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Forc.del Omo - Piumovimento trekking dalle Dolomiti

(Sito parzialmente in costruzione)
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Forc.del Omo

Dolomiti > Dolomiti Feltrine > Pizzocco-Erera > Erera

NB: questi appunti di cammino sono stati redatti alla buona dagli anni '70, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Alcune foto sono d'epoca ('70-'80) digitalizzate e possono essere interessanti per stimare la diversità di vegetazione.



DA SAGRON ALLA FORCELLA DELL'OMO

       Si  tratta  di  un itinerario abbastanza ripido, ma la fatica
       viene ampiamente ricompensata dall'ambiente selvaggio e dalla
       conoscenza di luoghi poco frequentati.
       Il percorso per meta' si snoda su mulattiera molto ampia, poi
       su traccia e su canali pietrosi.
       Il  sentiero  e'  segnato  con  segni rossi, ma egualmente va
       tenuta  d'occhio  molto bene la traccia in quanto nella parte
       intermedia  del tragitto (1500-1700 mt)  la segnaletica e' un
       po' carente e sbiadita. (dissestato dalle recenti alluvioni)

Forcella dell'Omo dalla cretsa. Il ghiaione a dx porta verso Sagron per sentiero segnato.


Salendo Forc. dell'Omo sul ghiaione che cala dal gendarme roccioso della cresta


  Dalla forcella dell'Omo verso la Val delle Moneghe


        Si  parcheggia  l'auto in localita' Marcoi di Sagron, dove la
        pista  forestale  che  entra in Val delle Moneghe e' sbarrata
        da un divieto di transito. mt.988.
        Si  segue  in  leggera salita la pista forestale fino a quota
        mt.1025  dove  in corrispondenza di una ampia curva destrorsa
        un  sentiero  (segno  rosso)  cala  diagonalmente  verso  sud
        pervenendo alla casera dei "Ronchet" a mt.972. (segni)
        Si  esce  dalla  radura traversando verso sud-ovest per altra
        radura  e  poi  calando  diagonalmente sul greto del torrente
        Pezzea a mt.950 circa. (segni rossi sino al greto)
        si  attraversa  il  torrente  e si risale il greto che scende
        frontalmente  (Val  Mandrisset)  per  una  lunghezza di circa
        trecento metri. (qualche segno rosso sbiadito).
        Dove in alto a sx  della  scarpata  si  scorge un segno rosso
        ad  "X" (strisce bianco-rosse) si risale la stessa pervenendo
        sulla costa boscosa che delimita la dx orografica della valle.
        mt. 1050 circa.

        NB: Il  sentiero  qui presenta un bivio; infatti e' possibile
            scendere  diagonalmente  verso est per giungere a Pattine
            per sentiero non segnato ma evidente.
            Da questo punto la carta segna anche un sentiero che sale
            in  direzione  della ex malga Ladesi, ma seguirlo e' cosa
            ardua a causa della vegetazione.(anno 1994)

        Si  risale la costa boscosa non ripida mantenendosi sempre ad
        una trentina di metri dal bordo della scarpata, superando una
        piccola caserina diruta (schianti) addossata ad un masso.
        Bisogna fare attenzione ai segni rossi, in quanto il tragitto
        si snoda in mezzo al fogliame.
        Quando  il  sentiero giunge in prossimita di una cascatella a
        destra verso ovest, esso devia diagonalmente a sinistra verso
        est,  salendo  molto  piu'  evidente  con  tutta una serie di
        tornanti. (segni rossi)
        Si  superano    molte  "Ere"  che  testimoniano  l'uso  della
        montagna  per la produzione del carbone, il sentiero e' molto
        ampio ma non corrisponde con quello segnato nelle carte.
        Si  giunge  a  mt.1400 circa dove alcune "Ere" determinano il
        punto  di  arrivo  della larga mulattiera che da ora diverra'
        meno evidente.
        (La  larga  mulattiera  prosegue  ancora  per un centinaio di
        metri e poi viene completamente coperta dalle mughe, conviene
        purtroppo  seguire  i  segni rossi che puntano diritti su per
        la costa della montagna.)
        Si sale ripidamente per una costa con radi alberi sino ad una
        roccia (segni rossi) con un landro che si aggira verso destra
        (ovest).
        Si  risale un ripidissimo tratto di mughe (tagliate in parte)
        e  si  perviene  ad un pulpito molto panoramico dove vi e' un
        sasso rotondeggiante che invita alla sosta. (mt.1504)
        (Questo tratto è il punto chiave della salita)
        Si  prosegue  su  per la dorsale dove la traccia tra le mughe
        risale  dapprima  un solco e poi un rivo ghiaioso, pervenendo
        al  piano di quota mt.1600 circa dove finalmente appare molto
        vicina  la  forcella  dell'Omo con il suo gendarme. Da questo
        sito  c'e' anche una buona visibilita' sul vallone che andra'
        in seguito risalito.

