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M.Pizzocco - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

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M.Pizzocco

Dolomiti > Dolomiti Feltrine > Pizzocco-Erera


NB: questi appunti di cammino sono stati redatti alla buona dagli anni '70, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Alcune foto sono d'epoca ('70-'80) digitalizzate e possono essere interessanti per stimare la diversità di vegetazione.

Le descrizioni e le ricerche sono di Gian Garzotto




Il M.Pizzocco ipotizzato come osservatorio Militare



“…l’Austria, occupato nel 1797 il Veneto, fece lassù esperimenti, per giovarsi di esso come punto di segnali in caso di guerra; e sul 1798 commetteva al barone di Zach di farvi (come sulla Cima Grappa e sull’Antelao) studi per la triangolazione; ma què lavori furono presto abbandonati…” (O.Brentari)
Fu così che venne effettuata ufficialmente la prima salita del M.Pizzocco da parte del Barone Franz Xaver Von Zach (astronomo della corte imperiale, fratello del Barone Anton Von Zach costruttore della Kriegskarte austriaca) accompagnato lassù dal cacciatore Mariano Bernardin di Sagròn.
Il Cap.Carlo Catinelli  e Ludwig Geppert  erano i cartografi incaricati per questa incombenza. Il primo rilevava  la zona di Belluno, il secondo il Feltrino. Avevano a disposizione  ciascuno un cavallo, un mulo e quattro militari in aiuto.  Era stato emanato un bando che imponeva qualsiasi aiuto da parte dei comuni ed il divieto, con sanzioni, di rimuovere i segnali trigonometrici (ometti) da loro apposti come punti per le triangolazioni. La gente locale però diffidava e li abbatteva lo stesso. Non è raro tuttora imbattersi in cumuli di pietre assai alti  ( 1-1.5 mt.) su crinali significativi o confluenze di torrenti.

MASSIMO ROSSI. L’officina della Kriegskarte– pag.67 - Descrizioni militari- Edizioni Fondazione Benetton Grafiche Bernardi Pieve di Soligo Tv-2007
OTTONE BRENTARI. Guida storico-alpina di Belluno-Feltre Primiero-Agordo-Zoldo - Bassano 1887  pag.225 – ist.anast. Atesa Bologna 2006
GABRIELE FRANCESCHINI  'Tempi di consuntivi e confessioni' L.D.B. Natale 2005 pag.28
                             

    SALITA AL M.PIZZOCCO (m.2188)  DAL BIV. PALIA

Sentiero tracciato molto bene e segnato su  terreno. Non numerato dal CAI.  Presenta due brevi tratti rocciosi  che lo classificano sentiero alpinisticamente impegnativo. Accessibile   senza  l'uso  della   corda per tutti   coloro  che frequentano vie ferrate.


                                   La vetta del M.Pizzocco (m. 2188), in secondo piano il M.Tre Pietre



Panorama dalla Vetta del Pizòch verso il Col d'Oregne e Gusela della Val dei Burt.
Il punto rosso sopra le creste di Cimia e sotto il Col Dorìn è l'abisso dei Piani Eterni



                                                         Il M.Pizochèt m.1980



La parete est del M.Pizzocco


                                      Dalla vetta del M.Pizzocco il Sass dei Gnèi ed il M.Fornèl


Parete Ovest del M.Pizzocco


                                                                 Sopra e sotto:    Il Bivacco Palia m. 1574.






                  Il M.Piz ( m. 1608) ed i prati dove è ubicato il Biv.Palia - Dai pressi di Forc. Intrigòs

Dal  biv.  Palia a mt.  1577  si prosegue in direzione sud-ovest,
fino ad  una forcelletta dove  un  sentiero  prosegue  in discesa
verso  il  rif.Ere verso sud-ovest,  ed  un'altro  punta verso la
croce del M.Piz poco distante a Sud.
Si sale verso nord-ovest  per sentiero  ben visibile mantenendosi
sopra ad una fascia di rocce fino ad una costa pianeggiante molto
panoramica verso il Passo Forca.(mt.1670)
Si sale ripidamente a tornanti verso nord-est rimontando il colle
che sovrasta il Bivacco (mt. 1725)
A  questa  quota vi  e'  il   bivio che porta in discesa  a forc.
Intrigos.  Si prosegue verso nord  per traccia  battutissima, con
forte pendenza e poi il sentiero costeggia a sud  le  ripide pale
che scendono dal Pizzocchetto, sempre ben largo e battuto.


La cengia del Pizochèt e, dalla cengia, il sentiero per la vetta


L'altarino sul primo tornante della foto sopra

Si aggira il Pizzocchetto fino a dove il sentiero lascia il posto ad
un passaggio roccioso  in  discesa di  una decina  di  metri, cui
segue  una cengia  ben battuta  che  porta  fino  nel  canale tra
M.Pizzocco e M.Pizzocchetto mt.1950
(In caso  di  neve  e'  utilissima la corda,  da giugno inoltrato
comunque il passaggio non e' pericoloso: 1o grado.)
Oltrepassato il  canalone  il  sentiero  sale ripido per  le pale
mugose del M.Pizzocco, superando una Madonnina (mt.2000) riposta in
una  nicchia e superando un  salto  roccioso  di  due  metri, non
esposto, molto facile.
A tornanti ben battuti si perviene  alla vetta,  dove e' sita una
croce metallica alta circa due metri e mezzo. mt.2186

La cima del monte Pizzocco e' alquanto singolare, in quanto formata
da un crestone ben percorribile che presenta tre cime:
La cima sud e'  quella dove e' sita la croce, la cima centrale, a
circa  cinquanta   metri   piu'   avanti,   e'  munita  di  punto
trigonometrico  in  ferro;  la  cima  nord,  quaranta  metri piu'
avanti, presenta un grande ometto di pietre.
  
Acqua: non vi e' acqua sul percorso.
Dislivello mt.600


Cima di Valscura, M.Pizzocco e Pizochèt che sembrano sovrapposti. Traccia per Col Selvino


      
        Anno 1929 - Alpinisti Piero Teza e Fagro: Forse prima salita cima q. 2175 Nord del M.Pizzocco
                                                  (Foto dall'archivio Maria Teresa Contro).




