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Rifugio Dal Piaz - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

(Sito parzialmente in costruzione)
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Rifugio Dal Piaz

Dolomiti > Dolomiti Feltrine > Vette Feltrine

Rifugio Dal Piaz e Val di Lamèn  


NB: questi appunti di cammino sono stati redatti alla buona dagli anni '70, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Alcune foto sono d'epoca ('70-'80) digitalizzate e possono essere interessanti per stimare la diversità di vegetazione.




  Schizzo delle Vette Feltrine da 'Le Dolomiti Bellunesi'

                 

            La strada militare che sale al rif. Dal Piaz e passo delle Vette Grandi
    

                                     SALITA AL RIF.DAL PIAZ DAL PASSO CROCE D'AUNE
   Sent.801
    
    Il percorso originale e'  una strada  militare costruita nei primi anni del 1900.  Attualmente il rifugio e' raggiungibile per la strada  riassestata dal Corpo  Forestale  dello  Stato  che e' rotabile fino al Passo Pietena ma il transito  e' consentito solo per uso forestale da quota 1170 mt. Va detto  inoltre che la  zona fa parte del  Parco Nazionale delle Dolomiti che e' zona protetta integralmente.
    Dal Passo Croce d'Aune a destra si diparte una  rotabile che supera un bivio tenendosi sulla sinistra (la strada che scende si dirige verso Lamen).  Dopo quattro tornanti la strada e' bloccata da una sbarra ed ora   vi e' la possibilita' di seguire la strada oppure  la  mulattiera  che  e'  piu'  breve  ma  piu'  ripida. La mulattiera  prosegue  tagliando la  costa  verso sinistra molto ampia e battuta.  (Segnavia del CAI) Raggiunge la costa del Colle dei Cavai che segue in cresta fino a raggiungere nuovamente la strada forestale.  Si oltrepassa la teleferica di servizio del Rifugio Dal Piaz e  si  prosegue  in  piano fino  ad imboccare il sentiero  che, a destra,  taglia numerosi tornanti della strada, portandoci ad una forcella (strada forestale)  che si  affaccia a  sud-est ( val di Lamèn) come una grande finestra con vista della Valle del Piave. Si prosegue  per la  pista forestale e,  volendo, si possono infilare le scorciatoie ben battute
che tagliano i tornanti, fino a pervenire sul versante  pratoso   ovest  delle  Vette,  da qui, superato e lasciato a sinistra il bivio che porta verso  il passo del  Pavione,   si  giunge  al  Rif.Dal  Piaz   (mt.1993),  posto immediatamente sotto al passo delle Vette Grandi (mt.1999).

                                          
                   
La strada militare che risale al passo delle Vette Grandi  ed al rif. Dal Piaz -le  foto  sono estratte da www.magicoveneto.it

    
    Ore 2-2.30  dal passo Croce d'Aune.
    Percorso inverso ore 1.30 circa.
    Dislivello circa mt.1000 dal passo C.d'Aune
    Non vi e' acqua sul percorso.
        
    NB.  Dal  Rifugio e'  possibile salire al Passo  delle Vette Grandi in  circa cinque minuti  di  cammino.  Vale  la  pena di salirlo per godere il panorama della Busa Grande delle  Vette con l'omonima malga.
Dal  rifugio,  in  circa  45  minuti  si  perviene  al passo Pietena,  in  circa 2  ore si sale  al M.Pavione, in ore 1.30 si giunge al Passo del Pavione, in circa 5 ore al rif.Boz. Si puo'  scendere in val di  S.Martino.  in  circa 2  ore e lo stesso tempo per arrivare a Lamen attraverso  il Forcellone.


                                       LA VALLE DI LAMEN NELLE ANTICHE DESCRIZIONI

La val di Lamen, citata anche dal cartografo Grandis nel 1713 come  transito molto articolato per i pascoli delle Vette, ed addirittura (!)  per Pietena, veniva chiamata nella meta' del 1800  val  dell'Aden. Nome molto suggestivo, purtroppo frutto di un errore cartografico dell'epoca. Dopo  quella  erronea  citazione,  la Val di Lamen non ha maiavuto  un suo oronimo ufficiale sulle carte topografiche, ove e'  citato  solamente  il  torrente che la transita, cioe' il torrente Colmeda ed anche oggi manca l'oronimo.
Il  Grandis  nel 1713 riportava testualmente  (riferendosi ai luoghi  che  dovevano  venire  presidiati  dalle  guardie nei piani di difesa feltrina) le tre diramazioni del sentiero che entrava nella valle, in questo modo:
" Nel principio della val di Lamen, in un trozo che si dirama in  tre parti,  et  il primo sara' baricato alla forcella del
        Monte Lombraor "  (NB: forc. a sud del Col Cesta ? )
" Il secondo sara' Barricato quasi dritto alla valle di Lamen al sito detto Forcelletta."
" Il terzo, che porta verso il M.te Pietena, sara' Barricato alla Forcella"



          


  Due immagini dell'alta val di Lamen: i tracciati del sent.815a/b con evidenziata la Monegheta ed il Forzelòn

        Il  primo  itinerario  e'  sicuramente la continuazione di un sentiero  che  sale  molto ampio la dx orografica della valle
        e  che  si  inerpica  sulla  costa  nord-est  del M.Maserion, tracciato sulle carte odierne sino a quota mt.1300 circa.
        Il  secondo itinerario e' quello oggi segnato ed indicato con numerazione  815a che porta al "Forzelon", di qui' ai pascoli della Busa Grande delle Vette, al tempo chiamata "Prato sopra Fontane"
        L'ultimo (terzo) sentiero   e' quello descritto nel 1713 come sentiero che scavalca la forcella di Dosso Perazze e discende la  valle  opposta fino al Pian dei Violini, per poi risalire verso  Pietena  per  l'omonimo  "Scalon  di Pietena". Si puo' ancora    notare   sulle  carte  parte di questo sentiero ben segnato.  E'  difficilmente  spiegabile  il fatto che venisse
        scavalcata  la  montagna  per  giungere  a Pietena, invece di percorrere  la Val di S.Martino, ma la comodita' e'  evidente per coloro che abitavano nella Val di Lamen, nei vari pascoli di  Pendana,  Calonech, Rufoss, Fastreda ecc. per i quali era meno problematico scavalcare la montagna anziche' aggirarla.