        NB: giunti  dove  un  pino e' cresciuto sopra ad un masso, ed
            una  striscia  bianco-gialla  e' avvolta sullo stesso, si
            puo' traversare una cinquantina di metri ad est, in quota
            sino alla radura dove erano site due caserine di pastori.
            I muri sono ancora visibili.

        La segnaletica  in  questo  punto e' scarsa, comunque bisogna
        risalire   ancora  il  rivo  secco  verso  sinistra  per  una
        cinquantina  di  metri  (striscia bianco-rossa) e poi puntare
        in  direzione  della  forcella.  Superato  un'avvallamento si
        possono    notare  i  segni  rossi (ed ometti) risalire lungo
        il  canalone  pietroso che dal centro della valle punta verso
        ovest, in direzione del M.Comedon, diritto verso le crode.

        Si risale il canalone (strisce bianco-rosse su alberi sul suo
        bordo destro) sul suo bordo destro per una lunghezza di circa
        duecento  metri,  poi il vecchio sentiero appare evidente sul
        lato  sinistro del canalone, dove risale diagonalmente, molto
        largo, la costa mugosa e ghiaiosa.

        (e' possibile risalire anche il canalone che compie una curva
        salendo  verso  sinistra,  ma e' molto faticoso e conviene la
        descrizione   sottostante.  E'  altresi'  possibile  risalire
        direttamente tutta la costa mugosa a destra del canalone sino
        alla  cengia  soprastante  gli strapiombi e quindi traversare
        verso  il  centro del canalone per sentierini su ghiaia fatti
        dalle  bestie,  ma  ancora  la  soluzione  piu' tranquilla e'
        quella che segue.)

        Si  risale  tutta la spalla mugosa e ghiaiosa per traccia che
        compie  stretti  tornanti, poi in alto si supera un tratto un
        po' roccioso (segni rossi) con ghiaia che richiede attenzione
        ma  poi, superato questo passo, riprende il sentiero ben mar-
        cato.
        Il  sentiero  ci  riporta  dalla sx. orografica al centro del
        vallone, in prossimita' di grandi massi con segni rossi.
        Ora  si  tratta di superare il ghiaione finale che cala dalla
        forcella  ed  esso  andra'  evitato  salendo  sull'erba  alla
        sinistra  del  ghiaione  (non  c'e'  piu'  la  traccia) e poi
        pervenendo  sotto  alle  rocce  della forcella traversando le
        ghiaie per sentierino diagonale.
        Si  costeggia  sottocroda  verso  sinistra  e  si perviene in
        forcella a quota 1990 mt. (tabelle segnaletiche)

        Dislivello mt.1030
        non  c'e'  acqua  sul  percorso  ad  esclusione  di quella di
        fusione dei piccoli nevai presenti sino ad estate inoltrata.
        ore 3-4 circa








       CRESTE DA CAMPOTORONDO ALLA FORCELLA DELL'OMO
       (Giro ad Anello con discesa per Val delle Moneghe

        Questo  percorso  e' un giro ad anello che si snoda in salita
        per  il  vallone  di  Campotorondo su comoda mulattiera, poi,
        superata  la  casera  di Campotorondo il percorso segue tutte
        le  creste  sino  alla forcella dell'Omo e quindi cala ripido
        in  Val delle Moneghe per traccia segnata bene solo nella sua
        parte  bassa. Si ricongiunge a poi a Pattine con l'itinerario
        di  salita  dopo  aver attraversato i bellissimi boschi sopra
        alle miniere abbandonate di Vallalta.

        L'itinerario,  soprattutto nella discesa, e' consigliato solo
        ad  alpinisti  esperti, non tanto per la pericolosita' che in
        effetti  rientra  nella  media  delle escursioni di montagna,
        quanto  per  l'orientamento, il dislivello e la lunghezza del
        percorso.

       Dislivello complessivo mt.1650 circa.
       ore di cammino circa 8-9 escluse le soste.
       acqua: Sorgente Poset a mt. 1430.
              Casera di Campotorondo a mt. 1763
              Val Mandrisson e Val Ladesi nel ritorno.


 Le creste del M.Pallone (Palòn)  con le creste delle Agnelèze.