  DISCESA DAL BIV.PALIA IN VAL SCURA PER ex CASERA  di  COL SELVINO
                                                      (a sud-ovest del M.Pizzocchetto)


E' un ritorno al di fuori del comune in quanto la parte superiore del percorso si effettua per tracce di animali e coste senza quasi traccia.
La prima parte dell'itinerario e' lo stesso che viene usato dai rocciatori per l'avvicinamento alla parete ovest, dove salgono numerose e belle vie su ottima roccia.
Il percorso non e' segnato. Si consiglia la discesa senza problemi di nebbia in quanto e' gia' di per se stesso un pochino problematico per l'orientamento. La salita per questo itinerario e' faticosa e sconsigliata.
Consiglio la discesa in inverno, anche con molta neve, ma non con pericolo di slavine che e' l'unica incognita  invernale.


                         Percorso per Col Selvino: Carta tecnica al 10000 ed  ortofoto satellitare


Panorama del Pizochèt e Pizòc parete ovest scendendo verso Col Selvino


La sottile cresta da discendere

 
il canalino (percorribile) di discesa dalla lunga costa                         Banche ovest del M.Pizzocco


                                             foto dalla crestina di discesa per Col Selvino


                       Dalla costa di discesa verso il Col Selvino: cengie ovest del M. Pizzocco


Dalla chiesetta di S.Mauro di Cergnai il versante ovest del M.Pizzocco

Dal Biv.Palia si segue il sentiero per il M.Pizzocco , superando il bivio per il rif.Ere M.Piz e si sale fino ad aggirare il costone ovest del monte, fino a raggiungere il costone erboso che permette il bellissimo panorama sulle pareti ovest del M.Pizzocco e Pizzocchetto. (m.1735)
Qui si abbandona il sentiero che sale il monte e si traversa in discesa verso la base delle pareti, entrando con un passo roccioso nel canalone che, dipartendosi dalla base delle rocce del M.Pizzocchetto cala ripido dove la  Val Scura si unisce alla Val Cavaller.
Questo ampio canalone e' limitato a nord da una continua crestina (rocciosa verso sud e baranciosa verso nord) che scende parallela al canale. Essa va tenuta d'occhio perche' sara' la costa da scendere.
Si scende una cinquantina di metri per il canalone e poi si divalla per banche ghiaiose sotto alle pareti un centinaio di metri. (m.1600 circa)
Giu' poi per la costa di cui si parlava che si presenta dapprima ampia, poi molto affilata e caratteristica.
La costa presenta sulla sua dx (nord) un canale percorribile, mentre alla sua sx (sud) il canalone che avevamo disceso e' impraticabile per i continui salti di roccia.
(In inverno conviene scendere con molta neve giu' per il filo di cresta della costa, mentre in assenza di neve conviene calare giu' nel canalino a dx , onde non fare indigestione di baranci.)
Si scende giu' per il filo di cresta per baranci sino a che essa sembra non essere piu' percorribile (circa 250 metri di dislivello) e poi si entra nel canale a dx che presenta acqua e lo si supera passando sulla sua dx orografica. mt.1420. Si scende con un passo un po' roccioso per il canalino dove esso e' piu' facile e poi si prende la cengia baranciosa che scorre calando leggermente e ci porta sino alla costa dinnanzi a noi ricca di faggi. (mt.1380)
(tracce tra i baranci)
Ora abbiamo sotto di noi a SEst la Val Cavaller, ad ovest il panorama del sentiero che sale il Passo Forca. L'ampia forcella presenta una frana verso il versante sudest. Si scende per il filo di cresta per bella traccia mantenendosi a dx dove vi sono i baranci, poi il bosco diviene quasi piano .
(sulle carte in questo sito a mt. 1350 era segnata una capanna, ma non vi sono ruderi per quanto vi sia piano a sufficenza per un piccolo villaggio...)
La costa dei faggi presenta una traccia di sentiero che la scende verso sud-est, piu' si scende e piu' la traccia diviene evidente e poi si fa sentiero.
Essa punta giu' verso il canalone (che avevamo seguito molto piu' in alto, sotto il Pizzocco) e lo raggiunge in prossimita' di un piano dove sicuramente vi era una capanna (dx orogr.) e vi e' un caratteristico roccione sporgente (mt.1130).

NB: da qui, una traccia di sentiero punta verso ovest mantenendo la dx orografica e passando sotto ad un roccione punta verso la Val Cavaller.

Al di la del canalone si vede il largo sentiero che taglia in quota , diritto tra i baranci. Lo si raggiunge salendo un passo dal piano e e scendendo nel canale, risalendo qualche metro sul versante opposto.
In breve in mezzo ai baranci si raggiunge una casera diruta (resta solo qualche muretto muschioso m.1123) posta sul limite superiore della costa boscosa che sale dalla testata della Val scura.

   



NB: si tratta della casera di COL SELVINO , sull'omonimo colle, anticamente sede umana di profughi molto frequentata. (Cartogr. Belluno,1898,f.23-1:100.000)

Dalla casera diruta si prosegue per infossata mulattiera in mezzo al bosco di pini (doveva esserci un gran lavoro a giudicare dalla larghezza della mulattiera e dal suo consumo...) la quale cala con tornanti per circa 200 metri e confluisce  al punto in cui il sentiero proveniente dalla chiesetta di S.Felice cala nel greto della Val Scura.
Volendo reperire questo sentiero salendo dalla Val Scura, un riferimento sicuro del bivio e' un cumulo di pietre poste al bivio a destra del sentiero n.852 per il Passo Forca di dimensioni 1mt x 1 mt. (vecchia calchera diruta)
Da qui', in circa 20 minuti si perviene alla chiesa di S.Felice e con altri 15 minuti al parcheggio presso Roncoi, vicino alla teleferica di servizio del Rif. Ere.
Dislivello mt. 1000 circa
Acqua: a quota 1400 mt. circa scendendo
Ore 3 circa.