        Oggi  il  tracciato e' corrispondente al sentiero nr.815b che giunto  vicinissimo  alla  Forc.  di  Dosso Perazze, traversa
        verso  ovest sottocroda per poi infilare un ripido canale che porta alla Forcella della Lasta.

        

             
                       Dal 'Forzelon' verso il Dosso Perazze       
 

Tour dei Covoli della Val di Lamèn
(traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)

Il tour dei Covoli della Val di Lamen è un percorso tematico che si snoda sulla testata nord e nord-est della valle. Vi è anche la possibilità di percorrere solamente l'anello più basso e facile, mentre il percorso completo quì descritto richiede una buona sicurezza alpinistica in quanto si snoda su sentieri talvolta esposti e ripidi. Il percorso è segnato con segni gialli-azzurri.
Molte tabelle descrivono flora e fauna locale con cenni storici relativi ai reperti archeologici ritrovati nei covoli.
Si parcheggia l'auto circa trecento metri oltre l'agriturismo della Val di Lamen sui parcheggi laterali della strada. Proseguendo per la stradina si passa sulla dx orografica della valle per un ponte sul torrente Colmeda e si prosegue in salita seguendo la pista forestale in direzione nord.
Alla quota di mt. 887 si segue la pista di dx che oltrepassa un greto e per prati porta al covolo di m.940. (incrocio con il sentiero n.815 CAI). Si scende ripidi per il sentiero CAI lasciando a sx una costruzione in pietra, cinquanta metri oltre si prende a sinistra verso nord (segnaletica).



Ora il sentiero non si presta più ad errori, rasenta molti covoli ed al bivio di quota m.820 vi è la possibilità di calare a valle chiudendo in circa ore 1,30-2,00 l'anello più facile dei Covoli.
Continuando in quota si giunge ad un canalone dove il sentiero si inerpica (corde fisse, tubo di un acquedotto) molto ripido per una costa erbosa talvolta esposto a notevoli precipizii. Con molti tornanti si guadagnano duecento metri di salita raggiungendo le cengie dei Covoli superiori che vanno seguite verso sud-est per sentiero con tabelle descrittive sino al M.Pafagai (croce).
(Il M. Pafagai è anche un ottimo punto di decollo per parapendio).
Si scende per largo sentiero e quindi pista forestale ricongiungendosi alla strada della Val di Lamen proprio dinnanzi all'Agriturismo.
Tour completo ore 3.30-4,00 - Sviluppo km 6,5 - dislivello mt.580
Cartografia Tabacco - 1:25000 UTM-GPS -Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi
Non si trova acqua sul percorso.

                                                                                                                                     
                                          DALLA VAL DI LAMEN AL RIF.DAL PIAZ
                                                   Per il Forzelon e sent. 815-A

Sent.815-A (Segnavia CAI-Feltre)
Si tratta di un antico itinerario gia' conosciuto e riportato  su carte sin dal diciottesimo secolo (Grandis).
Esso  collega  i bei pascoli della val di Lamen a quota 7-800  metri  con i pascoli di montagna delle Vette, quasi a duemila  metri di quota.  Il  sentiero  e' ben marcato, anche se sotto alla vegetazione  esso e' spesso ricoperto di fogliame, vi sono frequenti segni  di    riferimento  bianco-rossi  e  quello  che  stupisce  e'  l'ampiezza  della  carreggiata in rapporto al tipo di terreno  attraversato:  dal basso mai si direbbe che un sentiero cosi'  ben  percorribile  possa  incunearsi  tra  canaloni,  rocce e  ripidissimi prati senza avere dei tratti attrezzati con corde  metalliche.  In  effetti  e'  stato  seguito  un  itinerario molto logico,  allungando   talvolta  il  percorso  per  evitare  punti  mal  percorribili ed effettuando molti tornanti per aggirare rocce  inaccessibili; a volte e' intagliato nella roccia.
Il  percorso  si  snoda  su  sentiero quasi sempre abbastanza  largo,  tuttavia  e' sconsigliabile il transito in condizioni
di  terreno  bagnato  (fango)  ed  in  assenza di un adeguato  allenamento,  in  quanto  il  dislivello da superare e' circa 1300  metri,  su  terreno in buona parte esposto che richiede  assenza di vertigini e piede fermo.  Il periodo consigliato e' da Maggio a Novembre, ed in tutti i  casi in assenza di neve.


    
                                                 Pala Pedavena e Croce d'Aune e la Monegheta


DESCRIZIONE DEL PERCORSO (sent.815A)
Da Pedavena a nord di Feltre si raggiunge l'abitato di Lamen, oltrepassandolo    ed    inoltrandosi  nella  omonima  valle,
        lasciando  a  destra  il ristoro-Bar Genzianella, aperto solo nel periodo estivo. Superato  il greto del torrente Colmeda (tralasciare la pista forestale  che  lo  costeggia  ad est) si parcheggia l'auto a pochi  metri  dal  ponte,  dove  vi  e' la segnaletica per il sentiero 815-A. La  mulattiera  sale verso nord-ovest e quando si avvicina ad una  abitazione  devia a sinistra (ovest) inoltrandosi per la sinistra  orografica  della  valle,  sotto i prati che calano ripidi dal Dosso Perazze che si erge a nord. Si supera, lasciandola a destra,  una  casetta  che puo' dare ricovero  e  si  perviene  ad  una cascatella che puo' essere considerata l'ultimo rifornimento di acqua del percorso. (nei periodi di siccita' la cascatella e' secca)

NB:  per  i  ripidi  prati sopra la cascatella, sul versante est della  valletta,  sale  un  vecchio  sentiero che anticamente
portava  verso la Forcella di Dosso Perazze. Ora e' in disuso  ed e' sostituito dal percorso 815-b piu' agevole.
Esso  si ricongiunge con l'815-b sul punto piu' a monte della  lunga  ed  affilata crestina che il sentiero percorre a quota  mt. 1250 circa.

