Rifugio Dal Piaz
Dolomiti > Dolomiti Feltrine > Vette Feltrine
Rifugio Dal Piaz e Val di Lamèn
NB: questi appunti di cammino sono stati redatti alla buona dagli anni '70, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Alcune foto sono d'epoca ('70-'80) digitalizzate e possono essere interessanti per stimare la diversità di vegetazione.
Schizzo delle Vette Feltrine da 'Le Dolomiti Bellunesi'
La strada militare che sale al rif. Dal Piaz e passo delle Vette Grandi
SALITA AL RIF.DAL PIAZ DAL PASSO CROCE D'AUNE
Sent.801
Il percorso originale e' una strada militare costruita nei primi anni del 1900. Attualmente il rifugio e' raggiungibile per la strada riassestata dal Corpo Forestale dello Stato che e' rotabile fino al Passo Pietena ma il transito e' consentito solo per uso forestale da quota 1170 mt. Va detto inoltre che la zona fa parte del Parco Nazionale delle Dolomiti che e' zona protetta integralmente.
Dal Passo Croce d'Aune a destra si diparte una rotabile che supera un bivio tenendosi sulla sinistra (la strada che scende si dirige verso Lamen). Dopo quattro tornanti la strada e' bloccata da una sbarra ed ora vi e' la possibilita' di seguire la strada oppure la mulattiera che e' piu' breve ma piu' ripida. La mulattiera prosegue tagliando la costa verso sinistra molto ampia e battuta. (Segnavia del CAI) Raggiunge la costa del Colle dei Cavai che segue in cresta fino a raggiungere nuovamente la strada forestale. Si oltrepassa la teleferica di servizio del Rifugio Dal Piaz e si prosegue in piano fino ad imboccare il sentiero che, a destra, taglia numerosi tornanti della strada, portandoci ad una forcella (strada forestale) che si affaccia a sud-est ( val di Lamèn) come una grande finestra con vista della Valle del Piave. Si prosegue per la pista forestale e, volendo, si possono infilare le scorciatoie ben battute
che tagliano i tornanti, fino a pervenire sul versante pratoso ovest delle Vette, da qui, superato e lasciato a sinistra il bivio che porta verso il passo del Pavione, si giunge al Rif.Dal Piaz (mt.1993), posto immediatamente sotto al passo delle Vette Grandi (mt.1999).
La strada militare che risale al passo delle Vette Grandi ed al rif. Dal Piaz -le foto sono estratte da www.magicoveneto.it
Ore 2-2.30 dal passo Croce d'Aune.
Percorso inverso ore 1.30 circa.
Dislivello circa mt.1000 dal passo C.d'Aune
Non vi e' acqua sul percorso.
NB. Dal Rifugio e' possibile salire al Passo delle Vette Grandi in circa cinque minuti di cammino. Vale la pena di salirlo per godere il panorama della Busa Grande delle Vette con l'omonima malga.
Dal rifugio, in circa 45 minuti si perviene al passo Pietena, in circa 2 ore si sale al M.Pavione, in ore 1.30 si giunge al Passo del Pavione, in circa 5 ore al rif.Boz. Si puo' scendere in val di S.Martino. in circa 2 ore e lo stesso tempo per arrivare a Lamen attraverso il Forcellone.
LA VALLE DI LAMEN NELLE ANTICHE DESCRIZIONI
La val di Lamen, citata anche dal cartografo Grandis nel 1713 come transito molto articolato per i pascoli delle Vette, ed addirittura (!) per Pietena, veniva chiamata nella meta' del 1800 val dell'Aden. Nome molto suggestivo, purtroppo frutto di un errore cartografico dell'epoca. Dopo quella erronea citazione, la Val di Lamen non ha maiavuto un suo oronimo ufficiale sulle carte topografiche, ove e' citato solamente il torrente che la transita, cioe' il torrente Colmeda ed anche oggi manca l'oronimo.
Il Grandis nel 1713 riportava testualmente (riferendosi ai luoghi che dovevano venire presidiati dalle guardie nei piani di difesa feltrina) le tre diramazioni del sentiero che entrava nella valle, in questo modo:
" Nel principio della val di Lamen, in un trozo che si dirama in tre parti, et il primo sara' baricato alla forcella del
Monte Lombraor " (NB: forc. a sud del Col Cesta ? )
" Il secondo sara' Barricato quasi dritto alla valle di Lamen al sito detto Forcelletta."
" Il terzo, che porta verso il M.te Pietena, sara' Barricato alla Forcella"
Due immagini dell'alta val di Lamen: i tracciati del sent.815a/b con evidenziata la Monegheta ed il Forzelòn
Il primo itinerario e' sicuramente la continuazione di un sentiero che sale molto ampio la dx orografica della valle
e che si inerpica sulla costa nord-est del M.Maserion, tracciato sulle carte odierne sino a quota mt.1300 circa.
Il secondo itinerario e' quello oggi segnato ed indicato con numerazione 815a che porta al "Forzelon", di qui' ai pascoli della Busa Grande delle Vette, al tempo chiamata "Prato sopra Fontane"
L'ultimo (terzo) sentiero e' quello descritto nel 1713 come sentiero che scavalca la forcella di Dosso Perazze e discende la valle opposta fino al Pian dei Violini, per poi risalire verso Pietena per l'omonimo "Scalon di Pietena". Si puo' ancora notare sulle carte parte di questo sentiero ben segnato. E' difficilmente spiegabile il fatto che venisse
scavalcata la montagna per giungere a Pietena, invece di percorrere la Val di S.Martino, ma la comodita' e' evidente per coloro che abitavano nella Val di Lamen, nei vari pascoli di Pendana, Calonech, Rufoss, Fastreda ecc. per i quali era meno problematico scavalcare la montagna anziche' aggirarla.