                                Panorama sul Pievidùr scendendo verso Col Selvino



I rifugiati della Val Scura

Ottone Brentari :“… nella Valle Oscura si rifugiarono nel 1797, alla caduta della repubblica ed invasione francese, molte famiglie di patrizi veneziani, e così nel 1805 diversi feltrini, ed al ritorno degli austriaci nel 1848 varie persone di Agordo, Zoldo e Cadore….”
Severino Casara  “…le montagne – ha detto Chateaubriand - sono l’ultimo asilo della libertà nei tempi della schiavitù, una barriera utile contro le invasioni ed i flagelli delle guerre. E qui ogni valle, ogni cima delle montagne feltrine,  parla di vita dura,  di eroismi dei figli di questa terra,  nella lotta contro l’oppressione nazifascista.”

La casa Pradèl, a mezza Val Scura è un toponimo chiaramente zoldano, Altri raggruppamenti di case ridotte a ruderi si trovano subito a nord di Cima Doss adiacente al rif.Ere (m.1285) alla quota di circa M.1175 nella Val delle Ere. Altri ruderi sulla dx orografica del torrente Vesès in alta val Scura erano collegati con sentiero, ora in disuso, all’eremo di S.Mauro. Ed ancora, in fondo alla Val Scura alto sulla sx orografica vi sono i ruderi degli insediamenti più remoti della zona. Si tratta delle “rovine del Col Selvino” . Per arrivarci: dove l’impluvio del Pievidur si unisce a quello di Val Cavaller e Pala Fioca, alla quota di circa 905 metri, sul sentiero n.852, prima di attraversare il greto, a dx, si incontano i ruderi di una “calchèra”(fornace). Di qui verso nord-est una  mulattiera incavata (non più segnata sulle carte) sale sino ai ruderi di due abitazioni ; nei dintorni altri ruderi -circa 1125 mt.  Un sentiero  collegava le case con i pascoli di Palia. Dal Col Selvino  ora il sentiero non esiste più, sommerso dalle mughe, ma sulle carte è rimasto il simbolo di una capanna quotata m.1349

OTTONE BRENTARI - Guida storico-alpina di Belluno-Feltre Primiero-Agordo-Zoldo - Bassano 1887  pag.226 –
                              rist.anast. Atesa Bologna 2006
IGM -Cartografia:  Belluno,1898 -f.23 -1:100.000
GIOVANNI ANGELINI -La difesa della valle di Zoldo nel 1848- Memorie e documenti a cura di Giovanni Angelini-
                              Padova 1948  Ristampa tipografia Germano Sommavilla BL.-1998
E.BERTOLDIN - G.DE BORTOLI – S.CLAUT -Le Alpi Feltrine –1977 –pag.356-Edizioni Alpine Foto Ghedina-Cortina
SEVERINO CASARA -  "Dolomiti di Feltre" -1969 – pag.96 - Editrice Panfilo Castaldi – Feltre (BL)




                                                               Il rifugio Casera Ere




MONTE PIZZOCCO, PIZZOC, O PIZOCH ?
                         Le sue varie denominazioni nella cartografia.                          
                                                                              
                                                                              
       La  metamorfosi di toponimi ed oronimi nel tempo e' un fenomeno        
       sempre presente in tutte le epoche, dimostrato per iscritto.           
       Molte  volte, chi si accinge a descrivere luoghi, si ritrova in        
       imbarazzo  appunto  per  il fatto che molti nomi orografici e          
       toponomastici  sono  riportati ora in un modo, ora in un altro,        
       a  seconda  della  cartografia  presa  in  esame : quando si e'        
       stabilito di usare un nome esso puo' anche non corrispondere al        
       parlato volgare della popolazione locale.                              
                                                                              
       Nel  1991  l'attivita'  della  "Fondazione  Angelini"  ha  dato        
       l'avvio  alla  catalogazione  degli  oronimi  Bellunesi,  essi         
       verranno  catalogati  in  base  ai  nomi  nella  loro  forma           
       ufficiale  ed  in  quella  locale  dialettale.  Di  pari  passo        
       seguira' la catalogazione dei toponimi.                                
       Questo  lavoro,  una  volta  finito,  offrira'  a  chi  vuole          
       descrivere  le  zone  di    montagna  una  base  sicura  di            
       riferimento,  togliendo  il  timore  di  essere  l'artefice  di        
       cambiamenti dei nomi e di favorire la metamorfosi dei toponimi.        

       Nel  frattempo  chi  scrive  si  deve  affidare al buon senso,         
       valutando  quale  possa  essere  la  scelta  dell'oronimo  piu'        
       indicata per non creare ulteriore confusione.                          
                       
        I riferimenti cartografici della zona  compresa  tra Feltre e
        Belluno risalgono al 1500, tuttavia la prima rappresentazione
        cartografica  ricca di  toponimi  ed  oronimi dalla  quale si
        possa risalire alla denominazione del monte  in  questione e' datata 1713.
        Anticamente  la  montagna  che  oggi  chiamiamo  nel  parlato
        M.Pizoch  veniva denominata come Monte di Palia.
        Il GRANDIS,  nel suo "Dissegno del Territorio di Feltre) pone
        il M.di  Palia in  una  posizione  inequivocabile,  cioe' tra
        Forca (NB.Passo Forca) e M.Sospiroi (NB.M.Sperone).
        Questa  denominazione  rimane  anche  nella  cartografia  del
        GIANPICCOLI (1780) e nella rappresentazione dello ZATTA (1783).
        Anche nel 1802  BACLER D'ALBE usa lo stesso nome in un lavoro
        come ingegnere topografo al seguito di Napoleone.
        Una   carta  della  provincia   di  Belluno   e  Treviso,  di
        ZUCCAGNI-ORLANDINI del 1844 cita il monte come  M.Pizzo.
        Per la  prima  volta,  in  una  carta  topografica  del Regno
        Lombardo-Veneto  levate  del    1833-1856,  compare  il  nome M.Pizzocco.
        Nel  1860  ANTONIO VALLARDI  nella "Carta  della Provincia di
        Belluno" usa il nome M.Pizzocco.
        Nel 1866  il GUERNIERI-SEIFFERT nella propria cartografia usa
        l'oronimo M.Pizzocco.
                                                                      