        Superata  la  valletta  con  la  cascatella si perviene ad un grande  roccione  con  una spianata, buon ricovero in caso di
        improvviso maltempo. Proseguendo ancora, la mulattiera porta ad un' altro roccione spiovente    che  presenta  una  pozza  di  acqua  a  mo'  di abbeveratoio; una cengia rocciosa si diparte verso sud, molto panoramica sulla valle, ma dopo trenta metri si interrompe. ore 1- Siamo al "Covol del Lamon" Da  questo  roccione si dipartono i due sentieri numerati dal CAI  di Feltre come 815-A (verso ovest) ed 815-B (verso nord) Una tabella segnaletica indica le due possibilita'. Si  traversa verso ovest per il sentiero 815-A che attraversa una valletta e poi rimonta con tornanti una costa erbosa. Attraversato  un  canale  dove rimane una lingua di neve sino a  primavera inoltrata, il sentiero si inerpica ripido su per una costa boscosa, ricoperto dal fogliame ma molto evidente. Esso  punta  su diritto verso la cresta del colle dalla quale si  gode un bel panorama su tutta la valle, data la posizione aerea della crestina. Poco distante, ad ovest, una betulla. Il  sentiero  poi  segue  ancora  la cresta ora tenendosi sul versante  ovest, ora sul versante est. Quando la pendenza del terreno  si  fa  impercorribile,  allora il sentiero traversa verso  nordest,  tagliando  (abbastanza  largo) i ripidissimi pendii erbosi poco sopra ad una guglia rocciosa. (mt.1550)
        Vi e' un  passaggio  roccioso  dove  bisogna salire tenendosi sulle  mughe,  poi  il sentiero riattraversa portandosi sopra
        ad  un  terrazzo  mugoso dal quale con un passo in discesa si entra in un canalone detritico.
        Il  percorso  ora  si  tiene  sulla  sinistra  (salendo)  del canalone,  superando  con  stretti  tornanti  delle lastre di roccia  che  sbarrano il passaggio, poi si perviene al centro di esso, dove il canalone ha due diramazioni.
        Contrariamente  a  quello che si puo' immaginare, il sentiero imbocca  la  diramazione  di destra, che sembra meno agevole, ma  la  sale  molto ampio sino ad una selletta sottostante ad un gendarme di roccia. (mughe)


    
                                       
                   
                   Foto scattate dei pressi del 'Forzelòn verso le coste sud del M.Cesta e del M.Maseriòn


NB: Seguendo la diramazione di sinistra si perviene egualmente  al  Forzelon,  ma  senza sentiero.  Si perviene inoltre sulle  cengie sud del M.Cesta percorribili anche se esposte.  Qui  una  traccia  di  sentiero collega la strada che sale al  Rif.Dal Piaz con il Forzelon per terrazze prative molto inclinate e talvolta molto esposte (Cordin delle Vette).

Si  traversa  una  comoda cengia rocciosa contornata da mughe in direzione nordest, poi si sale per terreno un po' roccioso sino  ad  una costa erbosa che si sale verso ovest con comodo sentiero  sino  a  pervenire  ad  una  forcelletta che da sul canalone   che precedentemente avevamo  percorso  cento metri sotto. (Vi e' un picco molto panoramico per fotografie) Ad est la Pala Croce d'Aune e la "Monegheta". Il  canalone  va  risalito  mantenendosi sulla dx seguendo ilsentiero che porta con 50 mt. di dislivello al Forzelon. ( La    forcella e' molto ampia, essa divide il Col Cesta dalle rocce della Pala Croce d'Aune e della Pala Pedavena.(m.1894) Dalla  forcella  un  sentiero  cala  giu' a nord in mezzo alle mughe verso  lo  Scalon  delle Vette, a mt. 1800 vi e' il bivio per il  sentiero 815-B che ritorna nella Val di Lamen tra la Pala Pedavena e la Pala Croce d'Aune.)  Salire diagonalmente sino al  Passo  delle  Vette  Grandi,  seguendo i segni rossi, per sentierino che si snoda a nord del M.Cesta. (ore 0.30)
        Dal  Passo delle Vette Grandi (mt.1994) in due minuti giu' al vicinissimo Rif.Dal Piaz.

        DISLIVELLO mt.1300 circa
        Acqua solo alla cascatella in Val di Lamen se la stagione lo
        permette. Rifornirsi in tutti i casi prima di partire.
        Ore 3.30-4.00

Volendo  compiere  un giro ad anello vi e' la possibilita' di  ritornare  per  sentiero  815-b oppure di scendere sino quasi  al  Passo Croce d'Aune per la strada del Rif.Dal Piaz sino in  localita'  "Le  Boscaie"  e  da  qui',  avvalendosi  di carta  topografica,  rientrare  in Val di Lamen per sentieri e pista  forestale.  (Ma non e' semplice, non conoscendo i luoghi: chi  scrive  ha impiegato piu' di un ora per raggiungere l'auto da  localita' "Le Boscaie" alla Val di Lamen).