Oggi il tracciato e' corrispondente al sentiero nr.815b che giunto vicinissimo alla Forc. di Dosso Perazze, traversa
verso ovest sottocroda per poi infilare un ripido canale che porta alla Forcella della Lasta.
Dal 'Forzelon' verso il Dosso Perazze
Tour dei Covoli della Val di Lamèn
(traccia gratuita GPS disponibile sui link citati)
Il tour dei Covoli della Val di Lamen è un percorso tematico che si snoda sulla testata nord e nord-est della valle. Vi è anche la possibilità di percorrere solamente l'anello più basso e facile, mentre il percorso completo quì descritto richiede una buona sicurezza alpinistica in quanto si snoda su sentieri talvolta esposti e ripidi. Il percorso è segnato con segni gialli-azzurri.
Molte tabelle descrivono flora e fauna locale con cenni storici relativi ai reperti archeologici ritrovati nei covoli.
Si parcheggia l'auto circa trecento metri oltre l'agriturismo della Val di Lamen sui parcheggi laterali della strada. Proseguendo per la stradina si passa sulla dx orografica della valle per un ponte sul torrente Colmeda e si prosegue in salita seguendo la pista forestale in direzione nord.
Alla quota di mt. 887 si segue la pista di dx che oltrepassa un greto e per prati porta al covolo di m.940. (incrocio con il sentiero n.815 CAI). Si scende ripidi per il sentiero CAI lasciando a sx una costruzione in pietra, cinquanta metri oltre si prende a sinistra verso nord (segnaletica).
Ora il sentiero non si presta più ad errori, rasenta molti covoli ed al bivio di quota m.820 vi è la possibilità di calare a valle chiudendo in circa ore 1,30-2,00 l'anello più facile dei Covoli.
Continuando in quota si giunge ad un canalone dove il sentiero si inerpica (corde fisse, tubo di un acquedotto) molto ripido per una costa erbosa talvolta esposto a notevoli precipizii. Con molti tornanti si guadagnano duecento metri di salita raggiungendo le cengie dei Covoli superiori che vanno seguite verso sud-est per sentiero con tabelle descrittive sino al M.Pafagai (croce).
(Il M. Pafagai è anche un ottimo punto di decollo per parapendio).
Si scende per largo sentiero e quindi pista forestale ricongiungendosi alla strada della Val di Lamen proprio dinnanzi all'Agriturismo.
Tour completo ore 3.30-4,00 - Sviluppo km 6,5 - dislivello mt.580
Cartografia Tabacco - 1:25000 UTM-GPS -Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi
Non si trova acqua sul percorso.
DALLA VAL DI LAMEN AL RIF.DAL PIAZ
Per il Forzelon e sent. 815-A
Sent.815-A (Segnavia CAI-Feltre)
Si tratta di un antico itinerario gia' conosciuto e riportato su carte sin dal diciottesimo secolo (Grandis).
Esso collega i bei pascoli della val di Lamen a quota 7-800 metri con i pascoli di montagna delle Vette, quasi a duemila metri di quota. Il sentiero e' ben marcato, anche se sotto alla vegetazione esso e' spesso ricoperto di fogliame, vi sono frequenti segni di riferimento bianco-rossi e quello che stupisce e' l'ampiezza della carreggiata in rapporto al tipo di terreno attraversato: dal basso mai si direbbe che un sentiero cosi' ben percorribile possa incunearsi tra canaloni, rocce e ripidissimi prati senza avere dei tratti attrezzati con corde metalliche. In effetti e' stato seguito un itinerario molto logico, allungando talvolta il percorso per evitare punti mal percorribili ed effettuando molti tornanti per aggirare rocce inaccessibili; a volte e' intagliato nella roccia.
Il percorso si snoda su sentiero quasi sempre abbastanza largo, tuttavia e' sconsigliabile il transito in condizioni
di terreno bagnato (fango) ed in assenza di un adeguato allenamento, in quanto il dislivello da superare e' circa 1300 metri, su terreno in buona parte esposto che richiede assenza di vertigini e piede fermo. Il periodo consigliato e' da Maggio a Novembre, ed in tutti i casi in assenza di neve.
Pala Pedavena e Croce d'Aune e la Monegheta
DESCRIZIONE DEL PERCORSO (sent.815A)
Da Pedavena a nord di Feltre si raggiunge l'abitato di Lamen, oltrepassandolo ed inoltrandosi nella omonima valle,
lasciando a destra il ristoro-Bar Genzianella, aperto solo nel periodo estivo. Superato il greto del torrente Colmeda (tralasciare la pista forestale che lo costeggia ad est) si parcheggia l'auto a pochi metri dal ponte, dove vi e' la segnaletica per il sentiero 815-A. La mulattiera sale verso nord-ovest e quando si avvicina ad una abitazione devia a sinistra (ovest) inoltrandosi per la sinistra orografica della valle, sotto i prati che calano ripidi dal Dosso Perazze che si erge a nord. Si supera, lasciandola a destra, una casetta che puo' dare ricovero e si perviene ad una cascatella che puo' essere considerata l'ultimo rifornimento di acqua del percorso. (nei periodi di siccita' la cascatella e' secca)
NB: per i ripidi prati sopra la cascatella, sul versante est della valletta, sale un vecchio sentiero che anticamente
portava verso la Forcella di Dosso Perazze. Ora e' in disuso ed e' sostituito dal percorso 815-b piu' agevole.