      - Ottone  Brentari,  nella  sua  guida  dei  "Monti di Primiero e       
       Feltre", edita nella fine del 1800, cita:                              
       ".....Il  Pizzocco  (mt.2187) si distingue facilmente dai monti        
       vicini per la sua torreggiante cima a forma di corno ducale..."        
       Bisogna  considerare  che il Brentari non lesinava toponimi
       riportati il dialetto, (infatti cita il paese di Mean e  Zimia).                
      - La  guida  "Le  Alpi  Feltrine"  edita  nel  1977  e scritta da       
       Bertoldin,  De  Bortoli  e  Claut,  riporta  cio'  che scrive il       
       Brentari e riporta un capitolo con il titolo: "138.PIZZOCCO (m.2186)."
       Quindi stesso nome, ma un metro di differenza di altezza.              
      - Cartografia  del 1948 scala 1:50000 riporta la montagna come M.       
       Pizzocco m.2186.                                                       
      - Cartografia  del  1966  IGM  scala  1:25000 riporta la montagna       
       come M.Pizzocco.                                                       
      - Cartografia  turistica ed. Tabacco scala 1.25000 ed 1:50000 da'       
       alla montagna nome M.Pizzocco.                                         
                                                                              
        -Cartografia turistica ed. LA GIRALPINA scala 1:25000 indica la         
       montagna con il nome di M.Pizoch.                                      
      - Cartografia  di  soli oronimi edita dal CAI di Feltre definisce       
       la cima come M.Pizoch. (1973)                                                
      - La segnaletica C.A.I. di Feltre indica il sentiero per il M.Pizzoc.    
      - Piero Rossi, nel libro "Il Parco delle Dolomiti Bellunesi" cita
        la cima come M.Pizoc.
      - Il  parlato  popolare, peraltro, conferma queste ultime dizioni       
       dialettali la cui pronuncia e' pressoche' identica: Pizoch.            
                                                                              
                                                                   



Sentiero che risale la sx orografica della Val Scura
(Sentiero basso)
                                                                                            
       Il  sentiero  non  e'  numerato  dal  CAI,  era anticamente una        
       strada carrabile adatta al trasporto di legname e di bestiame.         
       Il  percorso  congiunge la localita' Campel di Cergnai (mt.613)        
       con  la  testata  della  val  Scura  dove si biforca con la val        
       Cavaller  (mt.910)  (bivio  con  sentiero da  Roncoi  per passo        
       Forca nr.852).                                                         
                                                                              
       Da  localita'  Campel  di  Cergnai  si  parcheggia  l'auto  in         
       prossimita'del  bivio  per Cesiomaggiore (Casa degli alpini con        
       statua  di  un  alpino). Si prosegue a destra superando qualche        
       casa  ancora abitata e poi in leggera discesa si perviene ad un        
       bivio    dove   la  diramazione di destra scende verso tre case        
       mentre noi andremo diritti, verso la val Scura.                        
       Sempre  in  leggera  discesa  si lascia a destra una abitazione        
       diroccata  e quindi (sopra a noi a dx troneggia la chiesa di S.        
       Felice)  si  traversa  il greto del torrente Veses da sin verso        
       dx  passando  sotto  ad una bella parete di roccia ricoperta in parte di edera.
       Si  supera  proprio  sul  sentiero  una  sorgente di acqua e si        
       inizia a salire con pendenza moderata e costante.
Superata  di circa cento metri la parete rocciosa, sia a dx che
       a  sx del sentiero vi sono molti grossi massi, e stupisce perle        
       sue  dimensioni  e  lavorazione  un masso a sx del sentiero, di        
       dimensioni  circa  60x60x150  cm.  e poco verso valle, un'altro        
       masso cubico, lavorato, di dimensioni 60x60x40 circa.                  
       Le  dimensioni i  del   sasso  e   le  fattezze  lo  potrebbero        
       classificare  tra  le  pietre  usate un tempo come travetti per        
       porta  oppure come pietra adatta ad edificate campanili ecc. ma        
       non  certo per uso domestico o di casera di montagna, bensi per        
       costruzioni di ville od opere sacre.                                   
       Il  sasso  piu'  grande ha profilo trapezoidale, la provenienza        
       di  questi  massi  e'  piuttosto  dubbia: potrebbero essere dei        
       massi  ordinati  ad  una  eventuale cava per edificare, ma cave        
       nei  dintorni  proprio  non  ce  ne  sono. Del resto se fossero        
       stati  ruderi  sicuramente vi sarebbe stato qualche altro sasso        
       di quelle dimensioni ed anche lavorato, tra i tanti.                   
       Puo'  essere  che  sia  precipitato  dalla  zona soprastante di        
       S.Felice,  ma stupisce il fatto che la costruzione della chiesa        
       (e  nemmeno quella delle case diroccate adiacenti) non presenta        
       alcuna pietra di quelle proporzioni.                                   
La presenza di un sasso lavorato di quelle       
       dimensioni, in quel luogo, e' veramente una strana cosa.               


                                   Le pietre lavorate sulla verticale della chiesa di S. Felice

 

Proseguendo  lungo la sx orografica della valle (il sentiero si
       mantiene  sempre  ad  una  trentina  di  mt. dal fondovalle) si        
       superano  dapprima  i  ruderi di una caseretta (sulla sx) e poi        
       ancora  un  covolo con muretto a sx, alfine ci si congiunge con        
       il  sentiero nr.852 che proviene da sx in leggera discesa.             
In  corrispondenza  di questo bivio, sul versante opposto della
       val  Scura,  si  diparte  in  salita  il sentiero che per la dx        
       orograf.  della  valle  congiunge  Campel  Alto  ed  e'  quindi        
       complementare  con  questo  percorso per effettuare un bel giro ad anello)
                                    
                                      dislivello 300 mt. ore 0.45 circa.
       acqua:sorgente all'inizio del sentiero                                 


        

                                                                     
Sentieri della dx orografica della val Scura (Pizzocco-T.Pietre)
 (sentiero 'basso' dx orografica)

Vi sono solamente due sentieri che si  inoltrano nella  val Scura
seguendo la  dx  orografica:  entrambi sono  in  parte  comuni al
sentiero che sale  verso  la  chiesa  di  San  Mauro,  uno scorre
relativamente basso,  poco piu' alto di casere Noie, l'altro cala
dai  prati sovrastanti la  chiesetta.  Entrambi confluiscono alla
testata della val Scura, dove si congiunge con la val Cavaller.
Esii non sono  frequentati poiche'  con  la  creazione  del parco
naturale  della  val  Scura   sono  stati   interdetti  anche  ai
cacciatori,  principali frequentatori della zona.  Fino agli anni
sessanta  veniva  effettuato  anche   un  prosperoso   lavoro  da
boscaioli,  testimoniato dai larghi  sentieri  che  entrano dalla
sin.  orografica;  con la chiusura della ex  malga Miari  e della
malga di Noie si puo'  dire che la valle non e'  piu' frequentata
salvo qualche raro turista amante dei luoghi selvaggi.