 DALLA  VAL DI LAMEN ALLA BUSA GRANDA DELLE VETTE PER IL PASSO DELLA LASTA.
      
Si  tratta  di  un  percorso  su  sentiero segnato dal CAI di Feltre,  il  nr.815b   (complementare con il sentiero nr.815a per un giro ad anello) il quale supera un dislivello di circa        mille  metri  per  sentiero  impegnativo. Non si tratta di un percorso per famigliuole. La  salita  offre  stupendo  panorama  in  ambiente selvaggio accompagnato  dallo sporgere di molte guglie dolomitiche, tra la Pala Pedavena  e la pala Croce d'Aune.   Il  percorso  e'  consigliato in autunno inoltrato, in quanto in primavera i canali innevati rendono pericoloso il percorso ed in  piena  estate, oltre al caldo, vi e' costante presenza di  vipere e di zecche.   (Segnaletica fresca al 1994)

       Dislivello circa 1000 metri
       Ore circa 4
       Non vi e' acqua sul percorso in stagione secca.

                   
                                                         Il sentiero 815b verso il Dosso Perazze

       DESCRIZIONE
      
La  descrizione  inizia  dal  Covol  del  Lamon,  dove  i due percorsi 815a ed 815b  si diramano. Questo  sito e' raggiungibile dalla Val di Lamen in circa 1h. Il Covol e' a 1135 metri. Si imbocca la diramazione di destra ed  un tornante con sentiero molto largo seppur esposto porta sulla verticale del Covol, presso un pulpito molto panoramico sito a mt. 1200. (15 min.) Dal  pulpito  e'  visibile  molto bene il percorso che andra'
        seguito:  si  superano  le  due betulle che troneggiano sulla cresta  e  quest'ultima  andra'  seguita  sino  ad  un canale pietroso.

       NB: Dove la crestina si congiunge al canale, sottocroda da sud, dal basso  perviene  una  traccia di sentiero ormai in disuso che si  diparte  dal  fondovalle, dove una cascatella fiancheggia il sentiero.

        Si  risale  il  canale  per  circa  una  quarantina di metri, direttamente o sul sentierino ripido alla sua destra. Si  esce  dal canalino inerpicandosi sulla destra per gradoni di  roccia  poi  si  traversa  per  buon  sentiero sino ad un pulpito con alcune piante di pino e di faggio.

       NB:  Non  e'  escluso  che  anticamente  il  sentiero  che si descrive  in  questo  luogo  presentasse  un  ponte  di legno che oltrepassava la valletta  e  calava  con ampia traversata verso  il  bosco  di  faggio  che  si  attraversa nel seguire l'itinerario 815a. (quindi con lieve, costante pendenza) Lo  farebbe  pensare  la  pendenza  del percorso che segue ed
       anche  una traccia ben visibile in primavera. Si pensi che il tracciato    era importante e frequentato gia' nel 1700 ed in quegli anni gia' presente nella cartografia del Grandis.(1713) Il tracciato veniva descritto come percorso per "Pietina" che veniva raggiunta ovviamente traversando alla base delle Rocche Brune.
Ora  il  percorso  con  una  lieve,  magistrale  pendenza del sentiero,  classica  d'altri  tempi, diagonalmente oltrepassa la  valletta  che cala dalla Forcella di Dosso Perazze, passa sotto  ad  un caratteristico fungo di roccia visibile sia dal basso  che  dall'alto e compiendo un solo tornante nei pressi di  un  piccolo  landro  perviene  sotto le pareti della Pala
        Croce  d'Aune  mantenendosi  di  una  trentina di metri al di sotto della forcella. Il  sentiero  in  questo  tratto  e' stato ben ripulito dalle mughe e perviene ad un pulpito erboso dove un masso squadrato staccatosi  dalla  roccia ha lasciato una bianca impronta che assomiglia ad un lenzuolo steso. (mt.1490)
        Con un breve tratto in leggera discesa si oltrepassa un luogo ove  sicuramente  vi era un insediamento di pastori, poi piu' avanti  dove uno stretto canalone roccioso taglia la montagna vi  e'  un  altro  Covolo, entrambi con la vegetazione tipica delle zone di pascolo di ovini. (Covolo dello Marino) Si    aggira  la  spalla  rocciosa  della  Pala  Pedavena  su bellissimo,  largo  sentiero  in cengia esposta e si perviene al canalone che andra' risalito sino alla forcella. Salendo  il canalone vi e' segnaletica sia nel suo fondovalle sia  sul suo lato sinistro, salendo. E' consigliabile seguire la segnaletica piu' fresca, salendo alla sinistra del canale.
Si sale per roccette sulla sinistra del canale, diagonalmente poi  la traccia rientra mantenendosi sempre sulla sx salendo. Si  supera,  lasciandola  sulla  dx,  una bella guglia di una ventina  di  metri,  poi  anora  su  per il ripido canale con stretti tornanti. Alla  fine, in vista della forcella, il canale si dirama e si prendera'  a  destra,  seguendo  la  segnaletica,  sino  alla forcella. La  forcella  e' sita a quota mt. 1700 circa, verso nord essa cala molto stretta con un ripidissimo canale pietroso.
        Dalla forcella ci si arrampica sulle roccette mugose alla sua sinistra  (salendo) salendo ad un largo pulpito di mughe dove si pieghera' verso sud-ovest (sinistra) salendo diagonalmente a   sud  dello  spartiacque  sino  ad  una  forcellina  molto panoramica, in mezzo alle mughe.  (mt.1775) (Verso  sud  le  rocce  della Monegheta, verso nord i pascoli
        della Busa grande delle Vette) Si  traversa diagonalmente verso nord per sentiero in discesa e si perviene ad un'altra forcella rocciosa che si oltrepassa calando  di  qualche  metro  fino  ad un pulpito roccioso che andra' aggirato. Questo e' il passo della Lasta (1750 mt): una cengia rocciosa un  po'  inclinata,  con  una corda metallica
di circa cinque metri  fa  guadagnare ancora il sentiero (attenzione). Una  traversata  in  leggera discesa (e' la stessa cengia del passo  lella  Lasta)  di  una  cinquantina  di metri porta ai ghiaioni che calano dalle creste. Il  sentiero  ora  con  leggero  saliscendi porta al bivio di quota mt.1740 in circa cinque minuti dal passo.
        La  segnaletica in questo ultimo tratto e' formata da paletti colorati infissi nel terreno ghiaioso.
Da    questo  bivio  (segnaletica  CAI-Feltre)  e'  possibile scendere  per  lo  scalon  delle Vette in Val di S.Martino in circa  1.45h oppure salire ai pascoli della Busa grande delle Vette (Malga) in circa 20 minuti. Dal bivio, salendo per 150  metri, si perviene al Forcellone in circa 15 minuti.
       Da esso vi e' la  possibilita' di ridiscendere a valle per il sentiero  815a  (Circa  1.45h)   oppure di salire al rif. dal Piaz per sentiero nr.812 in circa 30 min.