M.Mondo, Creste Cimia e Pizzocco risalendo il Col della Fontana


Si parcheggia   l'auto  in  localita'  Marcuz  a  mt.  623  in  quanto
l'alluvione  dell'ottobre  1993  ha dissestato la strada che portava a
Pattine in modo irriparabile e definitivo.
Si  sale  a  Pattine  per  sentiero  che  si snoda sul tracciato della
vecchia  strada  fino  sotto  all'abitato e poi risale direttamente la
china sino alle case.
L'abitato  viene  aggirato  a  monte  ed  il  sentiero risale un prato
diagonalmente sino a raccordarsi con quella che un tempo era una pista
forestale, sino alle case "I Salt" a mt. 783.
La pista  forestale ben presto diviene mulattiera e sale
il bosco con numerosi tornanti mantenendosi sempre sulla sinistra
del vallone di Campotorondo e pervenendo alla Casera Vallon che si
scorge a sinistra salendo (tetto verde). Essa e' in buono stato e puo'
offrire riparo. mt.1314.

     Notare l'ampiezza della mulattiera in questo ultimo tratto vicino
     alla  casera  Vallon, sicuramente ad uso militare, visto anche il
     raccordo  con la mulattiera di confine che cala ad est in Val del
     Mis ed in quota, ad ovest si dirige verso malga Ladesi.

    Il sentiero ora segue pressoche' il fondovalle e  si oltrepassa,
lasciandola sulla destra, la  sorgente Poset a  mt.1430.
    Il sentiero sale una valletta con stretti tornanti e sempre ben
battuto e largo, ed e' su questi tornanti che ci si accorge che esso
e' opera militare, con massicciate e scavato talvolta sulla roccia.
    Si perviene al piano della Busa del Toro sovrastata dal M.Mondo
dove la strada diviene rotabile, e presenta un bivio . Invertendo il
cammino per un centinaio di metri, una stradina rotabile porta fino
al piano di Campotorondo, sito sulla sx orografica del vallone.
    mt. 1763 . -ore 3 da Pattine-

    Qui' sorge la Malga di Campotorondo ripristinata  e resa
abitabile per i viandanti  dal Corpo Forestale (che ha costruito
anni addietro  anche  diversi  Chalet in legno che pero' sono stati
abbattuti).     C'e' una fontana con acqua in abbondanza.
La malga e'  molto  grande  e offre una cucina con stufa, tavolo legna
ed un locale dormitorio con cinque reti con materasso.
In caso di maltempo la costruzione puo' sicuramente dare riparo ad un
centinaio  di persone.

    Da Campotorondo, da est a sud, si possono ammirare le creste
   del M. Agnellezze (mt.2140), il M.Prabello (mt.2073) ed il Col Dorin
   (mt.2110) che prosegue con la cresta di Cimia e M.Cimia (mt.2051).

          Per  raggiungere  le  creste  bisogna  oltrepassare la lama
        d'acqua  che e' presente a Nord-ovest della malga, oltre alla
        fascia  di  rocce  che  delimita  il bel pascolo rotondo dove
        sorgono le costruzioni.
        Un  sentiero  ormai  poco  evidente  a  causa  dell'erba sale
        diagonalmente  verso  ovest  la  costa  erbosa  compiendo  un
        tornante  e  portandosi  a  quota mt. 1900 sul filo di cresta
        dove  un  pulpito  erboso  naturale  offre un ottimo posto di
        osservazione sulle Agnellezze ad est e sul M. Mondo a sud.
        La  costa  viene  aggirata  dalla  mulattiera che ora e' piu'
        evidente,  essa  supera  un  tratto  roccioso dove e' scavata
        nella roccia e poi diagonalmente si punta sopra ad una fascia
        di rocce sulla selletta del Col della Fontana, il colle fatto
        a  panettone immediatamente a nord. (notare in basso la presa
        d'acqua della casera di Campotorondo e la "fontana")


    I pascoli di cavalli verso le creste del Col della Fontana nei pressi di Campotorondo.


Le creste a Nord di Erera-Brandol verso est


Creste Col della Fontana verso le Agnelèze

Si  raggiunge la selletta salendo una spaccatura della roccia
        (si  noti il sentiero che taglia alto verso nord il col della
        fontana  ed  un  trincerone  naturale  che sembra quasi fatto
        artificialmente, ma ne incontreremo molti.)
        In basso a nord, "la busa dei lieveri" con una lama d'acqua.
        Oltre,  le  creste  del M.Pallone con un sentiero che le sale
        dalla sella della "Busa dei Lieveri". (Postazioni militari).
        Si  supera  la valletta salendo un canalino erboso proprio in
        direzione delle creste.
        Le  creste  vengono raggiunte senza un percorso ben definito,
        pero'  la via e' logica e non pericolosa nonostante l'effetto
        prospettico. Bisogna puntare alla cima piu' alta verso ovest,
        prendendo  la  via  piu'  diretta  che e' ricca di sentierini
        fatti dalle bestie che sono le vere padrone di questi luoghi.
        Raggiunte le creste, passiamo rasente ad una forcella agibile
        che cala con tracce nel versante nord verso la val Ladesi.
        Si  seguono  le creste tenendosi sottocresta verso sud-est di
        una  decina  di  metri, il panorama e' stupendo in entrambi i
        versanti ed una serie di pinnacoli rocciosi accompagnano sino
        in  vetta al M.Brandol (m.2161), ottimo pascolo raggiungibile
        da  tutti  i  versanti  escluso  quello  roccioso a nord, che
        presenta  una  fascia  di  rocce verticali di un centinaio di
        metri.

