Monfalconi- spalti Toro
Dolomiti > Dolom Friulane
(in lavorazione)
NB: questi appunti di cammino sono stati redatti alla buona dagli anni '70, alcune descrizioni potrebbero essere obsolete riguardo eventuali infissi metallici, agibilità di baite, frane su sentieri. Alcune foto sono d'epoca ('70-'80) digitalizzate e possono essere interessanti per stimare la diversità di vegetazione.
Le descrizioni e le ricerche sono di Gian Garzotto
RIF.GIAF-BIV.MARCHI/GRANZOTTO - CAS.VALMENON FORC. di LAVINAL
Giro ad anello da Forni di Sopra nel Parco delle Prealpi Carniche con pernottamento in bivacco)
Si tratta di un itinerario faticoso ma altamente remunerativo
sia dal punto di vista panoramico sia per la grandiosita' del
paesaggio.
E' previsto il pernottamento al Biv.Granzotto-Marchi dopo
aver faticosamente risalito il canalone detritico della
forcella di Cason (o della forcella Da Las Busas).
Viene poi discesa la Val Monfalcon di Forni e risalita la Val
Menon oltrepassando l'omonima malga sino alla forcella
di Lavinal.
La discesa sara' fatta per la Val di Lavinal con divertenti
scivolate sul ghiaione che la percorre interamente, oppure
per la forcella Urtisiel volendo abbreviare l'itinerario.
Carta Topografica: TABACCO 1:25000 -Forni di Sopra e Sotto
IGM 1:25000 tavolette: M.Pramaggiore
Lorenzago di Cad.
AVVICINAMENTO
Per la statale del Passo della Mauria, proveniendo dal passo
circa un chilometro a valle dell'albergo Cridola a destra si
dirama una strada asfaltata (Indicazioni per Rif.Giaf) che
prosegue per un chilometro entrando nella valle dove scorre
il torrente Giaf.
Si mantiene sulla sin. orografica e perviene ad un ponte ove
vi e' un divieto di transito ai mezzi non autorizzati.
Si parcheggia sulle piazzole apposite. (segnaletica C.A.I.)
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Si prosegue per la pista forestale che sale sulla destra
orografica della valle ed al primo tornante incontrato si
prosegue diritti per mulattiera, abbandonando la pista che
perviene anch'essa al rif. Giaf (meno direttamente).
Si costeggia il torrente in mezzo al bosco e poi lo si
attraversa sopra un ponticello di legno, passando sulla
sinistra orografica.
Si salgono un paio di tornanti piuttosto ripidamente e poi
la mulattiera perviene alla vasta conca boscosa che
attraversa con moderata pendenza sino a ricongiungersi con
la pista forestale che era stata abbandonata.
Si incontra una costruzione adibita a garage e con un
tornante si perviene al rif.Giaf. (mt.1400).
Ore 0.50 dal parcheggio.
Acqua attraversando il torrente ed al rifugio.
NB: FARE RIFORNIMENTO DI ACQUA AL RIFUGIO: si dovranno
risalire circa 800m di ghiaione senza acqua!!
Dal Rif. Giaf bisogna scendere al tornante e da questo si
dirama il sent. nr.342 che porta alla forcella di Cason ed
il sentiero nr.354 che porta anch'esso al bivacco, ma meno
direttamente, per la forcella Da Las Busas.
SALITA PER LA FORC.DI CASON
Dal tornante sottostante al rifugio Giaf si sale per una
costa dapprima boscosa, poi mugosa.
Il sentiero risale piuttosto ripidamente la costa e perviene
ad un bivio dove si dirama in quota verso sud-est il sentiero
nr.361 che risale la forcella Urtisiel. (Ben visibile il
tracciato a tornanti che risale il ghiaione). Segnal.mt.1580.
Dal bivio in mezzo alle mughe gia' si vede il ripido canalone
(a destra in alto) che andra' percorso ed il sentiero risale
tra le mughe oltrepassando e lasciando a destra il percorso
dell'"Anello Bianchi" che gira attorno al Rif. Giaf.(m.1700)
Si seguono i segni ben evidenti ed il sentierino molto ripido
punta ad un grande roccione posto all'imbocco del canalone
della forcella, alla base del quale vi e' una piazzola per
elicotteri (Soccorso Alpino).mt.1900 circa.