Esso si ricongiunge con l'815-b sul punto piu' a monte della lunga ed affilata crestina che il sentiero percorre a quota mt. 1250 circa.
Superata la valletta con la cascatella si perviene ad un grande roccione con una spianata, buon ricovero in caso di
improvviso maltempo. Proseguendo ancora, la mulattiera porta ad un' altro roccione spiovente che presenta una pozza di acqua a mo' di abbeveratoio; una cengia rocciosa si diparte verso sud, molto panoramica sulla valle, ma dopo trenta metri si interrompe. ore 1- Siamo al "Covol del Lamon" Da questo roccione si dipartono i due sentieri numerati dal CAI di Feltre come 815-A (verso ovest) ed 815-B (verso nord) Una tabella segnaletica indica le due possibilita'. Si traversa verso ovest per il sentiero 815-A che attraversa una valletta e poi rimonta con tornanti una costa erbosa. Attraversato un canale dove rimane una lingua di neve sino a primavera inoltrata, il sentiero si inerpica ripido su per una costa boscosa, ricoperto dal fogliame ma molto evidente. Esso punta su diritto verso la cresta del colle dalla quale si gode un bel panorama su tutta la valle, data la posizione aerea della crestina. Poco distante, ad ovest, una betulla. Il sentiero poi segue ancora la cresta ora tenendosi sul versante ovest, ora sul versante est. Quando la pendenza del terreno si fa impercorribile, allora il sentiero traversa verso nordest, tagliando (abbastanza largo) i ripidissimi pendii erbosi poco sopra ad una guglia rocciosa. (mt.1550)
Vi e' un passaggio roccioso dove bisogna salire tenendosi sulle mughe, poi il sentiero riattraversa portandosi sopra
ad un terrazzo mugoso dal quale con un passo in discesa si entra in un canalone detritico.
Il percorso ora si tiene sulla sinistra (salendo) del canalone, superando con stretti tornanti delle lastre di roccia che sbarrano il passaggio, poi si perviene al centro di esso, dove il canalone ha due diramazioni.
Contrariamente a quello che si puo' immaginare, il sentiero imbocca la diramazione di destra, che sembra meno agevole, ma la sale molto ampio sino ad una selletta sottostante ad un gendarme di roccia. (mughe)
Foto scattate dei pressi del 'Forzelòn verso le coste sud del M.Cesta e del M.Maseriòn
NB: Seguendo la diramazione di sinistra si perviene egualmente al Forzelon, ma senza sentiero. Si perviene inoltre sulle cengie sud del M.Cesta percorribili anche se esposte. Qui una traccia di sentiero collega la strada che sale al Rif.Dal Piaz con il Forzelon per terrazze prative molto inclinate e talvolta molto esposte (Cordin delle Vette).
Si traversa una comoda cengia rocciosa contornata da mughe in direzione nordest, poi si sale per terreno un po' roccioso sino ad una costa erbosa che si sale verso ovest con comodo sentiero sino a pervenire ad una forcelletta che da sul canalone che precedentemente avevamo percorso cento metri sotto. (Vi e' un picco molto panoramico per fotografie) Ad est la Pala Croce d'Aune e la "Monegheta". Il canalone va risalito mantenendosi sulla dx seguendo ilsentiero che porta con 50 mt. di dislivello al Forzelon. ( La forcella e' molto ampia, essa divide il Col Cesta dalle rocce della Pala Croce d'Aune e della Pala Pedavena.(m.1894) Dalla forcella un sentiero cala giu' a nord in mezzo alle mughe verso lo Scalon delle Vette, a mt. 1800 vi e' il bivio per il sentiero 815-B che ritorna nella Val di Lamen tra la Pala Pedavena e la Pala Croce d'Aune.) Salire diagonalmente sino al Passo delle Vette Grandi, seguendo i segni rossi, per sentierino che si snoda a nord del M.Cesta. (ore 0.30)
Dal Passo delle Vette Grandi (mt.1994) in due minuti giu' al vicinissimo Rif.Dal Piaz.
DISLIVELLO mt.1300 circa
Acqua solo alla cascatella in Val di Lamen se la stagione lo
permette. Rifornirsi in tutti i casi prima di partire.
Ore 3.30-4.00
Volendo compiere un giro ad anello vi e' la possibilita' di ritornare per sentiero 815-b oppure di scendere sino quasi al Passo Croce d'Aune per la strada del Rif.Dal Piaz sino in localita' "Le Boscaie" e da qui', avvalendosi di carta topografica, rientrare in Val di Lamen per sentieri e pista forestale. (Ma non e' semplice, non conoscendo i luoghi: chi scrive ha impiegato piu' di un ora per raggiungere l'auto da localita' "Le Boscaie" alla Val di Lamen).
DALLA VAL DI LAMEN ALLA BUSA GRANDA DELLE VETTE PER IL PASSO DELLA LASTA.