La descrizione del sentiero 'basso' della dx orografica della val
Scura  viene  fatta  partendo  da  Campel  Alto,  per  motivi  di
facilita'  di  orientamento,  e  si  consiglia  di  percorrere il
tragitto  come  da  descrizione,  eventualmente ritornando per il
sentiero basso della sx orografica,  compiendo cosi'  un bel giro ad anello.

Da Cergnai si  sale  a  Campel  Alto,  superando  la  'Casa degli
Alpini'  e parcheggiando l'auto  in  localita'  -La  Perina- dove
terminas la strada asfaltata. mt.725.
Si prosegue  per la  pista forestale  che  si  inoltra  nella val
Scura,  superando  una lapide,  un capitello ed  una  fornace ben
conservata, tutti sulla sx.
Poco dopo  aver  superato  l'inizio della  teleferica di servizio
della chiesetta di S.Mauro,  si abbandona la pista che  compie un
tornante a sx  e si  prende  la  mulattiera  dinnanzi  a noi, ben lastricata.
Il sentiero taglia a lungo e completamente tutta la costa boscosa
che scende sotto la chiesetta,  ed effettua un tornante poco piu'
avanti di due grandi abeti con sotto due cumuli  di  grossi sassi
ricoperti  di  muschio,  proprio  dove  la  costa  cala
verso il torrente Veses. ( mt.925)
Sia dal  tornante che da quota 950  mt.  (poco sopra, all'altezza
delle roccette) si diparte la traccia che passa proprio alla base
delle   roccette  (covolo).   Per  non  sbagliare,   in  caso  di
vegetazione  molto alta,  puntare  subito sotto  alle roccette ed
attraversarle alla base, ritrovando cosi' la traccia.
Si aggirano  le  rocce alla  base  per sentiero  evidente che poi
risale una pala  boscosa fino  ad  una caratteristica forcelletta
molto  panoramica a quota  mt.1025.  (Ex zona di appostamento dei
cacciatori  -   questa  ultima  risalita  presenta   un  sentiero
piuttosto  incerto per il  fogliame,  ma anche qui' basta puntare
alla sommita' dx della forcelletta.)
Il canalino che bisogna scendere  al di la'  della forcelletta si
imbocca aggirando il colle a  dx dove il  sentiero diviene ancora evidente.
Si scende la valletta tenendosi sul sentiero  che dapprima scende
tenendosi sulla costa dx,  pittosto ripida,  poi diagonalmente si
riporta  al  centro  e  poi  esce   dalla  valletta  mantenendosi
sottocroda a sx per bel sentierino.
(non c'e'  alcun problema  per scendere la valletta  anche subito
centralmente od a sinistra, perche' essa e' ben praticabile e non pericolosa.)
Si risale a sinistra,  su per altro canalone circa quaranta metri
fino alla base di una frana detritica gialla. (ometti)
Si attraversa il canalone in quota  verso il bosco  di pini della
costa  che abbiamo frontalmente  proprio alla  base  della frana,
poi,  sempre in  quota  si  taglia  il  bosco  verso  nord (esile
traccia)  fino ad  incontrare  il  sentiero  che scende  la costa
dall'alto.(mt.950)  (Anche qui', in caso di nebbia,basta tagliare
in quota la costa ed e' impossibile non incontrare il sentierino)
Quindi con un  bel passaggio su  cengia  inclinata  (ben visibile
anche  dal sentiero  nr.852  della sx orogr.)  il sentiero scende
diagonalmente sempre meno pendente fino  ad un pianoro dove  a sx
vi e' una lapide in marmo a ricordo di un boscaiolo deceduto.
        
                   
                          
Dal  pianoro,  mantenendosi  a dx  sul  bordo  del  torrente, per
sentierino si cala sul greto.  (si arriva esattamente all'altezza
del bivio tra sent.852  per S.Felice e sentiero basso per Campel-
grosso segno bianco su di un masso del greto,  ottimo riferimento
per chi volesse compiere in senso inverso il tragitto)

Non vi e' acqua sul percorso Dislivello mt.275 ore 1 circa.




1973 - La lapide posta a ricordo dell' amico Luigino Ducapa, colpito durante un intervento di spegnimento di un incendio del sovrastante M.Piz. La lapide si trova a brevissima distanza dall'ultimo tornante per il rif. Casera Ere.



                                                                     
         
       AL RIF. ERE  DA  STAOLET (Roncoi)  PER  LE  CRESTE  SUD     
              (Giro ad anello con ritorno per mulattiera)

        Dislivello mt.500
        Non c'e' acqua sul percorso.
        ore 2 circa.

       Si tratta di un breve itinerario molto panoramico da compiere
       in una mattinata o un pomeriggio.  Il  percorso  in salita
       si svolge completamente in cresta per  sentierino ben battuto
       soprattutto dai cacciatori.
       La  salita al  rif.  Ere non e' segnata, mentre la discesa si
       svolge per la normale mulattiera che porta al rifugio.
       Il  percorso  e'  piuttosto ripido e non e' adatto per coloro
       che sono affetti da vertigini.