Si sale sulla sinistra del roccione per ghiaione e poi per
sentierino puntando alla base del "Torrione" e passando sotto
alle sue gialle rocce. (Landro che puo' offrire riparo)
All'altezza della base delle rocce dove vi e' il landro si
traversa il canalone portandosi sulla sua sinistra salendo
e si superano facilissime roccette un po' friabili. m.2100.
Diagonalmente sottocroda si risale alla forcella mantenendosi
sulla sinistra del ghiaione (segni, sentierino) (mt.2224).
NB: dalla forcella Di Cason e' molto breve e facile portarsi
al pulpito che sovrasta l'itinerario nr.354 dal quale
e' possibile ammirare uno stupendo panorama verso il
Monfalcon di Forni ed il M.Cridola con molteplici scenari.
Sotto di noi i ghiaioni che sono risaliti a tornanti dal
sentiero che perviene alla vicina e visibile forcella Da Las Busas.
Val Monfalcon di Forni dalla Forc. del Leone. Al centro zona Bivacco.
Si cala diagonalmente (segni rossi) verso il Bivacco
Granzotto-Marchi ben visibile dalla forcella in direz. SUD.
Vi si perviene con un piccolo saliscendi sottocroda in circa
10-15 minuti.
Il bivacco offre n.12 posti letto in cuccette. E' del tipo
"Fondazione Berti" in lamiera ed e' dotato di pentolame,
stoviglie, qualche scatola di viveri di emergenza, pronto
soccorso, candele, taniche per acqua, coperte ecc.
Non vi e' stufa o possibilita' di accendere fuoco all'interno.
L'acqua sgorga a circa dieci minuti ad est del bivacco, in
basso, sotto al ghiaione che cala da cima Barbe, ove vi sono
delle scritte fatte con pietre ed un evidente segno rosso
dipinto sopra ad un masso.
La Val Monfalcon di forni dal versante della Val di Brica, da Sud.
DISCESA DELLA VAL MONFALCON DI FORNI
E' consigliabile rifornirsi di acqua prima della partenza in
quanto raramente vi sara' possibilita' di rifornimento prima
della malga di Valmenon.
Si cala ad ovest del bivacco (Segnaletica sent.359) giu' per
un colle sino alla parte piu' bassa della conca glaciale.
Si attraversa poi sulla sinistra orografica della valle
seguendo un sentierino ove la traccia appare piu' evidente,
seguendo la buona segnaletica su pietra.
Si cala per un canalino erboso seguendo i segni e poi si
costeggia ad est seguendo il sentierino non propriamente ben
battuto. (sotto di noi a dx un laghetto ed un piccolo rivo).
Il sentiero esce sulla sinistra orografica divenendo ora
non evidente (ometto) e quindi un passo in discesa su roccia.
Si costeggia per buon sentiero sottocroda e quindi il
sentiero cala ripidamente zigzagando nel bosco.
Esso rasenta un canalino ove (dieci metri sopra) gocciola
sempre acqua ed e' possibile rifornirsi anche se a fatica.
Si cala ancora nel bosco e tra le mughe e quindi si
attraversa un ghiaione mantenendosi pressoche' in quota.
Giu' ancora ripidamente per buon sentiero con stretti
tornanti sino a sbucare sulla radura ove sorgeva la Caseruta
dei Pecoli a mt.1400 circa. Bivio con il sentiero 361.
Segnaletica. (ore 1.15 circa)
NB: verso valle si perviene in circa 1.15 ore al rifugio
Pordenone, percorrendo le ghiaie della ampia Val Meluzzo.
A circa 10 min. di cammino verso valle il torrente risale in
superficie dando facile possibilita' di rifornimento.
(dislivello in discesa circa 80 mt.)
NB: aldila' della valle cala la Val di Brica con un ghiaione
che viene risalito inizialmente da un sentiero. Si puo'
pervenire al Cason di Val di Brica in circa 1.30 ore dal
bivio. Acqua di sorgente nei pressi del citato bivacco.
DAL BIVIO DELLA CASERUTA DEI PECOLI ALLA MALGA DI VALMENON
(Il bivio e' sulla destra orografica della val Menon)
Si risale con buona pendenza il bosco di pini e larici e
quindi si traversa paralleli al fondovalle della Val Menon
in piano, passando poi sulla sinistra orografica.
Si sale con ampi tornanti il bellissimo bosco di pini con
moderata pendenza sbucando poi in una radura pianeggiante.