Si tratta di un percorso su sentiero segnato dal CAI di Feltre, il nr.815b (complementare con il sentiero nr.815a per un giro ad anello) il quale supera un dislivello di circa mille metri per sentiero impegnativo. Non si tratta di un percorso per famigliuole. La salita offre stupendo panorama in ambiente selvaggio accompagnato dallo sporgere di molte guglie dolomitiche, tra la Pala Pedavena e la pala Croce d'Aune. Il percorso e' consigliato in autunno inoltrato, in quanto in primavera i canali innevati rendono pericoloso il percorso ed in piena estate, oltre al caldo, vi e' costante presenza di vipere e di zecche. (Segnaletica fresca al 1994)
Dislivello circa 1000 metri
Ore circa 4
Non vi e' acqua sul percorso in stagione secca.
Il sentiero 815b verso il Dosso Perazze
DESCRIZIONE
La descrizione inizia dal Covol del Lamon, dove i due percorsi 815a ed 815b si diramano. Questo sito e' raggiungibile dalla Val di Lamen in circa 1h. Il Covol e' a 1135 metri. Si imbocca la diramazione di destra ed un tornante con sentiero molto largo seppur esposto porta sulla verticale del Covol, presso un pulpito molto panoramico sito a mt. 1200. (15 min.) Dal pulpito e' visibile molto bene il percorso che andra'
seguito: si superano le due betulle che troneggiano sulla cresta e quest'ultima andra' seguita sino ad un canale pietroso.
NB: Dove la crestina si congiunge al canale, sottocroda da sud, dal basso perviene una traccia di sentiero ormai in disuso che si diparte dal fondovalle, dove una cascatella fiancheggia il sentiero.
Si risale il canale per circa una quarantina di metri, direttamente o sul sentierino ripido alla sua destra. Si esce dal canalino inerpicandosi sulla destra per gradoni di roccia poi si traversa per buon sentiero sino ad un pulpito con alcune piante di pino e di faggio.
NB: Non e' escluso che anticamente il sentiero che si descrive in questo luogo presentasse un ponte di legno che oltrepassava la valletta e calava con ampia traversata verso il bosco di faggio che si attraversa nel seguire l'itinerario 815a. (quindi con lieve, costante pendenza) Lo farebbe pensare la pendenza del percorso che segue ed
anche una traccia ben visibile in primavera. Si pensi che il tracciato era importante e frequentato gia' nel 1700 ed in quegli anni gia' presente nella cartografia del Grandis.(1713) Il tracciato veniva descritto come percorso per "Pietina" che veniva raggiunta ovviamente traversando alla base delle Rocche Brune.
Ora il percorso con una lieve, magistrale pendenza del sentiero, classica d'altri tempi, diagonalmente oltrepassa la valletta che cala dalla Forcella di Dosso Perazze, passa sotto ad un caratteristico fungo di roccia visibile sia dal basso che dall'alto e compiendo un solo tornante nei pressi di un piccolo landro perviene sotto le pareti della Pala
Croce d'Aune mantenendosi di una trentina di metri al di sotto della forcella. Il sentiero in questo tratto e' stato ben ripulito dalle mughe e perviene ad un pulpito erboso dove un masso squadrato staccatosi dalla roccia ha lasciato una bianca impronta che assomiglia ad un lenzuolo steso. (mt.1490)
Con un breve tratto in leggera discesa si oltrepassa un luogo ove sicuramente vi era un insediamento di pastori, poi piu' avanti dove uno stretto canalone roccioso taglia la montagna vi e' un altro Covolo, entrambi con la vegetazione tipica delle zone di pascolo di ovini. (Covolo dello Marino) Si aggira la spalla rocciosa della Pala Pedavena su bellissimo, largo sentiero in cengia esposta e si perviene al canalone che andra' risalito sino alla forcella. Salendo il canalone vi e' segnaletica sia nel suo fondovalle sia sul suo lato sinistro, salendo. E' consigliabile seguire la segnaletica piu' fresca, salendo alla sinistra del canale.
Si sale per roccette sulla sinistra del canale, diagonalmente poi la traccia rientra mantenendosi sempre sulla sx salendo. Si supera, lasciandola sulla dx, una bella guglia di una ventina di metri, poi anora su per il ripido canale con stretti tornanti. Alla fine, in vista della forcella, il canale si dirama e si prendera' a destra, seguendo la segnaletica, sino alla forcella. La forcella e' sita a quota mt. 1700 circa, verso nord essa cala molto stretta con un ripidissimo canale pietroso.
Dalla forcella ci si arrampica sulle roccette mugose alla sua sinistra (salendo) salendo ad un largo pulpito di mughe dove si pieghera' verso sud-ovest (sinistra) salendo diagonalmente a sud dello spartiacque sino ad una forcellina molto panoramica, in mezzo alle mughe. (mt.1775) (Verso sud le rocce della Monegheta, verso nord i pascoli
della Busa grande delle Vette) Si traversa diagonalmente verso nord per sentiero in discesa e si perviene ad un'altra forcella rocciosa che si oltrepassa calando di qualche metro fino ad un pulpito roccioso che andra' aggirato. Questo e' il passo della Lasta (1750 mt): una cengia rocciosa un po' inclinata, con una corda metallica
di circa cinque metri fa guadagnare ancora il sentiero (attenzione). Una traversata in leggera discesa (e' la stessa cengia del passo lella Lasta) di una cinquantina di metri porta ai ghiaioni che calano dalle creste. Il sentiero ora con leggero saliscendi porta al bivio di quota mt.1740 in circa cinque minuti dal passo.