Il Rif.Ere salendo il M.Pizzocco. A dx il Colle Doss


DESCRIZIONE DEL PERCORSO

        Si  puo'  parcheggiare  l'auto  presso  l'abitato di Staolet,
        sopra  a  Roncoi a mt. 800 circa, dove vi e' la teleferica di
        servizio del Rif.Ere.
        Si  prosegue  per  la  strada  che  taglia la costa sud e che
        in  circa  15-20  minuti porta presso la chiesa di S.Felice a
        mt.903 (Sentiero n.852 per Passo Forca)
        Alla  Chiesa  si  abbandona il sentiero e si sale la costa di
        pini parallelamente ad esso, proprio sul culmine del colle.
        (Qui  non  vi  e' traccia, biogna risalire il colle sempre in
        cresta sino alla fine del bosco)
        Usciti  dal bosco il sentierino appare evidente sulla destra, ad est.
        Si  risale  ripidi  sempre mantenendosi sul versante est, per
        sentierino  ben  battuto sino ad una selletta con uno spiazzo
        artificiale (mt.1100)

       Dalla  selletta  un  sentiero  molto  evidente  cala  con  un
       tornante  alla  mulattiera  sottostante  che  sale  alle  Ere
       agirando  il  colle, in corrispondenza del roccione rossastro
       con un landro. (Troi del fontanon -Costa Cellina o Felina)

        Si  oltrepassa  la  sella e si continua a salire per la costa
        mantenendosi    sempre  sul  versante  est  (destra)  sino  a
        pervenire ad altra selletta quotata sulla carta mt. 1177.
        Si  sale su diritti verso il costone sovrastante per sentiero
        ripido  e  giunti  sulla  spalla  si  prosegue in cresta, con
        pendenza molto minore. (stupendo panorama a nord-ovest)
        Procedendo  sul  filo  di  cresta della spalla si perviene al
        muretto circolare in cima al colle Doss (mt.1297) dove sono
        incise  le direzioni di importanti localita' e montagne.
        Appena  sotto,  a nord, il Rif.Ere si puo' raggiungere con un
        passo in discesa.






       
       SALITA AL RIFUGIO ERE DA RONCOI PER IL 'TROI DEL FONTANON'


Quello che resta del fontanòn a m.1170 c. ed a dx dopo la risistemazione

Dal parcheggio di Roncoi si prosegue ad est per la strada carreggiabile sino alla
chiesetta di San Felice. Si segue il largo sentiero per il Passo Forca ed appena
aggirata la costa Cellina, dopo un breve tratto dapprima in lieve salita e quindi
in leggera discesa, si incontra il bivio con la larga mulattiera che sale
a nord con tornanti sino ad un caratteristico Covolo su roccia rossa  (mt.1050)
Il sentiero ora volge ad ovest risalendo una ripida pala boscosa che ci fa
superare la balza rocciosa che è affrontabile solo dove passa il sentiero.
(tratto un poco esposto ma sempre ben largo e battuto )
Alla quota di m.1130 il sentiero taglia orrizzontalmente verso nord  la costa
del colle delle Ere (Cima Doss) -fogliame- sino al Valon delle Ere a circa 1170 mt.
dove si incontrano dei ruderi di casere ed il rudere del Fontanòn, bosco, vecchio abbeveratoio.

Ora il vecchio sentiero sale per un bosco di pini in direzione nord-est sino
ad incontrare il largo sentiero proveniente dal Biv. Palia per le Ere a quota 1260.
In breve verso sud  sino al Rifugio.

Ore 2 da Staolèt (parcheggio)
Non vi è acqua sul percorso sino al rifugio



                                            Forcella Intrigòs e parete Est del M.Pizzocco


                                                     

            DA CASERA CAMP A FORC. INTRIGOS PER SENTIERO 'SOTTOCRODA'
   
    Si tratta di un sentiero anticamente molto frequentato ma ora in disuso.
    E' tuttavia molto largo e presenta imboscamenti da
   vegetazione solamente allo imbocco dal versante di forc. Intrigos.
    
    Scendendo dalla forc. Intrigos, dove sulla sinistra finisce
la fascia di rocce e la valle si apre, li il sentiero si diparte
dalla mulattiera che scende la forcella (ometto) imboscandosi per
circa dieci metri  sotto i pini per poi ricomparire oltre la
costa molto ben marcato.
    A mt. 1400 vi e' un bivio: scendendo a destra per ripidi
tornanti ci si porta verso casera Camp dal lato est dove vi e' la
pozza di acqua ed il sentiero si vede in basso molto ben battuto.
    Proseguendo diritti, oltre la costa superato qualche
barancio, il sentiero cala nel bosco di pini sovrastanti Casera Camp.
    
    Prima di arivare a Casera Camp dal sentiero del Palia, circa
venti metri prima di oltrepassare la caratteristica spalla
panoramica di pini che si trova ad est della Casera, qualche
metro sopra alla pozza di acqua (cementata), li' si diparte verso
nord la traccia che sale obliqua verso forcella Intrigos,
puntando verso le rocce piu' a sinistra del Sass dei Gnei.
    Dopo vari e comodi tornanti, a mt 1400 si incontra un  bivio
e si prendera' a sinistra arrivando in breve alla congiunzione
con il sentiero per forc. Intrigos. (ometto). Ore 0.30
    non vi e' acqua sul percorso ad eccezione della pozza di Casera Camp.
    Il sentiero non e' segnato dal CAI.
 



    DA FORCELLA INTRIGOS AI PRATI DI PALIA
    
    E' un sentiero che si diparte dalla forcella Intrigos
(mt.1757) e giunge ai prati sovrastanti al biv. Palia (mt. 1829)
attraverso una caratteristica 'intaiada' che sale obliqua verso est.
    Dalla forcella si segue in cresta il dosso erboso che punta
verso la cima del M.Pizzocco verso est, quindi il sentiero si
inerpica per roccette e ghiaie su per una caratteristica  cengia
(acqua nei periodi piovosi) e porta in breve sulla costa erbosa
sopra il bivacco Palia.


Forcella Intrigòs:Bivio per Scalòn e M.Pizzocco

 
    Da forc.Intrigòs: Il sentiero che sale obliquamente per il M.Pizzocco oppure ai prati di Palia


  Traccia GPS con  sovrapp. carta tecnica ed ortofoto satellitare della zona di forc. Intrigès.
(in alto al centro)


                                              Forcella Intrigos vista salendo al Biv. Palia

    Il sentiero non e' pericoloso anche se e' segnato come
difficile sulle carte e può apparire arduo per prospettiva.
    E' molto frequentato. E' segnato dal segnavia del CAI.
    
NB: Dal biv. Palia volendolo seguire, si seguono le indicazioni per
M.Pizzocco e giunti ai prati sovrastanti il bivacco a mo' di pulpito
sopra ad una fascia di rocce, ( m.1830) si traversa in discesa verso la
forcella Intrigos poco distante. Sentiero evidente.