(notare in alto a sinistra il sentiero pianeggiante che
taglia le mughe e che collega la forc.Urtisiel con la malga
di Valmenon).
Superato l'ultimo colle il sentiero diviene pianeggiante e
con una ampia curva destrorsa perviene alla malga di Valmenon.
La casera e' in muratura ed e' agibile su due piani, dove il
piano inferiore e' adibito a focolare mentre il superiore e'
adibito a dormitorio.
Essa puo' ospitare una trentina e piu' persone in caso di
maltempo. Una tettoia dove vi era la malga puo' offrire
ancora riparo. L'acqua sgorga ad un centinaio di metri dalla
casera in direzione est (al bivio tra sentieri 361 e 369).
Dalla casera si prosegue ad est verso la sorgente d'acqua,
oltre alla sorgente vi e' un bivio (a sinistra un sentiero
prosegue tra le mughe in quota con ampio giro verso nord -
alta via nr.6-sent. nr.361, forc. Urtisiel)
Si segue sottoroccia la diramazione di destra salendo una
breve rampa e poi seguendo alti sulla destra di un rivo per
bellissimi piccoli prati sino ad una biforcazione dove si
congiungono due vallette.
Vi e' la possibilita' di salire su diritti per tracce verso
est, pervenendo al bel pascolo superiore di quota mt.1920 ma
non vi e' segnaletica, pur essendo ben battuta la traccia.
Altrimenti il sentiero aggira la quota m.1945 ove e' sito il
cason di Campor•s e sbuca in un ampio prato in una bellissima valle.
Qui vi e' un bivio ed andra' abbandonato il sentiero n.369
che risale verso sud alla forcella di Brica (Caratteristico
monolite) mentre si seguira' verso nord il sentiero 367 che
porta alla Forcella Lavinal.
Alla forcella vi si giunge con due possibilita': vi e' un
bivio in un prato dal quale o si sale su diritti verso cresta
(segni rossi) oppure si sale obliquando a sinistra per
sentiero ben marcato (ma solo inizialmente) per mughe.
Si consiglia la prima possibilita' in quanto la forcella e'
la prima depressione a monte vicina alle creste, non una
delle altre depressioni mugose che potrebbero indurre ad
errori.(segnaletica non ottimale, ambigua, cartelli alla
forcella). m.1972.
NB:dalla forcella Lavinal si puo' risalire la cresta verso
est per circa settanta metri sino alla forcella Lavinal di
Palas che offre la possibilita' di scendere all'abitato di
Andrazza per ripidi ghiaioni.
Si cala per buon sentiero che scende incuneato tra due
collinette ghiaiose e si perviene ad un prato rasentando il
ghiaione che scende dalle Cime di Lavinal.
Si prosegue entrando nel bosco sulla sinistra orografica
della valle e dopo un centinaio di metri il sentiero in mezzo
al bosco devia verso il centro della valle (attenzione alla
segnaletica) traversando a destra e seguendo il ghiaione.
Si segue sempre il ghiaione per sentiero segnato ed evidente,
mantenendosi sempre sulla sinistra orografica.
Dopo diverse centinaia di metri di discesa su ghiaione si
perviene ad una sorgente ed in breve, passati attraverso una
diga in legno sulla destra orografica, si raggiunge la
sottostante pista forestale. (torrente con acqua)
Un sentiero si stacca ad ovest e porta al rifugio Giaf.
Vi e' un quadrivio di piste forestali.
La pista forestale che cala direttamente verso valle porta
circa un chilometro a valle del parcheggio della Val di Giaf.
Conviene seguire la pista che prosegue verso ovest in quota,
con segnaletica per rif.Giaf e Forni di Sopra.
Si traversa in quota con qualche piccolo saliscendi e si
perviene al secondo tornante della pista forestale che sale
al rif.Giaf.
Si scende per la pista ed in breve si giunge al parcheggio
presso il ponte.
Discesa dalla Forcella Lavinal al parcheggio: ore 2 circa.
Dalla Casera di Valmenon ore 2.30 circa
Dal Bivacco Granzotto Marchi ore 5-5.30 circa
GIRO DEGLI SPALTI DI TORO E MONFALCONI
(Percorso ad anello di due giorni)
Questo itinerario (che si consiglia di effettuare in due
giornate) compie il giro completo del gruppo degli Spalti di
Toro e dei Monfalconi, per sentieri segnati molto bene dal
CAI in un ambiente montano molto isolato e suggestivo.