La segnaletica in questo ultimo tratto e' formata da paletti colorati infissi nel terreno ghiaioso.
Da questo bivio (segnaletica CAI-Feltre) e' possibile scendere per lo scalon delle Vette in Val di S.Martino in circa 1.45h oppure salire ai pascoli della Busa grande delle Vette (Malga) in circa 20 minuti. Dal bivio, salendo per 150 metri, si perviene al Forcellone in circa 15 minuti.
Da esso vi e' la possibilita' di ridiscendere a valle per il sentiero 815a (Circa 1.45h) oppure di salire al rif. dal Piaz per sentiero nr.812 in circa 30 min.
SCALON DELLE VETTE
Sentiero nr.812-
E' il percorso che dal Pian dei Violini porta al piano delle Vette Grandi. Dalla Presa Sass Sbregà (625 mt.) si prosegue per la stradina fino al termine della Val di S.Martino, dove essa si dirama : a destra per la Val Fratta verso i pascoli di Ramezza ; verso sinistra , in localita' Pian dei Violini, si biforcaulteriormente verso lo Scalon di Pietena e verso lo Scalon delle Vette. Il bivio in fondo alla valle di S.Martino e' segnato molto bene da cartelli indicatori del CAI di Feltre che indicano con precisione direzione e tempi di percorrenza. Il sentiero di destra e' il nr. 803 e porta a forc.Scarnia.
Appena si incontra il torrentello Stien lo si oltrepassa alla sua sinistra ed il percorso si mantiene parallelo ad esso
salendo per bosco di pini e larici fino alla localita' Pian dei Violini ( 896 mt) dove c'e' il bivio che separa lo Scalon delle Vette (a sinistra ) dallo Scalon di Pietena (a destra.) In caso di maltempo, proseguendo per 2-3 minuti per il
sentiero dello Scalon di Pietena, nel mezzo di un fitto bosco di pini, vi sono due casere con tetto in buone condizioni che possono offrire riparo.
Ore 0.45 dalla partenza.
Lo scalòn delle Vette fotografato dalla Forcelletta del M.S.Mauro
Si prosegue diritti salendo per un quarto d'ora ancora sulla sinistra della valle e poi il sentiero si porta sulla destra
salendo con moltissimi tornanti sul costone destro della valle stessa e si manterra' sulla destra fino in alto, dove sulle roccette (1500 mt) un ottimo lavoro di origine militare ha permesso con cinque tornanti provvisti di massicciata e ringhiere metalliche (ora restano solo gli infissi verticali) di superare un punto che in precedenza doveva essere piuttosto critico.
In quel punto si vede come dovesse essere molto larga un tempo la mulattiera con una pendenza costante caratteristica delle opere militari.
Superata la fascia di roccette si perviene ad una forcelletta dove si capisce che non si e' affatto arrivati alla
sommita' del sentiero, ma la pendenza diminuisce assai e si prosegue sulla dx di alcune doline che sprofondano al centrodella valletta. Notare che il terreno ora e' chiaramente carsico. (1700 mt. - un po' in alto a sx notare sulle ghiaie la traccia del sentiero che sale diagonalmente per forcella Lasta -nr.815b- e si puo' scorgere anche la scaffa rocciosa che e' il passaggio critico su cengia di suddetto percorso) Si prosegue ora con lieve pendenza attraverso prati erbosi, bisogna fare attenzione ai segni bianco-rossi: non puntare diritti verso la sommita' dei colli erbosi, anche se il sentiero va in quella direzione (OVEST), (poco male...si arriverebbe in 20 min. alla Malga della Vette Grandi incrociando poi la strada carreggiabile militare ) ma seguire i paletti bianco-rossi che fungono da segnavia (in mezzo all'erba piuttosto alta in estate) verso sinistra (SUD-OVEST) fino ad un cartello che segna il bivio per forcella Lasta (NB: il sentiero che correva parallelo alla ns. sinistra , attrezzato per circa cinque metri, che porta a Lamen). ore 3.00 circa dalla presa Sass Sbregà. Proseguire dritti verso un canalino e la ripida cresta
erbosa fino ad un forcellone (1894 mt- panorama sulla valle del Piave) che presenta una altro bivio per Lamen (815a)e da qui', a sinistra (OVEST) , e' visibile il Passo delle Vette Grandi (mt.1999) immediatamente dietro e' sito il Rif. Dal Piaz.
Il sentiero ora prosegue diritto verso il suddetto passo, tagliando un costone di ghiaie e mughi, sempre ben segnato ma chiaramente non piu' di tipo militare. Esso ci porta in una ventina di minuti , sovrastando il piano delle Vette grandi , direttamente al Passo. Dal passo una rotabile militare (801) scende lievemente e poi risale con due tornanti verso passo Pietena (Nord) mentre dal versante feltrino la strada scende al vicinissimo rifugio Dal Piaz e quindi al passo Croce d'Aune.
NB: Qualche metro ad ovest del passo si diparte un sentierino segnato dal CAI di Feltre che , seguendo le creste in direzione NordOvest, porta sulle Vette Grandi, Col di Luna, Monte Pavione ecc ecc. In due minuti si arriva al Rif.Dal Piaz. mt.1993.
Percorso ore 3.30 circa in salita.
In discesa circa ore 2.00.
Acqua : in fondovalle torrente Stien
Malga delle Vette Grandi
Rif.Dal Piaz.