                                                             SCALON DELLE VETTE

Sentiero nr.812-
E' il percorso che dal Pian dei Violini porta al piano delle Vette Grandi. Dalla Presa Sass Sbregà (625 mt.) si prosegue per la stradina  fino al termine della Val di S.Martino, dove essa si dirama : a destra per la Val Fratta verso i pascoli di Ramezza ; verso sinistra , in localita' Pian dei Violini, si biforcaulteriormente verso lo Scalon di Pietena e verso lo Scalon delle Vette. Il bivio in fondo alla valle di S.Martino e' segnato molto bene da cartelli indicatori del CAI di Feltre che indicano con precisione direzione e tempi di percorrenza. Il sentiero di destra e' il nr. 803 e porta a forc.Scarnia.
Appena si incontra il torrentello Stien lo si oltrepassa alla sua sinistra ed il percorso si mantiene parallelo ad esso
salendo per bosco di pini e larici fino alla localita' Pian dei Violini ( 896 mt) dove c'e' il bivio che separa lo Scalon delle Vette (a sinistra ) dallo Scalon di Pietena (a destra.) In caso di maltempo, proseguendo per 2-3 minuti per il
sentiero dello Scalon di Pietena, nel mezzo di un fitto bosco di pini, vi sono due casere con tetto in buone condizioni che possono offrire riparo.
Ore 0.45 dalla partenza.

                        
                                  Lo scalòn delle Vette fotografato dalla Forcelletta del M.S.Mauro

Si prosegue diritti salendo per un quarto d'ora ancora sulla sinistra della valle e poi il sentiero si porta sulla destra
salendo con moltissimi tornanti sul costone destro della valle stessa e si manterra' sulla destra fino in alto, dove sulle roccette (1500 mt) un ottimo lavoro di origine militare ha permesso con cinque tornanti provvisti di massicciata e ringhiere metalliche (ora restano solo gli infissi verticali) di superare un punto che in precedenza doveva essere piuttosto critico.
In quel punto si vede come dovesse essere molto larga un tempo la mulattiera con una pendenza costante caratteristica delle opere militari.
Superata la fascia di roccette si perviene ad una forcelletta dove si capisce che non si e' affatto arrivati alla
sommita' del sentiero, ma la pendenza diminuisce assai e si prosegue sulla dx di alcune doline che sprofondano al centrodella valletta. Notare che il terreno ora e' chiaramente carsico. (1700 mt. - un po' in alto a sx notare sulle ghiaie la traccia del sentiero che sale diagonalmente per forcella Lasta -nr.815b- e si puo' scorgere anche la scaffa rocciosa che e' il passaggio critico su cengia di suddetto percorso) Si prosegue ora con lieve pendenza attraverso prati erbosi, bisogna fare attenzione ai segni bianco-rossi: non puntare diritti verso la sommita' dei colli erbosi, anche se il sentiero va in quella direzione (OVEST), (poco male...si arriverebbe in 20 min. alla Malga della Vette Grandi incrociando poi la strada carreggiabile militare ) ma seguire i paletti bianco-rossi che fungono da segnavia (in mezzo all'erba piuttosto alta in estate) verso sinistra (SUD-OVEST) fino ad un cartello che segna il bivio per forcella Lasta (NB: il sentiero che correva parallelo alla ns. sinistra , attrezzato per circa cinque metri, che porta a Lamen). ore 3.00 circa dalla presa Sass Sbregà. Proseguire dritti verso un canalino e la ripida cresta
erbosa fino ad un forcellone (1894 mt- panorama sulla valle del Piave) che presenta una altro bivio per Lamen (815a)e da qui', a sinistra (OVEST) , e' visibile il Passo delle Vette Grandi (mt.1999) immediatamente dietro e' sito il Rif. Dal Piaz.



Il sentiero ora prosegue diritto verso il suddetto passo, tagliando un costone di ghiaie e mughi, sempre ben segnato ma chiaramente non piu' di tipo militare. Esso ci porta in una ventina di minuti , sovrastando il piano delle Vette grandi , direttamente al Passo. Dal passo una rotabile militare (801) scende lievemente e poi risale con due tornanti verso passo Pietena (Nord) mentre dal versante feltrino la strada scende al vicinissimo rifugio Dal Piaz e quindi al passo Croce d'Aune.
NB: Qualche metro ad ovest del passo si diparte un sentierino segnato dal CAI di Feltre che , seguendo le creste in direzione NordOvest, porta sulle Vette Grandi, Col di Luna, Monte Pavione ecc ecc. In due minuti si arriva al Rif.Dal Piaz. mt.1993.