       NB:  il  percorso  del tratto finale verso il M. Brandol puo'
       sembrare  pericoloso  per  un effetto prospettico: in effetti
       un  largo  sentiero  fatto  dalle  bestie  percorre la cresta
       dapprima  sul  lato  nord,  poi  si  passa  sul  lato sud-est
       attraverso  una  spaccatura  sulla  roccia  e  si salgono gli
       ultimi  venti  metri  su  terreno  erboso, non pericoloso ne'
       troppo    ripido.     Il    M.Brandol  puo'  essere  raggiunto
       direttamente  salendo  da  Campotorondo per il grande vallone
       che  presenta  dei  ghiaioni sulla sua parte piu' alta, sotto
       alla  fascia  di  rocce  rosse;  le  creste  sono  molto piu'
       remunerative purche' non vi siano temporali in arrivo.
        Dalla  vetta del M.Brandol si aggira per prati la sottostante
        cima  Laghetti  e  poi  sempre  per prati, si rasentano a sud
        delle  fascie  rocciose  in  discesa, ricongiungendosi con il
        sentiero che proviene da Erera a quota mt.2000 circa.
        Il  sentiero  poi  cala  a  nord  delle  rocce della cima del
        Diavolo sino alla forcella dell'Omo a mt. 1980.


                  Sulle creste al raccordo del sentiero per Erera - sfondo le creste di Cimia e M.Pizzocco
  Si può notare l'alveo fossile del Lago di Brandol (sulla vertic. del M.Cimia) citato sulle carte topografiche IGM sino alla levata 1948 poi riportato solo senza nome ma come depressione


Agnelèze - Brandol ed il M. Punta del Comedòn dalle creste.


M.Punta del Comedòn (M.Cimon del Piz) dalle creste delle Agnelèze di Brandol, tra le nuvole il Sass de Mura                                                                      

La forcella dell'Omo era chiamata anticamente "Le scortegade",
       c'e'  un'altro  sito  chiamato "scortegade" e precisamente il
       percorso  che  da  forc.  delle  Agnelezze  cala a nord della
       Morsecca in Val del Mis.
       Puo'  darsi  che l'appellativo indichi una scorciatoia ripida
       che unisca due punti tra le montagne.
       Nel  caso  di  Forc.  dell'Omo  si  sa  che  la  val Slavinaz
       anticamente  era  frequentata  ed era risalita da un sentiero
       che  calava poi in Val delle Moneghe.
       Sicuramente  era il piu' breve seppur poco agevole itinerario
       per collegare il Feltrino con le Miniere di Vallalta.
       La forc. dell'Omo e' un importante bivio dal quale si possono
       seguire ben cinque itinerari.
       Verso sud la Val Slavinaz e' agibile anche se non esiste piu'
       traccia del sentiero.
       Verso  Sud, in quota, un largo sentiero poco evidente a causa
       dell'erba  e  non  piu' frequentato porta in Erera attraverso
       il Col del Demonio, mantenendosi alto sui prati.
       Verso  nord  cala  il sentiero che porta in Val delle Moneghe
       verso Sagron e California.(segnato poco)
       Verso Est il sentiero porta ai pascoli di Erera.(segnato)
       Verso  Ovest  il  sentiero percorre le cengie del M.Comedon e
       quindi cala a casera Cimonega.(segnato)