L'itinerario viene descritto con partenza dal rif.Padova in
Val Pr… di Toro, in quanto e' consigliabile effettuare il
sentiero "Marini", che e' il tratto piu' impegnativo del giro
con il fisico ancora fresco.
Si prevede il pernottamento al rif.Pordenone in Val Cimoliana
ed e' consigliabile avere conferma del posto branda anche il
giorno stesso della partenza.
Naturalmente e' possibile effettuare il giro salendo dalla
Val Cimoliana per il sentiero "Marini" ed allora si prenotera'
la notte al Rif.Padova, in genere meno affollato.
Si consiglia uno zaino leggero, ed il periodo migliore per
l'escursione e' il mese di settembre.
Rif.Pordenone mt.1249 (Cimolais) tel.0427-87300.
Rif.Padova mt.1287 (Domegge) tel.0435-72488
1ø Giorno - Dislivello mt.750
Acqua: ad 1 ora dalla partenza in val degli Elmi
Sul sentiero "Marini" a mt.1790
Sul sentiero "Marini" a mt.1600
Ore 6 (escluse le soste)
2ø Giorno - Dislivello mt.1100
Acqua: Sorgenti in alta Val Monfalcon di Cimoliana
ore 6 (escluse le soste)
CARTA TOPOGRAFICA: Ediz. TABACCO "Dolomiti di Sinistra Piave"
CARTA IGM: 1:25000- Perarolo di Cadore - Pieve di Cadore - M.Pramaggiore
DAL RIF.PORDENONE AL RIF.PADOVA
Per forc. del Leone e forc. Monfalcon di Forni
Di fianco al rifugio, dove vi sono i lavelli con l'acqua, si
diparte in piano il sentiero nr.349 verso nord. Esso con
qualche saliscendi traversa la costa (parallelo alla Val
Meluzzo sottostante) e giunge a raccordarsi con il sentiero
che sale da detta valle in corrispondenza del ghiaione che
cala dalla Val Monfalcon di Cimoliana a mt.1250.(segnaletica)
Si sale ripidamente ma per buon sentiero il ghiaione che un
centinaio di metri piu' in alto diviene meno ripido.
Quando il sentiero diviene inesistente, allora si attaraversa
il ghiaione della valle verso sinistra (sud-ovest) e si
prosegue salendo sul bordo sinistro per sentierino che
passa poi sul versante destro (sinistra orografica) a quota
mt.1580 (a sinistra grande frana che cala dal canale di forc. cimoliana)
Si sale sul bordo destro del canale superando una piccola
sorgente a mt.1745 al centro della valle, poi piu' avanti si
attravrersa sulla destra orografica a circa 1800 metri (acqua)
e si incontra il bivio con il sentiero nr.360 che
attraversando verso sud sale poi alla forcella Cimoliana.
(segnaletica in legno su tabelle)
Si prosegue verso il grande circo erboso cosparso di massi
ed il sentiero passa vicino a quattro grossi massi dai quali
sgorga una sorgente d'acqua (mt.1920). (ore 2.30 dal rifugio)
Piu' in alto, circa settanta metri di dislivello sopra, in
una piccola buca affiora un'altra sorgente, che pero' si
inabissa subito. (segni- mt.1985)
Il sentiero ora, dopo aver rimontato il colle erboso al
centro della valle, taglia diagonalmente il ghiaione
portandosi sottocroda alle cime della cresta del Leone e
sempre sotto alle rocce porta alla forcelletta del Leone a
quota mt.2290. (ore 3.30 dal rifugio)
Vale la pena di soffermarsi alla forcelletta per ammirare le
rocce molto frastagliate del Monfalcon di Montanaia, verso
sud-ovest. Il Bivacco Granzotto-Marchi dalla forcellatta non
si vede ma basta scendere qualche metro nel canalino per
scorgerlo in basso a destra, sito sul pianoro di quota
mt.2152. Esso e' del tipo "Fondazione Berti" con nove posti
letto, coperte ed attrezzatura varia. Acqua ad est, sotto la
Cima Barbe, sul ghiaione ai suoi piedi.
E' raggiungibile in dieci minuti scendendo giu' dritti dalla
forcelletta per ghiaie verso est.
Dal Bivacco, il sentiero 342 per la vicina forc. di Cason
porta in circa un ora al rif.Giaf.