Percorso ore 3.30 circa in salita.
In discesa circa ore 2.00.
Acqua : in fondovalle torrente Stien
Malga delle Vette Grandi
Rif.Dal Piaz.



 Kriegskarte di Anton Von Zach (1798-1805) - Ritaglio (Tav.XI-10 Feltre) ufficiale cartografo Ludwig Geppert zona di Val di Lamèn - notare i vecchi toponimi molto interessanti.



L'Alta Via Nr.2 'Delle Leggende'

Da Bressanone a Feltre o viceversa.
La parte feltrina della alta via nr.2 giunge dal Passo Cereda ai rif. Feltre attraverso l'Intaiada. Prosegue per il Troi del Casarin sino al rif. Boz per il Pass de Mura, cavalca il Passo Finestra e la scalinata del roccioso Sasso Scarnia passando poi per le cime di Ramezza, Passo Pietena, Busa delle Vette Grandi e rif. Dal Piaz. Scende poi al Passo Croce d'Aune e di quì a Feltre.
E' il tratto più bello vorrei dire tra tutte le alte vie che finora ho percorso.

Nel 1966 Mario Brovelli (allora Primario del Laboratorio Analisi Osp. Civ. di Belluno e delegato del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino della Provincia di Belluno) pubblicava due articoli sulla rivista 'Lo Scarpone' proponendo il tracciato di quella che dovrà poi divenire l' Alta Via delle Leggende.
Lo studio nel dettaglio del percorso è continuato con la insostituibile  collaborazione della Guida Alpina Sigi Lechner che a sua volta ha coinvolto altri personaggi dell'alpinismo italiano, austriaco e tedesco. Si può dire che Mario Brovelli sia stata la 'mente' mentre Sigi il 'braccio'. Non volendo incorrere in errori, visto che era nata la polemica sulla paternità dell'Alta Via nr.2, dovuta soprattutto a più varianti con più pubblicazioni internazionali, riporto la scansione della  prefazione della guida di Mario Brovelli, 1973:





NB: è possibile scaricare la traccia GPS gratuita e completa del percorso dell'Alta Via dal sito www.wikiloc.com



                                               
   DAL RIF.DAL PIAZ AL PASSO PIETENA

Sentiero nr.801-
Dal rifugio Dal Piaz  (mt.1993)  si  sale  al  passo  delle Vette Grandi in qualche minuto. mt.1999
Dal passo notiamo sulla sinistra su per la cresta, il sentierino segnato che percorre le creste delle Vette Grandi e prosegue fino
alla cima del M.Pavione. Appena  dopo  il  passo un'altro  bivio porta (est)   a   Lamen -
Vignui  verso i sentieri  dello Scalon  delle Vette che  scende a Vignui e del  passo Lasta che cala  attrezzato e  ripido a Lamen.  812 e 815a-815b) La strada  militare  prosegue  in  leggera discesa verso  la busa grande delle Vette:  si  possono  notare  le  malghe  delle vette  Grandi e le  malghe delle  vette piccole.  (acqua alla malga piu' vicina)  La strada prosegue poi in piano verso  nord costeggiando  il sistema di  creste  (che  si  puo'  anche risalire  tramite un sentierino poco piu'  avanti del bivio con la  malga, a sinistra)
poi inizia a salire  e con due tornanti  giunge  al passo Pietena mt. 2086 (cartello del CAI) Ore 0.45 dal rif.Dal Piaz.


Dal Passo delle Vette Grandi verso lo Scalon delle Vette - La Forcelletta del M.S.Mauro.


NOTA STORICA: 29 settembre 1944 - Rastrellamento delle Vette Feltrine

I tedeschi nel 1944 avevano annesso al terzo reich le provincie di Trento e Belluno costituendo la zona detta Alpenvorland, di fatto Germania. Non ammettevano che vi fossero 'ribelli' o 'banditi' nel loro territorio e così iniziarono i grandi rastrellamenti del M.Grappa, del Cansiglio e delle Vette Feltrine dove avevano impegnato 9000 uomini con armi leggere ed anche pesanti.

Nei pressi del passo  Pietena  sul filo di cresta in direz. Sud (porta il  nome  di  Cavalàde  di  Pietena),
si   distinguono  evidenti fortificazioni di difesa del passo (lapide a memoria degli avvenimenti). Mentre la strada militare era stata  costruita dal  Genio  Militare  prima  della  prima guerra mondiale,  quelle fortificazioni erano opera dei Partigiani: li era appostata una mitragliatrice a difesa  del passo.  I tedeschi provenivano dal rif. Dal Piaz ed avevano preso posizione presso la malga delle Vette Grandi.  Dal Passo delle Vette Grandi tenevano sotto  tiro di copertura  il  passo Pietena con  un  mortaio, mentre i soldati tedeschi prendevano posizioni piu' avanzate.

I gruppi Partigiani si appostavano poi tra i massi della Cima delle Dodici da dove controllavano meglio i tedeschi rallentandone l'avanzata. Il rastrellamento tedesco avanzava anche verso Malga Monsampian da dove i Partigiani si sganciarono accompagnati da un pastore per le Buse dei Piadoch nottetempo verso Pietena. In seguito i Partigiani,  il cui comando di brigata  era a malga Pietena,  considerarono   di arretrare in posizioni  piu' sicure. (enorme disparita' di forze) Si  ritirarono  assieme alla  compagnia  Churchill,  (composta da inglesi) comandata dal Maggiore inglese Harold William Tilman, presso gli enormi macigni della Piazza  del Diavolo,  dove  ancora  oggi  si vedono molti muretti a secco che chiudono  i massi  inclinati  e qualche lamiera come  riparo  dalle intemperie.  Tutte  le  vie di scampo erano state bloccate dai  tedeschi sia a  sud che a nord  come ad est ed   ovest, eppure lo sganciamento dai tedeschi riusci' anche se  con la  perdita di  5  uomini:  in soli tre giorni la brigata partigiana si sciolse e si sgancio' dal nemico. Parte dei Partigiani sgusciarono per la Val di Lamèn, seppur presidiata. Alcuni discesero persino per le balze nord del M. Ramezza (!), altri ancora per il Covolòn Sfondrà e La Giazzera oltrepassarono Ramezza e per la forcelletta si rifugiarono in Val di Saladèn. (tra questi H.W.Tilman, Ross, Vittorio Gozzer della compagnia Churchill.)
Poi si ricostitui' altrove sull'altopiano del Cansiglio,  anche perche'  i nazifascisti avevano dato alle fiamme quasi tutti i casolari delle Vette Feltrine.


