Forc. di Città (Zità)
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SALITA ALLA FORCELLA DI CITTÀ' (ZITA') DA DAVESTRA
per sentiero CAI-391
Il punto rosso in corrispondenza della fascia di rocce indica lo Scalòn.
Si tratta di un percorso per alpinisti allenati ed esperti. Non vi sono particolari difficolta' nel percorso in quanto esso si svolge sempre per sentiero ove un tempo transitavano anche greggi, tuttavia l'ambiente selvaggio e l'imboscamento progressivo del sentiero fanno si che un tale dislivello venga apprezzato solamente dagli alpinisti allenati ed esperti.
Il panorama sulle pareti nord del M.Buscada e Palazza, la vista delle cengie del M.Borga' e la vista del Bosconero da un punto insolito ripagano abbondantemente la fatica della salita. E' stato riadattato un passaggio con scalon in legno e corda fissa che era il deterrente del percorso sino a qualche anno fa.
La vera carreggiata del sentiero la si scopre durante l'attraversamento di una stupenda cengia nel tratto intermedio del percorso.
E' consigliabile effettuare il percorso in ottobre inoltrato o novembre quando non vi e' il fogliame che impedisce la vista dei monti e della traccia.
Sentiero nr.391 (nel 1980 era segnato come CAI-381)
dislivello mt.1500
ore 5 circa
acqua a quota mt.1650,1750
NB: Sulle carte Tabacco la numerazione riportata e' 392 al posto di 382 come segnato sul terreno.
I segni sono presenti sul terreno al 1995 solo sino a Casera Copada
Il percorso iniziale sino alla Casera Copada e' comune a quello che risale il Valon di Buscada (sent.382 - ora 392). La mulattiera inizia proprio tra le case di Davestra, quelle che si raggiungono dopo il ponte a destra, la parte sud del paesino.
Si segue dapprima in piano e poi in leggera salita la mulattiera limitata da un muretto di sassi che porta in direzione del colle (liea elettrica).
Si risale per sentiero ben largo ed attrezzato con corde fisse a mo' di parapetto (ENEL-Servizio) sino ad un cartello del CAI di Longarone che cura la segnaletica.
Si supera un landro ove vi e' una piccola galleria ad uso militare (Opere della TODT tedesca durante l'ultimo conflitto) e si risale sino ad un pulpito dove si presenta un bivio senza indicazioni. (E) mt.575.
Fare attenzione a non seguire il sentiero segnato piu' basso a destra , ma seguire il sentiero che sale diagonalmente la costa a destra piu' in alto.
Ad un bivio a mt.700 (segni su albero) si prosegue verso destra su per la mulattiera sempre ampia ed a quota 825m. (Ore 1.20) si perviene ad un bivio tra il percorso 381 per la forcella di Città' ed il sentiero nr.382 che prosegue diritto per il Valon di Buscada e forc. alta per Erto..
Dal bivio a sinistra su diritti per il bosco verso est lasciando a dx un piccolo piano e poi infilandosi nella buia macchia di pini dove a quota mt.860 si lasciano a destra i ruderi di casera Copada.
Oltrepassati i ruderi sempre nel bosco si obliqua verso destra uscendo dalla macchia dove il sentiero si fa piu' marcato ed evidente.
Esso sale diagonalmente sino a portarci sotto ad una fascia di rocce alte una ventina di metri. Si costeggiano sottocroda le rocce verso nord e poi si incontra una frana che non va risalita ma attraversata in quota per una traccia evidente.
Piu' avanti si perviene ad un costone (segni su albero) molto panoramico sulla valle Ga di Razzo e cas. Vara Alta. Mt.1000 (ore 2)
NB: da questo costone, piu' alti di quota a circa mt.1030 dal limite sinistro della costa cala diagonalmente un sentiero ben disboscato che porta verso val Ga di Razzo (segnato sulle carte puntinato)
Su per la costa per sentierino appena evidente (ma il percorso e' quasi obbligato) sino ad un piano in mezzo al bosco di faggi dove vi e' un sasso rettangolare largo circa un metro che invita alla sosta. (Mt.1055)
Anche se sembrerebbe di dover continuare diritti in piano, dal sasso girare su a sinistra, per rado bosco di faggi e pini (segni) verso le rocce.
Giunti al limite del bosco molto vicini alle crode iniziano le mughe ed il percorso e' obbligato per sentiero che ci porta sotto le rocce.
Sottocroda il sentiero si fa molto ampio ed evidente e si perviene a quota 1135 ad un bellissimo passaggio su roccia attrezzato con scala in legno e corde fisse che consente di rimontare una cengia rocciosa esposta sulla Val Ardeda (B) ma protetta dalle mughe.
Il salto attrezzato visto in salita ed in discesa per cengia (sotto)
Percorsa la cengia si risale un rado bosco di pini su buon sentiero sino a seguire altra cengia molto larga ed esposta verso la val del Piave. Questa cengia e' molto panoramica sul gruppo del Bosconero ed e' una tra le piu' belle percorse da chi scrive.
NB:Questo percorso in cengia non e' riportato ne' sulle carte Ed. Tabacco ne' sulle carte IGM ma solo sui rilievi del 1888-1890 F-23 1:100.000 - IGM. La topografia attuale riporta un percorso piu' diretto ma completamente sommerso da mughe. Onore alle persone che hanno tagliato le mughe riesumando questo vecchio tracciato!
Si perviene ad un pulpito con pini a quota mt.1420. (qui' vi e' l'invito a proseguire verso sud in leggera discesa) Si sale su diritti per le mughe tagliate e poi diagonalmente per buon sentiero che diviene pianeggiante e supera un rivo a mt. 1500.