Dalla Forcella del Leone, se non si deve passare per il
bivacco e' possibile costeggiare sottocroda per tracce a
nord tagliando il pendio diagonalmente per raggiungere la
vicina forcella Monfalcon di Forni. (non ci sono segni ma non
vi sono particolari problemi) Non bisogna puntare alla
forcellina erbosa piu' vicina, ma avvicinatisi ad essa un
sentiero taglia sottoroccia verso nord-est giungendo alla
vera forcella che e' quella piu' vicina alle rocce della
testata nord della valle.(Il Monfalcon di Forni) (20 min.)
(Volendo passare per il bivacco, invece, si cala giu diritti
per ghiaione e poi si risale alla forcella per sentiero
segnato sulla sinistra orografica della valle- 45 min.)
La forcella Monfalcon di Forni offre un bellissimo panorama
sul ghiaioso Cadin d'Arade e sulla verde vallata in fondo
alla quale sorge il rif.Padova. Costeggiando per sentiero
sotto le rocce del Monfalcon di Forni si perviene alla
forcella "Da las Busas" per la quale si cala in circa un'ora
al rif.Giaf. E' possibile anche aggirare la quota 2315 per
una forcellina che in breve tempo ci porta alla forc.di Cason.
Vale la pena di abbandonare gli zaini per un'ora e compiere
una escursione da Forc.Da las Busas alla forc.di Cason, al
Bivacco e ritorno, visto che la discesa per il rif.Padova ci
impegnera' poi per un paio d'ore ed il giro sara' terminato.
Si prosegue in discesa per sentiero nr.342.
Si cala per i ghiaioni del Cadin d'Arade con qualche
serpentina e si prosegue giu' sino ad arrivare al catino
barancioso di quota mt.2000.
Dal bel pulpito panoramico ci si cala giu' in mezzo alle
mughe per sentiero ben segnato e battuto che scende per
numerosi canalini con media pendenza.
Alla nostra sinistra calano numerosi i ghiaioni da ogni
forcelletta ed a quota mt.1830 si incontra il bivio del
sentiero segnato (segn. nr 353 su tabella) che risale da
nord-ovest la forcella Montanaia (mt.2333).
Scendendo ancora si incontra il bivio con il sentiero che
risale la forcella Scodavacca (mt.1540 - nr.346 -segnaletica)
e calando ancora tra le mughe la vegetazione lascia il posto
ad un bellissimo bosco di faggio, pino e larice.
Si perviene con larga mulattiera alla grande radura ai piedi
della quale sorge il rifugio Padova.
(Circa ore 2 dalla forcella Monfalcon di Forni)
DAL RIF.PADOVA AL RIF.PORDENONE per Forc.SPE
Il percorso inizia dal Rif.Padova a mt. 1287 per sentiero
nr.350 che si stacca a sud del rifugio per mulattiera che
risale la bella radura in leggera salita mantenendosi sul
limite destro di essa, in direzione della bella Casera Pr…
di Toro ben visibile dal Rifugio. (Segnaletica su pino)
Lasciata a sinistra la casera, la mulattiera si inoltra nel
bosco di pini e risale con pendenza media il Collalto
giungendo ad una bella caseretta di legno posta proprio sul
punto piu' alto del colle. (essa puo' offrire riparo in caso
di maltempo) (30 minuti)
La mulattiera ora cala in discesa, superando un rivo d'acqua
e poi calando ancora per circa un centinaio di metri sino al
fondovalle che viene superato con un bel ponticello in legno.
Superato il ponte (bivio: prendere verso sud, in salita) si
perviene ad una bella radura dove e' sita la casera Valle che
offre una tettoia di riparo con focolare. (circa 1.15 ore)
Vi sono anche panche e tavoli per mangiare e vi e' un bivio
con segnaletica su pino che indica la direzione verso sud per
la Forcella Spe e Biv. Gervasutti. (nr.352-indicate ore 2.30)
Nell'altra direzione, cioe' verso ovest si perviene alla
casera di Vedorcia ed al Rif Tita Barba in circa 1 ora.
Si prosegue verso sud costeggiando il rivo d'acqua, superando
un greto e risalendo la valle mantenendosi sulla destra di un corso d'acqua.