        DISCESA DA FORCELLA DELL'OMO VERSO LA VAL DELLE MONEGHE

        Si cala nell'anfiteatro  detritico direttamente scendendo per
        il  ghiaione  e  puntando verso i grandi massi immediatamente
        a dx del canale al centro della valle. (segni rossi)
        (evitare   di  percorrere  le  tracce  che  traversano  verso
        sinistra  -nordovest-  in  quota, anche se questo tragitto e'
        comunque valido per la discesa, aggirando per cengie il salto
        roccioso)
        si   cala  attraversando  il  canale  verso  sinistra  e  poi
        scendendo  direttamente  una  costa che presenta un passaggio
        detritico-roccioso  dove  conviene  fare  attenzione.  (segni
        rossi).
        Si  cala  per  la  costa fino al canalone che scende da ovest
        verso est verso il piccolo piano boscoso di quota mt. 1600.
        Si  segue  questo  canalone obliquo sino al piano sopracitato
        mantenendosi  sulla  sua  sponda  sx  e  poi  calando in esso
        (alcune  striscie  bianco-rosse  su pini, ometto, segni rossi
        in prossimita' del piano su grandi massi)
        Bisogna  fare attenzione perche' le carte di questa zona sono
        molto  approssimative  ed il sentiero segnato non esiste piu'
        e'  meglio  quindi  non  fare assolutamente affidamento sulle
        carte  che  riportano  il sentiero piu' ad ovest di quanto in
        realta' esso sia.
        Una  volta  raggiunto  il  piano  (e'  l'unica zona piana del
        posto)  se  non  si trova subito il piccolo greto che cala in
        mezzo al piano verso valle (segni) si puo' agire come segue:
        si  cerchino  i ruderi di due caserette site nei pressi di un
        grande  masso con pini sulla zona nord-est del piano, al limi
        tare del bosco, in mezzo ad una radura.
        Trovato  il  rudere  di  caseretta  bisogna tagliare il bosco
        in  quota  verso  ovest per circa  50/80 metri sino a trovare
        il   percorso  segnato  con  segni  rossi che cala verso nord
        seguendo il greto  sabbioso  di  un  rivo  secco.
        E'  meglio  perdere  un  po' di tempo per trovare il percorso
        segnato    piuttosto  che  perdere  piu' tempo in seguito per
        disimboscarsi dalle mughe....

       Si  tenga  presente  in  tutti  i  casi che il greto del rivo
       dove  e' segnato il percorso scende tra la valle piu' marcata
       ed i ruderi, appena ad est (30 mt) di grandi massi con pini.

        Si  segue in discesa il greto del rivo (rami spezzati, segni)
        mantenendosi sempre sulla spalla (baranci) sino ad un pulpito
        boscoso   dove  un  masso  rotondeggiante  (unico)  invita  a
        riposare. (mt. 1504 - Quota segnata sulle carte, si noti dove
        e' segnato il vecchio sentiero, ora in disuso e non segnato).
        Si  supera  diritti  il pulpito, calando fra le mughe in modo
        quasi verticale per una quarantina di metri con un tratto che
        sicuramente sara' ricordato sino ad aggirare la costa (segni)
        in  un punto roccioso che presenta un landro che puo' offrire
        un riparo in caso di maltempo.
        Si seguano attentamente i segni rossi dipinti sugli alberi.
        Si  cala  giu' diritti  ripidamente per la boscaglia  sino ad
        incrociare  la  mulattiera  nel suo punto piu' alto dove essa
        termina  con  degli  spiazzi  (ere) che venivano usati per la
        produzione del carbone.
        Ora  la  discesa  cambia  aspetto:  la  mulattiera e' larga e
        riposante e cala a tornanti giu' per la costa boscosa.
        Nella  sua  parte  bassa bisogna stare attenti al percorso in
        quanto   il  fogliame  nasconde  il  tracciato.  In  caso  di
        incertezza mantenersi a sinistra sul bordo di una scarpata.
        A quota mt. 1045 circa si supera un rudere di caserina e poi,
        costeggiando  il  bordo  di una scarpata, a mt. 1025 circa si
        perviene  ad  un  segno  rosso su di un masso ed una striscia
        bianco-rossa  su albero. Qui vi e' un bivio dal quale si puo'
        scegliere se dirigersi verso Sagron o verso California.
        Si descrivono entrambe le possibilita':

        PER  SAGRON:  Si  scende la scarpata e si prosegue giu per il
        canalone sassoso sino alla confluenza con il torrente Pezzea.
        (circa    trecento   metri)  Si  oltrepassa  il  torrente  in
        corrispondenza   del  macigno  piu'  grande  ed  aldila'  del
        torrente vi e' un gruppo di faggi con segni rossi.
        Si  seguono i segni risalendo la scarpata diagonalmente verso
        destra,  poi  si  attraversa una spianata aldila' della quale
        vi  e'  una  casera  (Ronchet mt.972) ad ovest della quale il
        sentiero  segnato risale la china sino ad una pista forestale
        che porta all'abitato di Marcuz e da qui verso Sagron.
        (ore 0.45 dal bivio)