    Ore 0.20 in salita , 0.10 in discesa.
    Acqua solo in stagione piovosa.
    Dislivello mt. 80 circa.
     


    
                                                                          
 DA RONCOI A LOCALITA' CASERA FIOC

Questa attraversata e' molto utile in quanto permette di
collegare i prati di localita' Cumoi sopra Roncoi con le pendici
del M.Fornel senza grandi sbalzi di quota.


Casera Fiòc negli anni '80

Dal parcheggio di Roncoi (fontana) si segue il sentiero per il
biv.Palia, si oltrepassa la strada bianca salendo diritti su per
il sentiero che in breve sbuca ancora sulla strada.
Si prosegue per la strada tralasciando il vicino bivio (a sx )
per il Biv. Palia.
Giunti in vista della sbarra alzata si prende la strada di dx che
porta ad una casera prefabbricata con pollaio ed orto e la si
oltrepassa salendo la strada sterrata che sale tra i prati.
Quando  si  incontra  un  bivio molto  battuto  sulla  destra, si
abbandona la pista e si scende  per il sentiero ben  battuto che,
oltrepassando un  acquedotto,  porta  al  torrente  Brentaz. ( si
sente e si  vede una  cascata a monte ed  a valle un  covolo puo'
offrire riparo.)
Si oltrepassa il torrente e si risale il ripido versante opposto,
aggirando la costa boscosa.
Il sentiero ora prosegue verso est in  leggera discesa pervenendo
in breve nei  pressi  di  casera  FIOC  (mt.855)  dove  la strada
forestale  che  perviene  da  paderno   ha  un   grande  tornante
parcheggiabile.

acqua sul torrente.
ore 0.30 circa.



Salita a Casera Campo (Camp) da Roncoi

E'  il percorso piu' agevole per giungere a questa casera adibita a ricovero.
E'  possibile effettuare un anello  scendendo a casera  Fioc e di
qui nuovamente a Roncoi (ore 2.30 circa)
Da Roncoi nei  pressi della fontana  si sale per il  sentiero che
porta al bivacco Palia.
Poco prima del  bivio  per  forc.Intrigos,  dopo  aver  salito un
tratto un po'  roccioso del sentiero, in direzione opposta di chi
sale si diparte un sentiero in piano.
Questo sentiero porta subito ad una forcellina con un  covolo con
sassi per fuoco. (mt.1300 circa)
Da  essa  si  taglia  un  pendio  in  discesa e si  oltrepassa il
torrente spesso secco con liscie lastre di roccia.
Si passa  dall'altra  parte  della  valletta  e  si  sale qualche
tornante fino ad una sorgente di acqua (gomma di plastica)


Casera Camp anni '80



Nei  pressi della  sorgente ed al  di sotto del  colle boscoso di
Casera Campo verso ovest si diparte il sentierino che porta  su a
forcella  Intrigos (mt.1757)  passando appena sotto alle  crode e
raccordandosi poi con quello principale.

Si sale  la  spalla  ove inizia  il  bosco ed  entrati nel bosco,
proseguendo verso est per  circa duecento metri  si perviene alle
due costruzioni di Casera Campo.
La  Casera  sorge a 1338  mt.  ed e'  dotata di acqua  piovana di
cisterna, di larin, panche, tavolo, legna, pentole e pagliericcio
per circa quattro persone.Vi  sono pure attrezzi  per tagliare la
legna.La discesa verso casera Fioc  si effettua proprio di  fronte alla
porta della casera,  giu'  per  il  bosco di pini per  la massima
pendenza  del  colle.  Ovviamente  non  si  tratta  del  sentiero
originale ma di una traccia di  comodo,  in quanto il sentiero e'
completamente imboscato.

Acqua sul sentiero del Palia prima del bivio con forc.Intrigos-
sorgente poco ad ovest della casera Camp-
Cisterna con rubinetto alla casera (non potabile se non bollita)
Ore 1.30 circa.




Casera Camp dalla pista forestale di Paderno.

Dove finisce la pista forestale che sale da Paderno verso le
pendici del M.Fornel, vi e' casera Fioc a mt. 855 e qui' inizia
una comoda mulattiera che salendo a tornanti, oltrepassa il
costone erboso del M.Fornel.
La mulattiera prosegue poi zigzagando ed inoltrandosi nella
valle, puntando in alto verso un boschetto di pini molto scuri.
Arrivati al bosco, si abbandona la bella mulattiera che si
inoltra nel bosco (per poi salire il M.Fornel) e si piega in
discesa per un sentierino non proprio evidente (in corrispondenza
di due grossi massi rocciosi a sinistra, verso valle.)
Si scendono cosi' circa 30 mt verso un vallone pietroso che si
oltrepassa. Si taglia in piano tutta la pala erbosa che scende
dal Sass dei Gnei fino al greto di un torrentello secco, laddove
inizia il colle boscoso .
Si oltrepassa il torrentello e si sale il bosco di pini per una
traccia non sempre evidente, comunque per la massima
pendenza del colle.
In cima al colle vi e' la Casera Campo (camp) mt.1338.
La discesa per il versante opposto si effettua attraverso il
bosco di pini dietro alla casera verso sud-ovest per un bel
sentiero descritto su altre note.
Dislivello mt.500 circa. non vi e' acqua sul percorso ore 1.30 circa.



                                                                            
SALITA AL M.FORNEL (MT.1773) DA CASERA FIOC DI PADERNO

Il sentiero,  segnato sulle carte, non e' segnato sul terreno, ma
e'  per tre quarti  del percorso  molto evidente e  largo; poi, a
causa dell'erba molto alta, diviene meno evidente, ma intuibile.
Da Paderno per stradina  dapprima  asfaltata,  poi a dx per pista
forestale rotabile si giunge al  termine della strada  nei pressi
di casera Fioc a mt.855.
Sia dal termine della strada che da 40  mt. oltre il suo largo ed
ultimo tornante (fontanella a dx in basso e muretto sulla sx), si
perviene in qualche minuto di cammino a casera Fioc.
NB: si presenta ancora agibile, con tetto in tegole ancora buono.
Attorno, ruderi di almeno quattro vecchie costruzioni.
Si continua per la mulattiera molto larga che a  tornanti sale il
Col dei Fioc;  (a mt.1000 un sentiero si stacca in direzione est,
a dx verso la Costa del Comun.)
Si aggira la costa del M.Fornel e si perviene,  passando sotto ad
un grande covolo, ad un bosco di pini. mt. 1250
(A dx un  sentiero scende nel vallone per poi  risalire  il colle
boscoso dove e' sita Casera Camp a mt. 1338.)
La mulattiera si addentra nel bosco con un paio di tornanti ed il
percorso sempre molto largo,  rimonta a tornanti la costa Sud del
M.Fornel, uscendone con bellissimo panorama a mt.1370.
La mulattiera prosegue ancora per la  costa erbosa ed a  mt. 1450
circa,  dove  vi e'  uno spiazzo sul sentiero,  essa diviene meno
larga, in mezzo all'erba molto alta.