GIUSEPPE SITTONI 'Uomini e fatti del Gherlenda' ass. cult. Mosaico - Progetto Memoria

Per approfondimenti:
ESTER CASON ANGELINI - Missione 'SIMIA' H.W.Tilman un maggiore inglese tra i partigiani - 1981 Tip.Piave-BL
MEZZACASA ROBERTO - Da Falcade ad Asiago sui sentieri dei partigiani. Percorso esc. "via H.W.Tilman"1995
GIUSEPPE SITTONI 'Uomini e fatti del Gherlenda' ass. cult. Mosaico - Progetto Memoria - PDF da WEB
GIORGIO VICCHI 'Diario partigiano (31 marzo - 24 giugno 1944)' a c. Luca Alessandrini e Roberto Mezzacasa ed. Pendragon 2015



Dal Passo delle Vette Grandi (da qui i tedeschi sparavano con un mortaio verso passo Pietena)




TRAVERSATA DALLA BUSA DELLE VETTE ALLA BUSA DI CAVAREN
PER IL PASSO DELLE CAVALLADE

Dove la strada militare per il Passo Pietena inizia a salire, si devia per una costa
erbosa dove sono siti dei massi stratificati simili ai "Libri di S.Daniele".
Si sale verso ovest, in direzione della sella.
Il sentiero e' evidente e molto frequentato. Sale poi con un tornante scavato nella
roccia. Si perviene alla sella una decina di metri sotto ad un piccolo giaione, sito
sul versante Col di Luna e questo e' l'unico riferimento nella uniformita' della  larga sella erbosa.


Foto dal Passo Pietena - Il circoletto racchiude il 'sarcofago della regina' degli scritti di Severino Casara.


Gregge di pecore al Passo delle Cavallade


Il 'Sarcofago della Regina' degli scritti di Severino Casara all'incrocio del sentiero che scende dalle Cavallade ed il
sentiero che nella Busa Grande delle Vette sale al Passo Pietena.

Mentre il versante della Busa delle Vette presenta un passaggio obbligato, scendendo verso la Busa di Cavaren non vi sono problemi e la discesa piu' agevole si fa calando dapprima giu' diritti aggirando qualche roccetta e poi raccordandosi verso sud alla strada scendendo diagonalmente verso sinistra.



      TRAVERSATA DAL PASSO DEL PAVIONE AL RIF.DAL PIAZ
Sent.810

    Il passo del Pavione e'  sito tra il M.Pavione ed il M.Vallazza
a mt.  2060. Separa i pascoli di malga Agnerola sopra il rif.Vederne
da quelli di malga Monsampian sul versante di Aune ben  piu' alti di quota.
    La mulattiera di cui descriviamo il percorso  e' opera militare
ed  e'  scavata  in  parte  sulla  roccia.  Un  tempo  doveva essere
carreggiabile.  Si mantiene pressoche' sempre alla stessa quota, con
saliscendi poco pendenti e minimi (30-40 mt)
    Dal Passo del Pavione si scende per l'ampio prato  una trentina
di  metri verso sud fino  ad  imboccare la  strada  che, proveniendo
dalla cima del monte Vallazza  dove sono siti  dei ripetitori radio,
aggira la busa di Monsampian dove sorge la malga  di Monsampian fino
alla cresta  che scende  dalla cima  di  Monsampoian (mt.2280) verso sud.
    
    NB. dalla Malga di Monsampian il sentiero 810 prosegue per Aune
scendendo lo scalon.
    
    Dove la  strada  aggira la cresta  si incontra la  stradina che
proviene da destra  (malghe)  e si raccorda in salita con  il nostro percorso.


La Busa di Cavarèn con il sentiero che sale al Passo delle Cavallade

    Entriamo  ora in  un  altro circo glaciale  e piu' precisamente
nella busa  di  Cavaren,  che e'  molto ampia,  ma non presenta piu'
traccia  di  ghiacciaio.  Si puo'  notare  la  strada  che lo aggira
completamente, e sparisce alla nostra vista laddove aggira la cresta
che , scendendo dalle Vette Grandi, congiunge il Collaz.
    Nel fondo della busa di  Cavaren vi e'  un aquedotto recintato,
ed una fontana che pero' non e' utilizzabile e quindi dell'acqua gli
assetati ne possono solo sentire il rumore...
    A nord possiamo vedere la cresta  del Pavione,  con il ghiaione
che scende  dalla sua spalla  orientale che viene spesso  usato come
scorciatoia per la discesa con gran  divertimento  delle persone che
calzano scarponi da 'veci'.
    Aggirata la busa di Cavaren  entriamo in un  altro anfiteatro e
subito sotto a noi notiamo i ruderi di una casera. Sulla crestina in
fondo a questo vallone dovremo imboccare un  sentiero  segnato sulla
sinistra che con un  passo piuttosto ripido  ci porta  in cresta, da
qui' sulla rotabile che sale in vista del  rif.Dal Piaz. (mt.1993)
    
    Ore 1.30 dal passo del Pavione.
    Stesso tempo per il percorso inverso.
    Non c'e' acqua sul percorso.