        PER  CALIFORNIA:  Si  scende  diagonalmente  verso  nord-est,
        facendo  attenzione  al  tracciato della larga mulattiera ora
        ridotta a sentiero in mezzo al fogliame.
        Si  attraversa una valletta con bianchissime lastre di roccia
        e  si  riprende  il  sentiero  sul  versante opposto (Val del
        Mezzodi')  si attraversa per boscaglia e si attraversa la Val
        Mandrisson  (acqua)  oltre  la quale il sentiero la costeggia
        in discesa e poi superando qualche piccolo piano (ere) sbocca
        nella  franosa Val Ladesi, caratterizzata da una grande frana
        sempre in movimento.
        Si  scende  la valle sul suo versante sx orografico per circa
        duecento  metri  e  si riprende il sentiero sull'altra sponda
        dopo aver attraversato il torrente in corrispondenza di rocce
        franose  rossastre,  ricche  di minerali. Bisogna issarsi sul
        sentiero    risalendo    una  franetta  di  terra  rossastra,
        avvalendosi della vegetazione che offre valido appiglio.
        La  mulattiera  scorre  con minimi saliscendi sul versante dx
        orografico    del  torrente  Pezzea,  sopra  ai  luoghi  dove
        anticamente  venivano  scavate  le  miniere  di  mercurio  di
        Vallalta. Si sbocca nella grande spianata prativa di Vallalta
        a  quota  mt.  850  dove  una  costruzione  ancora  in  buone
        condizioni (Il Casin) puo' offrire riparo in caso di maltempo.
        Si  prosegue  attraversando  il  prato  e poi per mulattiera,
        superando  molte  costruzioni (a mt. 824 una costruzione a sx
        del  sentiero  e'  molto  pulita  ed  ospitale,  forse  della
        forestale).  Si perviene a Pattine in circa un ora di cammino
        dal  bivio  e  da  qui  a  Marcuz  con  altri venti minuti di
        cammino, ripercorrendo il sentiero fatto in salita.
        Ore 1.15 dal bivio.




  Appunti per la salita della val  Slavinaz alla forcella del'Omo per le Scortegade
                                                (dall'albergo Boz in Val di Canzoi)



Il percorso non e' segnato dal CAI. e non è riportato su cartografia.
Esso si svolge dapprima per buon sentiero sino a quota mt. 1300 circa (i primi seicento metri di dislivello)  poi seguono altri seicento metri per sfasciumi e roccette con difficolta' minime (qualche metro di 1ø grado) nel canale senza esposizione.
Si consiglia il tragitto tra luglio ed ottobre in assenza di neve o con ramponi e picozza (molto piu' facilmente) in primavera solo nelle ore del primo mattino per evitare  le slavine incombenti in entrambi i versanti.

NB: la descrizione del percorso e' fatta esattamente come il tragitto e' stato effettuato, con inizio comune al tragitto per Erera-Brandol.    Infatti chi scrive voleva   rivisitare i ruderi delle antiche case Campedel , punto obbligato di sosta per chi transitava verso le miniere di Vallalta in Val del Mis per il percorso descritto anticamente (Argenta, Grandis-1713-) come "Scortegade".

Il percorso non e' riportato su alcuna carta topografica attuale (1998).
Esso viene descritto dalla  guida delle "Alpi Feltrine"  in discesa con  una uscita a mezza valle lateralmente (mt. 1300 circa) sulla destra orografica per tracce.  
Il tragitto e' segnato solamente sulle carte IGM levata 1946 - 1948 ma con una discrepanza evidente sugli utimi duecento metri di perorso, segnato punteggiato troppo verso le cengie del M.Comedon (Vedere ritaglio carta Lombardo Veneto del Seiffert allegata dove pare che questo fosse il normale tragitto ).

               


La forcella dell'Omo vista da Ovest, segnati antichi pecorsi per greggi verso le Agnelèze di Brandol al centro la Val Slavinaz (Val dell'Aste) ed a sx la sua diramazione n.ovest segnata nelle carte antiche.


          Val Slavinàz e sue diramazioni. Ortofoto satellitare sovrapposta a CTR foglio Sass de Mura