                                     M.Pizzocco, in primo piano il Sass dei Gnèi dal M.Fornèl

Si prosegue su per la costa in direzione della cima del M.Fornel,
puntando verso una betulla isolata, poi si traversa salendo verso
sinistra  (nord-ovest)  passando  sopra  ad  un  gruppo  di faggi
proprio sulla costa erbosa. (gli ultimi e piu' alti faggi).
Qui'  il sentiero  e'  sommerso dalla vegetazione erbosa, bisogna
traversare in  direzione della forcella  tra M.Fornel  e Sass dei
Gnei, passando proprio sotto ad un roccione grigio e liscio.
Qui il sentiero si  lascia vedere ben largo ed  esso  guadagna il
canalino  che sale  la forcella,  e sale sulla sx del  canale per
terreno un po' roccioso.


                                        Dal M.Fornèl verso Picòla in primo piano ed il M.Prabello



     Dal M.Fornèl verso la Porta Bassa ed il Forzelìn dell'Egua. A dx Roa Bianca, sfondo M.Pizzon

Dalla forcella (mt.1700)  e' possibile salire in brev il m.Fornel
traversando verso est ad altro forcellino e poi  per prati salire
gli ultimi 50 mt. verso la vetta.(mt.1773)
E'  possibile rimontare  ancora  per  un  centinaio  di  metri la
crestina verso il Sass dei Gnei fino a q.1825.
Si gode di un grande panorama sulla zona di Cimia, Picola, Col di
Oregne, Roa Bianca e tutto il gruppo dei M.Del Sole.
Dislivello circa 950 mt. ore 2.30 circa. Non c'e' acqua sul percorso




      DA RONCOI AL BIV.PALIA PER IL RIF.CASERA ERE
       
    Sentiero segnato dal CAI di Feltre ma non numerato.
    E'  un percorso molto  battuto su bel  sentiero sempre molto
largo ed evidente.
    
    Si  perviene  dapprima  a Roncoi  e da qui'  si prosegue per
localota'  Staolet  (mt.775)  si  supera una fontana  e si lascia
l'automobile  dove  vi e'  un parcheggio e sale la  teleferica di
servizio per il rif.ERE.
    Si imbocca un sentiero a destra (segnaletica)  il quale sale
per bosco di pini ed  a 1000  mt di quota,  dopo un dislivello di
circa duecento metri, incrocia la fine di una pista forestale ove
vi e' una panchina ed un bidone per le immondizie.
    
    NB:   questo  punto  e'  raggiungibile  in  auto  da  Roncoi
localita'  Fontanelle imboccando una strada molto ripida che sale
sulla destra  (appena dopo  la  curva che  porta  a  Staolet).
      La  strada supera delle case  adibite  a  casera e  lascia
sulla destra una altra strada  che prosegue in piano.   Supera un
parcheggio ove vi  e'  il sentiero per il biv.Palia-forc.Intrigos
che taglia la strada (segnaletica)   e poi prosegue in piano fino
a dove la strada finisce.  
    
    Si sale  diritti per il  sentiero  molto largo che  segue la
linea telefonica  del rifugio,  poi il  sentiero  piega  a destra
sotto al colle dove e'  sito il rifugio e con  un  ampio tornante
(vi e'  una  possibile  scorciatoia)  vi  ritorna  piu'  in quota
attraverso un fitto bosco di pini.
    Usciti  dal bosco si  entra nel prato (adibito  ad eliporto)
dove vi e' la stalla ristrutturata ed adibita a casera e piu' su'
il rifugio Casera Ere (mt.1297)
    
    Dal Rifugio Ere il  sentiero  si  diparte a  nord,  e scende
qualche   passo   inoltrandosi  nella   valle   e  superando  una
caratteristica  forcelletta  rocciosa - pinnacolo di  conglomerato.
    Un bivio indica a destra,  scendendo, una sorgente di acqua.
(Il Fontanòn delle Ere - sentiero per S.Felice.)
Si  prosegue in quota piu'  bassa del rifugio e  poi  il sentiero
(segnaletica)  si inerpica a  destra su per un  costone piuttosto
ripido e quindi con ampi tornanti si porta al centro  del vallone
e lo oltrepassa a sinistra a quota mt.1450.
    Ora il sentiero sale con tornanti  la  costa  sinistra della
valle superando alcune roccette friabili  e poi,  a quota mt.1570
attraversa a destra la valle per una bella cengia su roccia molto
larga (lapide in memoria di  un  giovane),  e per un boschetto di
pini si  porta,  mantenendosi  in  quota,  sul  versante  sud con
bellissimo panorama sulla valbelluna.
    Si  prosegue  tagliando i prati a sud  del  Pizzocco  con un
saliscendi e si perviene sulla spalla  erbosa ove vi e'  il bivio
per salire (verso nord) il M.Pizzocco.



    Si prosegue in  discesa oltre la  costa ,  calando per circa
una decina di metri di dislivello, fino a pervenire, in piano, al
bivacco Palia (mt.1577).
    
    NB:  Dal biv.Palia si diparte verso est il sentiero  che ben
presto presenta un bivio: proseguire diritti verso est in discesa
per poi salire  la  forc.Intrigos  oppure  scendere  a  sud verso Roncoi.
    
    
    Ore 2.30-3 da Roncoi. Ore 1.30 in discesa. Dislivello mt. 800 circa.
acqua: rif.Ere e poco oltre il rif.Ere per il biv.Palia
    oltre il biv.Palia  a nord 50 mt q.1575   





                                                                          
           
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