Si perviene per sentiero ben marcato ma molto ripido sotto ad una croda sul prato ormai pieno di ortiche dove un tempo si ergeva una casera . mt.1600 (ore 3.30 da Davestra ) (C)
Il bellissimo panorama oltre il Piave che si gode dalla cengia ripulita di q.1400 circa
Siamo sotto alle rocce che chiudono ad anfiteatro una valletta: il sentiero esce proprio sottocroda (landro) in direzione sud-est con carreggiata molto ampia in salita e perviene ad un prato molto ampio che permette un ottimo panorama sulle pareti n.ovest dei monti Buscada e Palazza che da qui si confondono.
Questa radura e' sulla costa e si sale rasente a lisce roccette sino ad un cumolo di pietre: sotto ad esse la vegetazione e' di ortiche e lamponi. Ometto mt.1675.
Questi sono i ruderi di Casera Ardeda. (con carboncino, scritto sopra i ruderi 'Mauro de la Melissa' (Mauro Corona)
Puntando in direzione est-n.est verso la forcella di Zita' che da qui' è visibile, si attraversa in quota per cento metri la costa erbosa passando sopra ad una piccola chiazza di terreno franato, superando un canalino al limite del bosco.
Al di la del canalino il sentiero riprende molto evidente e ben tagliato.
NB:avendo perso la traccia, risalire o scendere nel canalino per qualche metro sino a riprendere il sentiero che riprende pressoche' all'altezza dei ruderi di casera Ardeda.
Il sentiero cala in una valletta con acqua (mt.1650-segni su pietre) e la oltrepassa in quota per una trentina di metri e poi (segno su albero) sale su diritto a sinistra per la costa in direzione n-est su traccia molto evidente.
Ad un pulpito in costa con una radura si prosegue ancora a sinistra interni nel bosco sino ad uscire per terreno paludoso (sorgente) in un ampio prato che si attraversa mantenendo la quota e riprendendo il sentiero che in leggera discesa e ben tagliato cala in un canale.(mughe)
Questo canale scende molto liscio e diritto giu' nella valle per circa duecento metri, ed e' in genere percorso da un rivo d'acqua.
Le conformazioni rocciose della Palazza
Il canalino donde si dirama il percorso Osvaldo Zandonella (freccia su sasso)
Lo si deve attraversare aiutandosi con le mughe ed una volta giunti sulla costa mugosa la si risale per sentiero ben marcato che porta ad una spalla ricoperta di pini ed abeti. (A)
(Dalla spalla si intravede un sentierino che cala parallelo ad un canalino. E' il percorso Osvaldo Zandonella che percorre le cengie nord dei monti Buscada e Palazza sino al Valòn de Buscada.)
Sulla spalla la traccia del sentiero diviene incerta; non bisogna perdere quota ma attravesare sino al canalino roccioso che avevamo intravisto dove vi sono i segni del bivio. (F)
Ora il sentiero e' ben segnato e molto ben marcato. Esso ci porta con stretti tornanti verso quella fascia di rocce con le stratificazioni contorte che vanno davvero ammirate per la loro singolarita'.
Un ripido prato con sentiero poco definito ci porta alla forcella di Zità. ( mt.1958).
Il M.Zità con l'omonima forcella ed il M. La Palazza
Spalla del Duranno, Cima dei Preti e Duranno visti dalla forc. di Zità
NOTE STORICHE - OROGRAFICHE
A) Sulla carta dell 'ANGELO GUERNIERI del 1866 il torrente che cala dal M. Città' e' detto Rio di Vallon Lutriprio.
Sulle attuali carte il torrente e' denominato Lutrigon e la valle che sale alla forcella di Zita' e' denominata Val Ardeda o Rededa rispettivamente sulla carta Tabacco n.21 Dolomiti di Sinistra Piave e sulla carta IGM Cimolais foglio n23 ed.n5/1969.
Va detto che su cartografia antica (Giorgio Ciani -1856 -La carta del Cadore) il gruppo del M.Duranno veniva denominato M.Ardeda.
B) Le denominazioni piu' antiche dei monti sovrastanti la Val Ardeda sono le seguenti: Nella cartografia del 1825 di Francesco Mantovani il M.Salta comprendeva gli attuali M.Borga', Sterpezza e M.Salta; il M.Buscada comprendeva anche l'attuale M.Palazza.
Il M.Palazza veniva denominato M.Rusada nella cartografia del Regno Lombardo-Veneto del 1856 mentre il M.Buscada era detto M.Piano.
C) Oltre alla Casera Copada esisteva una casera Copardella che forse era sita presso i ruderi della quota mt.1600 di questo percorso. (Cfr.Cartografia Guernieri 1866)
D) Un tracciato completo e corretto dell'itinerario, seppure al 1:100.000 lo si segue sulla carta IGM-F.23/1900 da rilievi 1888/90.
E) Sentiero di servizio ENEL che in piano porta ad una galleria di servizio per l'acquedotto sotterraneo dalla diga di Pieve di Cadore alla diga del Vajont.
F) Si tratta di un percorso definito a puntini sulle carte Tabacco e segnato sul terreno con segni rossi. Esso unisce il Vallon di Buscada poco sotto la forcella Borga' con la forcella di Città'. (Zità) Esso passa per larghe cengie sotto le pareti dei M.Buscada e Palazza alla quota di M.1750-1800. E' una parte del percorso alpinistico Osvaldo Zandonella.
Cartografia austriaca Kriegskarte di Anton Von Zach 1798-1805 XIII-8