                                  Sentieri di accesso alla Val Slavinàz e percorso delle Covolade per Erera



                                 
                                                             Val Slavinàz con le Covolàde

DESCRIZIONE
Si giunge per la Val di Canzoi all'Albergo Boz ove si parcheggia l'auto  e si prosegue per pista forestale costeggiando il lago sulla sua destra  orografica (mt.710) e riportandosi sulla sinistra orografica alla fine dello stesso, per ponte di legno.
Si prosegue per la pista sino ad un bivio ove vi sono le indicazioni per Erera-Brandol.
Tralasciare la pista che prosegue diritta per  Biv.Feltre. (1)
Si gira a destra superando una sbarra ed entrando nel Parco naturale delle Dolomiti Bellunesi.
La pista subito compie un tornante e poi sale con moderata pendenza costeggiando alta la valle.
Dopo circa dieci-quindici minuti di cammino dalla sbarra, sulla sinistra, si diparte un largo sentiero che prosegue pianeggiante e poi in leggera salita. (mt.870)
Si passa dopo duecento metri dalla strada a mt. 890 sotto ai ruderi delle casere Campedel, visibili anche dalla pista forestale.
Si traversa sotto di esse, poi si attraversa un greto e si cala in una  zona pianeggiante ,  il sentiero e' difficilmente individuabile, ma la zona e' agevole e presenta rada vegetazione di pini. (ruderi di casera sotto alla fascia di rocce, circa 300-400 mt. dalle casere Campedel)
Si costeggia  vicino al  bordo del piano ove il sentiero e' ben visibile e laddove esso si presenta ben marcato ed in discesa (sorgente a tre metri sotto il sentiero) ad un bivio non proprio evidente si devia in salita verso destra a nord, diagonalmente per largo sentiero. (mt. 870)
(NB: circa centocinquanta metri piu' avanti, piu' bassi in quota di circa 10 metri, da ruderi di piu' caserette, si diparte un'altro sentiero grossomodo parallelo; esso e' meno largo e presenta in prossimita' del greto della Val Slavinaz un passaggio su roccia sopra ad una pignatta d'acqua un po' esposto . )   (1)

Si prosegue per buona mulattiera in salita diagonalmente , alti sulla sinistra orografica della Val Slavinaz sino a giungere  con leggera discesa al greto del torrente, incassato tra ripide pareti rocciose e vertiginose pale erbose. (mt.950 - ometti sul greto)
Si passa per una ventina di metri sulla destra orografica e poi si ritorna sulla sinistra orografica riprendendo la mulattiera che sale larga costeggiando dapprima il greto e poi alzandosi sulla valle in mezzo ad un bosco di faggi e pini.
Si sale con ampi tornanti per la costa  denominata "Le Covolade basse" superando molti sassi sporgenti che possono offrire riparo in caso di breve temporale.
Vengono superate tre fascie di gradoni rocciosi ed e' intuibile dalla carreggiata talvolta scavata nella roccia che il sentiero anticamente era molto frequentato: la presenza di molte "ERE" lascia intuire che il bosco veniva sfruttato per produrre il carbone.
Il superamento dell'ultima fascia di rocce a mt. 1300 e' agevolato da un provvidenziale "Scalon" con pioli di ferro.

NB: prima di giungere alla scala di legno, (30 m prima- dove il sentiero compie il tornante) vi e' la possibilita' di scendere nel fondovalle attraversando il canalino sottostante alla scala   
per sentiero appena visibile. Giunti nel greto si inverte il cammino per sentiero su erba rimontando la costa boscosa della dx orografica. Da qui' e' possibile scendere una quindicina di metri sotto ad una fascia di rocce per seguire poi il sentierino su cengia che attraversa alto verso la Val Caorame. )  

Va detto che la fascia di rocce (a dx dello scalon) e' egualmente aggirabile verso sud-est, ma l'opera e' stabile e permette il superamento di circa sei metri di rocce ove probabilmente nel passato vi era  una traversata diagonale con ponte in legno.
Superato lo scalòn si perviene ad uno spiazzo (Ere) dove (2) una traccia di sentiero prosegue diritta in lieve pendenza ed il sentiero principale devia con un tornante verso sud-est, verso la base di una fascia di rocce. (mt.1340)

Abbandonato il sentiero principale che stavamo percorrendo, si punta in salita al greto della Val Slavinaz costeggiando verso nord in un bosco di pini e faggi sino ai ruderi di una caseretta a quota 1370 circa.
Dai ruderi (che si notano piu' per la ricca vegetazione che per le pietre) non bisogna perdere quota, ma proseguire in piano (ortiche) verso nord e poi risalire qualche metro per una costa boscosa che ci porta a superare un greto laterale (ometto) ed in piano per prati sino a tre metri dal greto della Val Slavinaz. (Dai ruderi al canalone circa duecento metri lineari)

NB: Questo e' il punto dove chi ha descritto la discesa della Val Slavinaz nelle "Alpi Feltrine" ha preferito scendere ancora per la costa boscosa in mezzo alla valle e poi risalire la destra orografica per il sentierino raggiungibile anche attraversando il greto dalla quota "scalon".