Seguendo i segni sul terreno, ci si inoltra a lungo nel bosco
di pini e larici con media pendenza, seguendo il sentierino
che e' sempre ben segnato, tagliando anche una mulattiera
molto larga che perviene da ovest.
Ci si raccorda con il sentiero nr.350 proveniente dal vicino
rifugio Tita Barba (30 min. dal bivio) e si prosegue in
salita entrando poi nel grande catino sassoso della forcella
Spe che appare ghiaiosa diritto davanti a noi.
La si raggiunge con un tornante sulla destra orografica
dell'impluvio. (mt.2049)
Dalla forcella scendendo giu' diritti per le ghiaie in Val
di S.Maria, si perviene calando circa un centinaio di metri
di S.Maria, si perviene calando circa un centinaio di metri
ad una sorgente, sulla destra orografica della valle, sul
sentiero nr.389 che porta verso il biv. Laghetti di Sopra.
Questa e' la sorgente piu' vicina al Biv. G.Gervasutti.
Per largo sentiero si tagliano le ghiaie in quota verso
sud-est e poi il sentiero taglia ancora il terreno franoso
con qualche punto un po' stretto superando due vallicole.
Si perviene ad una costa di mughe dalla quale si vede il Biv.
Oltrepassata la costa baranciosa il sentiero cala per essa
circa una quarantina di metri e poi scende nella conca erbosa
dove e' sito il bivacco G.Gervasutti. (ore 2.15 da Cas.Valle)
A nord del Bivacco troneggiano le rocce delle creste di
S.Maria e del Cadin degli Elmi. Si puo' notare il sentiero
"Marini" che traversa sottocroda verso est giu' sino al
pulpito di mughe denominato Col Cadorin.
Il Biv.Giusto Gervasutti e' stato posto dalla sez. XXX
Ottobre del CAI di Trieste e dedicato al forte alpinista
friulano. Offre nove posti branda con coperte e materassini,
tavolo, sgabelli, attrezzi per il taglio della legna ed un
pronto soccorso efficiente. Per l'acqua bisogna risalire la
forcelletta ad ovest e calare per dieci minuti in Val di
S.Maria dove vi e' la sorgente menzionata prima.
Ora si tratta di percorrere il sentiero "Marini" in discesa
per giungere al rif.Pordenone seguendo il sentiero nr.352.
Si lascia il bivacco calando per sentierino dietro ad esso
giu' per una valletta erbosa e poi rimontando diagonalmente
su verso le roccie del Cadin degli Elmi che si percorrono
sottocroda. Esse si toccano con mano quando si gira l'angolo
della costa che offre uno stupendo scenario sull'enorme
ghiaione della Val di S.Lorenzo, e sull'anfiteatro di rocce
delle cime del Cadin di Toro.
Si prosegue con qualche saliscendi attraversando un paio di
vallette e poi si cala per sentierino che con strette
serpentine porta giu' sino alle ghiaie. Si perdono circa
cento metri e non bisogna farsi ingannare da una traccia di
sentiero che traversa all'altezza delle cengie del Cadin di
Toro. Si cala infatti un po' piu' bassi delle cengie stesse.
(attenzione ai segni rossi sul terreno)
Si attraversa tutto il ghiaione che al centro presenta delle
roccette, in leggera salita, sino alle cengie ben visibili
sul versante opposto della Val di S.Lorenzo.
Dal centro del ghiaione, la Val Di S.Lorenzo e' percorribile
per ghiaie talvolta ripide e si puo' pervenire alla rotabile
del fondovalle in circa un ora e mezza.
Si traversa ora in cengia per sentierino ben battuto,
superando un tratto dove vi erano delle corde metalliche
fisse divelte dalla neve. Comunque si passa lo stesso senza
particolari problemi, giungendo con un passo in discesa ad
un colatoio svasato e continuando poi la traversata.
Bisogna fare attenzione ad un invito di sentiero che
porterebbe su per un canalino molto friabile; invece bisogna
deviare decisamente giu' per i baranci verso valle e poi si
continua ad attraversare a lungo sino al grande colle mugoso
in cima al quale vi e' un paletto di segnaletica. (Col
Cadorin mt.1838) Ora le mughe lasciano il posto ai pini.
Dalla sommita' del colle il sentiero sempre ben evidente e
battuto cala verso nord giungendo ad una sorgente e superando
poi una valletta rocciosa friabile che obbliga a calarsi su
mughe per un paio di metri. Si riprede ancora per sentiero.
