti dal suo attacco nord. (telefonare al rifugio per info o guide)
E' possibile percorrere la ferrata sia dall'attacco sud che dall'attacco nord. Le guide locali accompagnano i clienti partendo dall'attacco sud che è più in quota di un centinaio di metri.
Ritaglio da:Cartografia Tabacco n.06 - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 1:25000 GPS-WGS84
L'unico caminetto verticale dove le funi sono veramente un aiuto
La Punta Masarè vista scendendo per il versante sud-ovest della Roda de Vaèl
Passaggio in traversata sul punto pià alto della via ferrata
La ferrata è veramente ben attrezzata, naturalmente è d'obbligo l'uso del casco con set da ferrata e guanti. Il tragitto su roccia impegna per circa 2 ore. Si scende poi dal rifugio per sentiero n.548.
La ferrata è molto frequentata, consiglio di percorrerla in settembre al limite di chiusura del rifugio. Il ritorno è stato fatto per sentiero CAI-548 per la zona Pasche ricca di pascoli.
Lungo il sent. CAI-548 masi di zona Pasche
Ore 5/6 da Alpenrose compresa funivia. disliv. m.500 circa - sviluppo km 10 esclusa funivia.
Cartografia Tabacco n.06 - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 1:25000 GPS-WGS84
Ferrata della Roda de Vaèl
(salita per rif. Paolina e Passo del Vajolòn)
da sx il canalone del Passo del Vajolòn ed a dx la Roda de Vaèl vista da ovest
Ritaglio da: Tabacco n.06 - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 1:25000 GPS-WGS84
Si può salire al rifugio Paolina con l'impianto dell' Alpenrose a m.1620 c. (ristoro) . La funivia compie uno sbalzo di cinquecento metri sino al rif. Paolina. Si seguono le indicazioni del sentiero CAI-552 che volge a nord. Dopo circa un'ora di cammino con qualche breve saliscendi, un bivio a dx indica il sentiero per la forcella del Vajolon. Si sale a tornanti per circa 60 metri sino a raccordarsi con il sentiero CAI-549 che si segue verso est. Si perviene ad un ghiaione sulla verticale del Passo del Vajolon presso un grande sasso cubico attrezzato con scaletta ad uso eliporto del Soccorso Alpino. (m.2186) e da qui si sale a tornanti sino ad un passaggio attrezzato con fune e scala che immette nel canalone.
Alla fine della risalita con stretti tornanti (trecento metri di dislivello) si perviene al Passo del Vajolòn (m.2510 c.) immediatamente a sud del quale inizia la ferrata. (indicazioni)
Quì è bene indossare imbrago e casco.
NB: al passo si può anche arrivare per sentiero CAI-541 e CAI-551 dal Rif. Roda de Vaèl
Passaggio attrezzato per salire il canalone al Passo del Vajolòn
Tracciato della salita alla vetta della Roda de Vaèl
Sopra e sotto: Lungo la salita alla vetta
La via ferrata inizia dapprima su facili roccette che, seguendo i frequenti segni rossi e la traccia di sentiero, portano alle prime funi letalliche ove è bene assicurarsi con moschettoni. La via segue grossomodo la linea della ampia cresta ove le funi metalliche si fanno quasi continue. Presso la vetta vi è una croce metallica di tre metri ed il panorama è superbo: si spazia dalle innevate cime della Val Aurina, al Sasso Piatto e Sassolungo, Marmolada, Cimon della Pala e Cima d'Asta. Anche il gruppo del Brenta è ben riconoscibile.
Circa ore 3/4 dal rif. Paolina
Vetta: a dx della croce il Catinaccio d'Antermoia, sino al Sasso Piatto Sassolungo
Il ritorno avviene per il versante sud-est, dapprima per sentiero bel largo e battuto, poi la via ferrata, ad una forcellina - Sforzela da le Rode, risale diagonalmente (corde continue) una paretina di roccia di circa trenta metri che porta ai prati più alti della Cresta del Masarè.