       SALITA DAL RIFUGIO FONTEGHI AL PASSO DEL VALON

  E'  una antica strada pedonale che  congiungeva il Primiero e  la Val Belluna.
        Il sentiero inizia dal rifugio Fonteghi   dove la  val Noana si
  congiunge con la val Nagaoni  mt.1100
        Il segnavia e' il nr.733 ; si salgono otto gradini di pietra di
  fronte al rifugio e si sale il colle fino a quattro case  di  cui una
  affrescata.  Si taglia  il  prato verso destra  entrando  nel bosco e
  giungendo in breve fino alle case di  Valpiana di Sopra a  quota 1166
  mt.  e,  giunti  ad  un  pozzo  rotondo  sulla  destra,  il  sentiero
  decisamente sale   a  sinistra  (sud)  davanti  ad una  casa in stile
  tirolese fino alla sommita' del colle.
  Qui', guardando le Vette, abbiamo dinnanzi a noi il panettone boscoso
  del col Aghere'  (1564). Proprio dietro a questo colle il vallone che
  dovremo risalire. Con un binocolo si distingue il sentiero.


Rtaglio da Kriegskarte di Anton Von Zach - Si notino le antiche dizioni delle valli in Tirolo: Val Stoa e Val Piana.
Anche la dizione Col della Fontana è interessante perchè lascia presumere una sorgente che non conosciamo.

  Si scende qualche metro nel prato  sottostante e si  entra nel bosco,
  ove il sentiero  gira bruscamente  a sinistra.  Si prosegue ora verso
  est fino a giungere dietro ad una grande costruzione in legno adibita
  probabilmente a campeggio  per  ragazzi ,  con  una  fontana  ed una
  chiesetta sul colle. mt.1239
        Si segue la strada forestale in discesa che  subito presenta un bivio :
  salire  la strada di sinistra che subito dopo fa due tornanti e
  seguirla passando poi sulla destra salendo la Val di Roda.
       Dopo un tornante la strada diviene ben piu' dissestata e, dove
  essa finisce, si passa sulla sinistra, salendo, della Val di Roda,
       oltrepassando il canalino a 1400 mt.e seguendo i segni rossi
  sul sentierino e sugli alberi fino ad arrivare ad un canalino
  pietroso che presto diviene ghiaione, il quale scende da una fascia
  di rocce sovrastate da mughi. La base di queste rocce e' a 1650 mt
  che e' la stessa altezza di un evidente pulpito che notiamo guardando a sinistra.
       Il sentiero sale ripido sull'erba a destra del bordo del
  ghiaione, con traccia molto esile, fino sotto al bordo destro della
  fascia di rocce, dove il sentierino diviene sentiero molto evidente
  e ben tracciato.Avendo perso la traccia e volendo riguadagnare il
  sentiero dovete tenere presente che esso passa molto evidente sotto
  le roccie sulla parte piu' a destra di esse.
       Aggirata la fascia di rocce che sono molto liscie e
  strapiombanti, si giunge ad un terrazzino molto comodo per una sosta
  dal quale si puo' ammirare l'erboso ed ampio vallone ad anfiteatro
  che dovremo risalire. Da notare la parte in alto a destra del
  vallone dove vi e' una forcellina con a destra uno spuntone mugoso,
  poiche' li passa il sentiero.
          ore 2.00 dal rif.Fonteghi mt.1740
       Si risale il vallone sulla sua sinistra tagliando un ghiaione
  sulla sommita' del quale in agosto (1990) e' presente ancora
  ghiaccio mt.1780 - poi si risale il vallone su sentiero molto
  evidente e segnato dapprima al centro del vallone e poi alla
  sinistra, solo in alto il sentierino tagliera' tutto il vallone da
  sinistra verso destra fino ad arrivare alla forcellina con spuntone
  che avevamo visto precedentemente dal basso. mt.1945
        Dalla forcellina si gode un bel panorama sia del vallone
  appena salito che della Cima Dodici che appare molto vicina a
  sudovest con tutto il sistema di cenge che si susseguono a strati e
  la tagliano a nord come grandi scalini. Dal rif.Fonteghi ore 2.30

          Si scende per una decina di metri dall'altra parte della
  forcellina e poi il sentiero si mantiene sempre a quella quota con
  saliscendi minimi, diviene anche piu' esile ma sempre molto
  evidente. Si traversa ora verso la Cima Dodici (sudovest)
  attraversando in quota tre vallette e con qualche passo delicato
  laddove il sentierino e' un po' franato, si arriva  ad una selletta
  con una crestina di roccia . Da qui' si vede il canalino roccioso
  terminale che si imbocca tagliando un pendio erboso :il sentiero
  sale il canalino roccioso con vari strettissimi  tornanti e ci fa
  pervenire sulla cresta della Busa di Pietena alla forcella del Valon.
       Ore 3.00 dal rif. Fonteghi.  mt.2061
       Scendendo ore 1.45 dalla forc.
       Dalla forc.del Valon al rif. Dal Piaz ore 1.45
       Dislivello circa 1000 metri
       Acqua presente solo al nevaio, se la stagione lo permette.

NB:   Diritti sotto alla forcella, nella Busa di Pietena, vi sono due
  lame di acqua, che possono servire da riferimento in quanto la
  forcella del Valon non e' evidente nel sistema di sellette delle
  creste. Venti metri sotto alla forcella corre il sentiero che verso
  destra porta al passo Pietena (15 min) ed il rif.Dal Piaz (40 min) e
  verso sinistra ( Est) porta verso Ramezza ed il rif.Boz (circa 4 ore)





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