Ora la vegetazione e' di pini, abeti e faggi e si cala ancora
per un costone ripido sino ad arrivare in una valle con acqua
che viene superata seguendo i segni rossi ed il sentiero da
qui diviene buona mulattiera. Essa traversa diagonalmente e
con qualche tornante sino a giungere ad un pianoro in mezzo
al bosco dove sorgeva la Casera le Corde ora rudere.
Si scende con molti tornanti per mulattiera che un centinaio
di metri sopra alla Val Montanaia lascia intravedere il
panorama del Campanil di Val Montanaia con il suo bellissimo
anfiteatro di crode.
Si perviene al greto della Val Montanaia che andra'
traversata diagonalmente sino al versante opposto dove in
cima ad un colle e' sito il Rifugio Pordenone a mt. 1249.
Lo si raggiunge con due tornanti. (La rotabile arriva circa
duecento metri al di sotto del rifugio, dove vi e' un ampio
spazio per parcheggio delle auto)
Il rifugio Pordenone e' aperto in genere da maggio a fine
ottobre, in genere e' sempre aperto se la strada della velle
e' transitabile. Di fianco al rifugio vi sono dei lavelli che
consentono di lavarsi e di raccogliere l'acqua.
Vi e' un radiotelefono ed anche telefono esterno di emergenza.
Il rifugio e' sempre molto frequentato specie nel weekend.
AL CAMPANIL DI VAL MONTANAIA
(dalla Val Cimoliana presso il Rif. Padova)
E’ un percorso classico che porta nell’anfiteatro di rocce al centro del quale si erge il Campanil di Val Montanaia.
Il campanile si erge isolato tra le ghiaie ed i baranci, e’ difficile vederlo dalla valle, solamente dove la Val Cimoliana si congiunge con la Val di S.Maria si scorge la parte alta del campanile, dalla classica cengia che lo circonda (ballatoio).
La salita non e’ nè pericolosa nè difficile, ma richiede tempo, ci vogliono circa tre ore per giungere al Biv.Perugini sito sulla sella a nord del campanile.
La salita è sicuramente remunerativa ed il panorama sarà sempre più bello mano a mano che si sale. Durante l’inverno con molta neve la salita e’ sconsigliata in quanto la valle e’ meta di tutte le slavine e piccole valanghe che calano a valle.
AVVICINAMENTO
Da Cimolais per la Val Cimoliana in circa mezz’ora di strada sterrata si perviene al parcheggio sottostante il Rif. Pordenone, nel parco delle prealpi Carniche.
Vi e’ la possibilità di parcheggiare l’auto anche prima, ad esempio presso la Casera di Pian Pagnon sita sulla sinistra della rotabile in mezzo ad un prato alla quota di mt.1020 circa, dove la Val di S.Lorenzo confluisce in Val Cimoliana.
Il perditempo per raggiungere il rif. Pordenone sarà di circa 45 minuti.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
Dal parcheggio si raggiunge il soprastante Rif. Pordenone sito sul pulpito boscoso che si erge sulla estrema sinistra orografica della Val Montanaia, dove essa si congiunge a sud con l’alta Val Cimoliana.
Il sentiero e’ tracciato dapprima sulle ghiaie e poi, in vista del rifugio sale qualche tornante in mezzo al bosco di pini sino al piano recintato e prospiciente al fabbricato.
(Al Rif. Pordenone telefono anche di emergenza invernale)
Si seguono le indicazioni per il Biv. Perugini e ci si inoltra per il bosco a nord del rifugio, attraversando alti sulla Val Montanaia. Ci si raccorda con le ghiaie della valle a circa 1300 MT, dove giocoforza si deve seguire la valle mantenendosi sulla sinistra orografica per sentiero ben battuto (segni).
Si passa poi sotto alle crode che calano da ovest dalla Cima Merluzzo, sempre camminando su per le ghiaie della valle che presenta ora anche l’acqua poi, passando sulla destra orografica, si giunge ad un buon punto di sosta proprio dove ci appare molto bene il Campanile e la valle si restringe.
NB: un posto di sosta riparato, ma senza la vista del campanile e’ una trentina di metri più in alto, sulla sinistra orografica della valle, sotto ad un landro con un masso che invita alla sosta.