Del resto, non conoscendo esattamente il percorso, e' veramente arduo in discesa trovare la traccia per il rudere dal quale la traccia diviene sentiero.
Ora siamo praticamente nel fondo della Val Slavinaz che abbiamo guadagnato risalendo il suo fianco sinistro per circa seicento metri, possiamo notare sul ghiaione morenico della destra orografica il sentierino battuto dalle bestie che in quota punta verso l'Alpe Pendane.
Si rimane alti circa tre-quattro metri dal canalone per prati sulla sin. orografica e si prosegue in leggera salita per la mulattiera ormai preda della vegetazione sino ad affacciarsi  (Ometto su di un masso, unico buon riferimento per la discesa)  sul canalone.
Su ancora una decina di metri sulla sinistra or. (cartello giallo del parco) e poi si attraversa il canalone sulla destra orografica e si risale un costone erboso mantenendosi poi sottocroda alle pareti gialle e nere strapiombanti e riguadagnando il canalone per buona cengia erbosa (ometto).
Si ripassa sulla sin. orografica e si risalgono ripide coste erbose, poi ad una biforcazione del canalone a mt. 1600 circa (IMPORTANTE!) si mantiene il ramo ad est verso Brandol. (Cartelli gialli del parco). Anticamente questa biforcazione (1856-Seiffert) era chiamata 'Val dell'Aste'.
Imboccato il ramo destro salendo, si risale a lungo per roccette sulla destra orografica (tracce dove e' piu' facile) e poi il percorso e' obbligato proprio al centro del canale (spesso neve) che si risale con un passo di primo grado oltre il quale il  vallone si presenta erboso e porta alla Forcella dell'Omo (mt. 1946).  
Grossomodo si puo' dire che il percorso su ghiaie e roccette sia di circa trecento metri, la parte alta del percorso.

Dislivello mt. 1250 circa.
Acqua : a mt. 950 e 1350 sul canalone fondovalle.
ore 4 circa.



(1) Descrivo brevemente l'ingresso della Val Slavinaz dalla Val Caorame: per la pista che sale nella Val Caorame, all’inizio del ponte che passa dalla sx alla dx orografica su diagonalmente per piccolo ghiaione e quindi per sentiero circa duecento metri lineari sino al raccordo con la mulattiera che sale dal greto del Caorame ove evidentemente un tempo vi era un ponte.
La mulattiera molto larga sale a tornanti superando i ruderi di alcune caserette a quota mt. 860 in mezzo ad una fitta vegetazione e prosegue poi inoltrandosi per la sin. orografica della Val Slavinaz. (questo e' il sentiero basso, in disuso a causa di un passaggio su roccia)
Conviene salire per il sentiero alto: qualche metro prima di giungere al piano dove vi sono i ruderi, (mt.850) si gira su decisamente a destra  per dieci metri di sentiero ripido e poi seguendo a destra la larga mulattiera si giunge a mt.870 al bivio.( diritti si sale in leggera salita per Casere Campedel, a sinistra verso nord si entra con la larga mulattiera per la sin. orografica della Val Slavinaz.).
 
(2)  (Bivio presso lo spiazzo - Ere di mt.1340 circa) Proseguendo a sud per buon sentiero , ad un masso si segue la diramazione di sinistra ,bivio di m.1380 (3), salendo poi sino a sotto le crodead ulteriore bivio: un sentiero in leggera discesa verso nord-ovest poi porterà sino ai ruderi della caseretta diruta di m. 1370 c.  per sentiero più marcato.

(3) Bivio di mt.1380)  Proseguendo diritti verso Est il sentiero si ricollega con quello segnato sulle carte topografiche in localita' "Col Spavier".
Si prosegue diritti per larga mulattiera nel bosco di pini sino ad incrociare un sentiero che proviene dal basso e sale verso una fascia di rocce. (scegliere l'uno o l'altro,  entrambi si ricongiungono piu' in alto)
Proseguendo diritti si perviene ad un pulpito molto panoramico sulla valle e da questo su diritti per la costa boscosa  e poi a destra sino ad arrivare ad una era (mt.1510). Il sentiero da qui' non e' piu' evidente, ma si sale nel fondo di un canalino paralleli ad una fascia di rocce (altre ere) sino ad incrociare una decina di metri sopra, al limite di un ghiaione, la mulattiera che avevamo incrociato precedentemente un po' imboscata. Essa ci porta in un  largo canale carsico e pratoso che va seguito sino a sbucare sulla forcella (mt.1710) con bellissimo panorama su Erera - Brandol.
Il canale pratoso e' praticamente parallelo al "Porzil" (scorciatoia del percorso per Erera)  ed e' sempre frequentato da camosci e mufloni; dalla forcella un sentiero rimonta a sud il Col Spavier.


Zona di Erera - Brandol: ritaglio da 'Carta del Lombaro Veneto' - Seiffert edizione 1833 - Si legge la dizione 'Val dell'Aste' sulla biforcazione superiore (m.1600) dx della attuale Val Slavinaz e si segue anche il sentiero puntinato che  perviene sulle banche del M.Comedòn seguendo ora la dx ora la sx orografica del ramo n.ovest del vallone.


















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