Kriegskarte di Anton Von Zach (1798-1805) - Ritaglio (Tav.XI-10 Feltre) ufficiale cartografo Ludwig Geppert zona di Val di Lamèn - notare i vecchi toponimi molto interessanti.
L'Alta Via Nr.2 'Delle Leggende'
Da Bressanone a Feltre o viceversa.
La parte feltrina della alta via nr.2 giunge dal Passo Cereda ai rif. Feltre attraverso l'Intaiada. Prosegue per il Troi del Casarin sino al rif. Boz per il Pass de Mura, cavalca il Passo Finestra e la scalinata del roccioso Sasso Scarnia passando poi per le cime di Ramezza, Passo Pietena, Busa delle Vette Grandi e rif. Dal Piaz. Scende poi al Passo Croce d'Aune e di quì a Feltre.
E' il tratto più bello vorrei dire tra tutte le alte vie che finora ho percorso.
Nel 1966 Mario Brovelli (allora Primario del Laboratorio Analisi Osp. Civ. di Belluno e delegato del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino della Provincia di Belluno) pubblicava due articoli sulla rivista 'Lo Scarpone' proponendo il tracciato di quella che dovrà poi divenire l' Alta Via delle Leggende.
Lo studio nel dettaglio del percorso è continuato con la insostituibile collaborazione della Guida Alpina Sigi Lechner che a sua volta ha coinvolto altri personaggi dell'alpinismo italiano, austriaco e tedesco. Si può dire che Mario Brovelli sia stata la 'mente' mentre Sigi il 'braccio'. Non volendo incorrere in errori, visto che era nata la polemica sulla paternità dell'Alta Via nr.2, dovuta soprattutto a più varianti con più pubblicazioni internazionali, riporto la scansione della prefazione della guida di Mario Brovelli, 1973:
NB: è possibile scaricare la traccia GPS gratuita e completa del percorso dell'Alta Via dal sito www.wikiloc.com
DAL RIF.DAL PIAZ AL PASSO PIETENA
Sentiero nr.801-
Dal rifugio Dal Piaz (mt.1993) si sale al passo delle Vette Grandi in qualche minuto. mt.1999
Dal passo notiamo sulla sinistra su per la cresta, il sentierino segnato che percorre le creste delle Vette Grandi e prosegue fino
alla cima del M.Pavione. Appena dopo il passo un'altro bivio porta (est) a Lamen -
Vignui verso i sentieri dello Scalon delle Vette che scende a Vignui e del passo Lasta che cala attrezzato e ripido a Lamen. 812 e 815a-815b) La strada militare prosegue in leggera discesa verso la busa grande delle Vette: si possono notare le malghe delle vette Grandi e le malghe delle vette piccole. (acqua alla malga piu' vicina) La strada prosegue poi in piano verso nord costeggiando il sistema di creste (che si puo' anche risalire tramite un sentierino poco piu' avanti del bivio con la malga, a sinistra)
poi inizia a salire e con due tornanti giunge al passo Pietena mt. 2086 (cartello del CAI) Ore 0.45 dal rif.Dal Piaz.
Dal Passo delle Vette Grandi verso lo Scalon delle Vette - La Forcelletta del M.S.Mauro.
NOTA STORICA: 29 settembre 1944 - Rastrellamento delle Vette Feltrine
I tedeschi nel 1944 avevano annesso al terzo reich le provincie di Trento e Belluno costituendo la zona detta Alpenvorland, di fatto Germania. Non ammettevano che vi fossero 'ribelli' o 'banditi' nel loro territorio e così iniziarono i grandi rastrellamenti del M.Grappa, del Cansiglio e delle Vette Feltrine dove avevano impegnato 9000 uomini con armi leggere ed anche pesanti.
Nei pressi del passo Pietena sul filo di cresta in direz. Sud (porta il nome di Cavalàde di Pietena),
si distinguono evidenti fortificazioni di difesa del passo (lapide a memoria degli avvenimenti). Mentre la strada militare era stata costruita dal Genio Militare prima della prima guerra mondiale, quelle fortificazioni erano opera dei Partigiani: li era appostata una mitragliatrice a difesa del passo. I tedeschi provenivano dal rif. Dal Piaz ed avevano preso posizione presso la malga delle Vette Grandi. Dal Passo delle Vette Grandi tenevano sotto tiro di copertura il passo Pietena con un mortaio, mentre i soldati tedeschi prendevano posizioni piu' avanzate.
I gruppi Partigiani si appostavano poi tra i massi della Cima delle Dodici da dove controllavano meglio i tedeschi rallentandone l'avanzata. Il rastrellamento tedesco avanzava anche verso Malga Monsampian da dove i Partigiani si sganciarono accompagnati da un pastore per le Buse dei Piadoch nottetempo verso Pietena. In seguito i Partigiani, il cui comando di brigata era a malga Pietena, considerarono di arretrare in posizioni piu' sicure. (enorme disparita' di forze) Si ritirarono assieme alla compagnia Churchill, (composta da inglesi) comandata dal Maggiore inglese Harold William Tilman, presso gli enormi macigni della Piazza del Diavolo, dove ancora oggi si vedono molti muretti a secco che chiudono i massi inclinati e qualche lamiera come riparo dalle intemperie. Tutte le vie di scampo erano state bloccate dai tedeschi sia a sud che a nord come ad est ed ovest, eppure lo sganciamento dai tedeschi riusci' anche se con la perdita di 5 uomini: in soli tre giorni la brigata partigiana si sciolse e si sgancio' dal nemico. Parte dei Partigiani sgusciarono per la Val di Lamèn, seppur presidiata. Alcuni discesero persino per le balze nord del M. Ramezza (!), altri ancora per il Covolòn Sfondrà e La Giazzera oltrepassarono Ramezza e per la forcelletta si rifugiarono in Val di Saladèn. (tra questi H.W.Tilman, Ross, Vittorio Gozzer della compagnia Churchill.)