Dalla forcellina una traccia abbastanza frequentata scende ed aggira an-est le Torri Edoarda e Finestra sino a ricongiungersi al sentiero sopra il rifugio ed è una possibilità di ripiego in caso di temporale pomeridiano, molto pericoloso in cresta.
Breve paretina per giungere al sentiero del ritorno sulla costa sud-est del Masarè (un pò di affollamento...)
Superata la paretina diagonalmente a sx, per terreno pratoso e ghiaioso si sfiora la vetta della Torre Finestra, lasciando intravedere una croce sita proprio sulla caratteristica finestra di roccia.
Scendendo ancora si giunge al bivio dove è vicinissimo l'attacco della via ferrata del Masarè (attacco nord) , ma con un tornante si raggiungono le rocce sul verante est del vallone ove un ultimo tratto attrezzato porta al sentiero ove è possibile togliere l'attrezzatura.
Ovviamente è possibile attaccare anche la ferrata del Masarè compiendo completamente
il giro delle ferrate della Roda de Vaèl
La Torre Finestra
Sentiero di discesa dal Pian del Diàol: al centro la Torre Finestra (Crep de Sent uiana)
La finestra della Torre Finestra
La via di discesa: a sx la Punta del Masarè con l'erbosa Roda de Vaèl, a dx la Torre Finestra ed Edoarda
Lungo il sentiero per il Rif. Paolina: Immancabile ringraziamento al monumento di Christomannos....
Tempo ore 6/7 circa
Portarsi l'acqua da bere perchè generalmente non è presente sul percorso.
Cartografia Tabacco n.06 - Val di Fassa e Dolomiti Fassane 1:25000 GPS-WGS84
La leggenda di Re Laurino
Una delle più suggestive leggende delle Dolomiti, spiega perchè queste montagne, al tramonto si tingono di rosa.
Secondo questa leggenda, sul Catinaccio, laddove oggi si intravvede fino a primavera inoltrata una grande chiazza di neve racchiusa in una sorta di catino, si adagiava una volta il giardino di rose di Re Laurino. Ecco perchè in tedesco il Catinaccio si chiama Rosengarten, cioè Giardino delle Rose appunto.
Re Laurino regnava su un popolo di nani che scavava nelle viscere della montagna alla ricerca di cristalli, argento ed oro e possedeva altresì due armi magiche: una cintura che gli forniva una forza pari a quella di 12 uomini ed una cappa che lo rendeva invisibile.
Un giorno il re dell'Adige decise di maritare la bellissima figlia Similde e per questo motivo invitò tutti i nobili del circondario ad una gita di maggio, tutti tranne Re Laurino. Questi decise allora di partecipare comunque, ma come ospite invisibile.
Quando sul campo del torneo cavalleresco ebbe modo di vedere Similde, colpito dalla sua stupenda figura, se ne innamorò all'istante, la caricò in groppa al suo cavallo e fuggì a spron battuto.
I combattenti si lanciarono subito all'inseguimento per riportare indietro Similde, schierandosi in breve davanti al Giardino delle Rose. Re Laurino allora indossò la cintura, che gli dava la forza di dodici uomini e si gettò nella lotta.
Quando si rese conto che nonostante tutto stava per soccombere, indossò la cappa e si mise a saltellare qua e là nel giardino, convinto di non essere visto. Ma i cavalieri riuscirono ad individuarlo osservando il movimento delle rose sotto le quali Laurino cercava di nascondersi. Lo afferrarono, tagliarono la cintura magica e lo imprigionarono.
Laurino irritato per il destino avverso, si girò verso il Rosengarten, che lo aveva tradito e gli lanciò una maledizione: nè di giorno, nè di notte alcun occhio umano avrebbe potuto più ammirarlo. Laurino però dimenticò il tramonto e così da allora accade che il Catinaccio, sia al tramonto sia all'alba, si colori come un giardino di ineguagliabile bellezza.
(tratta dal web - Bolzano.net)