Il sentiero ora si mantiene sulla sinistra orografica, destreggiandosi tra le mughe e quindi sale con strette giravolte il canalino sassoso che sale stretto ed abbastanza ripido (acqua) tra un mare di mughe sia a destra che a sinistra, ed è quindi un passaggio obbligato che non consente errori.
Si esce dalle mughe in corrispondenza del bivio (Segnaletica) per il sentiero alpinistico ….……… a quota mt.1850 circa, dove la conca ghiaiosa e le rocce fanno da palcoscenico al campanile che ora si mostra nella sua migliore veste.
Si risale per sentiero con ripidi tornanti sino alla base del campanile, dove un sentierino si stacca a sinistra verso la via normale tagliando diagonalmente le ghiaie.
Si prosegue per la valletta alla base del campanile verso nord, inoltrandosi per circa duecento metri, poi si risale la spalla erbosa sulla sommità della quale è sito il Biv. Perugini alla quota di mt.2060.
NB: il Biv. Perugini è del tipo fondazione Berti, con sei posti branda, coperte e tavolo.
A nord del bivacco, un incrocio di sentieri presenta le seguenti possibilità:
Verso destra (ovest) e su per le ghiaie, il sentiero Nr.360 ci porta a Forc. Cimoliana oltre la quale un passaggio attrezzato ci porta a ricongiungerci con l’alta Val Monfalcon di Cimoliana.
Diritti verso Nord salendo i ghiaioni si perviene alla forcella Montanaia oltre la quale si cala al Rif. Padova.
Attraversando in leggera salita i ghiaioni verso ovest ed aggirando delle rocce si entra nel canale che porta alla forcella Segnata e da essa giù al rif. Padova.
Dislivello circa 900 mt.
Acqua a mezza Val Montanaia.
Ore 3 circa.
Assenza di copertura telefonica al 1999.
Anello di Bianchi (Dolomiti Friulane)
''Anello di Bianchi' è una escursione circolare attorno al Rifugio Giàf con caratteristiche di grande panoramicità sugli appicchi dolomitici del M.Cridola e gruppo dei Monfalconi. Questo itinerario lascia ammirare le forcelle Scodavacca (Giaf), Das Las Busas, Del Cason, Pecoli, Urtisei. L'tinerario si svolge nel parco delle Dolomiti Friulane ed Ugo Coradazzi detto 'Bianchi' è l'alpinista a cui è dedicato questo itinerario naturalistico. Al Km.58 della statale della Val Tagliamento si segue ad ovest la stradina asfaltata che porta ai parcheggi presso il torrente Giaf, a quota m.1050 dove è possibile parcheggiare. Si oltrepassa il torrente sul solido ponte e si segue in salita la pista forestale (dopo 300 mt.diramazione della mulattiera che percorreremo al ritorno) che porta al rifugio Giaf in circa un'ora. Si segue dietro al rifugio la mulattiera comune al sentiero n.346 per forc. Scodavacca e subito si segue a dx l'indicazione per 'Anello di Bianchi' . Il sentiero con una lunga diagonale e qualche tornante porta al bivio di Cason del Boschèt' dove vi è un capitello affusolato e molto caratteristico.(mt. 1706 - ore 1 circa dal rifugio). Si prende decisamente ad ovest seguendo il sentiero ben pulito dalle mughe che porta a raccordarsi con il sentiero n. 346 che si seguirà per trecento metri sino al bivio con panchina di quota m.1674.Si prosegue verso sud-est con qualche saliscendi sino al bivio per la Forc. Das Las Busas (segni su sassi) ed ora si prende ad est in discesa oltrepassando un ghiaione e giungendo ad una stretta forcellina in mezzo alle mughe. Si cala per buon sentiero e superato un canalino con passamano metallico si perviene al canale che cala dalla Forcella Del Cason dove si scende giù diritti sino al sentiero n.361 (per forc.Urtisei). Molti scalini in legno ci riportano per larga mulattiera al rif. Giaf. (ore 1.40 dal Cason del Boschet) Il ritorno avviene per la mulattiera scendendo nella verde valletta sotto al rifugio Giaf, calando per tornanti ed oltrepassando il torrente sino al raccordo della strada già percorsa in salita, nei pressi del park. Ore 4 circa - Sviluppo km.9.5 - dislivello m.830 Cartografia Tabacco 1:25000 Nr.2 -Forni di sopra e di Sotto Ampezzo Sauris
Ulteriori informazioni:
http://www.rifugiogiaf.blogspot.com