Poi si ricostitui' altrove sull'altopiano del Cansiglio, anche perche' i nazifascisti avevano dato alle fiamme quasi tutti i casolari delle Vette Feltrine.
GIUSEPPE SITTONI 'Uomini e fatti del Gherlenda' ass. cult. Mosaico - Progetto Memoria
Per approfondimenti:
ESTER CASON ANGELINI - Missione 'SIMIA' H.W.Tilman un maggiore inglese tra i partigiani - 1981 Tip.Piave-BL
MEZZACASA ROBERTO - Da Falcade ad Asiago sui sentieri dei partigiani. Percorso esc. "via H.W.Tilman"1995
GIUSEPPE SITTONI 'Uomini e fatti del Gherlenda' ass. cult. Mosaico - Progetto Memoria - PDF da WEB
GIORGIO VICCHI 'Diario partigiano (31 marzo - 24 giugno 1944)' a c. Luca Alessandrini e Roberto Mezzacasa ed. Pendragon 2015
Dal Passo delle Vette Grandi (da qui i tedeschi sparavano con un mortaio verso passo Pietena)
TRAVERSATA DALLA BUSA DELLE VETTE ALLA BUSA DI CAVAREN
PER IL PASSO DELLE CAVALLADE
Dove la strada militare per il Passo Pietena inizia a salire, si devia per una costa
erbosa dove sono siti dei massi stratificati simili ai "Libri di S.Daniele".
Si sale verso ovest, in direzione della sella.
Il sentiero e' evidente e molto frequentato. Sale poi con un tornante scavato nella
roccia. Si perviene alla sella una decina di metri sotto ad un piccolo giaione, sito
sul versante Col di Luna e questo e' l'unico riferimento nella uniformita' della larga sella erbosa.
Foto dal Passo Pietena - Il circoletto racchiude il 'sarcofago della regina' degli scritti di Severino Casara.
Gregge di pecore al Passo delle Cavallade
Il 'Sarcofago della Regina' degli scritti di Severino Casara all'incrocio del sentiero che scende dalle Cavallade ed il
sentiero che nella Busa Grande delle Vette sale al Passo Pietena.
Mentre il versante della Busa delle Vette presenta un passaggio obbligato, scendendo verso la Busa di Cavaren non vi sono problemi e la discesa piu' agevole si fa calando dapprima giu' diritti aggirando qualche roccetta e poi raccordandosi verso sud alla strada scendendo diagonalmente verso sinistra.
TRAVERSATA DAL PASSO DEL PAVIONE AL RIF.DAL PIAZ
Sent.810
Il passo del Pavione e' sito tra il M.Pavione ed il M.Vallazza
a mt. 2060. Separa i pascoli di malga Agnerola sopra il rif.Vederne
da quelli di malga Monsampian sul versante di Aune ben piu' alti di quota.
La mulattiera di cui descriviamo il percorso e' opera militare
ed e' scavata in parte sulla roccia. Un tempo doveva essere
carreggiabile. Si mantiene pressoche' sempre alla stessa quota, con
saliscendi poco pendenti e minimi (30-40 mt)
Dal Passo del Pavione si scende per l'ampio prato una trentina
di metri verso sud fino ad imboccare la strada che, proveniendo
dalla cima del monte Vallazza dove sono siti dei ripetitori radio,
aggira la busa di Monsampian dove sorge la malga di Monsampian fino
alla cresta che scende dalla cima di Monsampoian (mt.2280) verso sud.
NB. dalla Malga di Monsampian il sentiero 810 prosegue per Aune
scendendo lo scalon.
Dove la strada aggira la cresta si incontra la stradina che
proviene da destra (malghe) e si raccorda in salita con il nostro percorso.
La Busa di Cavarèn con il sentiero che sale al Passo delle Cavallade
Entriamo ora in un altro circo glaciale e piu' precisamente
nella busa di Cavaren, che e' molto ampia, ma non presenta piu'
traccia di ghiacciaio. Si puo' notare la strada che lo aggira
completamente, e sparisce alla nostra vista laddove aggira la cresta
che , scendendo dalle Vette Grandi, congiunge il Collaz.
Nel fondo della busa di Cavaren vi e' un aquedotto recintato,
ed una fontana che pero' non e' utilizzabile e quindi dell'acqua gli
assetati ne possono solo sentire il rumore...
A nord possiamo vedere la cresta del Pavione, con il ghiaione
che scende dalla sua spalla orientale che viene spesso usato come
scorciatoia per la discesa con gran divertimento delle persone che
calzano scarponi da 'veci'.
Aggirata la busa di Cavaren entriamo in un altro anfiteatro e
subito sotto a noi notiamo i ruderi di una casera. Sulla crestina in
fondo a questo vallone dovremo imboccare un sentiero segnato sulla
sinistra che con un passo piuttosto ripido ci porta in cresta, da
qui' sulla rotabile che sale in vista del rif.Dal Piaz. (mt.1993)
Ore 1.30 dal passo del Pavione.
Stesso tempo per il percorso inverso.
Non c'e' acqua sul percorso.
SALITA DAL RIFUGIO FONTEGHI AL PASSO DEL VALON
E' una antica strada pedonale che congiungeva il Primiero e la Val Belluna.
Il sentiero inizia dal rifugio Fonteghi dove la val Noana si
congiunge con la val Nagaoni mt.1100
Il segnavia e' il nr.733 ; si salgono otto gradini di pietra di
fronte al rifugio e si sale il colle fino a quattro case di cui una
affrescata. Si taglia il prato verso destra entrando nel bosco e
giungendo in breve fino alle case di Valpiana di Sopra a quota 1166
mt. e, giunti ad un pozzo rotondo sulla destra, il sentiero
decisamente sale a sinistra (sud) davanti ad una casa in stile
tirolese fino alla sommita' del colle.
Qui', guardando le Vette, abbiamo dinnanzi a noi il panettone boscoso
del col Aghere' (1564). Proprio dietro a questo colle il vallone che
dovremo risalire. Con un binocolo si distingue il sentiero.
Rtaglio da Kriegskarte di Anton Von Zach - Si notino le antiche dizioni delle valli in Tirolo: Val Stoa e Val Piana.
Anche la dizione Col della Fontana è interessante perchè lascia presumere una sorgente che non conosciamo.
Si scende qualche metro nel prato sottostante e si entra nel bosco,
ove il sentiero gira bruscamente a sinistra. Si prosegue ora verso
est fino a giungere dietro ad una grande costruzione in legno adibita
probabilmente a campeggio per ragazzi , con una fontana ed una
chiesetta sul colle. mt.1239
Si segue la strada forestale in discesa che subito presenta un bivio :
salire la strada di sinistra che subito dopo fa due tornanti e
seguirla passando poi sulla destra salendo la Val di Roda.
Dopo un tornante la strada diviene ben piu' dissestata e, dove
essa finisce, si passa sulla sinistra, salendo, della Val di Roda,
oltrepassando il canalino a 1400 mt.e seguendo i segni rossi
sul sentierino e sugli alberi fino ad arrivare ad un canalino
pietroso che presto diviene ghiaione, il quale scende da una fascia
di rocce sovrastate da mughi. La base di queste rocce e' a 1650 mt
che e' la stessa altezza di un evidente pulpito che notiamo guardando a sinistra.
Il sentiero sale ripido sull'erba a destra del bordo del
ghiaione, con traccia molto esile, fino sotto al bordo destro della
fascia di rocce, dove il sentierino diviene sentiero molto evidente
e ben tracciato.Avendo perso la traccia e volendo riguadagnare il
sentiero dovete tenere presente che esso passa molto evidente sotto
le roccie sulla parte piu' a destra di esse.
Aggirata la fascia di rocce che sono molto liscie e
strapiombanti, si giunge ad un terrazzino molto comodo per una sosta
dal quale si puo' ammirare l'erboso ed ampio vallone ad anfiteatro
che dovremo risalire. Da notare la parte in alto a destra del
vallone dove vi e' una forcellina con a destra uno spuntone mugoso,
poiche' li passa il sentiero.
ore 2.00 dal rif.Fonteghi mt.1740
Si risale il vallone sulla sua sinistra tagliando un ghiaione
sulla sommita' del quale in agosto (1990) e' presente ancora
ghiaccio mt.1780 - poi si risale il vallone su sentiero molto
evidente e segnato dapprima al centro del vallone e poi alla
sinistra, solo in alto il sentierino tagliera' tutto il vallone da
sinistra verso destra fino ad arrivare alla forcellina con spuntone
che avevamo visto precedentemente dal basso. mt.1945
Dalla forcellina si gode un bel panorama sia del vallone
appena salito che della Cima Dodici che appare molto vicina a
sudovest con tutto il sistema di cenge che si susseguono a strati e
la tagliano a nord come grandi scalini. Dal rif.Fonteghi ore 2.30
Si scende per una decina di metri dall'altra parte della
forcellina e poi il sentiero si mantiene sempre a quella quota con
saliscendi minimi, diviene anche piu' esile ma sempre molto
evidente. Si traversa ora verso la Cima Dodici (sudovest)
attraversando in quota tre vallette e con qualche passo delicato
laddove il sentierino e' un po' franato, si arriva ad una selletta
con una crestina di roccia . Da qui' si vede il canalino roccioso
terminale che si imbocca tagliando un pendio erboso :il sentiero
sale il canalino roccioso con vari strettissimi tornanti e ci fa
pervenire sulla cresta della Busa di Pietena alla forcella del Valon.
Ore 3.00 dal rif. Fonteghi. mt.2061
Scendendo ore 1.45 dalla forc.
Dalla forc.del Valon al rif. Dal Piaz ore 1.45
Dislivello circa 1000 metri
Acqua presente solo al nevaio, se la stagione lo permette.
NB: Diritti sotto alla forcella, nella Busa di Pietena, vi sono due
lame di acqua, che possono servire da riferimento in quanto la
forcella del Valon non e' evidente nel sistema di sellette delle
creste. Venti metri sotto alla forcella corre il sentiero che verso
destra porta al passo Pietena (15 min) ed il rif.Dal Piaz (40 min) e
verso sinistra ( Est) porta verso Ramezza ed il rif.Boz (circa 4 ore)